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Autore: letsdancestyles    07/04/2012    21 recensioni
"Aveva quasi tutto: ragazze, soldi, un bel faccino, una bella voce, carattere, simpatia, fama per quanto fosse possibile.
Forse l'unica cosa di cui era sprovvisto era il cuore".
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo tre: Possedeva per natura la discrezione dei grandi amatori, seduttori più nobili di Casanova.


«Ti aspetto allora, è alle nove e porta qualcosa da bere.»
«Porto la coca cola.»
«La dai a tua nonna la coca cola.»
Harry scosse la testa, Cody era impossibile, organizzava un party ogni settimana.
E le sue feste erano un successo, tutte le volte.
Stasera però voleva strafare, aveva praticamente invitato tutta la scuola e nessuno, nessuno voleva perdersi una festa di Cody Lerman, figlio di John Lerman, il capo della più grossa catena di fast food del paese, si sa che alla gente piace mangiare una merda.
Nel pomeriggio dovevano registrare “First Date”, avrebbe fatto un salto alla festa più tardi.
Nick lo strattonò «Allora superstar? Oggi alle quattro?».
Il ragazzo sospirò e si voltò verso il bassista continuando a camminare.
«Oggi alle quattro.»

**

Laura si appoggiò sulla sua spalla «Hey bella pupa, stasera vieni?»
Nicole alzò un sopracciglio «Venire? Dove?»
«Non scherzare, la festa di Cody, Cody Lerman, tutti sono stati invitati»le disse quasi urlando.
«Io non ne sapevo niente»Disse tranquillamente la mora addentando la sua barretta ai cereali.
«E sei così calma e pacata?»Laura strabuzzò gli occhi.
Nicole la guardò e socchiuse le palpebre fino a ridurre gli occhi a due piccolissime fessure «Sinceramente? Sì.»
«Tu sei malata»continuò a blaterare Laura «ma ti rendi conto? No, tu stasera verrai con me. »
Nicole si fermò «Non soffrirò tanto, quindi vai senza di me. »
«Io lo faccio unicamente per te, quindi ho deciso»e la trascinò con sé.

**
POV. Nick

Il pullman puzzava, odiava da morire quell’odore.
Erano tutti addossati gli uni agli altri come animali e la sua era l’ultima fermata.
Fortunatamente scese dall’autobus prima di soffocare e si sgranchì le gambe sulla piazzola.
Di fronte c’era la panetteria dove Harry lavorava nei week end, e c’era per l’appunto folla.
Entrò e il campanello appeso appena sopra la porta suonò, Harry lanciò uno sguardo a Nick «Sto arrivando Nick»si passò una mano sul viso «altri cinque minuti e stacco.»
«Non preoccuparti, sono io ad essere in anticipo»e si poggiò allo scaffale all’entrata.
«Sì? Mi dica»il riccio sfoderò un sorriso alla donna davanti al lui, tendendole la mano per prendere il biglietto sulla quale c’era scritto il suo numero.
«Dei panini, una busta di panini, grazie…Harry?»e abbassò la testa verso destra.
Il moro prese il cartellino che teneva appeso al petto e se lo rigirò tra le mani «Sì, Harry»e alzò il viso, inchiodando i suoi occhi in quelli nocciola della donna.
Nick scosse la testa, era un tale casanova.
Si tolse il camice e cominciarono a camminare verso casa del patrigno di Harry. I ragazzi imboccarono il vialetto mentre il riccio fischiettava.
«Ha avuto un bel po’ di fortuna tua madre, eh? Ha trovato un bel pollo da spennare.»
«Robin non è un pollo, mia madre merita di essere felice, non c’è una sola persona al mondo che lo meriti più di lei e ringrazio il cielo che si siano trovati, è riuscito a farla stare bene, si amano.» ringhiò.
Harry amava la madre, l’amava tantissimo.
Era la sua corazza, riusciva a confortarlo solo con un abbraccio, solo con una parola a capire ciò che succedeva solo con uno sguardo.
Salirono su per le scale e lì trovarono già Hayden e Will.
«Ci ha aperto Anne e ci ha anche portato da mangiare. »
«Io adoro tua madre, te l’ho mai detto? »cercò di dire Will mentre si rimpinzava di biscotti al burro.
«Circa ogni giorno»sbuffò Harry «su andiamo in sala. »
Si scostò dalla porta e prese le chiavi, scendendo in cantina dove c’era un mini studio di registrazione.
La musica era tutto ciò che contava nella sua vita, era il suo unico e primo amore, l’unica donna che gli avrebbe mai fatto perdere la testa, tutto ciò con la quale avrebbe riempito i suoi giorni.
Cantò e si sentì svuotato, con le lacrime agli occhi.
Tutto ciò che voleva fare era quello, per il resto della sua vita.
Ce l’avrebbe mai fatta? Era abbastanza bravo? C’erano così tante persone piene di talento, forse non era abbastanza, ancora una volta, nemmeno in questo.

