Storie originali > Commedia
Ricorda la storia  |      
Autore: suni    06/04/2012    6 recensioni
Pensa, Samuele, pensa. Sono già seduto mentre realizzo che se ora mi alzo, vado in cucina a bere un bicchiere d'acqua e per caso lo incontro non sembrerà affatto strano. Sembrerà solo patetico, ma ormai sono già schizzato in mezzo al corridoio. Ci rimango per qualche secondo, indeciso tra l'andare al rubinetto e il ricacciarmi nello sgabuzzino degli ospiti per murarmi vivo, quando la porta del bagno si riapre. Io, i pantaloni a scacchi del pigiama e la mia mano sulla maniglia della porta restiamo doverosamente immobili e demenziali mentre Dario mi guarda intontito.
Per il "Let's ship again".
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa roba dovrebbe essere collegata a una roba precedente, tale “Tagliatelle e bignè” che era stata scritta, pensate un po', per il lontano p0rn fest 2009. Comunque non credo che la lettura della prima parte sia indispensabile alla fine della comprensione di questa storia, anche perché c'è poco da capire.

Per il Let's Ship again, su prompt del venerdì, “sciroppo”.



Miele e limone


Sento Dario tossire attraverso il muro. Tira certe scatarrate che sembra debba sputar fuori la trachea da un momento all'altro, con accessi di tosse lunghissimi da soffocamento. Mi sembra quasi di sentirlo sussultare da qui, come se tremasse la parete. Me lo vedo, che si rotola nel letto cercando una posizione in cui la sua gola gli dia tregua senza riuscirci, per poi ricominciare a tossire forte.
Mi rotolo nel letto anche io, o in questa cosa che somiglia a un letto nella specie di sgabuzzino in cui alloggio, temporaneamente, da sei mesi. Beh, cavolo, un laureato non può certo aspettarsi di poter pagare l'affitto, no? Quindi scrocco l'ospitalità della mia sorella piaga finché non si sarà stufata e mi farà sloggiare, cosa che credevo avvenisse quando io e Dario siamo finiti a letto insieme, ma miracolosamente non è accaduto. Quando siamo riemersi dalla camera lei mi ha fatto giurare che non sarebbe più successo, e ho mantenuto la parola. Quasi. All'incirca. Per tre giorni.
Il fatto è che, insomma, non era previsto che io Dario finissimo a letto insieme, voglio dire, lui è eccessivamente troppo bello per me e quando sono entrato in casa ed Ofelia ci ha presentati mi è quasi partito un embolo, ma mai più avrei pensato di poter avere una sola, misera possibilità di scopare con un essere del genere. A ben guardare poi la colpa è tutta di mia sorella e della sua stupida idea vaneggiante di girare nudi per casa così da liberare l'io, ed è sempre lei che è rientrata con le amiche mentre io stavo sperimentando la sua teoria e perciò mi sono nascosto in camera di Dario senza vestiti. Eccetera. Vorrei evitare di ricordare quella situazione imbarazzante e quella figura idiota, anche se si è risolta in modo insperatamente felice.
Insomma, ogni tanto capita che io diserti i miei fantastici alloggi di cinque metri quadri per dormire con Dario. Niente di serio, nessun impegno, io mi sono già fatto abbastanza male quando Marco mi ha scaricato come un coglione, non ci voglio ricascare e sì, va bene, Dario è assolutamente fantastico ma non voglio farmi castelli, perché ce l'ha scritto sulla fronte che le relazioni gli provocano acuta allergia. Cerco solo di approfittare del momento, tutto lì. E per inciso, non è che io stia qui sveglio per qualche forma di comprensione o partecipazione romantica alle sue sventure, è solo che non ho sonno e penso che magari a lui farebbe piacere un po' di compagnia, è tremendo starsene malati a letto senza poter dormire e io soffro d'insonnia cronica.
Quindi dopotutto potrei alzarmi e andare di là, bussare, chiedere come va e fare quattro chiacchiere, niente di più. Sì, potrei. Ma magari finirebbe col sembrare una specie di intrusione o qualcosa di asfissiante e poco opportuno. Quindi rimango qui a pensare che se fossi tanto così meno vigliacco lo potrei fare. E Dario tossisce ed è sveglio anche lui. Me lo conferma il fatto che tutto d'un tratto lo sento alzarsi, la porta della sua stanza si apre e il suo passo saltellante si allontana in corridoio. In bagno, è andato in bagno.
