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Autore: Sheril94    04/04/2012    2 recensioni
Questa è la prima fan fiction che scrivo e mi esalta un botto!! So che non è speciale ma...da quando ho visto la fine di Sherlock Holmes-Gioco di ombre mi sono sempre chiesta come sarebbe potuta continuare la storia di Sherly & Co. !!
Cooomunque:
Come reagirà il dottor Watson trovandosi di fronte il suo amico Sherlock Holmes che credeva ormai morto da tempo?!
"Guardai sbalordito l’oggetto che avevo tra le mani. Mi era così…familiare...."
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson, Professor Moriarty, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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The End…?
Guardai sbalordito l’oggetto che avevo tra le mani. Mi era così…familiare. Tutto ciò non poteva essere possibile, però… non riuscivo a capire. Come  facevo ad averlo io se l’ultima volta che lo avevo visto era in una casa in Svizzera sulle cascate del Reichenbach?!  E in quel momento ero a Londra.  Nella mia nuova casa e seduto dietro la nuova scrivania  del mio nuovo studio. L’osservai da vicino: era color oro, probabilmente in alluminio o una qualche lega di metallo molto leggera ed era dotato di un bocchino ,simile a quello della pipa, e uno strano congegno a molla posizionato di fianco.
                                                          “E’ la mia scorta personale di ossigeno”

Certo, ma che stupido. Come mi era arrivato era chiaro, per posta. La domanda ora era: perché? Che cosa significava? Presi la scatolina di legno che lo aveva contenuto e la esaminai: era rivestita di una carta fine e giallastra, ed era stata legata con dello spago. Nessun indirizzo del mittente. La rigirai tra le mani, sopra, sotto, di lato. Nulla.
-Mary- urlai alzandomi dalla scrivania e raggiungendo la porta, sorreggendo quello strano aggeggio fra le mani –Chi ha consegnato questo pacchetto?-
Dal piano di sotto risuonò la voce attutita della mia dolce mogliettina –Il postino!-
-Quello solito o… aveva un aspetto … particolare?!- domandai e la mia voce mi risuonò stranamente sarcastica e sospettosa. Scesi di corsa le scale e spalancai la porta d’ingresso. Una ventata di aria fredda di colpì in viso come uno schiaffo e rabbrividì scrutando attentamente la strada. Ma era deserta.
-John! Ma che succede?- Mary sbirciò fuori cercando di capire il perché della mia azione avventata.
-Nulla… Non preoccuparti. Vado a sistemare le ultime cose e possiamo partire-  la rassicurai.
Mi baciò sul viso sussurrandomi un –Non vedo l’ora di essere a Breton!- e la ricambiai con un sorriso smagliante. Ma dentro di me mi sentivo freddo e vuoto. La luna di miele tanto agognata si stava per tramutare in un viaggio forzato che mi ero ripromesso ,e alla fine costretto , a fare per cercare di non pensare. Per cercare di non pensarci.  Ogni volta che chiudevo gli occhi mi balenava in mente il ricordo di quella notte e ancora ero restio a credere che quello che era successo era davvero successo. Ogni volta che ci ripensavo maledivo me stesso per non essere stato capace di impedire tutto quanto.  Su quella terrazza per il Vertice della Pace, il freddo, la neve, il rumore della folla all’interno della sala , la musica … tutto era scomparso quando mi ero ritrovato a guardare per l’ultima volta il viso dell’uomo che così tanto avevo stimato, che era diventato mio amico e che sicuramente era stato il migliore e il più saggio che avessi mai conosciuto.  Qualcosa come una lastra di ghiaccio mi aveva trapassato il petto quando avevo visto Sherlock Holmes lasciarsi cadere ,con un sorriso ,nel vuoto per salvare il destino dell’Europa dal genio maligno di Moriarty. Non avrei potuto afferrarlo, lo sapevo ma se solo ci avessi provato …
Ritornai nel mio studio chiudendomi la porta alle spalle e notai Gladstone (il mio bulldog)  seduto e attento che guardava fisso fuori dalla finestra che si trovava dietro la mia scrivania.
- Che ti prende Glad?-  esclamai accarezzando il suo pelo morbido  -Manca anche a te, non è vero?-
La luce del giorno illuminava la mia macchina da scrivere e i fogli sparpagliati che tenevo sul tavolo: Le mie Memorie. Dopo quello che era successo, avevo sentito il bisogno di imprimere quelle parole sulla carta per tramandarle un giorno e per mantenere in vita il ricordo dell’investigatore privato più famoso di tutto il mondo. O tanto meno il ricordo del suo animo così … umano.  Ora che le avevo finite, mi apprestavo a rileggerle per controllarle.
Con un sbuffo mi lasciai cadere sulla comoda poltrona di cuoio nero ed ebbi un sussulto.
-Ma che diavolo … ?!-
Ero sicurissimo: l’ultima frase che avevo scritto era stata “The End” … come mai ora era cambiata in                 “The End?” ??
Riflettei un attimo: ne ero certo quel “?” non c’era affatto quando avevo lasciato la stanza!!
Ero lì che leggevo e rileggevo quando sentì una mano posarsi sulla mia spalla e …
-Che animo tenero, Watson! Anche voi mi siete mancati! Comunque, rileggendo quanto ha scritto, trovo che questa fine gli si addica di più, non pensa anche lei?! Oppure sarà meglio iniziare un’altra storia!-
Il mio cuore saltò un battito e anche io balzai in piedi guardando, più sconvolto che altro, l’alta e snella figura del mio amico in piedi, davanti a me.
-Holmes!!- gridai – Pensavo che lei fosse morto!!-
-Bè, Watson e io pensavo che lei avesse smesso di fumare di nascosto da Mary!-
-E come diamine fa a sape …?!-
Lasciai la frase sospesa a metà perché in quel momento mi importava solo di una cosa: era ora che iniziassi a preoccuparmi del mio stato mentale! Vedevo un uomo davanti e me e tutto ciò era impossibile perché quell’uomo era morto da mesi ormai. O almeno sarebbe dovuto essere morto.

  

  
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