**

«Laura, te lo giuro, non mi taglierò le vene stasera. Stai tranquilla. »
«Non andare a quella festa è un suicidio sociale e io non te lo permetterò cara mia. »le urlò Laura dall’armadio.
Le stava cercando un vestito per la serata, sarebbe riuscita a trovarle qualcosa, ne era certa.
All’improvviso uscì con una canotta piena di lustrini e un paio di shorts.
«Sarai perfetta, stasera. »
«Tu sei completamente impazzita»Nicole balzò dal letto prendendo tra le mani i suoi vestiti «io questi non li metto, Laura, cosa ti salta in testa? »
«Ti prego Nicole, lasciati andare. Almeno per una sera. »
Lasciarsi andare? Ma lei lo faceva, non era noiosa o almeno non lo credeva.
Forse sarebbe stato bello poter essere qualcun altro per un’altra sera.
Solo per una sera.

Stava aspettando che Nick si allacciasse le scarpe e poi cominciarono a camminare verso la villa di Cody.
Non era molto distante dalla sua ma si trovava in una zona più “alta” della città.
Arrivarono un po’ in ritardo e bussarono, la porta era aperta.
Cominciava la festa.

«Papà, tranquillo lasciaci qui»lo fermò Laura.
«Ma la casa è lì infondo»protestò il padre indicando una villetta.
«Sì è vero, ma ho appena ricordato che devo bussare a casa di Britney prima, sai lei fa sempre tardi»e Laura si pose davanti a lui, fermandolo.
«Va bene, divertitevi e mi raccomando.»
L’uomo fermò l’auto e le fece scendere.
«Certo non preoccuparti papà.»
Appena la macchina fu partita Laura si sfilò il poncho.
«Andiamo.»
Non l’avevo mai vista così, era piena di entusiasmo per una…festa.
- Bah, chi la capisce è brava -
La porta era già aperta, Nicole chiuse gli occhi ed entrò.

Non l’aveva immaginata proprio così una festa da Cody, pensava a qualcosa di più…meno casto, ecco.
«Correte, è il momento di sette minuti in paradiso»urlò dal salone il ragazzo.
Ecco appunto.
Laura era già lì in cerchio mentre Nicole la guardava dall’alto.
«Non dirmi che vuoi davvero farlo»le sussurrò all’orecchio.
«Una persona diversa, solo per una notte” le soffiò l’altra a pochi centimetri dal mento.
Cody la spostò con forza nascondendo qualcuno dietro di sè «Ragazze non vi vedo tanto convinte e quindi per farvi aumentare guardate chi ho portato?»
Il riccio sbucò dietro dalla schiena del ragazzo magrolino e sorrise mettendosi una mano dietro la testa.
«Sono tutto vostro.»

Un’altra persona, solo per una notte, ma sì. Fanculo.

