Anime & Manga > Captain Tsubasa
Segui la storia  |       
Autore: greatlerons    01/11/2006    2 recensioni
Per tutti gli appassionati di calcio. Un giovane attaccante inglese viene catapultato in Germania ed al suo esordio in Bundesliga si trova subito di fronte al miglior portiere del mondo, Benji Price. Il suo sogno è quello, un giorno, di riuscire a batterlo. Ce la farà?
Genere: Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 1
Giovane e straniero.

-Tocca a te entrare!
L’allenatore Shnield glielo disse, inaspettatamente per lui, con un perfetto accento inglese e un sorriso ne seguì. Il calciatore che sotto la tuta di rappresentanza portava la maglietta numero 19, Matt, si alzò allora dalla panchina, pronto per sostituire l’attaccante infortunato a terra.
Matt Zure, ex-punta della squadra di serie B inglese del Sunderland, era arrivato in Germania solo due mesi prima, quattro gare tra le riserve senza giocare un solo minuto, una domenica era stato addirittura sbattuto in tribuna. Ma ora, finalmente, alla sesta giornata, era pronto per fare il suo esordio nell’Hannover 96.
Micheal Thorns uscendo in barella vide il giovane collega pronto per tastare finalmente l’erba del suo nuovo stadio, facendogli gli auguri con il pollice alzato. Quando Zure varcò la linea laterale per unirsi ai suoi compagni in maglia rossa, il pubblico di casa si ammutolì improvvisamente, quasi non approvasse la sostituzione appena decisa dall’allenatore Denny Shnield. In effetti pochi conoscevano questo nuovo acquisto, un giovane inglese di 20 anni, professionista da 3 stagioni, ma sempre nelle serie minori. Aveva accarezzato il sogno della Premier League l’anno prima, quando lo aveva acquistato il Newcastle, che lo riteneva una promessa del futuro, ma evidentemente con necessario bisogno di maturazione. Così era stato subito spedito in prestito al Sunderland, con prestazioni a corrente alternata e qualche goal.
L’obbiettivo della stagione dell’Hannover era ufficialmente la salvezza, anche se nessuno negava che con l’organico a disposizione di Shnield si sarebbe potuto aspirare a qualcosa di più alto. Le prime cinque giornate avevano regalato 8 punti: due vittorie, due pareggi e la sconfitta in casa del Dortmund alla terza.
Una folata di vento. L’erba sotto i piedi di Matt ebbe un brivido. Il capitano dell’Hannover, il norvegese Hansen, gli poggiò una mano sulla spalla in segno di fiducia, e quasi per tentare di bloccare l’inevitabile emozione per la prima gara in Bundesliga.
Zure scrutò allora i suoi avversari in maglia biancoblu, fissandogli negli occhi con aria di sfida. 40’ minuto del secondo tempo, e il tabellone segnava: Hannover 0, Hamburger SV 1.
Tra i pali della porta dell’Amburgo si ergeva il più grande portiere che Matt avesse mai sognato di battere, il fortissimo giapponese Benjamin Price. Il ragazzo si passò la mano tra i capelli castani, poi aggiustò i calzettoni, fissando ancora l’estremo difensore avversario e sapendo che aveva l’occasione d’oro per farsi conoscere nel mondo, segnandogli subito un gol all’esordio.
In quel momento il direttore di gara lo destò dai suoi sogni di gloria, tutto era pronto per ricominciare. L’Amburgo aveva appena restituito una rimessa laterale, dopo che i giocatori dell’Hannover avevano interrotto volontariamente la loro azione per consentire i soccorsi a Thorns, il miglior marcatore dei padroni di casa con 4 gol in 5 giornate.
