Avevano appena fatto
l’amore. Era una serata
infrasettimanale come un’altra, in cui Martin aveva chiesto
al bassista se gli
andasse di dormire a casa sua. Non accadeva spesso che fosse lui a
prendere
l’iniziativa, anzi… forse non l’aveva
mai fatto. Era sempre stato Peter ad
incalzarlo, ad aiutarlo a mettersi a nudo, metaforicamente e non. Era
stato lui
a dargli il primo bacio, a portarlo a letto, a lasciarsi trattare come
una
donna, a comportarsi come tale, solo per piacergli.
Peter aveva di conseguenza accettato con perplessità
l’invito e, man mano che
la serata andava avanti, il sospetto era cresciuto: Martin era stato
molto
silenzioso, anche durante l’atto sessuale sembrava
completamente assorto nei
suoi pensieri.
- C’è qualcosa che non va? – gli chiese,
una volta riacquistato un normale
battito cardiaco. Il chitarrista, che manteneva lo sguardo basso sul
lenzuolo che
avvolgeva i loro corpi nudi, accennò un sorriso. –
No, nulla -.
Peter lo costrinse con due dita ad alzare il viso, sprofondando nei
suoi occhi
chiari. – So che non è vero. Ti conosco, Sweet -.
Quella che seguì fu una lunga pausa silenziosa in cui
rimasero immobili ad
osservarsi l’un l’altro.
- Tu… mi tradiresti mai? Con un altro uomo, intendo
– disse d’improvviso
Martin, avvicinandosi maggiormente al biondo, che sentì un
brivido doloroso
percorrergli la schiena. – No, mai – rispose,
concentrandosi sulla sua voce,
per risultare più sincero possibile.
- Ne sei sicuro? -
Nella mente di Peter si ripresentarono le immagini sfocate di un sabato
sera
passato in Spagna, poche settimane prima, e il ricordo di come aveva
passato la
serata gli si stabilì in mente e dentro di sé
capì che Martin era venuto a
saperlo. – Certo, non ti tradirei mai – si
ostinò a ripetere, ma lo sguardo
rattristato del chitarrista gli si conficcò nel cuore come una
spada
affilata.
- Sei un cazzo di bugiardo – lo accusò, riducendo
gli occhi a due fessure, -
hai capito a cosa mi riferisco e nonostante questo continui a dirmi
stronzate…
Pensavo saresti stato sincero -.
A quel punto Peter, sentendosi spalle al muro, non potè far
altro che cercare
di difendersi. – Ero ubriaco – disse, cercando un
contatto fisico, provando ad
avvicinarsi a lui per stringerlo, ma Martin si ritrasse. –
Non è una scusante! Anch’io
sono ubriaco molto spesso, ma non vado
in giro a fare pompini al primo che passa -.
- Ti prego, ti prego… non dirlo! Non è
così, ero davvero andato, non ricordo
praticamente nulla! Se non fosse per le foto che mi hanno mostrato il
giorno
dopo, non ricorderei nemmeno con chi sono uscito -.
Il chitarrista scosse il capo ed abbassò nuovamente lo
sguardo. – Perché non me
l’hai detto subito? Perché volevi tenermelo
nascosto? -
- Avevo troppa paura che tu ti incazzassi con me – ammise
Peter. Si sdraiò
sulla schiena ed iniziò a fissare il soffitto, troppo
imbarazzato per
continuare il discorso guardando l’altro. – Il
fatto è che io amo ciò che si è
creato tra me e te. Amo baciarti, amo il profumo della tua pelle, amo
stare a
letto con te, amo vedere il tuo corpo, poterlo toccare, amo che tu mi
possegga…
Amo le nostre nottate a parlare e a bere insieme, amo il modo in cui
suoni, amo
tutto di te. Vorrei solo che tutto rimanesse così
com’è, perché non sono mai stato
così felice -.
La voce gli tremò un poco nel pronunciare le ultime frasi e
i suoi occhi divennero
umidi. Martin sorrise e fu contagiato dalle lacrime, colpito da quelle
confessioni come da un proiettile in pieno petto. Si
avvicinò a Peter e
appoggiò la testa alla sua spalla, alzò lo
sguardo e gli sorrise. – Sei
perdonato, ma ti prego non farlo mai più, perché
sono geloso e tu sei una vera
testa di cazzo quando vuoi -.
Non era la reazione che Peter si aspettava, ma sorrise ugualmente.
- Ah, e a proposito – aggiunse Martin, stringendolo
più forte, - ti amo anch’io
-.
La dolcezza *ççç* Chiedo scusa se è risultata vagamente smielata, ma sono stata contagiata dalla pucciosità di un Peter con gli occhi lucidi.
Le recensioni, come sempre, sono gradite ;)