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Autore: Rob Hilary    03/04/2012    1 recensioni
’’C'è una storia dietro ad ogni persona. C'è un motivo per cui sono quello che sono. Non sono così semplicemente perchè lo vogliono. Qualcosa nel passato li ha resi tali e alcune volte è impossibile cambiarli.’’
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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HOPE

Salve  :)
 Sono sempre io Rob.Ok nn so che dire...

mm diciamo che avevo scritto questa storia un po' di tempo fa,non l'avevo mai pubblicata perchè mi sembrava alquanto stupida e infantile..ma poi mi sono detta ''cos'ho da perderci ?'' Ed eccomi qui.

Diciamo che ho già qualche capitolo pronto.

Probabilmente li ho divisi in modo pessiamo ma non sono per niente prativa di NVU...quindi comprendetemi ç_ç

Beh...che dico?che dico?

Se vi piace,fatemelo sapere,la continuo...altrimenti,pazienza :)

Buona lettura 

Xxx Rob.

C'è una storia dietro ad ogni persona. C'è un motivo per cui sono quello che sono. Non sono così semplicemente perchè lo vogliono. Qualcosa nel passato li ha resi tali e alcune volte è impossibile cambiarli.’’

Kristen Pov.

Troppo grande per fuggire,troppo piccola per affrontare le difficoltà.

E’ così che mi sentivo.

Vuota,sola,idifesta.

Ero così.Non potevo  cambiare le cose.

Ero così da circa….credo,circa  3 anni.

Avevo perso il conto del tempo passato a piangere.Non avevo contato più i giorni,i mesi,gli anni da quel giorno.

Mi ero spenta, da quel fottuto giorno.

Eppure,erano passati 3 anni…3 fottutissimi anni.

3 anni per fuggire,3 anni per cambiare,3 anni per modificare le cose.

C’era stato così tanto tempo per prendere una decisione,per decidere… e io non me ne ero  accorta.

Non me ne ero  accorta perché io una decisione non sapevo  prenderla.

Non  ero  abbastanza grande.

Non ero  abbastanza forte.

Non ero abbastanza coraggiosa.

Non ero abbastanza per niente,per nessuno.

Non ero  abbastanza…

Hai 17 anni,devi ancora crescere.Non spetta a te prendere una decisione.Non puoi prenderti il peso,la responsabilità di tutto..di nuovo.

…di nuovo…

Era ciò che mi ripetevo da…..da sempre.

‘’Non ce la faccio..’’ mormorai.

Più a me stessa che alla persone che avevo davanti.

Quella persona che vedevo quasi ogni giorno ,da…tre anni.

TRE ANNI.

Quella persona che mi ripeteva le stesse cose da..tre anni.

‘’Guarirà’’

‘’Lo supererà’’

‘’Ce la farà’’

‘’E’ sempre così,non preoccupati’’

Quella persona che diceva di aiutarmi,di aiutarci.

Ma io proprio non ce la facevo a vederlo come tale,come un salvatore.

Come ‘’ancora di salvezza’’.

No,non lo era.

Nessuno poteva salvarmi.Nessuno poteva salvarci.

Nessuno.

Lui era un semplice dottore.Uno come tutti gli altri.

Era uomo,ma non poteva fare nulla.

Non spettava a lui.

Non era sua la responsabilità..ma di pap…di un uom..

NO!

No.

Lui non era un uomo.NO.

Lui era un vigliacco,uno stronzo,un farabutto,un coglione.

Era tutto,tutto tranne che uomo.

Non aveva le palle per affrontare la realtà,non aveva il coraggio per chiederci scusa.

Neppure se mi chiedessi scusa ti perdonerei,coglione di m

Ed era  vero.Non l’avrei mai e poi mai perdonato per quello che aveva fatto.

Per il male che aveva fatto a me..e a mia madre.

Bastò quel pensiero per farmi alzare e dirigermi alla porta.

‘’Signorina Stewart,signorina.Ma dove va?Aspetti.Non abbiamo finito di parl..’’

‘’Non ne voglio parlare.La decisione non spetta a me.’’

Urlai sull’orlo delle lacrime.

Le lacrime.

Era tutto ciò che riuscivo a fare.

Sapevo piangere bene,e anche molto forte.

Così forte che spesso ero costretta a stendermi per terra per provare a respirare.

