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Autore: Beckett66    06/04/2012    5 recensioni
Cosa sarebbe successo se Kate non avesse richiamato Colin Hunt. Come sempre finale modificato ma della 4x20. Io l'ho vista in lingua originale e lì la vittima si chiama Noemi e non Michelle. C'è anche una piccola citazione dal film "Love story". Per dire quanto sono giovane.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Tutto questo vale la pena?

Kate si mise la giacca e si avviò all’ascensore. Non voleva pensare a Rick ma forse se lo avesse fatto sarebbe stato meglio. Quando le porte si richiusero davanti a suoi occhi e lei si trovò sola nell’ascensore, tutta la solitudine le precipitò addosso. Pensò a Noemi e a come avesse perso la sua vita per trovare gli assassini dell’uomo che aveva amato. Pensò a Colin Hunt e all’interesse evidente che le aveva dimostrato e realizzò che se fosse arrivato in tempo per Noemi forse i morti avrebbero potuti essere due. Si rese conto che non c’era poi molta differenza tra Noemi e lei. Noemi aveva perso la sua vita per trovare gli assassini dell’uomo che aveva amato e che lottava per una causa giusta e lei stava lasciando che la vita le passasse accanto senza viverla, per trovare gli assassini di sua madre che lottava per una causa altrettanto giusta. Pensò anche a Rick e si disse che forse era meglio che se ne fosse andato, stanco di aspettarla. Voleva credere che ciò fosse la verità ma il suo cuore non era d’accordo. Il suo cuore era stanco di essere trascurato e lasciato in frigorifero.
L’ascensore si aprì e si diresse all’uscita trattenendo le lacrime che premevano sui suoi occhi. Superò la guardiola dell’agente di presidio e due lacrime rotolarono furtive lungo le sue guance. Era buio e non si rese conto subito di ciò che c’era fuori. Proprio davanti all’ingresso del distretto, appoggiato alla sua Ferrari rossa, fresca di lavaggio, Rick mostrava il suo sorriso stile “ci eri cascata” stampato sul viso. Il sorriso gli morì sulle labbra quando la vide. Era così bella, così sola e così profondamente triste. I suoi occhi erano tornati improvvisamente indietro di quattro anni. Rivide il buio in lei e si sentì in colpa. Forse aveva esagerato con la bionda. Forse era troppo “bionda” o forse era troppo “Jacinda”, troppo “Wow!”. Si staccò dall’auto e la guardò.
Kate si riscosse dai suoi pensieri e lo vide. “Rick?” La sua voce era interrogativa: “Il tuo appuntamento?” “Non c’era nessun appuntamento”. Kate si rese conto che le lacrime erano rimaste sospese sulle sue guance e fece per toglierle col dorso della mano. Rick le prese la mano e la portò sulla propria spalla come volesse ballare un lento con lei. “Speravo solo che tu non decidessi di richiamare Hunt”. “E se fossi rimasta in ufficio a compilare scartoffie?” “Sarei salito e ti avrei portato via dai tuoi fantasmi”. Lei gli si appoggiò e lui le cinse la vita “Grazie”. “Sempre”.
Le carezzò i capelli e poi le aprì la portiera per farla salire al posto di guida “Sei sicuro?” “Sono sicuro che mi fido di te”. Lei sedette al posto di guida e lui salì al suo fianco. “Dove mi porti?” “Dove vorresti andare?” “Nel posto più vicino al tuo cuore”. Kate avviò l’automobile e si diresse verso il loft di Rick.
Quando giunsero a destinazione lui le chiese: “Il posto più vicino al tuo cuore è casa mia?” Non sapeva cosa pensare: non lo voleva, lo stava scaricando? Questo era da escludere ma comunque non capiva. “A casa tua mi sono sempre sentita a casa e non ci sono fantasmi. A casa tua c’è sempre tanto amore e il dolore è stato cacciato tanto tempo fa. Lì i miei fantasmi non sono mai riusciti ad entrare e stasera non voglio che si avvicinino a noi”. Era la più bella dichiarazione d’amore che qualcuno gli avesse mai fatto. Lui le prese una mano tra le sue e cominciò a carezzarne il dorso. Poi le carezzò il viso e la guardò dritto negli occhi. Erano così belli e ora brillavano nonostante il buio. La sua mano le teneva il mento e si avvicinò lentamente. Non voleva forzare le cose ma non poteva più aspettare. Si avvicinò e la baciò dolcemente sulle labbra.
