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Autore: Acquamarine_    07/04/2012    3 recensioni
In una vecchia soffitta, Bill si perde tra i ricordi. Ritrova delle vecchie foto, rammenta di un vecchio amore. Chi sarà la misteriosa ragazza delle fotografie? Perché Bill la tiene nascosta?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Weasley, Famiglia Black, Fleur Delacour, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Nome (su Efp e sul forum) : Acquamarine_ 
Titolo della storia: 
Stringer tra le mani un amore ormai passato
Pacchetto e combinazioni scelte: "La solitudine dei numeri primi" - Bill/Fleur - Citazione: "Quei ricordi erano soltanto miei e avevo imparato che certe cose è meglio tenerle segrete."
Personaggi : Bill Weasley, Fleur Delacuor, Nuovo personaggio, Bill/Fleur
Rating: Verde
Genere: Sentimentale, Romantico, Triste
Avvertimenti: One-shot (1819 parole)
Introduzione: In una vecchia soffitta, Bill si perde tra i ricordi. Ritrova delle vecchie foto, rammenta di un vecchio amore. Chi sarà la misteriosa ragazza delle fotografie? Perché Bill la 
tiene nascosta?
Nda (facoltative): Il pairing principale era Bill/Fleur, ma mi sono incentrata soprattutto sui ricordi. Mi rendo conto di non essermi dedicata troppo a Fleur, ma credo di averla descritta abbastanza bene attraverso le battute e le reazioni. Ho evitato di farla apparire stupida, cosa che per me non è. È una ragazza molto forte, sebbene sembri fragile, capace di sfidare tutto e tutti. Per quanto riguarda l'originale ero parecchia indecisa. Non sapevo se farle fare una fine tragica, ma a parer mio non ce n'era bisogno, quindi ho optato per un ritorno in patria. Sappiamo tutti che in adolescenza tutti gli amori sembrano eterni, ma spesso non lo sono. Dopo il ragazzo della tua vita ne incontri un altro... e ti innamori. Credo sia accaduto questo ad Hisoka. Il finale della storia vuole sottolineare quanto Bill abbia tenuto a Hisoka, ma ami perdutamente Fleur ed abbia ricominciato.

Piccola nota: quando dico "nessuno aveva mai saputo nulla di quel periodo insieme" non intendo che i Weasley non sapessero che lui avesse una buona amica, ma che non sapessero che Hisoka fosse stata insieme a Bill per un breve periodo di tempo. Ho cercato di non renderla troppo perfetta e credo di esserci riuscita, in fondo ^^

La citazione è stata inserita per un motivo ben preciso: all'inizio Bill non parla di Hisoka poiché ci sta male, ovviamente, in seguito si innamora di Fleur e la sposa, che senso avrebbe raccontarle del passato? Chissà, magari un giorno le parlerà dei suoi ricordi, ma questo non è decisamente il momento adatto.

Nota sul nome: Hisoka è un nome giapponese e significa "segreto", l'ho trovato estremamente adatto alla situazione.

La storia si è classificata sesta su sedici al contest "Di carta e di inchiostro", giudicato da May_Z.
La storia non è stata attualmente corretta per il semplice motivo che l'autrice - moi - è un po' stanca e al momento non ha voglia di seguire le - giuste - correzioni della giudicia xD 
Magari domani u.u

Giudizio a fine storia (se sarete ancora vivi, sia chiaro. Ah, scosto da me ogni responsabilità :P)

* * * * * * * * * * * * *

 

« Bìll, amour! Credi davvero riusciremmo a trovar quel fascicolo? Non faremo prima ad appelarlo? » mi chiese Fleur con quel suo accento strano dall'altra parte della soffitta.

Io non le badai molto, mi limitai semplicemente a risponderle: « Non possiamo usare la magia per tutto, Fleur. In ogni caso, potrebbe rovinarsi. E se fosse chiuso in un qualche scatolone non potremo recuperarlo comunque ».