‘’Lei è l’unico parente che ha.Lei è sua figlia.Non può abbandonarla ’’

Mi voltai di scatto.

Abbandonarla?io?

Neppure a parlarne.

‘’Cosa?E chi le dice che la sto abbandonando?Chi l’ha mai detto?’’ continuai,ormai il mio viso era un fiume in piena.

‘’Io…io non potrei mai.MAI.non la lascerei mai da sola,non sono stupida,non sono codarda .Ho solo..ho solo 17 anni,cosa si aspetti che faccia?cosa?’’

La paura,la rabbia,il nervosismo,la tristezza che erano gli unici sentimenti che avevo provato in questi anni passati da sola tornarono a galla.

Maledette lacrime.

‘’Si calmi.Stia tranquill…’’

‘’NO.Non mi dica di stare calma.Non mi dica di calmarmi.Io non posso stare tranquilla,non posso neppure concedermi di pensarla una cosa del genere.Non posso e sa perché?lo sa eh?’’ mi avvicinai con aria di sfida e superbia.

Troppo nervosa per calmarmi.

‘’Non posso calmarmi perché mia mamma è qui.Mia mamma non torna a casa da tre anni.Cazzo.dico TRE ANNI.Sa cos’è successo in questi tre anni?Lo sa eh?No.No gliene frega un cazzo , e sinceramente neppure io ci tengo a raccontarglielo,quindi se non sa di cosa parla per…per favore stia zitto’’

Troppo scossa per continuare ,mi accomodai sulla sedia.

Portai le mani al viso per coprirmi.

Orami non c’era più modo di fermare quelle lacrime amare.

Quelle lacrime che erano un grido d’aiuto.

Unaiuto  che nessuno mai mi avrebbe dato,capito,compreso,catturato.

                                                *

‘’Kristen,Kristeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeen?’’

Sentii porte sbattere violentemente,passi avvicinarsi e coperte sollevarsi.

Accadde tutto troppo velocemente.Tutto troppo in fretta perché fossi in grado di capirlo davvero.

Non erano passate neppure due ore da quando mi ero addormentata.

Avevo un sonno immaginabile.

Una luce accecante entrò nella stanza.Avevo ancora gli occhi chiusi ma mi era ben chiara la situazione.

‘’Kristen.Oggi è il primo giorno di scuola,non puoi fare tardi.Muoviti,alzati e scendi.Ho portato qualcosa da mangiare’’

Come immaginavo.

Mia zia Joanne era entrata nella mia camera.

Con poca grazie e tranquillità.

Come sempre.

Era un vero vulcano quella donna.Un vero talento e io le volevo bene,ma quando….

‘’Kristen Stewart ho detto di alzarti,quindi muovi quel bel culetto  e vatti a lavare’’ Ecco.

Quando ,alle 7 di mattina,entrava in camera mia urlando e sfracassandomi la testa.

‘’Z..zia’’mormorai affondando la testa nel cuscino.

‘’Ho sonno,mi fa male la testa e non ci vado  a scuola’’

Mia zia si prendeva cura di me da…da 3 anni.

Da quando mia madre era stata ricoverata.

Da quando ero rimasta sola.

Non ero mai andata a casa sua.Troppo grande,troppo piena di gente,troppo perfetta,troppo tutto.

Avevo preferito restare a casa mia.Da sola.

Sola con la mia malinconia.

Ma lei non si era arresa.

Veniva a casa mia ogni giorno,mi faceva rigare dritto,mi aiutava nelle faccende e spesso mi dava una mano con i test e mi comprendeva senza che aprissi bocca.

Non ero una ragazza molto socievole,non amavo parlare.

Non che avessi molte persone con cui farlo…

Ero spesso nervosa,arrabbiata o..triste.

E piangevo.Piangevo la maggior parte del mio tempo ,e lei..

Lei mi conosceva.Sapeva il perché,conosceva la mia sofferenza.

Mi capiva senza la minima spiegazione.

E di questo,gliene ero grata infinitamente.

‘’Cosa fai tu?A L Z A T I.Non lo ripeterò un’altra volta.Se non vuoi che ti prenda con la forza,alzati e corri a vestirti’’

Sapevo che l’avrebbe fatto.

Sapevo per certa che mi avrebbe presa con la forza,mi avrebbe portata in bagno e mi avrebbe spedito a scuola a calci in culo.

