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Autore: Acquamarine_    02/04/2012    6 recensioni
Una Serpe e una Grifona: due anime, un solo cuore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Ginny Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Hermione si sedette al tavolo rosso-oro sbadigliando, poi cominciò a riempire il piatto di pietanze varie.

Il pomeriggio del giorno precedente sarebbe dovuta andare a comprare i vestiti per il ballo assieme a Ginny, ma la rossa non si era presentata all'appuntamento, così Hermione aveva preferito tornare in camera.

La Grifona era giunta alla conclusione che c'entrasse qualcosa il fatto che Ginny fosse tornata spettinata e con la camicia abbottonata male, ma aveva evitato di farlo notare all'amica, fingendo di stare già dormendo.

La mattina, poi, si era alzata di buon ora, lavata e vestita ed era scesa in Sala Grande.

Di certo quel pomeriggio sarebbero uscite per andare al villaggio di Hogsmeade, mancavano pochi giorni al ballo e Ginny non avrebbe mai permesso all'amica di rimanere in camera.

Hermione sospirò, addentando un croissant.

Improvvisamente centinaia di gufi fecero il loro ingresso.

Per una attimo la ragazza li guardò, poi distolse lo sguardo, certa che per lei non ci fossero lettere.

A sorpresa, parò, un gufo reale, bellissimo ed elegante, planò sul tavolo, lasciando nel piatto della ragazza un mazzo di rose rosse.

Hermione sbarrò gli occhi, poi prese il biglietto color avorio che accompagnava i fiori.

Sei bellissima quando pensi”.

Il croissant le andò di traverso ed Harry fu costretto a batterle dei colpetti sulla schiena, prima che tutta la Sala Grande cominciasse a fissarla.

Chi diavolo avrebbe potuto inviarle un biglietto del genere?

Utilizzando la sua memoria, cerco di scartare tutti coloro che non avrebbero potuto possedere un gufo reale.

Di certo non era un gufo della scuola, e non poteva appartenere a nessun Nato Babbano.

Qualcosa le diceva che non era di qualcuno a lei molto stretto, quindi scartò gran parte dei Grifondoro e parte dei Corvonero.

Insomma, chi le avrebbe detto che era bellissima?

In quel momento, il Principe delle Serpi fece il suo ingresso, attirando su di sé gli sguardi ammirati dell'intera fauna femminile di Hogwarts, nessuno escluso.

Egli distribuì sorrisi educati a destra e sinistra, facendo svenire un paio di Tassorosso.

Hermione non poté fare a meno di osservarlo mentre prendeva posto: si sentiva stranamente attratta da quel ragazzo, desiderava poter rivedere quelle iridi chiare e perdervisi...

Sembri una stupida ragazzina!

La ragazza s'irrigidì di colpo. La vocina aveva ragione, dannazione!

Però... e se Malfoy c'entrasse qualcosa con la lettera? Insomma, ora che ci pensava lui aveva un Gufo Reale, ed era entrato tardi in Sala Grande.

Forse Malfoy aveva...

«'Mione! Ma che ci fai ancora qui? Ti sto cercando da ore!»

La voce trillante di Ginny raggiunse la Grifona, facendola voltare di colpo.

«Ginny, sono le otto del mattino! Dove volevi che fossi?», chiese, infastidita.

Era stata lei a sparire per tutto il pomeriggio e la sera precedente, e poi era esagerata, era scesa da appena dieci minuti...

«Dobbiamo andare ad Hogsmeade! Vuoi o non vuoi comprare quel vestito?», chiese la rossa, cominciando a spazientirsi.

«Non voglio», tagliò corto Hermione, alzandosi e prendendo la borsa con i libri.

«Perfetto!», disse Ginny. «Allora oggi pomeriggio passiamo da Stacy McKlaine, oppure potremo vedere da Jorges Vancouv...»

«Se rimanessimo qui, invece?», chiese Hermione.

«Sta' zitta, tu!», la rimproverò Ginny. «Sto pensando a dove avevo visto quel fantastico vestito rosa shocking...»

Hermione sospirò: l'aspettava decisamente un lunghissimo pomeriggio.

 

Draco entrò in Sala Grande, non badando neanche agli effetti del suo fascino sulle ragazzine di Hogwarts, e prese posto al tavolo verde-argento.