La sentii borbottare qualcosa, ma non riuscii a comprendere cosa dicesse per il baccano che la sua ricerca negli scatoloni provocava.

Sfiorai con le dita il mio vecchio baule della scuola e un sorriso nacque sulle mie labbra.

Attento a non far rumore, mi sedetti a gambe incrociate sul parquet ed estrassi la bacchetta dalla tasca, aprendo il lucchetto che lo chiudeva.

La mia voce che diceva “Non possiamo usare la magia per ogni cosa” rimbombò nella mia testa, ma non fece altro che provocarmi divertimento.

Ero proprio assurdo, a volte.

Aprendo il forziere dei miei ricordi, trovai oggetti di ogni genere.

Chiusi gli occhi e ne pescai uno a caso, ritrovandomi tra le mani il modellino di drago che io e Charlie avevamo costruito da bambini. Ricordai che avrei voluto regalarglielo per i suoi quindici anni, ma non ero riuscito a trovarlo in camera, così avevo rinunciato.

Subito dopo cominciai ad aprire ed esaminare una miriade di altri oggetti, dalla sciarpa del Primo Anno al maglione regalatomi dalla mamma al Settimo, dall'orecchino che comprai di nascosto a sedici anni al... ciucciotto di Ginny?

Posai l'oggetto in questione parecchio perplesso, poi presi in mano un libro dalla copertina consunta.

Una scritta a grandi caratteri dorati recitava “Diario”.

Era stato un regalo da parte di zio Bilius in onore della mia ammissione ad Hogwarts ed era diventato il mio compagno di sfoghi e pensieri intimi, il luogo in cui avevo riposto i miei più profondi segreti.

Lo sfogliai distrattamente, mentre mi saltavano agli occhi varie scritte, tra cui annunci dell'allargamento della famiglia, lamentele contro i professori, lamentele contro i miei genitori, lamentele contro la vita, lamentele contro i miei compagni di scuola, lamentele contro il mondo intero... insomma, avete capito.

Dopo aver sfogliato le prime pagine sorrisi e feci per riporlo nel baule, ma mi cadde accidentalmente quando Fleur gridò « L'hai trovato,Bìll? ».

Mi affrettai a rispondere : « Non ancora, amore! »

Allora lei - con tono di voce più basso e sconsolato - aggiunse « Anche qui nessuna novità. Se lo trovi, avvisami! »

Mi ero completamente dimenticato del fascicolo che mamma e papà avevano richiesto – se loro erano sicuri di averlo dato a me prima del trasloco, chi ero io per contraddirli? -, quindi decisi di chiudere il baule ed aiutare la povera Fleur.

Mentre mi accingevo a posare il diario all'interno della cassa, però, notai che qualcosa era fuoriuscito dal diario.

Presi tra le mani quel qualcosa ed il mio cuore cominciò a battere forte.

Erano fotografie.

Da anni non le vedevo, ero convinto di averle nascoste nella cassetta in giardino, assieme ai resti della mia bacchetta magica e alla spilla da Prefetto.

Erano fotografie cui io avevo tenuto molto.

Erano fotografie che ritraevano un ragazzo ed una ragazza.

Il ragazzo ero io.

La ragazza era...

 

« Hisoka! » la ripresi.

« Tanto vincerò io! » aveva cantilenato, ma non sapeva quanto si sbagliasse.

« Ti giuro che se tu dovessi vincere contro di me, andrò dalla McGranitt e le farò una dichiarazione d'amore! » cercai di smontarla.

Lei mi guardò con i suoi occhi scuri e scoppio a ridere.

Era agghiacciante.

« Comincia a preparare il discorso, allora. Torre in a8. Scacco Matto » annunciò orgogliosa.

 

Non c'è bisogno di dire che Grifondoro perse venti punti, lascio a voi immaginare il perché.

Dopo il giorno della dichiarazione d'amore alla mia professoressa di Trasfigurazione, non le parlai per due giorni e mezzo, tempo che considerai abbastanza lungo per farla riflettere sui propri errori e che lei stessa giudicò come troppo lungo per rimanere lontana da me, quindi venne a chiedermi scusa.