Ne ero certa.

‘’Kristen conto fino a 10,altrimenti sarò costretta…’’continuò

‘’1…2..3..4..5..’’

Oddio.

‘’6…7…ottoalzatinove’’

Ma porca miseria.

‘’OKAAAAAAAAAAAAY’’ urlai con le mani in alto.

Mi ero arresa.Nulla potevo contro zia Jò.

‘’Finalmente’’saltellò entusiasta.

Roteai gli occhi al cielo.

‘’Zia per favore…’’

‘’Muoviti,alzati e veeeeeeloce che sei in ritardo’’

8:03

‘Oh cazzo’’ sibilai mentre velocemente mi dirigevo in bagno.

‘’I termini Kristen.Sei una ragazza,modera il tuo linguaggio’’

Eccola.La donna 40enne pronta a rimproverarmi.

Dio se l’amavo quando faceva così.

Sorrisi e chiusi la porta a chiave.

‘’Se ti addormenti sotto la doccia non ci pensarò due volte a sfondarla e..’’

‘’No.No zia che non mi addormento’’risposi sorridendo,finalmente.

Zia era l’unica in grado di farmi esasperare e sorridere allo stesso tempo.

Era così materna,rompicoglioni,dolce,tremenda,bellissima…

Quasi come una seconda mamma…

A quel pensiero troppo triste mi gettai sotto la doccia,

Un brivido mi percosse la schiena quando l’acqua fredda entrò a contatto con la mia pelle calda.

Uscii e velocemente mi vestii.

Salutai mia zia con un gesto della mano e a passo svelto mi diressi a scuola.

Scuola.

Se così poteva essere chiamata.

La mia non era una scuola.Non all’interno almeno.

C’era di tutto.Dai figli di papà,alle puttane con le gambe troppo aperte per riuscire a passare inosservate.

Poi c’erano i secchioni,quei fastidiosissimi esseri che si credevano superiori a tutti solo per un 9 in biologia.

Poi c’erano i bulli.Idioti.

Le oche.Stupide.

E infine…infine c’ero io.

Io e …

‘’Kriiiiiiiiss’’ Lucas era piombato al mio fianco con una velocità impressionante.

‘’Hei’’ mormorai appena,dandogli una pacca sulla spalla.

Io e Lucas eravamo amici da circa 2 anni.

Ci eravamo incontrati per caso.Lui era il figlio della vicina di mia zia.

Era come me…più o meno.

Era solo,impaurito e triste.

Ci eravamo capiti,ci eravamo compresi ma poi…

Poi mi ha rivelato di essere gay.

Ancora mi sembra impossibile che un ragazzo come lui…..fosse gay.

Non che ci sia qualcosa di male..ma..

‘’Allora?’’ domandò bloccandosi al mio fianco.

Mi voltai preoccupata.

‘’Stasera vieni? Dai non darmi buca.Sai che ci tengo.Ci saranno tutti e poi..è il mio compleanno’’ mormorò sorridendo.

Oh cazzo.

‘’Oddio.Davvero?Oh si.Oggi 20 Settembre,cazzo.Scusa,scusa,scusa me ne sono dimenticata..scus’’

‘’Finiscila’’ bloccò le mie parole con un gesto della mano.

‘’So che hai altri problemi e altri pensieri,ma devi svagarti un po’.Accetto le tue scusa,ma per farti perdonare,stasera DEVI esserci’’

Di nuovo la storia dello ‘svagarmi’.

Ma possibile che a nessuno fosse chiaro il concetto di ‘svagarsi’ che avevo nella mia mente?

No.

Perché non ce l’avevo.

Non avevo intenzione di svagarmi.Non potevo divertirmi,non potevo farlo.Non volevo farlo..

‘’So a cosa stai pensando e ti obbligo a fermarti.Devi divertirti,Kristen hai 17 anni.Oggi io ne compio 18 e sai cosa vuol dire?A parte che tra un mese li compirai anche tu,ma che..che possiamo andare a Parigi, io tu e …’’

Il suo sguardo si rabbuiò in un secondo.

‘’Lucas.Che c’è?’’cercai il suo sguardo,ma quando lo trovai..un colpo al cuore.

Stava piangendo.

‘’Lucas,cosa è successo?’’