Zure si mosse subito lungo la linea laterale per ricevere sulla rimessa del compagno Stone, ma l’anticipo del difensore lo obbligò a riconsiderare i suoi piani. Quindi l’esperto regista dell’Amburgo Strauss, alto, biondo e conosciuto da tutta la Germania per masticare sempre nervosamente uno stuzzicadenti durante le partite, una volta liberatosi di Hansen lanciò in avanti verso le punte. L’uscita in anticipo del portiere Dresher tranquillizzò la difesa dei Rot (in tedesco, i Rossi), ma il tempo stringeva e bisognava velocizzare il gioco. Rinvio sulla fascia sinistra, Price, portiere ma anche capitano dell’HSV, comandava come un elegante direttore d’orchestra le posizioni dei centrocampisti e dei terzini. Zure nel frattempo si era posizionato a destra, in attesa di un campo di gioco, mentre il trequartista, Frank Vettel, ormai diventato una seconda punta per la necessita di recuperare il risultato, agiva sul centro-sinistra. Un cenno d’intesa tra i due e una facile sovrapposizione. Sul cross teso dell’esterno di sinistra Franceschini, Zure tagliò al centro sfuggendo al difensore Ruhel, che lo aveva perso d’occhio solo per una frazione di secondo. Primo pallone toccato, al limite dell’area di rigore. Zure era mancino naturale, per cui stoppò la sfera di destro, appoggiandola elegantemente sul piede migliore, in modo da tentare subito la conclusione a rete.
Strada sbarrata, però. Lo stopper biancoblu gli si era parato davanti con fare minaccioso e nessuna intenzione di lasciarlo calciare. Matt accarezzò il pallone con la punta della scarpa sinistra come per tentare un difficile dribbling, quando si sentì improvvisamente chiamare da dietro le spalle.
Capitan Hansen, gran tiratore anche da fuori area, stava sopraggiungendo, Zure senza nemmeno guardare dove fosse il compagno, istintivamente appoggiò all’indietro di tacco. Hansen ebbe così la palla sul potente destro, pronto per esplodere.
Gran botta in corsa. Palla angolata verso il primo palo. Quasi imprendibile. Quasi.
“Non lo farai!” pensò Benji tuffandosi a sinistra e arrivandoci con il pugno teso. Splendido miracolo. Il pubblico dovette applaudire all’impresa dell’estremo difensore dell’Amburgo, ma anche alla geniale invenzione di Zure, con il bel suggerimento ad Hansen. Calcio d’angolo.
A battere i corner da destra era incaricato l’italiano Franceschini, perché poteva calciare di sinistro a rientrare verso il centro dell’area di rigore.
Cross morbido ad effetto, ma troppo sul portiere. Price bloccò in presa alta sventando l’azione. 180 secondi più recupero al termine e l’Hamburger SV poteva ripartire in contropiede. Strauss era padrone del centrocampo, grazie a lui la squadra poteva mantenere un modulo offensivo come il 4-3-3 anche i situazioni in cui il risultato doveva essere difeso, in modo da risultare sempre pericolosa. Non c’erano rischi che Strauss perdesse palla o che fallisse un passaggio. Con la coda dell’occhio il regista vide il terzino Beckett salire e sgusciare via a sinistra. Servito con preciso passaggio.
-Grande Strauss!- si complimentò il compagno pronto per ricevere il passaggio. Ma qualcosa si parò improvvisamente tra lui e il pallone, lasciandolo di sasso. Zure aveva ripiegato fino a centrocampo ed era intervenuto in anticipo su Beckett.
Il giovane attaccante appoggiò allora ad Hansen che aveva ormai Strauss alle spalle e proseguiva velocemente. Davanti al capitano, Zure era scattato a destra, Franceschini a sinistra e Vettel centrale: la difesa dell’HSV rimasta a tre dopo l’avanzata di Beckett era in inferiorità numerica. Con una buona rete di passaggi gli avversari sarebbero sicuramente riusciti a superarla. Benji Price, accortosi del rischio che correva la sua porta, decise che non c’era altro da fare che tentare la tattica del fuorigioco. Visto che la palla era ancora in possesso di Hansen, il più arretrato, si poteva tentare di cogliere in off-side sul suo lancio uno degli altri tre giocatori dell’Hannover.
Price intuì che il destinatario del passaggio sarebbe probabilmente stato Vettel, che si sarebbe tro vato nella posizione migliore per il tiro. E infatti poco dopo Hansen fece partire un traversone preciso sui piedi di Vettel. Il numero 10 stoppò con estrema facilità, ma il movimento dei due centrali avversari era stato fulmineo, sorprendendolo. Il guardalinee alzò immediatamente la bandierina, segnalando il fuorigioco.
