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Autore: betacchi    05/04/2012    2 recensioni
I ricordi fanno male, è per questo che cerchiamo di affogarli nell'alcool. Ma che si fa, quando è la realtà che stiamo vivendo a distruggerci?
In quel caso, non possiamo far altro che rifugiarci nel passato, no?
[Fandom: Catherine. Pairing: JonnyxErica. Het? Nemmeno troppo.]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per molti dormire è una bella cosa. Insomma, a chi non piace dormire?
C'è chi preferisce dormire di notte, quelli che la mattina si alzano all'alba e fanno tutto alla luce del sole. Quelli di sicuro non temono la notte, anzi, la attendono con ansia, per rilassarsi con le loro famigliole felici, per stare con la fedele moglie che mai e poi mai penserebbero di tradire.
Poi ci sono quelli che dormono di giorno, che di notte fanno baldoria fino a che non crollano, fino a quando il sonno, Morfeo, non li porta nel suo regno. Ma Morfeo non accoglie tutti. In effetti, c'è una piccola imprecisione.
Chi fa baldoria non è destinato a vivere.
Morfeo non accoglie chiunque. Nelle sue braccia, protegge solo coloro che lavorano duramente, che, malgrado il loro immenso desiderio di ritorno, sono costretti da forze maggiori a rimanere svegli. Morfeo accoglie solo coloro che, se non fosse per la loro situazione, farebbero parte della prima categoria di persone.
E allora, quelli che fanno baldoria?
Quelli che fanno baldoria, non hanno un futuro. Anzi, se lo devono guadagnare. Poichè i traditori, quelli che non hanno cuore di coloro che li amano, non si meritano di certo di cadere nelle braccia del giusto e dolce Morfeo, non trovate?

Stray Ship, ore 21.09.


« Allora, capo, come va con la sventola bionda? » disse Toby, ridacchiando sotto i baffi che non aveva.
Vincent cercò di non dare troppo peso alle parole del ragazzo biondo che -come sempre- sedeva davanti a lui. Bevve un'altro sorso del solito Rum Cola, cercando di scacciare, almeno per un secondo, tutti i pensieri che da tre giorni lo stavano assillando a quel modo.
« Su, Toby boy, non mi pare il caso di infierire sul nostro Vinc, non trovi? »
Toby si voltò per osservare l'altro biondo che sedeva accanto alla vittima di quella settimana. Orlando aveva addosso il solito cappello rosso, ma aveva un'aria particolarmente stanca. Era palese che non avesse dormito, o almeno, che avesse dormito alquanto male.
« Piuttosto, dov'è Jonny? »
Il moro, che di solito sedeva sempre con loro, quel giorno aveva deciso bene di sedersi al bancone, fumando la sua solita sigaretta. Come sempre aveva ordinato del sakè, ma un buon osservatore avrebbe subito notato che non stava badando troppo alla bevanda sistemata di fronte a lui. Non ne aveva toccato nemmeno un goccio.
« E' lì. Non so perché, ma è da stamattina che è strano. »
Toby capiva sempre molto poco di quello che accadeva ai tre compagni. D'altro canto, lui era l'ultimo arrivato; a volte, nemmeno si impegnava più tanto per capirli. Poi, di certo non avrebbe perso nemmeno un secondo di più con i loro problemi, se di fronte a lui, al posto del solito Vincent depresso, si fosse seduta la bellissima Erica, luce dei suoi occhi e sua unica anima gemella.
Stava proprio a fantasticare sulle sue belle gambe snelle, su cosa avrebbe dato per toccarle almeno una volta, quando la roscia li raggiunse, portando un'altro bicchiere di Rum Cola per il depresso che sedeva proprio davanti al giovane biondo.
« Ragazzi, Jonny mi preoccupa. E' già strano che non sia qui con voi, poi… » Erica s'interruppe scuotendo leggermente la testa, come per scacciare via un brutto pensiero.
Vincent osservò dapprima la ragazza, poi si volto -quasi contemporaneamente ad Orlando- verso l'amico che sedeva al banco, di fronte al Boss. Non capiva cosa gli stava succedendo, a Jonny; era sempre stato un tipo alquanto enigmatico, ma Vinc era sempre riuscito, in un modo o nell'altro, ad aiutarlo. Erano sempre stati ottimi amici: nè avevano passate tante fino a quel momento, e non avrebbe di certo permesso a nessuno di farli fuori proprio ora. Anche se era lui il primo a star male.
« Senti, Orlando… »
Quella che uscì dalla sua bocca non fu la sua solita voce, ma Vinc ci badò poco. Probabilmente, il troppo alcool l'aveva resa più roca.
« Si, lo so. Non credo possiamo fare più di tanto, per lui. » fece Orlando, con uno sbuffo.
Alle parole dell'amico, Vinc tornò a concentrarsi sui suoi problemi. Più che altro, sul suo Rum Cola -il quinto della serata.
Aveva sonno, ma sapeva perfettamente ciò che l'aspettava quella notte. Come tutte, da tre giorni ormai.
Voleva sapere cosa diavolo prendeva al suo amico, ma non aveva il coraggio di farlo. Come sempre, d'altronde.
Così, Vincent Brooks si limitò a finire il suo drink, salutare con un cenno coloro che ancora rimanevano nel bar, e si diresse dunque verso casa, ben sapendo che non avrebbe passato la migliore delle sue notti.

