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Autore: Aelle Amazon    06/04/2012    9 recensioni
Alla June Academy c'è una ragazza a cui nessuno rivolge la parola. Aelle Amazon è il suo nome. E' dislessica e non riesce a stare ferma.
In un giorno di pioggia, Percy Jackson diventa il suo nuovo compagno di banco. E allora i guai si moltiplicheranno all'infinito.
Questa storia si svolge alla fine del quinto libro, con la sconfitta di Kronos, con nuovi e vecchi semidei.
Dal secondo capitolo:
-Grover!- urlò Percy – Fai qualcosa!-
Alle mie spalle Grover si agitò. –Cosa?!-
-Qualunque cosa!- strillò la signora Jackson mettendosi le mani nei capelli –Il mio bambino … -
Io non dissi nulla: ero in uno stato di afasia assoluta. Anche se avevo gli occhi offuscati, guardai Grover dritto in viso.
-Per favore, non gridare- mi disse lui.
Poi si tirò giù i pantaloni. E io commisi l’errore madornale di abbassare lo sguardo.
Svenni.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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yeah
Ho un nuovo compagno di banco
 
Guardai fuori dalla finestra della classe con aria annoiata. Non ne potevo più di stare ferma: volevo uscire all’aria aperta e fare … già, cosa volevo fare? Nemmeno io lo sapevo.
Riportai una parte del cervello nell’aula: il professore stava presentando un nuovo ragazzo. Com’è che ha detto che si chiama? Socchiusi gli occhi e provai a concentrarmi. Nulla. Avevo il vuoto in testa.
-Vai pure a sederti là- disse l’insegnante indicando il posto vuoto accanto al mio. Sbuffai.
Vidi prima la tracolla malandata cadere sul banco che il mio vicino di banco. Solo quando si sedette riuscii ad osservarlo meglio. Non che mi misi a osservarlo spudoratamente come molti altri in classe, ma quegli occhi erano veramente belli. Azzurri, come il mare.
Immagino che si accorse di me perché si girò, sorridendomi. Che sorriso affascinante, commentai tra me e me.
-Percy Jackson- mi tese una mano – Piacere di conoscerti.-
Contemplai la sua mano per qualche attimo. Che coraggio, nessuno mi aveva mai rivolto la parola da quando ero arrivata alla June Academy, quattro anni prima.
-Aelle Amazon. Piacere mio- gli strinsi la mano, tuttavia non gli sorrisi. Tornai a guardare la pioggia fuori dalla finestra, mentre Percy Jackson si voltava verso la lavagna con un’alzata di spalle.
Rimasi gran parte della lezione con la testa da un’altra parte, anche perché non riuscivo a seguire le parole del professore per più di tre minuti consecutivi. I libri erano il mio peggior nemico, soprattutto quando cercavo di impegnarmi sul serio: le lettere di ogni parola cominciavano a girare su se stesse e non riuscivo a capire nulla. La faccenda mi metteva particolarmente a disagio, ma la June Academy vantava un programma per dislessici da far invidia a qualsiasi altra scuola.
-Jackson, spiegami il significato della frase che ho appena scritto alla lavagna-
Il mio compagno di banco si agitò sulla sedia, torcendosi le mani. Lo vidi sgranare gli occhi e socchiuderli a ripetizione, ma era chiaramente in difficoltà. Fu allora che compresi: Percy Jackson era dislessico al mio stesso livello.
-Non … non lo so- borbottò abbassando la testa.
Il professore non gli badò e diede la parola a Jolie, l’intelligentona, che aveva il braccio alzato da almeno dieci minuti. Appena aprì bocca, tutta la classe roteò gli occhi: sembrava una minuscola Hermione Granger.
Non so perché lo feci, ma mi avvicinai a Jackson e con fare premuroso gli presi una mano tra le mie, sussurrandogli di non preoccuparsi. Certamente rimase sorpreso del mio gesto, ma mi ringraziò dicendo che ormai ci era abituato. Quando mi sorrise un’altra volta, gli lascai andare la mano in tutta fretta e tornai ad osservare la pioggia con un vago rossore ad imporporarmi le guance.
 
La lezione terminò con qualche minuto di ritardo, ma alla fine la campana dell’intervallo suonò. Mi alzai e andai in bagno, dimenticandomi della presenza di Jackson e del fatto che, come sua compagna di banco, forse avrei dovuto passare del tempo con lui.
Tornando dal bagno mi fermai a comprare qualcosa alle macchinette. Il mio stomaco si lamentava per la mancanza di cibo: quella mattina non avevo mangiato nulla a causa della fretta di uscire.
Quando fui in vista della classe, trovai Jackson impegnato in una conversazione con un altro ragazzo. Improvvisamente curiosa, mi portai silenziosamente alle sue spalle.
-Allora hai già fatto amicizia- gli dissi in un orecchio.
L’altro ragazzo saltò in aria, emettendo uno strano verso, qualcosa di simile ad un belato. Ma sicuramente me lo ero sognata. Ignorai quel suono e riportai la mia attenzione su Jackson. Lui non era saltato in aria, anzi. Non sembrava minimamente spaventato. Si era limitato a girarsi con una calma sovrannaturale e a sorridermi. Di nuovo.
-Aelle!- mi chiamò.
Senza accorgermi, gli sorrisi in risposta. – Percy-
Mi ricomposi subito, nonostante la vocina insistente che, in uno spazio recondito della mia mente, si chiedeva perché le barriere che avevo eretto e che funzionavano con tutti, con Percy sembravano inutili.
-Aelle, lui è Grover- mi disse indicando il ragazzo che finora non avevo calcolato. Per la prima volta lo guardai. Era più basso di Jackson, con la carnagione più scura della sua e con degli occhi bruni che certamente non risaltavano come i suoi. A questa analisi aggiunsi la sua evidente disabilità fisica. Portava le stampelle.
Gli porsi la mano, che lui guardò prima di riscuotersi da una bolla invisibile e stringermela con calore. Aveva un viso gentile, mi ritrovai a pensare, e l’aria tipica di un amico.
-Aelle Amazon-
-Grover Underwood- si presentò in risposta.
Percy mi appoggiò una mano sulla spalla e io mi voltai verso di lui, inarcando un sopracciglio.
-Conosco Grover da molto tempo. Ci siamo trasferiti qui insieme, solo che siamo capitati in due sezioni diverse- mi spiegò –E poi non sono così veloce a farmi nuovi amici- ridacchiò.
Non risposi, limitandomi ad un cenno del capo. Certamente non ero nota per la mia loquacità. Tutt’altro.
-Rientro in classe, Percy- lo superai velocemente – E’ stato un piacere conoscerti, Grover- .
Mentre mi allontanavo, Grover si rivolse a Jackson, dicendogli qualcosa a bassa voce.
L’abbiamo trovata.
 
 
Buonasera a chi legge!
Questa è la prima fan fiction in assoluto che scrivo, solitamente faccio solo originali. Visto che la serie di Percy Jackson è la mia preferita, ho deciso di iniziare proprio da qui. Ditemi cosa ne pensate! I commenti mi aiuteranno a migliorare =)
Al prossimo aggiornamento!
  
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