GRACE

– Grace! Vieni a vedere!

Mi voltai di scatto e cercai Sam con lo sguardo. Dov’era? Mi incamminai per raggiungerlo, ammirando la bellezza incredibile del bosco in cui ci trovavamo. Il sole ammantava ogni cosa con la sua calda luce dorata e la rugiada del mattino brillava magicamente sulle foglie. Un vento fresco mi punzecchiò insistente, come a sfidare il mio corpo a trasformarmi. Ma non sarebbe successo. Non più. Erano passati ormai sei mesi da quando ero di nuovo umana. La cura aveva funzionato e la mia vita aveva ripreso a scorrere regolarmente. Niente lupi mannari, niente battute di caccia o vite da salvare. Ricordavo ancora l’ansia del momento in cui avevano infilato l’ago con la cura nelle mie vene, l’improvvisa paura di non farcela e quella di perdere Sam. Sam. Dio, quanto lo amavo. Era rimasto con me ogni istante, dandomi forza e sostenendomi e non mi aveva più abbandonata. Ora non c’era più nessun ostacolo tra di noi e potevamo essere finalmente felici, goderci quel traguardo di gioia tanto a fatica conquistato. Lo raggiunsi quasi fuori dal bosco, che osservava qualcosa sulla strada. Il vento gli scompigliava i capelli ribelli che gli cadevano sul viso e gli occhi vivaci scrutavano qualcosa con insistenza. O qualcuno. Mi misi al suo fianco e lo guardai negli occhi.

– Cosa c’è?

Mi sorrise, prendendomi la mano.

– Ma come, non dirmi che non li riconosci più? D’accordo che è passato un po’ di tempo, ma…

Lo guardai interrogativo e volsi lo sguardo alla strada. Una macchina era parcheggiata non lontano da lì, ma a bordo non c’era nessuno, mentre due persone passeggiavano fianco a fianco sul ciglio. Guardai bene e riconobbi Cole. Ci misi un po’ di più a riconoscere la ragazza che era con lui. Lunghi capelli biondi, pelle abbronzata e fisico da modella, aveva una spetto familiare. Quasi sussultai quando capii di chi si trattava. Isobel, era lei. Non potevo crederci, era tornata. Mi voltai verso Sam che mi guardava curioso.

– Tu lo sapevi? Insomma, che era tornata? Ommioddio, sono così felice di vederla! Di vederli insieme, anche. Non posso credere che non mi abbia chiamata. Anche se probabilmente voleva sentire prima Cole.

Tornai ad osservare la coppia davanti a me, con una gioia crescente. Ecco, ora era tutto perfetto. Non mancava nulla. 

 

SAM

Dio, se l’amavo. La osservavo mentre i raggi del sole le facevano splendere i capelli come un’aureola dorata, osservavo le folte ciglia che le accarezzavano le guance quando batteva le palpebre e la bocca perfetta che sorrideva alla scena di fronte ai suoi occhi. Prima che riuscissi a trattenermi, allungai una mano a sollevarle il mento e la baciai. Mi era mancata come l’aria nel poco tempo in cui non era stata accanto a me e nei terribili istanti in cui avevo temuto di perderla, mi era sembrato di sentire il terreno spalancarsi sotto di me, pronto ad inghiottirmi e a porre fine alla mia sofferenza. Ma ora era qui, i guai erano passati, le complicazioni con loro e al massimo la cosa più preoccupante che poteva succedermi era di non piacere ai suoi genitori. Era successo, in effetti. Con sua madre avevo fatto dei progressi, ma il padre mi riteneva ancora il responsabile della fuga di casa della figlia. Era tecnicamente vero, ma non era successo per una atto ribellione, la dovevo solo tenere al sicuro mentre eseguiva la muta. Era stato fatto tutto per amore, perché io la amavo e lei mi amava e perché dovevamo stare insieme. Con o senza la loro benedizione. Mi staccai da lei e la guardai negli occhi castani, perdendomi in essi.

– Ti amo, Grace.

Mi sorrise, illuminandomi la vita.

– Ti amo, Sam.