Stray Ship, ore 00.30.


« Jonny, noi stiamo per chiudere, ormai ci sei solo tu.. »
Erica si avvicinò lentamente al moro. Non riusciva davvero a capire cosa stesse succedendo a Jonny, ma non ci era mai riuscita, quindi, non si stupiva più di tanto della cosa.
« Si, capisco. »
Jonny si alzò lentamente dalla sedia, spegnendo la sigaretta nel portacenere li vicino. Senza volerlo, si ritrovò attaccato alla ragazza. Alzò lo sguardo, fissò per un secondo Erika e si spostò, dirigendosi verso l'uscita del locale.
« Metti tutto sul mio. 'Notte. »
Erika stava per replicare, ma quel contatto aveva risvegliato in lei ricordi che aveva tentato a lungo di cancellare. Poteva un semplice contatto fare tale effetto sulla mente umana?

Di certo faceva molto caldo, quel giorno. Nemmeno a farlo apposta, poi, quegli altri due avevano deciso di lasciarli soli a cercare una via d'uscita da quell'assurdo posto. Avevano detto «Dividiamoci, faremo di sicuro prima!» e se nè erano andati ridacchiando, lasciandola lì con quello.
Eppure sapevano perfettamente che Jonny le faceva paura! Cioè, non che le facesse paura, però non riusciva per niente ad entrarci in confidenza. Era estremamente chiuso e a lei quel fascino misterioso non piaceva per niente.
E ora era costretta a seguire quello tipo che fumava come un turco per le strade di una casa che non conosceva.
Era anche assurdo il motivo per cui si trovavano la dentro. Solo perché quei due avevano sentito che era infestata da fantasmi, avevano deciso -come bambini dell'asilo- di entrare, portandosela con loro, a dare un'occhiata. E ora si erano persi, perché quella non era una semplice casa; la sua grandezza lo rendeva simile al castello di Cnosso. Erica avrebbe preferito di gran lunga rimanere sulla spiaggia con le altre, andare al falò che avevano organizzato e stare con qualche bel ragazzo.
Tanto, tutti cadevano ai suoi piedi. Tutti, tranne quei tre cretini che la costringevano, tutte le volte, ad andare in luoghi dimenticati da dio.
Sbuffando, Erica di avvicinò il più possibile a Jonny, perché, alla fine, aveva una disperata paura dei quel posto -anche se, ovviamente, evitava di darlo a vedere. Dal canto suo, Jonny avanzava nel buoi, come se fosse abituato da sempre ai lunghi e polverosi corridoi di quel posto.
«Senti, ma sai almeno dove stiamo andando?» chiese Erika con voce tremante.
«No.»
Di certo quella risposta non l'aveva rassicurata. Quindi, come aveva pensato, si stavano semplicemente muovendo così, a caso, sperando di trovare l'uscita.
Erica sospirò, pensando a Vincent e Orlando, che sicuramente se la stavano ridendo. Amavano queste cose, quei due.
«Hai paura del buio?»
La domanda del moro arrivò inaspettata. Mentre Erika lo osservava stupita, egli si sedette, accendendosi l'ennesima sigaretta.
«N..No!»