Il che significa che il giorno dopo ero in ginocchio da lei per pregarla di perdonarmi di averla ignorata tutta la mattina.

La seconda fotografia era stata scattata al Quarto Anno, prima delle vacanze natalizie.

Hisoka aveva i capelli ricoperti di neve, la stessa che danzava sui nostri vestiti e sull'intero paesaggio attorno a noi.

 

« Ti ho fatto un regalo, Bill! Non ti piacerà, ma io te lo do lo stesso! » aveva annunciato sorridente.

Avevo sbattuto le palpebre leggermente perplesso.

« Perché mi regali una cosa se sai che non mi piacerà? » avevo domandato.

« Perché piace a me! Su, su, scartalo! » aveva risposto incitandomi con le mani.

« Ma non è Natale! » avevo ribattuto io, sicuro che ci credesse.

« Non fare il furbetto con me, caro il mio Weasley. So benissimo che lo avresti aperto non appena ti avessi lasciato solo, quindi niente bugie! »

Mi aveva smascherato in meno di un secondo, quindi a cosa serviva contraddirla ancora?

Strappai la carta da regalo ed aprii la scatola dorata, trovando all'interno un involucro di stoffa.

Lo estrassi lentamente, ignaro del contenuto, e srotolai la linea di raso.

Era una cornice in legno scuro, decorata qua e la con origami, la passione di Hisoka.

I suoi genitori erano giapponesi, ma lei viveva in Inghilterra con una zia da qualche anno.

« Perché non dovrebbe piacermi? » domandai stupefatto.

« Perché vuol dire che dovremo metterci una foto, tipo... questa! » gridò, allegra, estraendo la macchina fotografica ed avvicinandosi a me.

« Sorridi! » ordinò, per poi cingermi le spalle in un abbraccio.

Alzai gli occhi al cielo, arreso, poi sorrisi.

« Questa è la foto più bella dell'anno, signori e signore! »

 

Sorrisi, guardando l'ultima foto.

Un sorriso amaro, purtroppo.

Sorrisi, poi ricordai.

 

« Hisoka, smettila! Non mi va! » borbottai.

« Che noia sei! » si lamentò.

Sbuffai sonoramente, poi esclamai: « E va bene, ma solo una! »

Hisoka saltellò attorno a me, si avvicinò alla macchina fotografica e, sorridendo, cliccò il pulsante.

Corse poi verso di me e mi abbracciò.

« Sette secondi! » gridò nel mio orecchio.

La maledissi un paio di volte, ma non parlai ad alta voce.

Tre secondi prima che la macchina scattasse, però, lei si alzò sulle punte e poggiò le labbra sulle mie.

 

Se qualcuno avesse visto quella foto non avrebbe mai potuto spiegare la mia espressione totalmente ebete, ne ero sicuro.

Quello con Hisoka era stato il mio primo bacio, ma nessuno ne aveva mai saputo nulla. A dire il vero, nessuno aveva mai saputo nulla di quel periodo insieme.

Non ne avevo mai parlato con nessuno perché era durata solo un istante.

 

« Cosa vuol dire “è finita? » chiesi, la voce sorprendentemente calma.

Sentire quella frase era l'ultimo dei miei desideri.

« Vuol dire che non posso stare con te » rispose, la voce spezzata.

« Perché? » domandai semplicemente.

« Perché non è come pensavo. Io non ti amo, Bill » rispose solamente.

Le mie labbra tremarono pericolosamente, ma mi trattenni.

Cosa potevo rispondere?

« Qual è la verità? » chiesi. Non le credevo, non potevo crederle.

Mi guardò, gli occhi scuri puntati nei miei.

« Devo partire. Devo tornare in Giappone, immediatamente. Ci sono dei problemi a casa e io... non so se tornerò. Papà verrà a prendermi domani, ha già parlato con Silente. Hanno deciso di ritirarmi dalla scuola, non posso più restare qui » spiegò sofferente. Il suo sorriso, il suo bellissimo sorriso, dov'era finito?