Pensa, Samuele, pensa. Sono già seduto mentre realizzo che se ora mi alzo, vado in cucina a bere un bicchiere d'acqua e per caso lo incontro non sembrerà affatto strano. Sembrerà solo patetico, ma ormai sono già schizzato in mezzo al corridoio. Ci rimango per qualche secondo, indeciso tra l'andare al rubinetto e il ricacciarmi nello sgabuzzino degli ospiti per murarmi vivo, quando la porta del bagno si riapre. Io, i pantaloni a scacchi del pigiama e la mia mano sulla maniglia della porta restiamo doverosamente immobili e demenziali mentre Dario mi guarda intontito. È tutto scombinato, coi capelli arruffati, la faccia pesta e le occhiaie sul volto pallidissimo, sudato.
Che fai, Sasà?” mormora rauco.
Bere,” gorgoglio. “Vado a bere,” ripeto in modo più intelligibile.
Dario sospira e dà un colpetto di tosse, annuendo nel tornare verso la sua porta.
Di' qualcosa, Samuele. Qualcosa di decontratto, di gentile e soprattutto di intelligente.
Arr...”
Complimenti. Qualcos'altro, magari.
Me ne porti un bicchiere?” domanda Dario come se non avesse sentito il mio raglio, appoggiato allo stipite della porta.
Dio, anche quaranta.
Certo.”
Mi catapulto in cucina, mi avvento sulla bottiglia, decapito en passant un pentolino di sugo avanzato facendo precipitare rumorosamente il coperchio a terra, agguanto due bicchieri e trotterello in corridoio cercando di avere un'aria serena. Busso alla porta socchiusa.
Posso?”
Vieni.”
Dario si è infagottato sotto il piumone, tossisce ancora mentre entro, trema un po'. È bello lo stesso, porco cazzo, non so come faccia.
Grazie,” bofonchia mentre gli passo il bicchiere pieno. Poi sorride leggermente, arricciando un po' il naso. “Siediti.”
Non lo dice né con troppa noncuranza né col tono nervoso che avrei io, ma come dice tutte le cose, con quel suo tono gentile e trasognato.
Non riesci a dormire?” butto lì tanto per non stare zitto, mentre mi accomodo su un angoletto del suo materasso. È una domanda idiota da fare alle tre del mattino a uno che sta sputando i polmoni da un giorno e mezzo. Dario me lo conferma annuendo appena prima di prodursi in un accesso di tosse violenta che scuote davvero tutto il letto.
Dovresti prendere qualcosa,” suggerisco a mezza voce.
Dario fa una smorfia riprendendo fiato, poi tracanna il bicchiere.
Non mi piacciono le medicine. Con le schifezze che ci mettono dentro, e poi le industrie farmaceutiche e tutto il resto,” risponde scuotendo la testa, con una vocetta sottile.
Ridacchio senza potermi trattenere. Demente.
Almeno uno sciroppo, sono sicuro che Ofelia ne ha,” riprendo cercando di darmi un tono. “Hai la tosse grassa o secca?”
Dario mi guarda in silenzio. Qualcuno mi faccia star zitto.
Che minchia di domanda è?” ribatte, prima di mettersi a ridacchiare. “Non lo voglio, lo sciroppo di Ofelia. Come tutte le sue storie, il feng shui, la meditazione e l'equilibrio interiore,” e tossisce di nuovo, a siglare il suo pensiero.
Un giorno devi dirle che quella roba non ti tange.”
Te l'ho detto, Sasà. È la mia migliore amica, e a lei fa piacere pensare che mi interessi. E poi tanto non l'ascolto neanche.” scuote la testa, vago.
Il mio sguardo si è ancorato al pavimento, su un fiocco di polvere nell'angolo del muro. Vorrei avere un soggetto di conversazione pertinente da introdurre e so che ci sono effettivamente un sacco di cose che io e Dario abbiamo in comune, ma com'è, come non è, quando siamo insieme nel mio cervello si fa il vuoto.
Almeno miele e limone?” ipotizzo. Non so perché l'ho fatto, seriamente, forse dovrei soltanto stare zitto.
Eh?”
Miele e limone... È un rimedio delle nonne. Non è una medicina, è solo... Miele e limone,” borbotto.
Dario mi guarda incerto.
E funziona?”
Scuoto le spalle.
Calma l'infiammazione.”
Dario abbassa la testa e ride piano. Tossicchia, nel farlo, ma non smette.
Che tipo che sei,” mormora senza malizia. “Me lo prepari, papà?”
Rido anche io, adesso, stupidamente, mentre mi alzo dal letto.
Certo.”
In cucina faccio anche il gran gesto di raccogliere il coperchio che ho fatto cadere. Mentre mescolo il miele e il succo di limone sento Dario tossire di nuovo, a lungo, poi Ofelia compare zampettando, in camicia da notte, arruffata anche lei. Mi guarda con la faccia pesta.