“Grazie” le disse poi.
“Di che?”
“Di non essere fuggita”
“Ti amo Rick e voglio essere felice. Non voglio finire come Noemi. Lei ha perso la sua vita ed io la stavo gettando via. Io mi ricordo tutto di quel giorno”.
“Lo so. Ti ho sentita mentre lo dicevi nella sala interrogatori e comunque l’ho sempre saputo”.
“Mi dispiace”.
“Amare significa non dover mai dire mi dispiace. Semplicemente non eri pronta”.
“Grazie”.
“Sempre”.
Scesero dall’auto e si avviarono per mano al loft di Rick. Kate poggiò la testa sulla sua spalla e lui le cinse le spalle. Entrarono in ascensore e lui le cinse la vita. La fece avvicinare dolcemente alla parete e ringraziò mentalmente se stesso per aver scelto di vivere al piano attico. Cominciò a baciarla scendendo lentamente sul collo. Erano baci dolcissimi e quasi casti. Lei si lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, poi le infilò sotto la giacca di lui e lo strinse forte a sé. Giunti al piano Rick aprì la porta ed entrarono. Solo in quel momento Kate pensò che avrebbero potuto non essere soli.
“Grazie per aver scelto la mia umile dimora mia musa” scherzò lui. Lei sorrise.
“Martha ed Alexis?”
“Sono fuori per qualche giorno”.
Si tolsero le giacche e le posarono sul divano. Rick le si avvicinò e le prese il viso tra le mani. Si perse nel verde dei suoi occhi come lei nel blu dei suoi. Rimasero così per qualche secondo poi iniziarono a baciarsi con dolcezza lasciando uscire lentamente il loro desiderio represso. Lui scese sul collo poi si staccò e le prese la mano. Gliela baciò poi si diresse alla scala e salirono per mano. Lei si lasciava guidare da quell’uomo che le aveva donato quattro anni della sua vita senza chiederle mai nulla. Lo guardava estasiata. Una volta giunti in camera si spogliarono a vicenda senza foga, come a voler godere di ogni singolo istante. Lui si dedicò completamente a lei. Voleva che Kate si sentisse come lei faceva sentire lui: vitale come l’aria. L’accarezzò e baciò a lungo fino a quando lei lo guardò con gli occhi finalmente colmi di desiderio.
“Ti voglio Rick. Ti amo e ti desidero come non ho mai desiderato nessuno. Nessuno mi ha mai dato quello che tu mi hai regalato”.
“L’ amore oblativo”
“Esattamente. Grazie di non esserti arreso”.
“Ci ho provato ma non potevo. Nessuno mi ha mai guardato come mi guardi tu. Nessuno mi ha mai detto I need you con gli occhi, come fai tu. Nessuno ha mai cercato di andare oltre la superficie di Rick Castle. A nessuno è mai interessato Richard Alexander Roger tranne che a te”.
Si amarono a lungo ed il sole del mattino li trovò abbracciati e sereni.
Rick si svegliò e stette a guardarla. Il suo volto era bellissimo, finalmente sereno. Quando lei si mosse lui iniziò a carezzarle il viso ed i capelli con dolcezza.
“Buongiorno. Ben venuta nella tua nuova vita detective Beckett”.
“Buongiorno, grazie per avermela offerta Rick Castle”. Non aveva mai sorriso così, non credeva che potesse essere ancora più bella ma lo era. Si coccolarono ancora un po’ poi si alzarono e si prepararono per andare al distretto.
Quando entrarono Ryan ed Esposito si guardarono: “Paga fratello” disse Ryan allungando la mano verso il collega mentre dietro di loro una voce femminile esultò. Non si erano accorti di essere entrati per mano. Kate appoggiò la testa sulla spalla di Rick e lui le cinse la vita e la baciò sulla fronte. La voce allegra di Lanie risuonò alle loro spalle “Tesoro ti aspetto di là. Ci sono importanti novità!”.
“Arrivo Lanie” le sorrise Kate.
In quel momento l’ufficio di Victoria Gates si aprì e lei si affacciò sorridente “Finalmente non dovrò più trattenermi dal chiamare i colleghi del gioco d’azzardo!”.
  
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