« È un addio? » chiesi, allora.

Mi guardò, le iridi che brillavano come la rugiada sull'erba al mattino.

« Temo di sì »

 

Non la rividi mai più.

Due o tre volte mi scrisse, ma poi perdemmo totalmente i rapporti.

Sua madre era malata e lei badò alla donna sempre, affievolendo via via le “chiacchierate” con me.

Un giorno, poi, mi scrisse l'ultima lettera.

Mi disse che sua madre stava meglio, ma che non poteva lasciarla sola.

Mi scrisse che l'ultimo desiderio della donna era quello di vedere la figlia sposata, così aveva accettato di sposare un mago giapponese, vecchio amico di famiglia.

A nulla erano valse le mie lettere, a nulla le intere pagine per cercare di convincerla che non era la cosa giusta: non mi rispose mai.

Non appena compii l'età per poter viaggiare da solo, andai a cercarla.

La trovai? Sì.

Sembrava felice. Si era sposata da pochi mesi e mi confessò che suo marito la rendeva felice. Mi chiese se io mi fossi fidanzato, nel frattempo.

Le risposi di sì, ma non era vero.

Sembrò lieta della bella notizia, mi invitò a rimanere, ma non ne avrei avuto la forza.

Se l'avevo lasciata per renderla felice, andava bene.

Mia madre non capì mai perché non avessi mai avuto una ragazza vera.

Non glielo avrei mai raccontato, questo è sicuro.

« L'ho trovato! » gridò Fleur, entusiasta.

Corse verso di me, tenendosi il ventre con la mano sinistra, mentre con la destra sventolava una cartellina rossa.

Assunse un'espressione alquanto stranita vedendomi intento a guardare vecchie foto.

Portò le mani ai fianchi e ridusse gli occhi a due fessure.

« Tu! Mi hai lasciata da sola a lavoràr mentre... mentre tu perdevi tempo! » mi accusò con l'indice.

Le sorrisi, colpevole.

Alzai le mani, poi la guardai teneramente, cercando di addolcirla un pochino.

« Lo ammetto! », esordii « ma ti giuro che all'inizio stavo aiutandoti! »

Fleur mi squadrò, poi voltò le spalle e cominciò a camminare verso l'uscita.

« Cammina, prima che cambi idea... » esclamò, fintamente scocciata.

Presi le fotografie e le riposi nel baule, lontano da tutto.

Quei ricordi erano soltanto miei e avevo imparato che certe cose è meglio tenerle segrete.

Mi alzai, scendendo al piano inferiore.

Trovai Fleur in cucina, intenta a scrivere – probabilmente un messaggio ai miei genitori per avvisarli di aver trovato il fascicolo di papà – e mi avvicinai, abbracciandola da dietro.

« Come stai? » chiesi.

Mi guardò di sfuggita, poi ricominciò a scrivere.

« Starei meglio se qualcuno mi avesse aiutato a cercare! » sputò, acida.

Io le sorrisi.

« Suvvia, Fleur! Non l'avrei trovato comunque, ero dalla parte della soffitta sbagliata » le feci notare.

Lei mi fece una linguaccia ed io la amai ancora di più.

Sembrava una bambina capricciosa, ma in realtà era una donna molto forte, capace di sorprendere chiunque, anche se stessa.

Era stata spaventata, ma aveva avuto la forza di reagire.

Era stata ostacolata, ma aveva avuto la forza di combattere.

Era stata odiata, ma aveva avuto il coraggio di farsi amare.

Non era stata – come molti credevano – la sua bellezza a farmi innamorare.

Mi era ovviamente piaciuta da subito, era innegabile che fosse bellissima, ma era stata la sua determinazione a farmi innamorare.

Posso dirlo con orgoglio: lei è la mia donna.

