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Autore: Julian Caulfield    04/04/2012    5 recensioni
"Non ha alcun obiettivo per la giornata, il caro Mark: gli basta buttarsi alle spalle la visione di una Dawn mortalmente pallida e si sentirà abbastanza a posto da poter continuare a fregarsene del sistema senza incappare nella squallida via della moralità."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lust for life.





La vena che marca la tempia di Mark Renton è sul punto di esplodere sotto la spinta stentorea del sangue, come il suo cuore, che si accinge a collassare nella cassa toracica, così macilenta da tremare ad ogni passo impresso sull’asfalto.
Rent Boy è in panne: non ha la più pallida idea del perché si sia messo in una tale posizione di pericolo, ma sa già che non avrà un attimo per rifletterci su sino a quando non si sarà sbarazzato di quei fottuti poliziotti. Al momento la sua priorità è correre fino a stare male, salvarsi il culo per l’ennesima volta nella sua merdosa vita e poter tornare da Madre Superiora trascinandosi a tentoni sulla poltrona del vecchio Swanny – oh, John, ti prego, uno schizzo soltanto, te lo ripago domani! –assaporando una sigaretta che non sa di un cazzo.
Non ha alcun obiettivo per la giornata, il caro Mark: gli basta buttarsi alle spalle la visione di una Dawn mortalmente pallida e si sentirà abbastanza a posto da poter continuare a fregarsene del sistema senza incappare nella squallida via della moralità.
Ma anche questo stesso momento va bene: è abbastanza lontano da qualsiasi forma di rispetto alla società, persino nel momento in cui il suo corpo così magro ed assente si schianta contro l’automobile di uno schifoso orangista – e ‘sto stronzo fa pure propaganda, con quegli adesivi del cazzo incollati al paraurti, ma vaffanculo! – e cade a terra ruzzolando.
Si rialza, il caro Rents, perché è di tempra robusta, il piccolino, non per dire. La faccia del coglione orangista è pallida come quella della figlia di Sick Boy, e a Renton questa somiglianza sembra un insulto al dolore del club di Madre Superiora: gli viene solo da ridere come un isterico, prima che Spud lo afferri per il colletto in piena corsa e lo trascini via.
”Oh, Mark, ma cosa vai a pensare?” si raccomanda seguendo il ragazzo Murphy.
”Niente” si risponde da solo, ed è sincero. Solo che ripensare alla bambina… cazzo, fa venire voglia di spararti in corpo una pera e non pensare a nulla per un po’, giusto per opprimere questa sete di vita così anormale per uno come lui.
I’ve got a lust for life, cantava il vecchio Iggy. Renton ride ancora, ancora e ancora, mentre pensa a quanto darebbe per essere al posto di Dawn per non impantanarsi di nuovo in questo decorso doloroso che è la vita. E torna a sognare l’agognato schizzo, con l’astinenza che inizia a tradirlo e il cuore che sfonda le costole.



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Note dell'Autrice:
Flashfic nata per caso dopo l'ennesima, fantastica visione di quel cult che è Trainspotting, nonché sulla base della lettura del romanzo di Irvine Welsh: entrambi (purtroppo!) non mi appartengono, e tale raccontino si basa solo sull'indiscusso amore che provo nei confronti di questi capolavori.
Mi auguro di aver reso il personaggio di Rent Boy sufficientemente realistico, e che seppur breve questa cosuccia vi piaccia e vi ispiri una recensione!
Grazie a chi leggerà!
__exogenesis

P.S.: Mi sembra corretto riportarlo. L'odio di Mark verso gli orangisti è assolutamente reale: per chi avesse solamente visto il film, ne potete leggere nel romanzo al capitolo "Scopata di rito".

  
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