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Autore: telesette    03/04/2012    1 recensioni
William riuscì appena a biascicare quelle parole, prendendo finalmente coscienza della gravità di ciò che aveva fatto. Un attimo dopo il frammento spezzato del bastone si conficcò nel petto della donna, trasformandola in polvere davanti ai suoi occhi...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, William Spike
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Il dramma di William Pratt

William adorava sua madre.
Il suo cuore era pieno di affetto per lei da sempre, come ogni buon figlio che si rispetti.
La dolce e adorabile vedova di Albert Pratt era una donna buona e assai mite, piena di amore e comprensione per quel suo giovane figlio dall'animo così sensibile.
L'animo di Willy era pieno di sogni, di astrattezze, come la poesia e le chimere della sua mente. Ciò che il giovane desiderava non era certo la fama o la ricchezza... L'amore della bella Cecily e il sorriso luminoso della donna che lo aveva messo al mondo erano le uniche cose che voleva accanto a sé, nient'altro.
Tuttavia ai suoi occhi entrambe queste cose sembravano impossibili.
Cecily Underwood era troppo in alto per uno come lui ( un misero poetucolo squattrinato, senza ambizioni e senza prospettive per il futuro ), perciò disperava di legare la sua vita assieme a quella della fanciulla che tanto appariva nei suoi scritti. E sua madre Anne, vittima di una tisi incurabile, giorno dopo giorno andava consumandosi sempre di più davanti ai suoi occhi.
Se solo ne avesse avuto il potere...
Avrebbe dato volentieri la propria anima, per amore delle persone che più gli erano care.
Soprattutto per non vedere morire sua madre, non in quel modo orribile, stroncata dalla malattia e dal suo stesso sangue che rischiava di soffocarla con spasmi e violenti colpi di tosse.
Tuttavia, ai sogni e alle speranze, rimaneva sempre la certezza.
Sarebbe sempre rimasto accanto a sua madre, non l'avrebbe mai abbandonata, e si sarebbe preso cura di lei così come lei tuttora aveva cura di lui. Malgrado fosse piuttosto grandicello infatti, agli occhi di una madre il figlio è sempre un dolce bambino piccolo da tenere sul proprio grembo con affetto.
E nella voce rassicurante della donna, accompagnata dalle note di quella canzone popolare, William poteva sentire tutto il calore di cui avesse bisogno.

***

Respinto!
Respinto, umiliato e deluso...
In preda alla disperazione e allo sconforto del suo cuore spezzato, William aveva preso a vagare senza meta, desiderando solo un modo per potersi strappare quel dolore dal petto. Cecily, la dolce Cecily ( colei che tanto aveva sognato e sospirato ), gli aveva aperto gli occhi nel modo più duro possibile.
Non c'erano più sogni per William, l'amore che sognava non era per lui evidentemente.
Per anni aveva creduto nel miraggio, in qualcosa di inesistente, ma la realtà era come acqua tra le sue dita che fosse caduta sul deserto arido e sabbioso.
Quando la fascinosa e misteriosa sconosciuta gli apparve davanti, promettendogli la fine del suo tormento, William era convinto di non avere più nulla dentro di sé. Drusilla lo legò a lei, attraverso il morso dell'immortalità. Grazie a quello, William non avrebbe mai più sentito il dolore, il freddo, la fame... Solamente la sete, una sete rossa e inestinguibile, una sete eterna per un dono altrettanto eterno.
Ma subito dopo aver assaporato quel dono, William decise che era troppo prezioso per lui soltanto.
Sua madre stava morendo, attraverso pene indescrivibili, e lui adesso poteva cambiare questa ingiustizia.
Perfino Drusilla sembrava stupita: una volta privi dell'anima infatti, ogni sentimento positivo tende a sparire dietro la fredda crudeltà del demone; invece William sembrava possedere qualcosa di più forte dell'anima ( il suo spirito poetico forse ), qualcosa che gli permetteva tuttora di provare amore ed affetto verso qualcuno...
Sua madre certo non capì, non poteva capire, perciò ne ebbe paura da principio.
Tuttavia gli occhi del vampiro brillavano colmi d'affetto, proprio come quelli del suo dolce Willy, e fu con quel sincero desiderio di affetto che quest'ultimo affondò il morso nel collo materno.

William credeva che facesse male solo per un momento, in realtà gli avrebbe fatto male molto più a lungo.

