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Autore: Aphasia_    03/04/2012    0 recensioni
Adelaide Cox prende una decisione drastica: Raccontare in diretta televisiva la sua terribile esperienza. Ma è l'unico modo per archiviarla, dimenticarla. Il contatto con un essere non vivo non è sempre qualcosa di facile da raccontare..
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non c'erano mai stati così tanti sospiri all'intero di quella piccola stanza illuminata. Perchè era una stanza, una stanza troppo affollata. Troppi occhi, troppi sguardi, insostenibili, curiosi, compassionevoli. Luci abbaglianti in una notte che vorresti goderti all'oscurità. Fastidiosi, presenti.
Ma se fosse stato necessario li avrei chiusi, avrei parlato a occhi chiusi, perchè era importante dire quello che avevo da dire, anche se avevo paura, anche se ero terrorizzata. Sentivo che dovevo farlo, e non per quella massa urlante e assuefatta di notizie fresche, tristi, storie da copertina, ma per me. Io che volevo e dovevo assolutamente dimenticare tutto quanto, e nel momento preciso in cui le parole mi sarebbero uscite di mente, attraverso la bocca, non sarebbero più tornate. Per quanta speranza riponessi in questo, sapevo che le immagini invece...quelle non sarebbero sparite mai più. Perchè gli occhi non possono cancellare cose simili, non possono permetterti di dimenticare, forse perchè deve andare così.
E in fondo andava bene, perchè anche con quelle orribili immagini, non avrei più avuto parole per descriverle, non avrei provato più tutto quel dolore..
E forse..forse sarei stata anche felice.
E non appena le luci si accesero seppi che non c'era via d'uscita. Sospirai. L'ultima volta. E poi il nulla.

IN ONDA

Applausi assordanti, applausi comandati, non sinceri, falsi, corrotti. Ma a me non importava assolutamente. Solo la storia, Solo lei..e poi il nulla..pensavo.
"Allora Adelaide..Perchè hai deciso di raccontarci la tua storia?" chiese l'uomo seduto accanto a me, nella comoda poltrona.
Sapeva di sigaro e lacca, e non era più tanto giovane. Aveva i capelli tinti e un abbronzatura artificiale, e questo mi fece rabbrividire, per come la natura poteva essere manipolata con così tanta facilità.
"Perchè mi sentirò meglio..dopo" risposi io seria. Timidezza, forza, spregiudicatezza. Poco importava quali fra queste doti avrei finto di avere per attirare il pubblico, sarebbe bastata la mia storia.
Prima che l'uomo potesse anche solo prendere fiato per chiedermi qualcos altro era giusto chiarire subito le cose, una volta per tutte. E una volta per tutte, dall'inizio alla fine della storia, la follia sarebbe stata per sempre scartata dal mio profilo psicologico.
Dovevo chiarire una sola cosa, e con quella, solo con quella, la mia storia sarebbe davvero iniziata.
"Prima di iniziare ci tengo a chiarire una cosa... Lei crede nei fantasmi?"
Solo una volta. Ancora una..e poi il nulla.
  
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