‘’Lui.Ha detto che non viene se io non dico a tutti cosa..chi..oh....’’lasciò cadere il discorso,ma capii immediatamente a cosa si riferisse.

Lo abbracciai immediatamente non sapendo cosa dire.

Era la sua festa.Il suo 18° compleanno e io non potevo mancare al suo party.

Non sapendo che questo gli avrebbe causato una crisi di pianto.

‘’Ci sarò.’’mormorai cercando di farlo calmare.’’Promesso’’

Mi guardò.Sorrise.

 

 

 ________________________________________

 

 

‘’Ma vaffanculo’’ urali cercando di allacciare i bottoni di una minigonna che sembrava troppo stretta.

Non ero il tipo da ‘’minigonne -trucco e parrucco’’ ma una volta tanto potevo fare l’eccezione.

Non mi sentivo al mio agio,non mi piaceva.Era imbarazzante…e se mi avessero presa per una putt…

NO.Basta!

Sciò,via ,stupidi pensieri.Non devo pensare a nulla.

Svuota il cervello Kristen,svuotalo.Devi solo divertirti.

Come se fosse facile.Come se non c’avessi già provato.

Mi mossi maldestra in bagno cercando di mettere in ordine tutto.

Erano le 19:35,alle 20:00 sarebbe iniziata la festa..

Sarei arrivata sicuramente in ritardo.

La voglia di andarci era sempre meno.

Ma era la festa di Lucas,lo avevo promesso.Lui amava le feste.Ne organizzava una a settimana,un grande e costosa festa.

Ogni volta invitava l’intera scuola,ovviamente tutti accettavano.

Eppure su quasi 800 persone,neppure una decina conosceva davvero Lucas.

Non sapevano che era gay,non sapevano la sua storia e non conoscevano i suoi sentimenti per David.

Il capitano della squadra di nuoto.

Avevano una relazione da qualche mese.

Nessuno lo sapeva ,tranne loro due e…io.

Ero l’unica amica che avesse e…lui era il mio unico amico.

Diciamo che ci ‘’consolavamo’’ a vicenda.

Scesi velocemente e chiusi casa con due girate di chiave.

Non che ci fosse nulla di costoso da prendere,ma…ma era mia.

E io ero fottutamente gelosa delle mie cose,non avrei permesso a nessuno di entrare lì dentro.

A patto che non fossero i miei zii,ovviamente.

Casa di Lucas non era molto distante,sarei arrivata prima con l’autobus…

Ma non avevo i soldi per comprare il biglietto e decisi di andare a piedi.

Non amavo queste feste.Non amavo questi posti e nno amavo quella gente.

Diciamo che non amavo uscire,in generale.

Spesso restavo chiusi in casa a leggere,ascoltare musica o a disegnare.

Amavo disegnare.

Ero una sorta di sfogo.Un mondo tutto mio ,che solo io riuscivo a comprendere.

Non ero mai andata in una scuola artistica,ma mia zia aveva provato più volte a convincermi ,dicendo che la mia ‘’dote innata’’ è qualcosa che va ‘’coltivata’’

Ma non c’era mai riuscita.

Mi sarebbe piaciuto andarci,ma sapevo che le spese erano maggiori e io con il mio misero lavoro di baby.sitter non sarei mai riuscita a permettermelo.

Ne avevo già parlato con i miei zii,loro si erano proposti di darmi una mano,ma non avrei mai accettato.

Non sarei mai stato un peso per qualcuno.

Anche se erano stati loro a propormi l’idea e a farmi ‘’pensare su un futuro artistico’’…non avrei mai accettato.

Ero arrivata davanti casa di Lucas senza neppure accorgermene.

Troppo presa dai miei pensieri.

La musica house  ad alto volume che rimbombava nell’aria era un completo mal di testa.

Odiavo quel genere di musica.

‘’Ciao bella bionda’’ un uomo,grosso e muscoloso  mi si piazzò davanti,come ad impedirmi il passaggio.

Bella?bionda? a me?

Ok.Era strafatto.

Lo scostai senza neppure guardarlo inf accia.

‘’Fammi passare’’ tentai di avere una voce dura.

La realtà era che avevo una fottuta paura che..che quell’essere..

‘’Dai bella,fammi vedere il tuo visino’’ mi sfiorò il mento,sorrise.