Jonny fece spallucce, inalando il fumo della sigaretta. Sapeva perfettamente che la ragazza di fronte a lui stava mentendo, ma non aveva voglia di metterle pressione. Sapeva che gli avrebbe risposto.
«Ma perché ti sei fermato, si può sapere?» chiese la rossa.
«Tanto la troveranno loro l'uscita, ci chiameranno e avremo risolto la cosa. Preferisco starmene qui seduto a fumare, piuttosto che giocare all'esploratore a sedici anni. Non trovi?»
Erica non poteva che condividere. Si sedette vicino a lui, stupita di come, alla fine, quel ragazzo fosse -almeno in parte- simile a lei.
«Vuoi?» fece lui offrendole l'ultima delle sue sigarette.
Senza farsi troppi scrupoli, Erica prese la sigaretta e, avvicinandosi alla bocca dell'altro, la accese con la sigaretta che Jonny teneva tra le labbra. Non le aveva mai dato fastidio la troppo vicinanza con un ragazzo, ma stavolta provava un certo imbarazzo per quello che aveva appena fatto.
Rimasero in silenzio per un paio di minuti, un silenzio che in pochi avrebbero saputo sopportare. E in quella cerchia ristretta di persone, non vi era di certo Erica.
«Ehm..»
Voleva dire qualcosa, ma non sapeva davvero come intrattenere un ragazzo di cui sapeva poco e nulla. Fu lui, dunque, ad iniziare il discorso. Era strano, parlare con lui. Erica non riusciva a concentrarsi su ciò che stava dicendo. Vedeva semplicemente le sue labbra muoversi, e desiderava sempre di più…no, di certo non avrebbe mai potuto farlo.
Ma, alla fine, il desiderio ebbe la meglio sulla coscienza.


Al solo ricordo di quella notte, la cameriera roscia dello Stary Ship rabbrividì.
Al solo ricordo di come si ritrovò a baciare il moro che poco prima era uscito da quel posto sconosciuto, la roscia si rese conto di quanto le mancasse.
Si rese improvvisamente che tutto ciò che desiderava era averlo nuovamente vicino, era sentire di nuovo il suo profumo misto al fumo delle sue sigarette.
E, soprattutto, desiderava immensamente che le loro labbra si incontrassero un'altra volta, che le loro lingue si toccassero come quella volta, unendosi senza alcun criterio, abbandonate al caos più completo.
Ma tutto ciò era, e doveva rimanere, solo un ricordo.

Note dell'autrice: Salve a tutti, giovani lettori/lettrici. Volete sapere qualcosa su questa fic, vero? Bene, ve la dirò senza troppi giri di parole.
E' nata così, figuratevi, nemmeno doveva essere una JonnyxErica, ma semplicemente una fic neutrale sull'argomento. Ma poi l'ispirazione che non voleva arrivare per Durarara!! mi ha fatto scrivere sta cosa qui. Be', se vi va recensite, sennò no, ho deciso che -alla fine- cambia molto poco (?).
Alla prossima.
Ps.
Ad un certo punto, noterete un pezzo interamente in corsivo. Ebbene, quelli sono i ricordi di Erica.
   
 
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