«DRAY!», gridò qualcuno. «Dove diavolo eri finito?»

Draco si voltò, infastidito, e sputò tra i denti: «Buongiorno, Blà».

Blaise Zabini, fisico palestrato, occhi cobalto e pelle candida come la neve, faceva concorrenza al suo migliore amico, Draco Malfoy, per quanto riguarda il conquistare pollastrelle.

Erano i ragazzi più belli della scuola, e le ragazze avrebbero pagato galeoni per poter ricevere solo un sorriso da quei due fusti.

«“Buongiorno Blà” è tutto quello che sai dire?», continuò l'altro, isterico.

«Calmati, Zabini. Relax. Cosa diavolo vuoi da me? Cosa agita il tuo animo indifeso?», domandò Draco, portando entrambe le mani, intrecciate fra loro, dietro la nuca e alzando la testa verso l'altro, puntando i suoi occhi color tempesta in quelli cobalto dell'amico.

«Quanto sei spiritoso!», cominciò quello. «Comunque dobbiamo andare ad Hogsmeade a comprare gli abiti nuovi».

«Io so già cosa indossare!», protestò Draco.

Fare shopping con Blaise Zabini non era di certo una bella esperienza, non l'avrebbe augurata al suo peggior nemico.

O forse sì.

Gli sarebbe piaciuto vedere lo Sfregiato costretto a portare mille e mille borse, peggio che se avesse accompagnato una donna.

Ghignò al solo pensiero, immaginando Harry Potter venire seppellito dalle shopping bag che Zabini gli ordinava di portare.

«COSA?!?», gridò Blaise, scandalizzato. «Tu vorresti indossare un abito... abito... v-v-vecchio? Per una festa?»

Le ultime parole erano state dette per miracolo, tant'era rabbrividito al solo pensiero del suo migliore amico che si presentava ad una festa... meglio non pensarci.

«Sei un fissato, Blà!», lo accusò l'altro, gelido quanto i suoi occhi.

«Sarò fissato, ma almeno sono IN!», disse indignato l'altro, voltando la testa velocemente.

Draco ridacchiò, divertito.

«Cos'hai da ridere, amico ingrato? Dovresti ringraziarmi per tutto ciò che faccio per te! Pensa se tu indossassi quell'abito vecchio, la Mezzosangue non ti filerebbe nemmeno!»

«Sta zitto, imbecille!», lo riprese l'altro, che nel frattempo era sbiancato. «Se ti sente qualcuno...»

«Perché, credi che nessuno se ne accorgerà quando la porterai in dormitorio?», chiese l'altro, ghignando malizioso.

«Ma allora sarà un altro discorso...», rispose lui, con un espressione molto simile.

«A proposito, dov'eri?», chiese l'altro, curioso.

Draco fece un segno con la testa verso il tavolo dei Grifoni, indicando la Mezzosangue.

La ragazza cercava di tenere lontano da Ginevra-La-Piattola-Weasley un bigliettino, affinché non lo leggesse, ma quella insisteva.

Gli occhi cobalto di Zabini si focalizzarono sul bigliettino: leggerlo da quella distanza era quantomeno impossibile, ma lui avrebbe cercato di capirci qualcosa.

Le guance della Regina dei Grifoni erano imporporate, e lei cercò di tenere lontano dalla rossa il bigliettino, ma non ci riuscì, e dopo poco videro l'altra ridere e sussurrarle qualcosa all'orecchio.

«Non avrai fatto una sciocchezza, Dracky?» chiese Blaise, sospirando.

«Certo che no, Blà, certo che no», sussurrò Draco, alzandosi e sorridendo ambiguamente.

 

* * *

«Che dici, Herm?», urlò Ginny Weasley dal camerino di Dolce&Gabbana che aveva sede in una delle strade più trafficate di Hogsmead.

Hermione ripose il libro che stava leggendo nella cartella, poi guardò distrattamente l'amica.

La rossa teneva i capelli stretti nella mano sinistra, in modo che Hermione potesse vedere il vestito al meglio.

Indossava un abito rosa shocking, con una gonna ampia e un piccolo strascico, un fiocco bianco che abbracciava la vita e si chiudeva in un fiocco sulla schiena e delle scarpe con il tacco dello stesso colore del vestito.