Tiene sveglio anche te?” bofonchia poi, insonnolita. Al mio assenso, sbuffa. “Ci vorrebbe l'eutanasia. Che stai facendo?”
Miele e limone,” rispondo vago. Ora Ofelia mi guarderà storto, dirà che sono un cretino, che non devo fare lo zerbino e combinare casini col suo coinquilino.
Invece la piaga mi osserva in silenzio, e so che sta pensando queste cose ma non ne dice nemmeno una.
Lo sciroppo gliel'hai dato?”
La maledizione dei gemelli eterozigoti: non ci somigliamo, ma ci somigliamo troppo.
Non lo vuole.”
Lo so. Ma te lo prendo lo stesso, magari tu riesci nell'impresa,” ribatte lei sparendo verso il bagno. “Sfigato,” puntualizza.
La sento armeggiare con l'armadietto, Dario tossisce ancora, io impugno la mia tazzina e la aspetto accanto alla porta.
Toh, tieni,” mi dice, riapparendo in corridoio.
Ofelia è sveglia?” gracchia Dario dalla camera.
Come tutto il condominio, fenomeno,” risponde lei a voce alta. “Notte, Samu.”
Sparisce nella sua stanza e io ritorno da Dario, sfoderando tazzina di miele e limone e boccetta di sciroppo.
Che rompiballe,” bofonchia lui, e ancora scatarra.
Mi stringo nelle spalle.
Ci teneva,” buttò lì.
Dario fa un cenno vago, si fa passare la tazzina e io mi siedo di fianco, automaticamente. Rimango lì a guardarlo mentre ne butta giù un cucchiaino, grattandosi la gola. Poi fissa il contenuto della tazza.
Bono,” mormora, prendendone un altro po'. “Vegli al mio capezzale?”
E' per l'estrema unzione,” puntualizzo, compito. Dario ridacchia e mi sento meglio, mi piace quando lo diverto.
Ti va di giocare a Tetris?”
Certo.”
Tetris: la prima grande passione che abbiamo scoperto di avere in comune. Quel vecchio giochino che per la nostra generazione ha il sapore del mito, dei primi computer, dei pomeriggi infantili e degli sfidoni a chi raggiungeva il livello più alto. Io e Dario ci giochiamo insieme, adesso, quando non abbiamo niente da fare. Ci mettiamo seduti vicini e roviniamo splendide partite.
Quello va di là.”
Ma no, a destra.”
No, no, giralo, giralogiralo!”
Oh, ma leva la mano! E leva!”
Ma quello va capovolt...e lasciami giocare!”
Ma è mia, la tastiera!”
Molla!”
E levati!”
Ma sei incapace! Di làaa! Dammi qua!”
Come al solito.
Quando il primo schema somiglia per la quarta volta a un'accozzaglia di pezzi lasciati cadere a casaccio Dario, che intanto si è fatto fuori tutta la tazzina, sbuffa accasciandosi sul cuscino.
Va meglio,” osserva trasognato.
Con lo sciroppo sarebbe meglio ancora,” ribatto di getto.
Dario mi guarda in silenzio, stringendo le labbra, sospettoso.
Fammelo provare. Provare, solo,” precisa solenne.
Gli passo la boccetta cercando di non sorridere troppo. Dario se la gira in mano, sospira e la stappa scuotendo la testa.
Spero non sia una porcata.”
E' naturale.”
Ne versa un po' nel cucchiaino, storce il naso e butta giù come se fosse veleno. Poi sta un po' fermo, si lecca le labbra e mi guarda in modo quasi mistico.
E' buono,” commenta.
Li fanno così apposta.”
Dario scrolla le spalle, sbadiglia e sistema il cuscino.
Credo di avere sonno, adesso.”
Strano, sono solo le quattro e mezza,” rispondo divertito.
Mentre faccio per alzarmi, a malincuore, Dario solleva appena la testa.
Dormi qua?” chiede, e questa volta persino la sua voce, che di solito esprime tutta la calma possibile, suona leggermente incerta. “Sono a fette eh, ma solo... Per dormire. È meglio del materasso buttato per terra, no?”
Faccio un po' fatica a deglutire e mi è quasi impossibile rispondere. Anzi, è impossibile del tutto, quindi annuisco soltanto mentre sollevo piano la coperta per infilarmi sotto, molto cauto, come se mi stesse per azzannare e mi sdraio con gli occhi sul soffitto. Dario allunga il braccio e spegne la luce.
