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Autore: lipstick2    30/10/2006    6 recensioni
Scusate il titolo, ma non mi è venuto in mente niente di meglio.
Cinque anni dopo la guerra e la sconfitta di Voldemort i nostri eroi hanno preso delle strade diverse, chi è in coma, chi ha fatto fortuna nel mondo babbano e chi è semplicemente scomparso.
Genere: Romantico, Dark, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cinque anni dopo
1

Sono passati cinque anni da quando il signore oscuro, colui che non poteva essere nominato, Voldemort, è stato sconfitto ed ucciso e molte cose sono successe.
La battaglia finale aveva lasciato molte ferite che non sarebbe stato facile sanare e che i giovani guerrieri che l'avevano combattuta ancora si portavano dietro. Nascoste nelle loro memorie, affossate nell'oblio ma sempre pronte a tornare in superfice e a tormentarli.
Ron Weasley ha continuato la sua carriera nel quidditch diventando prima il giocatore di punta di una squadra semisconosciuta e poi il capitano della nazionale inglese. Non si è mai sposato ma i giornali scandalistici del mondo magico gli attribuiscono svariate relazioni con streghe e babbane.
Hermione Granger ha sposato Viktor Krum ed è diventata medimago. La sua speranza più grande, come disse una volta durante una conferenza, era di trovare una cura per la licantropia.
Ginny Weasley è ancora ricoverata al San Mungo dopo che alla fine della guerra contro Voldemort fu trovata priva di conoscenza. I medimaghi non sanno cosa possa avere causato questo stato di coma ma non disperano di poterla risvegliare un giorno. Una figura insolita si trova spesso al suo capezzale. Draco Malfoy.
Harry Potter. Lo potremmo definire scomparso.
Dopo l'ultima battaglia ha salutato tutti ed è partito portando con se solo la sua scopa e la bacchetta.
Nessuno lo ha più visto, almeno fino ad oggi.

- Signor Malfoy – venne chiamato da una voce – mi scusi, ma dovrebbe uscire, il medimago deve visitare la paziente -
- Esco subito - sorrise voltandosi verso la donna, poi si chinò a porre un leggero bacio sulle labbra di Ginny - ci vediamo domani mia cara -
Uscì poi dalla stanza finendo di indossare il soprabito che un elfo domestico gli aveva porto. Un ghigno gli deformò per un breve istante il volto altrimenti rilassato e dolce.
- Potter, dove sei finito? - sussurrò incamminandosi verso l'uscita mentre l'elfo domestico lo seguiva servilmente. Nonostante i tentativi di Hermione che aveva portato molti maghi a pensarla come lei sugli elfi domestici, non era stato fatto ancora nulla per eliminare quella specie di schiavitù.
- Signore, dove vuole andare? - venne accolto all'uscita del San Mungo da un autista in livrea verdastra che con un'inchino esageratamente reverente gli aprì la portiera dell'auto.
- A casa Goyle, portami a casa - mormorò poi entrando nell'auto mentre l'elfo domestico si smaterializzava. Draco non gli avrebbe mai permesso di viaggiare in auto insieme a lui.
Sebbene continuasse a ritenere i babbani degli esseri indegni di essere considerati aveva scoperto che usando saggiamente il suo potere e l'oro che suo padre gli aveva lasciato poteva ottenere molto da quel mondo e si era trasferito a vivere in una lussuosa villa appena fuori da Londra iniziando a vivere una vita quasi babbana.
Aveva fatto investimenti in molte attività e, usando la magia aveva fatto in modo poi che diventassero incredibilmente redditizi arrivando ad essere, in pochi anni, uno degli uomini più ricchi di tutta l'Inghilterra.
Aveva assunto personale babbano come maggiordomi e cameriere, ma per la sua sicurezza personale aveva preferito affidarsi a guardie del corpo del mondo magico, e per questo Goyle, uno dei suoi amici dei tempi della scuola, lavorava per lui come autista personale sebbene non fosse molto pratico di come si guidasse un'auto babbana.
Fortunatamente c'era la magia a sopperire a questa carenza e a Goyle bastava solo dire all'auto dove doveva andare e questa avrebbe fatto tutto da sola.
Ma a questa carenza, Goyle, ne aggiungeva un'altra che aveva dato non pochi grattacapi a Draco.
Era eccessivamente violento e più di una volta il giovane Malfoy era stato costretto ad allentare i cordoni della borsa per rifondere qualcuno che era stato malmenato dal suo autista, se non ad usare incantesimi di azzeramento della memoria per nascondere fatti ancora più gravi.
- Hai fatto il bravo mentre aspettavi? - gli domandò aprendo una bottiglia di acqua minerale presa dal piccolo frigo bar nascosto tra gli inserti in pelle e legno pregiato dell'auto - C'è niente di cui mi devo occupare? -
- Ho fatto il bravo - rispose voltandosi verso il suo padrone con un sorriso a tutti denti. Era come un cucciolone che quando veniva sgridato dal padrone si accucciava per ricevere la punizione e, quando invece faceva qualcosa che faceva felice il suo padrone, scodinzolava tutto felice in attesa del premio.
- Bene - lo gratificò quasi di sfuggita mentre era impegnato a leggere le ultime notizie su di un giornale economico. Le immagini ferme lo disgustavano ma nel mondo magico non c'erano giornali di economia babbana e quindi era costretto a leggere quegli insulsi giornali babbani. Un articolo su di un giovane avvocato che stava portando avanti una causa contro di lui lo irritò.
Era stato accusato di aver fatto fallire un società per poi comprarla ad un prezzo stracciato. Nessuno aveva ancora scoperto come aveva fatto a provocare quel fallimento, ma quel dannato giovane avvocato non ne voleva sapere di mollare l'osso.
Era convinto che ci fosse lo zampino di Malfoy dietro agli ammanchi di cassa e, anche in quell'articolo, continuava a dire che prima o poi avrebbe scoperto come aveva fatto.
- Goyle, penso di avere un bel regalo per te - ghignò mostrando la foto sul giornale che ritraeva il giovane avvocato insieme alla sua giovane e bella moglie.