“Benji Price è proprio come me l’avevano descritto!” pensò Zure “Non solo magnifico portiere, ma anche grande leader di tutto il reparto difensivo!” e questo gli diede inevitabilmente un po’ di preoccupazione “Ma il nostro obiettivo è quello di pareggiare e dobbiamo farcela! Il mister mi ha dato fiducia! Se lo tradisco sarà l’ultima partita che giocherò!”
Il tempo scorreva velocemente e l’Amburgo aveva ormai puntato tutto sul possesso-palla, un gioco di assoluto contenimento. Si arrivò al 90’, 3’ di recupero.
Micheal Thorns, che era a bordo-campo che riceveva le medicazioni dopo il suo infortuno, richiamò l’attenzione del giovane inglese –Forza, Matt! Siamo con te! Ma il 19 non aveva avuto molti palloni giocabili in quei pochi minuti, l’impresa appariva impossibile. L’Hannover non riusciva più a creare occasioni, poi all’improvviso, a meno di un minuto dal fischio finale, Stone in fuga sulla destra è atterrato all’altezza della tre quarti da un avversario.
Calcio di punizione.
Era l’ultima opportunità. Sicuramente una volta terminata l’azione l’arbitro avrebbe decretato la fine della partita. Hansen, il miglior tiratore dei padroni di casa, era sulla palla, ma la posizione era a dir poco proibitiva per una conclusione, lontana dalla porta e decentrata. L’unica soluzione era crossare a centro-area e sperare che qualcuno nella mischia di testa riuscisse a trovare la deviazione vincente.
Tutto l’Hannover ad eccezione del portiere Dresher e dello stesso Hansen era all’interno dell’area di rigore biancoblu. Una breve rincorsa per Frode Hansen, quindi il cross perfetto. La palla si alzò a pallonetto e scese proprio all’altezza del dischetto, dove il centrale in maglia rossa Reumann e il suo marcatore si trattenevano a vicenda per la maglietta. Saltarono entrambi nel mucchio di giocatori…
Nessuno dei due colpì la palla… Price era uscito dai pali e ancora con il pugno destro aveva rinviato appena fuori dall’area. Azione finita. Così sembrerebbe.
Zure era rimasto al limite perché non era molto alto e quindi non aveva molte speranze di segnare di testa, ma quel pallone che si stava dirigendo verso di lui era pareva una manna caduta dal cielo. Sapeva che Benji era fuori dai pali, ma solo di un passo e che poteva facilmente rientrare sul suo tiro se non avesse colpito di prima intenzione. Si lasciò lentamente cadere all’indietro con il busto, appoggiandosi sulla gamba destra e sollevando la sinistra, per colpire in mezza rovesciata.
Nessuno tra il pubblico si sarebbe aspettato un gesto tecnico del genere. Matt colpì il pallone di collo pieno, con la forza dosata necessariamente per far ricadere la sfera sotto l’incrocio dei pali. Price si trovò sorpreso, e dovette tentare un disperato colpo di reni all’indietro. Con il braccio sinistro proteso, il portiere dell’HSV riuscì appena a toccare il pallone, a deviarlo leggermente.
Tutti coloro che osservavano rimasero con il fiato sospeso, la palla non arrestò la sua corsa, scavalcò Price lasciandolo inerme mentre egli ricadeva rovinosamente sul prato… e andò maledettamente ad incocciare la parte bassa della traversa.
Traversa.
Non era gol.
Matt ancora non ci credeva, per un attimo aveva visto quella palla in rete. Il numero 3 dell’Amburgo si precipitò a recuperare la palla, rinviandola a centrocampo, precedendo il fischio finale del direttore di gara.
Era finita. L’Amburgo pur soffrendo un assedio finale aveva vinto ad Hannover per 1-0, decisiva la rete di Strauss al 23’ del primo tempo. Matt sbattè violentemente i pugni sull’erba. Questione di centimetri e avrebbe violato la porta dell’estremo difensore più forte del mondo.
Non si accorse che Price era ancora lì tra i pali, stupito, che lo guardava “Nemmeno Holly è riuscito a segnarmi al primo tiro, e quel ragazzo stava per riuscirci! Se non ci fosse stata la traversa, a quest’ora saremmo tornati a casa con un punto!”
Benji benedì quindi la fortuna. Zure, che aveva giocato solo 8 minuti, decise che non avrebbe mai rinunciato ad una rivincita. Il suo sogno era segnargli un gol e presto lo avrebbe coronato…
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: greatlerons