La bottiglia girava e una volta dopo l’altra un paio di coppiette si chiudevano nelle camere della casa, Cody era quello che andava a controllarli, non dovevano imbrogliare o avrebbero pagato pegno.
Da quando Styles era arrivato le ragazze erano aumentate, cosa diavolo aveva quel ragazzo?
Finalmente Harry fu scelto e andò a chiudersi in una stanza, rigorosamente bendato.
«Ti prego fa che esca io, secondo te esco? Dio quanto è carino! »le sussurrò la ragazza accanto. Nicole alzò gli occhi al cielo, okay era carino ma questi atti di isterismi erano osceni, non era mica un dio greco.
Tutti alzarono gli occhi, la bottiglia aveva parlato.
Decise di non togliere la benda a Styles, non voleva guardarlo negli occhi.
Quegli occhi che conosceva da anni ormai e nella quale guardava di nascosto, nella quale era permesso perdersi e non trovare mai più una via d’uscita.
Entrò e abbassò la luce, rendendola soffusa.
C’era un meraviglioso odore in quella stanza.
O forse era il suo?
Sì avvicinò al ragazzo che era seduto sul letto, si allungò verso di lui e gli respirò sul collo.
Il riccio percepì un brivido lungo la schiena e strinse quel corpo anonimo tra le sue mani.
I fianchi erano esili e portava un jeans.
Mhm.
Sì avvicinò ancora di più e strinse tra i denti il labbro inferiore del riccio, provocando il pericoloso avvicinarsi di questo.
«Posso?» chiese Harry allungando le mani verso la benda.
«Shhh. »e scivolò sempre più in basso, dal collo alle scapole, fino al ventre e solleticò l’ombelico con la lingua.
Aveva un piercing alla lingua, lo sentiva freddo, sulla pelle.
Continuò a torturarlo con quell’aggeggio infernale che gli marcava a fuoco la pelle fino a tornare al punto di partenza, le sue labbra per poi arrivare alla benda, che tirò su con i denti con una lentezza disarmante.
Harry non aprì gli occhi, gustò quelle labbra e fece scorrere le mani lungo la sua schiena.
«Brad? COSA CAZZO…?»
E se lo scrollò di dosso, spalancando gli occhi.
«Era l’unico modo, mio caro playboy, aspettavo questo momento da anni» rispose il ragazzo alto e slanciato lisciandosi il ciuffo.
«Brad, io non sono gay.»
«Ne sei sicuro?»e abbassò la testa verso il bacino di Harry.
Questo lo guardò e arrossì “Cazzo, Brad ero convinto che fossi una ragazza, tu sei pazzo!»
«Sì di te…»disse il ragazzo inginocchiandosi verso il riccio.
«No, Brad pagherò il pegno ma non faremo niente» Harry cercò di svincolarsi ma Brad gli prese le spalle e gli sussurrò all’orecchio mordendogli il lobo «So che lo vuoi.»
- So che lo vuoi, so che lo vuoi -
Lo voleva?
Non lo sapeva più.
Brad si avvicinò sempre di più e cominciò a sfiorargli le cosce lasciando una scia di baci che sporcavano quella pelle così candida.
Fanculo.

«Sta arrivando, svelto, baciami»disse scostando il ragazzo dal suo bacino e cercando di riallacciare la cintura però con scarsi risultati.
Cody entrò nella stanza «Oh, oh. Styles non si smentisce mai, su vi siete divertiti abbastanza.»
Brad si alzò e si sistemò la camicia dopo essersi leccato le labbra «E’ stato un piacere»disse socchiudendo la porta.
Perfetto.
Ora era anche promiscuo.
Entrò nel salone sorridendo e Hayden gli si affiancò «Niente pegno…quindi?»
«Mi sono solo fatto baciare, un bacio non si rifiuta a nessuno su»disse scrollando le spalle.
- Un bugiardo, era un fottuto bugiardo -

«Nicole è il tuo turno!»
- cazzo no -
 
Cody si alzò e la prese per mano «Okay, vai qui dentro, aspetta ti bendo. Non devi vedere nulla»le stampò un bacio sulla fronte e si dileguò.