- Weasley, andiamo a bere qualcosa dopo? - venne invitato da uno dei suoi compagni di squadra mentre stava finendo di farsi la doccia. La continua attività fisica aveva scolpito e modellato il suo corpo e Ron ne andava particolarmente fiero. Aveva da poco chiuso un'altra storia e ne stava per aprire un'altra con una nota modella babbana tanto per fare la felicità dei cronisti del mondo magico oltreche, di quelli del mondo babbano che si chiedevano chi era quel giovane uomo che veniva visto spesso in compagnia di belle e celebrate donne.
Non era ricco, tanto per cominciare. Almeno nel mondo normale. In quello magico Ronald Weasley poteva essere considerato abbastanza facoltoso. Non si sapeva che lavoro facesse. Ogni volta che a qualcuna delle donne che aveva avuto si chiedeva qualcosa su di lui, immancabilmente non ricordavano quasi nulla se non che erano state eccezionalmente bene a letto con lui.
- Ho un'impegno - rispose chiudendo l'acqua e rimanendo fermo ad osservare gli ultimi rivoli che scorrevano sulla sua pelle eburnea tirata dai muscoli. A differenza dei suoi compagni di squadra che conservavano gelosamente le cicatrici causate dalle ferite che riportavano durante le partite più dure, Ron non permetteva neanche alla più piccola imperfezione di fare sfoggio di se sul suo corpo e al termine di ogni allenamento e di ogni partita trascorreva alcuni minuti a guardarsi per verificare che tutto fosse in ordine.
Secondo alcuni quella sua mania era una vera e propria patologia maniacale e più di una volta gli aveva suggerito di andare da qualche bravo medimago esperto in psichiatria, ma per la maggior parte delle persone che lo conoscevano, fin quando continuava a giocare e a far vincere la sua squadra e la nazionale, qualunque cosa andava bene.
- Mi devi spiegare come fai a far cadere ai tuoi piedi tutte quelle ragazze babbane - gli domandò un'altro compagno di squadra soffermandosi a guardarlo - sei un bell'uomo, su questo non ci sono dubbi, ma nel mondo babbano non sei nessuno -
- Non penserai che riveli i miei segreti proprio a te - sorrise avvolgendosi un asciugamano intorno alla vita - potresti usarli per avere il mio culo -
- Touche! - ghignò spogliandosi ed entrando a sua volta nella doccia. Non era certo un mistero che fosse omosessuale ed innamorato di Ron ed ormai aveva fatto il callo a simili battute, tuttavia, quelle parole dette proprio dall'oggetto del suo desiderio gli avevano fatto male, soprattutto se ripensava ai primi giorni del giovane Weasley con la maglia di quella squadra, quando, novellino appena assunto e senza grosse speranze di entrare in prima squadra, si era appoggiato a lui, campione, e lo aveva usato per poter giocare barattando il suo corpo con un aiuto.

