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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    07/04/2012    3 recensioni
[MissingMoment][Volume14-Episodi 93-94]
I ragazzi chiamano la Home per avvertirli che stanno tornando a casa, che la loro lunga notte è finita e che stanno bene.
Dedicata a _Kurai_
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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ON THE WAY HOME

Tarda notte alla Home e l'atmosfera era incredibilmente tesa, più tesa che mai, in effetti; ognuno dei Finder rimasti all'HQ, i feriti nell'infermeria, gli scienziati e tutto il personale di supporto sapeva che quella non era una notte come le altre, come tante altre trascorse nella frenetica girandola del lavoro e delle pressanti ricerche.

Decisamente non era una notte come le altre: era piena di paura, ansia e preoccupazione, sentimenti che si potevano sentire premere sottopelle e scivolare addosso come un'ondata gelida, misti a una sensazione di aspettativa spaventosa, come se le vite di tutti fossero sull'orlo del baratro e attendessero che qualcuno li spingesse di sotto.

C'era silenzio, per quanto possibile, e nei laboratori l'unico suono che si sentiva era quello dei macchinari, nient'altro, anche i tecnici parlavano a bassa voce, quasi sussurravano: sapevano che, da qualche parte là fuori, i loro compagni, gli Esorcisti, erano impegnati in battaglia, senza assicurazioni di sorta del loro ritorno vivi.

Purtroppo era anche quello la guerra, soprattutto quello.

Avevano avuto un momento di luce quando avevano sentito di nuovo la voce di Allen tramite il comunicatore, dopo giorni in cui erano rimasti in bilico tra la “caduta” e la salvezza del più giovane tra gli Apostoli, e subito era tornato a combattere, senza concedersi neppure un attimo di respiro.

Le tenebre l'avevano inghiottito di nuovo, e con lui anche tutti gli altri.

Lenalee, Lavi, Kanda, Marie, Miranda, Crowley, Bookman...

Forse anche i loro nomi erano destinati a essere incisi negli annali dell'Ordine come caduti per la causa, per un destino di guerre e sofferenza?

Johnny non lo desiderava, anzi, sperava ardentemente di poterli rivedere e riabbracciare, voleva ringraziare Allen per aver cercato di aiutare Suman a rischio della sua stessa vita, conoscere meglio Marie, Miranda e Crowley, magari tentare di convincere Kanda a unirsi a loro qualche volta per mangiare...

E naturalmente prendere nuovamente le misure a tutti per le divise nuove, non vedeva l'ora di poter cucire una nuova fascia per Lavi, stavolta voleva farla colorata e appariscente, nuovi stivali per Lenalee, avrebbe fornito a Marie nuovi elastici per la sua treccia e magari avrebbe preparato nuovi abiti per gli ultimi arrivati, sicuramente i loro dovevano essere a pezzi.

E mentre analizzava un flusso di dati particolarmente intenso, Johnny non potè tranttenersi dal buttare giù qualche vago schizzo dei progetti delle nuove divise fiammanti che era intenzionato a preparare per loro.

“Johnny, non distrarti.” lo bacchettò Reever, avvicinandosi al suo tavolo per rimproverarlo ancora.

Ma non ebbe la forza di farlo, non dopo aver visto ciò che stava facendo.

Il caposezione sorrise appena, poggiando una mano sulla testa del suo sottoposto e scompigliandogli giocosamente i capelli: non disse nulla, si limitò a quell'unico e intenso gesto d'affetto prima di correre verso lo studio del Supervisore.

Effettivamente, non sarebbe stata una notte normale.

Perchè il telefono squillava all'impazzata, tanto da assordare il caposezione, che faticosamente cercava di superare il mare di carte in cui Komui affogava ogni santo giorno, ma senza troppo successo: dove accidenti era finito quel lavativo?

Al forse dodicesimo squillo, finalmente, il biondo riuscì a raggiungere la scrivania e ad appendersi alla cornetta, con le nocche che sbiancavano dall'ansia e il cuore che gli rimbombava nel petto: cuore che mancò un battito quando udì la voce tremula e singhiozzante di Lenalee dall'altra parte della linea.

“S-State bene, vero?” chiese conferma in un sussurro lo scienziato: “Tutti sani e salvi?” proseguì, cercando di arginare il fiume di lacrime.

“S-Si, siamo alla sede Asia. M-Ma M-Miranda non penso possa resistere ancora. Partiremo appena possibile con l'Arca.” la voce della ragazza era roca ed esausta, a tal punto che Reever non sapeva se crederle davvero sul fatto che stessero bene, voleva unicamente sincerarsene di persona.

“Avverto subito il Supervisore. Voi tornate a casa, al resto prometto che ci penseremo noi.” suonava così carezzevole, simile a quello del fratello, quel tono che quasi la ragazzina cinese scoppiò in lacrime.

Con una carezza sul viso, Allen le prese di mano la cornetta: “Caposezione, sono io. Davvero, stiamo bene. Volevamo solo avvertirvi.”

La voce di Allen, vera e reale, per un attimo distorse la percezione del mondo esterno di Reever, che si ritrovò a singhiozzare sottovoce tanto più gli giungevano nitide le voci di Kanda che discuteva con Walker, quella bonaria di Marie, Lavi che parlava con qualcuno chiamandolo “Kuro-chan”...

Non era un sogno, stavano davvero tornando a casa.

“Ragazzi, vi aspettiamo.” disse, chiudendo la comunicazione.

Si concesse un attimo per dare sfogo all'emozione e al sentimento che fuoriusciva a ondate dal suo cuore prima di rimettersi in piedi a fatica.

Doveva trovare Komui, avvertirlo, dire a tutti che la lunga notte era finita.

Dalle finestre del corridoio vide che il cielo si stava tingendo di viola.

Stava arrivando l'alba anche per loro, finalmente.

E poi quel ruggito possente, pieno di gioia, che risuonò in ogni angolo della Home.

“SUPERVISORE!”

 

Angolo del Lemure:

Piccola OneShot dedicata a _Kurai_, che è stata così gentile da dedicarmi i capitoli di Lotus Memories, oltre che per avermi tenuto compagnia durante lunghe e tediose lezioni di inglese e nei lunedì pomeriggio dopo la mia lezione di giapponese e prima della sua. Quindi, grazie.

   
 
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