È strano. Non ho mai dormito con Dario così. Di solito dormiamo insieme quando scopiamo, ma non è mai successo, finora, che mi mettessi semplicemente a dormire lì con lui. Mi fa sentire quasi a disagio, e mi stringe un po' lo stomaco. Ma sono solo paranoico, perché invece Dario sbadiglia, si stiracchia e annega la faccia nel cuscino, mugugnando.
Come va l'insonnia?” mormora.
Penso di potermi addormentare,” rispondo quasi del tutto onestamente, abbassando la voce a mia volta.
Dario inspira profondamente, poi allunga un braccio intorno al mio torace, è proprio vicino, lo sento respirare contro la mia spalla. Lo sento anche grattarsi la gola e poi mettersi a ridere.
Che?”
non risponde, ma mi tasta la spalla, e capisco da solo che è rigida e tesa come un cavo tirato. Rido nervosamente anche io, senza sapere bene cosa dire. Dario si rotola dall'altro lato ma non lo toglie, il braccio.
Samuele, a volte mi metti quasi a disagio,” getta lì, con quella sua leggerezza.
Cos...? No, tu... mi metti a disagio,” ribatto con molto meno aplomb.
Lo so, per questo mi metti a disagio. Mi rendi nervoso.”
Io sono sempre nervoso,” osservo atono.
Sì, e infatti...” tossisce piano. “Cazzo, piantala. Se continuo a scopare con te evidentemente è perché mi va. Quindi smettila di pensare che mi dà fastidio ogni volta che mi parli o di... fare finta di andare a bere alle tre di notte per chiedermi se sto bene e se ho già sputato le corde vocali.”
Fortunatamente, al buio, non può vedermi diventare viola.
Vorrei rispondere qualcosa, o forse vorrei solo alzarmi e andare a chiudermi nello sgabuzzino, perché sono una cosa schifosamente, incommensurabilmente patetica, e grottesca, e ridicola. Sono un uomo adulto e mi comporto come un coglione dodicenne.
Eh...” mormoro.
Se prima ero rigido ora devo somigliare a un palo della luce. Dario si gira nel letto, si puntella sul gomito e lo intravedo proprio accanto alla mia testa, lì sopra.
Se ti bacio ti attacco la tosse,” osserva, di nuovo meditativo, dariesco. E mi si rompe una cosa, nello stomaco, perché la differenza tra me e Dario è tantissima e so che non capisce un sacco di cose di me, di come sono paranoico e insicuro quando lui è come un pascià in qualunque posto e qualunque situazione, e a volte penso che sono un idiota e non riesco a concepire come piacergli anche solo discutere con me, figuriamoci fare sesso, e invece Dario mi lascia così. Inerme. Così inerme che non ho nemmeno il minimo controllo di me, o di quello che faccio e che dico.
Eh-e tanto c'è lo sciroppo,” rispondo infatti come un perfetto ebete e poi, mentre mi bacia piano, come se mi fosse scoppiato fuori come una pallottola, “mi sto innamorando di te.”
Che è la cosa più idiota che una persona possa dire, nella vita, soprattutto quando sa che le probabilità di non mettere in fuga l'interlocutore sono minime. Ma è venuto fuori da solo, spontaneo, nel modo in cui germogliano le piante.
E va beh,” conclude Dario scrollando la testa, poi mi bacia ancora.
Che non è “anche io” ma non è neanche “vaffanculo”. Allora prendo fiato, finalmente, e mi scivolano le mani intorno i suoi fianchi, che sono asciutti, morbidi, e sotto la maglietta, sulla pelle, e rimangono solo lì mentre gli annego contro la labbra, tra i denti, sulla lingua. Poi Dario gira la testa e tossicchia.
Non respiro,” sussurra.
Lo spingo giù, sul materasso, affondando la faccia nel suo collo.
Buonanotte,” mormoro.
Dormi,” sbadiglia Dario, con la mia mano sul fianco.
E rimango sdraiato per un paio di minuti ad ascoltarlo respirare sempre più profondamente, finché la sua mano si muove piano sul cuscino e sfiora la mia testa, le dita mi scivolano tra i capelli in una carezza leggerissima e poi rimangono appoggiate lì, con le nocche appena a contatto col mio zigomo. Dopo nemmeno un minuto lo sento iniziare a respirare nel modo pesante di chi sta dormendo, e non so come a un certo punto mi addormento anche io.

Mi sveglia una tosse secca e pungente. Non quella di Dario, ma la mia, un accesso breve che mi gratta la laringe. Dalle imposte filtra la luce e mi brucia la gola, è giorno, mi fa male la testa.
Cazzo, mi è venuta la tosse,” farfuglio truce, girando la faccia contro la federa.
Tanto c'è lo sciroppo,” gorgoglia Dario, e sta ridendo.

Stronzo.

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: suni