Hermione Granger dopo il matrimonio era andata a vivere in una villetta nel mondo magico. Nulla di vistoso o di sfarzoso. Due piani più un seminterrato che divideva con Viktor, lui vi metteva le coppe e i premi che riceveva per i suoi meriti sportivi mentre lei l'usava per gli esperimenti che conduceva sulla terapia per la licantropia. Davvero curioso vedere coppe e medaglie accanto a bottiglie piene di pozioni e storte fumanti mentre, in un cantuccio, un pentolone era sempre in ebollizione sprigionando un fumo denso e maleodorante che veniva aspirato via da una cappa magica che buttava poi fuori un profumo leggero e gradevole.
La loro vita ancora non era stata allietata dalla nascita di nessun erede nonostante i ripetuti tentativi della coppia che, spesso e volentieri, ogni volta che potevano, si davano da fare per mettere al mondo una piccola copia di se stessi.
Viktor dava la colpa a se stesso dicendo che probabilmente non ci metteva impegno, quasi credesse che per mettere incinta una donna ci si dovesse impegnare particolarmente. Non era mai stato molto brillante, neanche da studente, e le lacune che mostrava spesso facevano sorridere Hermione che, più di una volta, lo aveva preso in giro proprio per la sua ignoranza abissale su varie cose.
Si erano anche sottoposti a delle visite per cercare di capire se ci fossero dei problemi, ma tutti i medimaghi che avevano sentito si erano limitati solo a dire che era tutto a posto. Gli spermatozoi di Viktor erano attivi e sani e gli ovuli di Hermione erano normali, cosi come tutte le vie erano aperte.
Insomma, nulla fuori dalla norma, ma bambini neanche a parlarne.
- Dottoressa Granger, siamo pronti per l'esperimento - la chiamò una giovane medimago che l'assisteva nelle sue ricerche per la cura sulla licantropia - il soggetto è già sul tavolo -
- Arrivo - mormorò prendendo una bottiglietta con un liquido quasi incolore dentro. Aveva trascorso tre giorni nel seminterrato per far bollire quella pozione senza dormire per non far mai scendere la temperatura di un solo grado per tutto il tempo e non l'avrebbe messa in mano a nessuno.
Aveva trovato la ricetta in un vecchio libro di magia conservato nella biblioteca di Hogwarts, scritta in una lingua arcaica la cui traduzione l'aveva tenuta impegnata per dei mesi, poi aveva impiegato altri due mesi per mettere insieme gli ingredienti, ma alla fine la pozione era pronta.
Aveva anche trovato un volontario, un giovane mago che era stato morso da un licantropo mesi prima, che l'aveva quasi supplicata in ginocchio di provare quella cura.
- Sono pronto - sorrise il giovane mago stando sdraiato, completamente nudo, sul lettino nella stanza del San Mungo dedicata a quelle ricerche. Le sbarre alle finestre, la pesante porta in legno impregnato da decine di incantesimi antisfondamento, quattro auror agli angoli pronti a schiantare con le loro bacchette. La ricerca sulla cura per la licantropia era stata costellata da insuccessi che avevano convinto il ministero a mettere sempre degli auror di guardia. Nessuno aveva voglia di ritrovarsi di nuovo con un mostro peloso alto cinque metri che aveva fatto strage di medimaghi e pazienti. Quando si gioca con pozioni sconosciute il rischio è sempre in agguato.
- Bene - annui Hermione controllando che le cinture che tenevano legata la cavia al lettino fossero ben allacciate e che gli incantesimi di protezione fossero attivi, poi stappò la bottiglietta e fece bere al giovane mago la pozione allontanandosi subito dopo ed estraendo la sua bacchetta, rimanendo poi ferma ad osservare gli eventi.
Il giovane mago rimase fermo per alcuni istanti, poi iniziò ad urlare e a contorcersi mentre dalla bocca e da tutti gli altri orifizi naturali iniziava ad uscire un fumo acre che ben presto creò una pesante cappa nella stanza.
Gli auror si abbassarono sulle ginocchia per non venir accecati da quella cortina tenendo sempre sotto la mira delle bacchette il soggetto dell'esperimento che, dopo un urlo più forte degli altri si bloccò, la schiena arcuata e gli occhi fuori dalle orbite. Un attimo dopo un intenso odore di feci si sparse nella stanza, la cavia si stava scaricando.
- E' morto - affermò la giovane assistente avvicinandosi al lettino.
- Un'altro fallimento - sussurrò Hermione - avvertite il ministero e chiedete un'altra cavia - poi lasciò la stanza.
Quello era il quarto esperimento fallito da quando aveva iniziato le sue ricerche. La prima volta il soggetto si era trasformato in un licantropo anche se era pieno giorno e non c'era la luna piena, ed era stato schiantato dagli auror e poi rinchiuso ad Azkaban mentre la seconda e terza volta il soggetto si era limitato a morire.
Hermione aveva riposto molta fiducia nell'ultima formula, ma evidentemente qualcosa non aveva funzionato e adesso non le rimaneva da far altro che rimettersi sui libri e cercare di capire dove era l'errore.
Ma prima doveva fare il suo giro di visite ai giovani pazienti del reparto pediatrico del San Mungo.


Ciao, spero vi sia piaciuto questo mio primo chap. Se è cosi che ne dite di lasciarmi una recensione?

Lipstick
  
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