* * *
Giudizio di May_Z:


SESTO CLASSIFICATO 
Stringer tra le mani un amore ormai passato di Acquamarine_


Correttezza grammaticale 8,7/10 
Stile 8,25/10 
Originalità 9,5/10 
Caratterizzazione dei personaggi e IC 9,5/10 
Utilizzo frase 5/5 
Gradimento personale 4/5 
Bonus 2/2 
TOTALE 46,95/52
 

Correttezza grammaticale 8,7/10 
Sai, nelle altre storie, quando mi sono trovata a valutare la correttezza grammaticale, la situazione era sempre chiara: gli errori erano solitamente di uno stesso tipo (punteggiatura, tempi verbali ecc.); qui, invece, ho riscontrato errori di tipo diverso a seconda delle frasi. Mi spiego meglio: ci sono periodi della tua storia in cui non ho trovato nemmeno il più piccolo errore di punteggiatura mentre, in altri, ne ho trovati più di uno. Io non posso sapere a cosa sia dovuta questa disuguaglianza, ma so che mi spiace: questo parametro ha abbassato il punteggio totale di una storia che, a mio parere, è davvero ben costruita. 
Io penso che le tue siano soprattutto delle sviste e non vere e proprie mancanze grammaticali: proprio per questo motivo io ti consiglierei l'utilizzo di un beta-reader, in modo da eliminare anche quegli errori di cui, ovviamente, non ti sei resa conto (certo, qui il beta-reading non era permesso, ma è un consiglio con valore generale). 
Qui di seguito ti ho elencato gli errori che ho trovato: 
- “... Non potremo recuperarlo comunque”: il tempo verbale utilizzato è sbagliato: la forma giusta sarebbe 'potremmo' (condizionale), non 'potremo' (futuro semplice) 
- “... Recitava “Diario”.”: tra il verbo e la parola diario vanno inseriti i due punti 
- “... Fleur gridò « L'hai trovato, Bìll? ».”: dopo gridò vanno inseriti i due punti 
- “... aggiunse « Anche qui...»”: dopo aggiunse vanno inseriti i due punti 
- “Ti giuro che se tu dovessi vincere...”: qui hai ripetuto due volte, nel giro di poche parole, un pronome di seconda persona singolare: io toglierei il ti all'inizio 
- “... Scoppio a ridere.”: la forma verbale sarebbe 'scoppiò': manca l'accento 
- “... Venti punti, lascio a voi...”: al posto della virgola vanno i due punti 
- “... aveva risposto incitandomi...”: tra 'risposto' e 'incitandomi' va una virgola 
-“... Qua e la...”: manca l'accento sulla 'a' 
- “... “è finita? ”: qui mancano le virgolette di chiusura 
- “... Bella notizia, mi invitò...”: dopo la parola 'notizia' va una pausa più forte: una scelta migliore sarebbe un punto e virgola 
- “ « Lo ammetto! », esordii...”: dopo la chiusura del discorso diretto non è necessaria la virgola 
- “... Mi avesse aiutato...”: qui c'è un errore di accordo: è Fleur che parla, quindi andrebbe scritto: “Se qualcuno mi avesse aiutata” 