La sua espressione parlò per lei, e Ginny rientrò in camerino per cambiarsi d'abito.

La scena si ripeté quasi una decina di volte, poi la riccia decise di alzarsi e si avvicinò ad un appendi-abiti, lanciando sguardi distratta ai vestiti.

Improvvisamente, però, udì la voce di Ginevra che gridava: «ECCOLI! Li ho trovati!»

La rossa era ferma dietro di lei, con il braccio teso verso l'appendi-abiti e l'indice puntato verso due vestiti, apparentemente identici.

La risata inquietante di Ginny giunse alle orecchie di Hermione, che alzò gli occhi al cielo e pensò, non a torto, di aver firmato la propria condanna accettando quell'invito.

 

Una scena molto simile si era svolta in un negozio Armani pochi metri più in alto, all'imbocco della terza traversa sulla destra verso la fine della strada.

Blaise Zabini indicava un completo scuro con occhi adoranti, mentre Draco Malfoy lo guardava annoiato.

Vi chiederete voi, quanto avranno potuto perdere due uomini per fare shopping? Non di certo le tre ore che avevano speso le due ragazze, che avevano senza dubbi scelta più difficile e materiale più vario... ma vi sbagliereste.

Draco Malfoy e Blaise Zabini erano chiusi in quel maledetto negozio, come affettuosamente lo chiamava Draco, da quattro ore e ventisette minuti.

Nel camerino che avevano occupato – in teoria avrebbero dovuto farlo entrambi, in pratica c'era stato solo Zabini – c'erano ammassati – ordinatamente piegati, ovviamente – abiti di ogni sorta: frack, smoking, vestiti di ogni stoffa, dalla seta al lino pregiato, perché mai un Purosangue si sarebbe azzardato a mascherarsi come un qualsiasi Babbano.

Avevano visto molti ragazzi comprare abiti per... mascherarsi.

Puah!”, aveva pensato Blaise. “Che volgarità, mascherarsi...

Draco era stato d'accordo con lui, per una volta. Non avrebbe sopportato che qualcuno lo costringesse a mascherarsi da divinità greca o da capra.

Sì, avevano visto anche quello.

«È perfetto!» gridò Zabini. «Sono perfetti!»

Draco seguì lo sguardo dell'amico e guardò gli abiti, poi alzò un sopracciglio.

«Scusami Blà...» chiese ingenuamente. «Cos'hanno di diverso da quelli ammassati lì dentro, per capire?»

Blaise sbarrò gli occhi, poi si voltò verso l'ancora-per-poco-migliore-amico, scandalizzato.

«TU MI CHIEDI...? Ma non vedi la stoffa pregiata, la tonalità un pizzico più scura del modello 3b, le maniche più corte di mezz...»

Vi risparmio il resto, lettori, sappiate solo che continuò per tanto, tanto, tanto tempo...

* * *
Angolo Autrice:
Dire che sono in ritardo è dire poco, ma tanto non potete uccidermi, no? v.v
E poi non penso abbiate desiderato sapere cosa sarebbe successo tra Dracuccio e Mioncina, confido nel fatto che... niente, non lo so neanche io 8) (<-- questo è per la socia, lei sa perché)
Bene, questo capitolo è più lungo degli altri - ci mancherebbe, con la "vacanza" che mi sono presa dalla pubblicazione v.v- e succedono un po' di cose, ma ancora non ho voluto dare spazio al ballo perché... c'è bisogno di qualcosa di grandioso, dev'essere padrone della scena... *scansa le pantofole*
Bene... alcune piccole note u.u
1. Hogsmead (e) è scritto così di proposito, poiché ho notato che in moltre Dramioni mancano la "e" O_O
2. Blaise è peggio di una donna indisposta, non è una vostra impressione.
3. Ginny e Blaise sono l'uno il corrispettivo dell'altra, sì.
4. So che nel Mondo Magico non ci sono Dolce&Gabbana e Armani... ma questa è una Dramione, è diverso u.u
Se notate sviste/assurdità/sciocchezze (l'intera fic è una sciocchezza, dato che il mio obiettivo è scrivere una Dramione._.) non vi resta che farmelo notare :D
Vi saluto, alla prossima v.v
Mari

   
 
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