I suoi gesti,i suoi sorrisi…erano identici ai suoi..

‘’LE-VA-TI’’tentai di farmi sentire.

Posai le mie mani sul suo torace cercando di spingerlo e farmi passare.

‘Che ne dici se andiamo di sopra?’’sorrise,di nuovo.

Un sorriso così beffardo,così…falso.

Un sorriso che sapeva tanto di…cattivo.

‘’No.’’risposi dura.

L’uomo sorrise,ancora.

Mi prese le braccia e le portò dietro la  mia schiena chiudendo i pungi talmente forte da farmi male.

Ero quasi sicura che da lì a poco sarebbero nati dei lividi.

‘’Ahia.Cazzo levati,mi fai male’’ cercai di liberarmi,ma lui strinse ancora di più e mi tirò a se.

‘’Piccola,ingenua bambina.Dai finiscila di lamentarti e andiamo di sopra’’ lagnò,con un sorriso.

Quel fottuto sorriso che ancora mi faceva salire i brividi.

‘’Lasci…lasciaaaaa..ahiaaa.cazzo’’ mi mordicchiò l’orecchio con forza da farmi uscire il sangue.

‘’Dai,che ti costa.Scommetto che con queste gambe che ti ritrovi..’’

Non ebbe neppure il tempo di finire la frase,Lucas gli aveva tirato un pugno fortissimo in faccia.

Cadde violentemente a terra,Lucas lo colpì con forza.

‘’Ti ho detto già che devi andare via da casa mia.maledetto coglione’’ lo colpì nuovamente.

‘’Non farti più vedere qui’’altro calcio.

‘’Andiamo Kris,entra dentro’’ mi spinse delicatamente dentro.

Non era da Lucas prendere a calci qualcuno.Non era da lui urlare,non era….lui.

‘’Lucas?tutto bene?’’ si voltò.

Occhi lucidi,labbra gonfie e fronte sudata.

‘’Certo Krì.Dai ora vieni,devo presentarti una persona’’

C’era qualcosa di strano nel suo comportamento.C’era qualcosa sotto e dovevo scoprirlo.Ma non ora,non alla sua festa.

Mi trascinò in una camera.Più vuota rispetto alle altre.

La casa era completamente ‘infesta’ da sbronzi scatenati e puttane ballerine.

Il genere di posto che io non amavo,per niente.

C’era alcool,fumo e probabilmente anche droga.

Si ballava ovunque,e quando dico ovunque..intendo OVUNQUE.

Mi accomodai con velocità su un divanetto ,poco distante dal balcone che affacciava sulla  grandissima piscina.

Anch’essa presa ‘in prestito’ per la festa.

Le ragazze erano sdraiate sui materassini,altre a terra,altre ancora..erano semplicemente ubriache marce.

Urlavano,gridavano,cantavano,ballavano…che oche.

‘’E’ occupato?’’ un ragazzo,un bel ragazzo,si era chinato davanti a me per..per chiedermi se il posto al mio fianco era occupato?

Hahhaha .chi si sarebbe preoccupato di una cose del genere in quel momento?fra quella gente?

Ahhhhh,oddio.

‘’Si certo’’risposi sorridendogli.

Sorridendogli?

‘’Sei nuova?Cioè sei del posto?frequenti questa gente?’’ mi chiese sedendosi al mio fianco e…sorridendo!

Oh,che bel sorriso.

‘’Nono’’mi affrettai a rispondere ‘’E’ la festa del mio miglior amico,sono venuta solo per lui.Non conosco nessuno’’

Infondo era la verità.Non uscivo mai,a scuola mi limitavo a scambiare qualche parole con Lusy,la mia compagna di banco.

Non frequentavo nessun locale,non uscivo con nessuno.

Durante i corsi a scuola beh…ero troppo interessata alla lezione per stringere amicizie.

Passavo le mie giornate..nella completa solitudine.

Da tre anni…

‘’Beh,allora piacere.Robert’’ mi porse la mano e sorrise ‘’Sono appena arrivato da Londra,sono un cugino di Lucas’’ sorrise..ancora.

Dio mio e che denti.che lineamenti.

‘’Kristen’’ risposi stringendo  la sua mano. ‘’Piacere’’

‘’Il piacere è tutto mio’’ancora quel sorriso.

Sorrisi anch’io,spontaneamente.