«Harry di nuovo tu!»
- oh mio Dio, ancora -
«Questa volta però è una ragazza!»lo sbeffeggiò il moro poggiando le mani sulle sue spalle.
Nick si avvicinò al suo orecchio «Se ti scopi questa sarai il mio dio.»
Il riccio ridacchiò e si avviò verso la camera.
Entrò e accese la luce dell’abatjour che illuminava una piccola parte della stanza, la ragazza stava sul letto, disorientata, lui si mise accanto a lei e le prese il viso tra le mani.
«Ti toglierò la benda ma prima voglio fare questo…»scese a baciarle il collo e la spalla, quando lei emise un gemito sommesso.
Il ragazzo le tolse la benda e le soffiò un «ciao»sulle labbra arrossate ancora con gli occhi chiusi.
Lei li aprì, ritrovò due iridi chiare e perfette.
Che colore erano? Azzurri? Verdi? Erano il deserto o l’oceano?
Si sfioravano con la punta del naso, sorridendo, a quel punto lei si tirò indietro e lo guardò in viso.
- quello della band, cazzo -
«Ciao»gli disse scrutandolo e vedendo il volto del ragazzo stirarsi in un sorriso.
Aveva le fossette.
«Ti ho tolto la benda perché prima con me non hanno fatto lo stesso e beh…non è stata una bella sorpresa. »
«Brad? »disse sollevando un sopracciglio «ha pregato tutti gli dei conosciuti e sconosciuti per uscire mentre eri bendato, è cotto marcio. »
«Non posso dargli torto»sghignazzò.
Lei guardò il soffitto e non rispose, color caramello, fantastico.
«Non ti conosco, no…ti conosco. Ma non so il tuo nome, solo il tuo cognome, non riesco a dimenticarlo da quando…»
«Da quando mi hai quasi fatto prendere una nota? Oh beh, nemmeno io ho dimenticato il suo sai Styles? »
Lui non le rispose «Quindi il tuo nome è?»
Lei sbuffò «Nicole.»
«Bene Nicole, il mio è H…»
«So chi sei»gli fermò la mano “non per farti montare ancora di più la testa, caro mister modestia ma tutti sanno chi sei.»
- cosa diavolo stava dicendo? -
«Oh, mi piace come parli Morlow»disse poggiandole una mano sulla coscia e seguendo i tratti della fantasia delle calze.
Lei gli spostò repentinamente la mano che lui posizionò sui suoi fianchi esili.
«Per sette minuti si può anche parlare»disse buttandosi dall’altro lato del letto.
Styles mise le mani dietro la testa e si stese accanto alla figura asciutta della ragazza.
«Sì se fossimo una coppia di settantenni ti darei completamente ragione e poi…non ho mai perso a questo gioco.»
«C’è sempre una prima volta, dobbiamo riparare sai…»disse lei occupando il rimanente angolo del letto.
Due colpi alla porta, era Cody.
«Vi ho visti dalla serratura, non si deve parlare qui.»
Nicole arrossì e si avvicinò.
«Se proprio devo…» e gli allungò le braccia intorno al collo fino a cingerlo.
«Oh sì, devi proprio»e le stampò un bacio caldo sulla guancia per poi scendere sulle labbra.
- Una persona diversa solo per una notte, una sola notte -
Sentì le mani calde del ragazzo insinuarsi sotto la sua canotta, tremò al suo tocco.
La stava soltanto sfiorando eppure si sentiva male, si sentiva imprigionata in un angolo, con gli occhi sbarrati e il cuore in gola, ma non voleva smettere.
Le sfilò la canotta e poi si tolse la T – Shirt.
Sapeva di buono.
La brunetta si scostò dalle scapole del ragazzo dove aveva poggiato la testa.
«Non potremmo corromperlo?»
Lui era troppo occupato a divorarle il collo.
«Mhm.. »
La ragazza si spazientì e gli morse il lobo provocando un gemito roco da parte del moro.
Poi si avvicinò all’ orecchio «Noi non faremo niente, hai c…»
E le sue labbra travolsero quelle sottili della mora.

**
Il ragazzo le cingeva i fianchi.
«Nessuno saprà mai cosa abbiamo fatto, okay? »
«Non abbiamo nemmeno scopato, quanto sei tragica.»
«Oh mio Dio, cosa penseranno di me? »e avvicinò le mani al viso che era poggiato nell’incavo del collo del riccio.
«Potrei sempre dire che sei stata una delle peggiori…anche se mentirei. »Ridacchiò il moro giocherellando con i suoi lunghi capelli.
La brunetta si spostò leggermente per guardarlo in viso «Quindi non ho fatto schifo?» sorrise.
«Sei ancora inesperta ma no, non hai fatto schifo e comunque è troppo poco per giudicare ma se vuoi possiamo sempre rimediare.»
La ragazza allungò le braccia verso di lui per tenerlo fermo lì.
«Dimenticavo la tua fama da scrittore di sceneggiature porno e vai via! Non ti avvicinare!»
Lui rise poi si fermò e la baciò.
Cody era entrato e lui l’aveva sentito.
«Niente pegno. Styles perderai mai? »disse Cody portando le braccia al cielo.
«Non credo proprio, vecchio mio.» Sghignazzò mentre si rimetteva la T – Shirt e faceva un rapido occhiolino alla mora.
Poi uscirono lasciandola da sola sul letto a due piazze.
- Cosa.
Cazzo.
Aveva.
Fatto. -




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Ciao bubeee, so che vi ho fatto aspettare tanto per questo capitolo.
Il motivo è che......non ho ancora scritto il quarto *w*
yuppi.
Anyway spero che vi piaccia e spero che non vi faccia annoiare, davvero.
Il titolo è tratto dall'ultimo libro che ho letto "Le vergini suicide" - Jeffrey Eugenides se a qualcuno interessa. (?)
AHAHAHHAAHHA, ringrazio tutte le persone che hanno letto, davvero e vi ringrazio per tutti i complimenti, siete meravigliose.
Se questo capitolo vi fara schifo siate completamente sincere però, ok?
ahahahahah per qualsiasi cosa sono @letdancestyles su twitter uu
See you later! xx
P.S. L'avevo dimenticato sorry, mi scuso per il POV non mi piace tanto segnarlarlo ma diverse persone mi hanno detto che non si capiva bene senza quindi l'ho dovuto mettere! çwç
  
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