***

Un miracolo!
Dalla donna debole e malata che era, Anne Pratt sembrava essersi finalmente risvegliata da un incubo.
Lo stesso era accaduto per William, guardandola ora davanti a sé: era felice, serena come sempre, ma piena di energia e rinnovato vigore.
Sembrava rinata, per così dire, e in un certo senso era proprio così.
Neppure l'ormai dimenticato volto di Cecily avrebbe potuto riempire William con maggiore gioia.
Finalmente infatti sentiva di avere tutto ciò che aveva sempre desiderato: l'amore di Drusilla, a cui doveva tutto, e una nuova vita accanto a lei e a sua madre...
Che altro poteva desiderare di più?
Rifuggendo i dolori, nella sua nuova veste di vampiro, William sentiva di essere l'uomo più felice del mondo.
Anche così infatti si sarebbe preso cura della donna, come aveva sempre fatto, e nulla li avrebbe mai più separati... almeno finché William non le domandò quali fossero ora i suoi desideri.

- Che domande - rispose lei, con incredibile noncuranza. - Allontanarmi da te, ovviamente!

William credette di non aver compreso, tuttavia lei si mise a citare i suoi versi con una dura nota canzonatoria nella voce.

- L'allodola ha emesso dal suo piccolo innocente becco... Credevi davvero che avrei potuto sopportare queste sciocchezze per l'eternità?

Che cosa stava succedendo a mamma Anne? William non riusciva a credere alle sue orecchie, così come i suoi occhi stentavano a riconoscere la donna che aveva sempre visto accanto a sé.
Che fine aveva fatto la dolce e mite signora che sospirava sempre di sincera ammirazione, anche se le sue rime suonavano scarse persino a lui ? Di tutte le persone che disprezzavano il suo lavoro come poeta ( non per nulla lo avevano soprannominato il Sanguinario ), lei era l'unica che sembrava scorgervi la passione e il sentimento che traspariva da ogni singola parola.
Invece adesso il suo sguardo era come quello di tutti gli altri, reso ancora più duro dall'espressione insolitamente severa sul volto di lei.
Anne si mise dunque a volteggiare come una bambina, inebriata dalla sensazione di potere che sentiva scorrerle dentro. A differenza di William infatti, il demone aveva agito completamente su di lei, rigenerandola nel corpo ma privandola dell'anima e di tutto ciò ad essa legato.
Quella davanti a William non era più sua madre.

- Mi sento magnificamente - cinguettò lei con un sorriso. - E' come se qualcuno mi avesse dato nuovi occhi: io vedo ogni cosa, e capisco ogni cosa...
- M... Madre - balbettò William, cercando di convincersi che tutto ciò non stesse accadendo davvero.
- Detesto essere crudele - tagliò corto lei, guardandolo tristemente, e sorridendo subito dopo assai cinicamente. - No, non è vero: io detestavo essere crudele quando ero viva... Ora lo trovo alquanto liberatorio! Chissà, forse ora riuscirò a strappare le tue piccole dita avide dalle mie sottane!
- Smettetela - sussurrò William con un filo di voce, sentendo quelle parole affondargli sempre più nel petto come una lama tagliente e affilata. - Smettetela, vi prego!
- Fin dal giorno in cui sei... strisciato fuori dal mio ventre come un parassita!
- Ma che state... ?

Ad ogni parola, William credeva di sentire ancora il calore delle lacrime attorno agli occhi, ignaro del fatto che non poteva più versarne alcuna. Tuttavia la donna continuò imperterrita.

- Se fossi stata più furba, mi sarei risparmiata un'intera vita di tedio, ti avrei... fracassato il cranio il giorno in cui sei nato!

Barcollando all'indietro, come se le parole lo stessero effettivamente colpendo nel fisico, William sentì la dura parete contro la schiena... E gli occhi freddi e crudeli di sua madre gli erano puntati addosso.
D'istinto cercò di evitare il suo sguardo, ripetendosi che non era vero, non poteva essere vero.
Di nuovo quel dolore straziante al petto, ma stavolta era diverso: stavolta era lui il responsabile di tutto questo; aveva generato un mostro, e le aveva dato la forma e il volto della persona che più gli era cara... Non si sarebbe mai perdonato per questo!

- Dio - esclamò la donna, voltandogli le spalle con stizza. - Ho pregato che trovassi una donna che mi liberasse, ma tu non sembravi affatto interessato... Chi poteva reggere il confronto con la tua fragile mamma sempre tanto malata ?!? Solo una che avrebbe sopportato le tue ridicole chiacchiere da bamboccio!

Subito William scattò sulla difensiva.
Poteva anche aver sbagliato, nel comportarsi sempre come un bambino attaccato alle sottane di sua madre, ma in cuor suo era convinto di fare sempre e soltanto il suo bene.