Non mi capitava spesso di sorridere,parlare o scambiare due parole con qualcuno.

Anche perché tutti mi evitavano,mi scostavano,mi eludevano in un modo che credevo ancora impossibile.

Come si può passare 4 anni nella stessa scuola,stessa classe senza scambiare una singola parole con qualcuno?

Beh,io c’ero riuscita.

O meglio,gli alti c’erano riusciti.

‘’Che ne dici di fare due passi?C’è un fastidioso fracasso qui e poi..’’

‘’Si,mi sta scoppiando la testa’’ risposi sincera.

Era vero,odiavo quel posto e tutto ciò che vi era dentro.

Ma non avrei MAI,MAI accettato un invito ad ‘uscite’ da uno sconosciuto.

Ma Robert…lui mi ispirava fiducia.

Attraversammo il salone con  non poche difficoltà.

Ok che la casa era grande,ma tutta quella gente,in un luogo così piccolo..

Dio e che mal di testa e poi..le luci non aiutavano per nulla.

Meglio uscire si.

Ci ritrovammo in giardino dopo pochi minuti.

Robert era di spalle e potevo osservarlo per qualche minuto.

Era alto,muscoloso.Probabilmente ,molto probabilmente,qualche anno più grande di me.

‘’Allora? Tu sei la ragazza di mio cugino?’’chiese con un finto sorriso.

Io?fidanza di Lucas?Hahah no ok,era ovvio che lui non sapesse della ‘diversità’ di suo cugino.

‘’No..haha..nono’’ sghignazzai.

‘’Cosa c’è da ridere?’’chiese sorridendo,ancora.

‘’Nono,niente,davvero’’ risposi cercando di restare il più seria possibile.

Erano anni che non ridevo così,che non parlavo con un ragazzo che non fosse Lucas,che non uscivo di casa e che non…non indossavo una minigonna.

Quasi come un flash,solo in quel momento mi ricordai di essere in minigonna,davanti ad uomo sconosciuto.In un giardino buio e da soli.

DA SOLI.

Istintivamente cercai di coprirmi con le mani le gambe.

Mossa alquanto stupida,percgè Robert scoppiò a ridere.

Il suono della sua risata era melodia allo stato puro.

‘’Non coprirti,hai delle belle game e no,non ti stupro.Non preoccuparti Kristen’’ rispose sorridendo in un modo così’ sincero e semplice  che mi fece vibrare il cuore.

Non so il motivo,ma mi fidavo di Rober.Gli credevo.

Lo conoscevo da meno di 5 minuti e mi sembrava già un bravo ragazzo.

Bello oltre che bravo.

Non ero solita dare confidenza a nessuno,e la cosa era reciproca.

Ma Robert,lui..lui si era avvicinato a me,mi aveva sorriso e mi avevo detto che avevo delle belle gambe.

Ok,tutti probabilmente l’avrebbero detto..ma il modo in cui lo faceva,

sembrava così..sincero che mi pareva impossibile una situazione del genere.

Si era interessato a me,mi avevo dato delle attenzione..era ovvio che non conoscesse la mia storia,il mio passato.

Non conoscesse il mio cognome  e la mia famiglia.

Istintivamente ,come per impulso,scattò in me un sentimento di..delusione?

Probabilmente.

E se gli avessi raccontato la verità?

Sarebbe stato lo stesso?Sarebbe venuto da me?

Se avesse saputo la mia storia,mi avrebbe parlato lo stesso?

CALMATI.

Kristen calmati.Lo conosci da pochi minuti.Può anche darsi che lui non sia per niente interessato a te,può darsi che sia fidanzato.Potrebbe essere tutto un errore,non farti ingannare.

Non lasciarti andare.

E per qualche strano motivo ,la mia fottuta mente,aveva ragione.

Così decisi di fare ciò che mi stava dicendo

non lasciarti andare..’

E non l’avrei mai fatto.

‘’Allora,che ci fai qui?Dico se non ti piace il posto,la gente..proprio come me,che ci fai qui?’’Il suo dannato sorriso comparì nuovamente.

E allora decisi di prendere in mano la situazione.

Scappa Kristen.Ora.

Girai i tacchi e corsi.

Scappai via.

Via da quella gente,da quel rumore,da Robert e…da quel uomo che ancora riempiva i miei pensieri…

  
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