Stile 8,25/10 
Il tuo stile mi piace: è fluido, scorrevole, piuttosto semplice, ma non banale. Avevo già letto qualcosa di tuo, quindi, più o meno, sapevo cosa aspettarmi: sono felice di dirti che non mi hai assolutamente delusa: migliori sempre di più e spero che i consigli e le correzioni che troverai qui di seguito ti aiuteranno a farlo ancora. 
Una cosa che però mi sento di segnalarti è questa: in diverse parti del tuo scritto, ho notato una certa “confusione” nella posizione dei complementi che, al mio orecchio, non suonava benissimo. Ti faccio un esempio per spiegarti meglio ciò che intendo dire; tu scrivi: “... Posai l'oggetto in questione parecchio perplesso...”: anteponendo il sintagma aggettivale (“... Parecchio perplesso, posai l'oggetto in questione...”) trovo che la frase, nel suo insieme, risulterebbe migliore. 
Ora ti elenco le altre imperfezioni/errori che ho trovato (spesso, i punti sottratti, sono dovuti a costruzioni poco chiare che, in futuro, ti consiglio di rivedere): 
- “... Per il baccano che...”: penso che quel per suoni piuttosto male: io, al posto tuo, scriverei “... A causa del baccano che...” 
- “... Ricordai che avrei voluto regalarglielo per i suoi quindici anni, ma non ero riuscito a trovarlo in camera, così avevo rinunciato.”: il senso della frase è perfettamente chiaro, su questo non c'è dubbio, ma penso che la costruzione non sia delle migliori. “... Ricordai che avrei voluto regalarglielo per i suoi quindici anni, ma, non essendo riuscito a trovarlo in camera, avevo rinunciato.”: penso che, riscritta in questo modo, la frase suoni decisamente meglio 
- “Lo sfogliai distrattamente, mentre mi saltavano agli occhi varie scritte...”: anche in questo caso si capisce perfettamente ciò che intendi dire, però, a mio parere, la forma andrebbe leggermente modificata in questo modo: “Sfogliandolo distrattamente, mi saltavano agli occhi varie scritte...” 
- “... Aveva cantilenato, ma non sapeva quanto si sbagliasse”: in questa frase non mi mi piace molto la costruzione che hai fatto: trovo sarebbe stato meglio se tu avessi scritto: “... Aveva cantilenato, senza sapere quanto si sbagliasse”; inoltre qui c'è anche una contraddizione con ciò che scrivi in seguito: leggendo questa frase, si capisce che Hisoka è convinta di vincere, ma non sa che sarà Bill ad avere la meglio. Invece, alla fine, è effettivamente Hisoka che vince. Un commento del genere andrebbe bene se la storia si svolgesse in quel momento: in questo caso, il commento sarebbe perfettamente plausibile ; nella tua storia, invece, essendo l'episodio raccontato da Bill, lui sa già come quel fatto si è concluso. Quindi penso che quella frase dovrebbe essere costruita in un altro modo: così potrebbe trarre in inganno e rappresentare una contraddizione. 
- “... Che danzava sui nostri vestiti...”: trovo che il verbo danzare, in questo caso, sia inappropriato. Mi spiego meglio: la neve che danza sul paesaggio (come scrivi subito dopo) crea una bella immagine, ma quando i fiocchi di neve arrivano a toccare i vestiti, essi si posano su di loro, rendendo pertanto impossibile questa “danza”. Un'alternativa alla frase scritta da te potrebbe essere: “la stessa che tingeva di bianco i nostri vestiti e che danzava nell'intero paesaggio attorno a noi” 
- “... E srotolai la linea di raso.”: la parola 'linea' fa pensare a qualcosa di sottile, come un nastrino o un filo; in questo caso, però, parli di un pezzo di stoffa nel quale è avvolta una cornice: trovo, quindi, che starebbe meglio qualcosa come 'fascia' o 'striscia' 
- “Sorrisi, guardando l'ultima foto. Un sorriso amaro, purtroppo. Sorrisi, poi ricordai.”: qui hai ripetuto per ben tre volte la parola 'sorriso'; a mio parere, l'ultimo 'sorrisi' potrebbe essere tranquillamente tolto 
- “Sua madre era malata e lei badò alla donna sempre...”: questa frase non mi suona molto bene: penso sarebbe stato meglio scrivere: “...e lei le badò sempre”. Tuttavia è solo una mia preferenza, quindi non ti ho tolto alcun punto. 