- Chiunque io fossi - esclamò tremante, guardandola negli occhi. - Oggi non lo sono di certo più!

Anne sorrise.

- Davvero? - domandò ironica. - Tesoro, tu resterai sempre... Un debole imbecille sentimentale!

Chi era costei, che cosa era diventata?
Perché William sentiva di colpo il peso del gravissimo errore da lui commesso?
Ciò che valeva per lui evidentemente non valeva anche per gli altri vampiri ( ma questo Drusilla non glielo aveva accennato ), e scoprirlo adesso non serviva certo a farlo stare meglio. Non aveva restituito la vita a sua madre, l'aveva uccisa; aveva distrutto quella dolce creatura, credendo di fare il suo bene, e solo adesso si rendeva conto di quanto era stato terribilmente e dannatamente egoista.
Ancora non poteva sapere se ciò che lei stesse dicendo fosse vero o meno, non poteva sapere se a parlare fosse lei o il demone dentro di lei, ma la voce era la sua voce... E ciò era sufficiente per fargli sentire ancora di più il peso di ciò che quelle parole contenevano.

- Vorresti scappare, vero? - lo incalzò ancora lei, spietatamente. - Correre a piangere tra le braccia della tua nuova sgualdrinella? Credi che sarai capace di amarla? Che sarai capace di toccarla senza... immaginare me?

Man mano che le parole della donna sottolineavano con sempre più maggiore violenza la perversione del demone che si era incarnato in lei, William sentiva di provare solo orrore... Orrore, paura e disgusto.
Non scorgeva più alcuna traccia di sua madre in quell'essere, solo una figura offuscata coi suoi stessi lineamenti. E mentre lei si faceva sempre più vicina, il poveretto poteva quasi percepire il lato più oscuro e spaventoso del male che aveva generato.

- Il tuo più grande desiderio è sempre stato quello di tornarmi dentro - sottolineò la donna con evidente disprezzo, accostando il più possibile il proprio volto al suo e accarezzandolo con bramosìa e inconcepibile lussuria. - E finalmente sei riuscito a realizzarlo: hai affondato i tuoi denti nel mio collo, un bacio che mi è entrato dentro!
- NO - gemette lui, sconvolto. - No, volevo solo farvi star bene...
- Tu volevi mettere le tue mani su di me - insistette lei, col volto deformato dall'odio. - Vorresti forse che ti lasciassi finire quello che hai cominciato?
- I... Io vi amavo - ammise William, respirando a fatica. - E' vero... Ma non in questo modo!
- Invece sì, è così... Questo è ciò che hai sempre voluto, non è vero? Mio piccolo Principe delle Tenebre...

La sola idea che quella cosa gli si strusciasse addosso, cercando di suscitare in lui pensieri peccaminosi, era troppo. La depravazione di quell'essere spinse William ad agire istintivamente e ad allontanarla da sé con rabbia. Respinta e scaraventata all'indietro, la donna reagì in preda a una furia incontenibile, afferrando il bastone e abbattendolo su di lui con tutta la forza che aveva in corpo.
William non accusò il dolore fisico, non solo almeno, ma ugualmente si sentì come se lei lo stesse colpendo a morte. Nella colluttazione, il bastone si ruppe e i due rimasero a guardarsi l'un l'altra davanti alle vivide fiamme del caminetto... Fu in quel momento che William vide dunque in faccia il mostro che aveva generato.

- Sta tranquillo, mio caro - esclamò la donna, fissandolo attraverso il suo orribile volto da vampiro, con gli occhi gialli e i canini sporgenti. - Fa male solo per un momento!
- Mi dispiace...

William riuscì appena a biascicare quelle parole, prendendo finalmente coscienza della gravità di ciò che aveva fatto. Un attimo dopo il frammento spezzato del bastone si conficcò nel petto della donna, trasformandola in polvere davanti ai suoi occhi... E l'ultima traccia di umanità che ancora albergava nel cuore di William Pratt scomparve dunque assieme a lei.

FINE

NOTE:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

Un piccolo contributo per una grande opera a beneficio di molti...

"I Ragazzi di EFP hanno scritto i racconti di “Niente è come prima” con un atto esplicito di fiducia nella possibilità di raggiungere altri coetanei, offrendo loro un motivo di indagine interiore. Generosi e speciali, con un gesto inaspettato hanno deciso di devolvere una parte del ricavato della vendita ad ADSINT che rivolge una particolare attenzione alle nuove generazioni con le loro esigenze e i loro sogni. Complici di un dono: quello dei pensieri, quello del sangue."
Giovanna Ferrante
Direttore de “il Globulo” Veicolo di informazione di ADSINT – Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori

   
 
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