Originalità 9,5/10 
Iniziamo da qui pochi punti che ho scalato dal totale: l'originalità non viene intaccata perché sono presente molte storie che parlano di Bill e Fleur in questi termini, perché esistono parecchi racconti che, in generale, parlano degli amori passati di un personaggio, confrontandoli spesso con il/la compagno/a attuale. Ma qui finisce la parte, passami il termine, “banale” di questa storia. Già, perché nella trattazione stessa della situazione di cui ho parlato sopra, è presente un risvolto originale del tutto: solitamente, in casi del genere, si finisce con il dire che il tale personaggio rimpiange l'amore giovanile, chiedendosi cosa sarebbe successo se fossero state fatte delle scelte differenti. Qui, questo non accade: Bill rivive con affetto quei momenti di gioventù, ma è fermamente convinto che la donna della sua vita sia Fleur, non Hisoka. 
Hisoka è, a mio parere, un altro elemento di originalità: l'amore “perduto” di Bill è un OC, una ragazza completamente nuova che, tuttavia, racchiude in sé caratteristiche ben precise ed una storia tutta sua. 
Inoltre mi è piaciuto che, nel parlare di Bill e Fleur, tu abbia evitato dei cliché piuttosto diffusi: Fleur non è presentata come una ragazza dotata di un'incredibile bellezza, ma priva di qualsiasi altra qualità, e Bill non compare come l'uomo con il viso trasfigurato da Greyback (questa sua caratteristica, in realtà, non viene nemmeno menzionata, e ciò mi è piaciuto molto). 

Caratterizzazione e IC 9,5/10 
Il lavoro di caratterizzazione che hai fatto è davvero buono; ti ho tolto, però, qualche punto perché, nella tua storia il pairing che viene maggiormente trattato non è quello costituito da Bill e Fleur, bensì quello formato da Bill e Hisoka. Nonostante ciò, ritengo che tu sia riuscita a caratterizzare bene anche Fleur: è il personaggio meno presente e non se ne fa un'introspezione approfondita, ma dai suoi gesti e dalla sue parole si riesce ad intuire perfettamente come la donna sia in realtà: è una donna a cui non piace essere messa in disparte, che si impegna in ciò che fa e che non sopporta le persone che non fanno il proprio dovere. È una donna che non ama essere contrariata e che dice sempre ciò che pensa; persino la finta espressione imbronciata che le compare sul volto quando comprende che Bill non ha fatto altro che guardare vecchie foto la rende ancora più IC. 
Poi c'è Bill, quel Bill è quasi un OC: tu hai deciso di rappresentarlo da giovane, descrivendo varie tappe della sua vita e delineandone una precisa personalità; sia il Bill adolescente che quello adulto sono persone orgogliose, con le idee chiare, consapevoli di ciò che desiderano dalla vita. Sono entrambi persone profonde, capaci di grandi sentimenti e che non si fermano all'apparenza. 
Un altro punto a tuo favore è Hisoka: nonostante sia un OC, è descritta alla perfezione e dotata di un carattere forte e deciso, completamente originale e suo. 

Utilizzo frase 5/5 
L'utilizzo della frase è perfetto. 
Ho trovato il suo inserimento particolarmente appropriato agli avvenimenti descritti nella storia. Inoltre è anche un ulteriore elemento che può aiutare a decifrare i pensieri di Bill: egli ha vissuto intensamente la breve storia con Hisoka, ma non rimpiange nulla; quelle momenti sono parte del suo passato, certo, ma non c'è motivo per farli uscire da quel baule. 

Gradimento personale 4/5 
La storia mi è piaciuta davvero molto: l'ho trovata scorrevole, dolce e in grado di infondere serenità. È una storia che riesce anche a dire qualcosa, al di là degli avvenimenti descritti: il tuo racconto ci dice che la vita è il presente, non bisogna per nessun motivo restare troppo attaccati a ciò che è stato. 
Mi dispiace per gli errore che ti ho segnalato in precedenza: se alcuni non fossero stati presenti, probabilmente il gradimento sarebbe salito ancora di più. 

Bonus 2/2 
Il prompt è usato alla perfezione: insomma, senza la presenza delle fotografie, l'intera narrazione non avrebbe senso. Tutto nasce da quelle foto trovate in un baule, la loro presenza è fondamentale, il loro è un ruolo centrale, a cui sono legati sia le riflessioni finali sia i flashbacks. Ottimo lavoro! 

TOTALE 46,95/52 
   
 
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