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Autore: GraStew    08/04/2012    21 recensioni
Ho voluto scrivere questa one shot per farvi conoscere un pezzo brutto della mia vita.
L'ho scritta per lui che adesso non c'è più, ma che è sempre nel mio cuore.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi manchi
 

Caro diario,
Ricordo come se fosse ieri quel maledetto otto novembre duemilaotto…
Era un giorno come gli altri, almeno da come era iniziato, lo sembrava.
Mentre eravamo in macchina diretti verso scuola, mamma ci raccontava che aveva fatto un brutto sogno e che sarebbe successo qualcosa di grave.
 Se lo sentiva.
 Io, scettica, le avevo risposto di non essere stupida; di non preoccuparsi che non sarebbe successo niente di grave.
Mi sbagliavo. 
Dopo esser tornati a casa, abbiamo mangiato e scherzato come sempre. Verso le tre del pomeriggio, mio padre, uscì di casa per andare a lavorare e qualche ora dopo anche mia mamma.
Avevo passato tutto il pomeriggio da sola a casa, quando il telefono prese a squillare.
Era mia mamma che mi diceva di stare calma e che non era successo niente di grave, ma piangeva.
Quindi come poteva non esser successo niente e piangere? Mille ipotesi nella mia testa.
«Gra… papà si è sentito male. Ora siamo in ospedale ma lo devono portare d’urgenza a Messina», parlava cercando di stare tranquilla, ma la sua voce spezzata dal dolore, la tradiva.
 

 L’inizio del calvario.
 Nostro.
 Suo.
 Soprattutto il suo.

 
 
Il giorno stesso, ha dovuto subire un intervento di quattordici ore con ricostruzione  dell’aorta toracica e addominale fino al collo. Ha avuto una dissecazione dell’aorta, quindi vuol dire che quest’ultima si apre, scoppia in gergo.
 
 
Coma farmacologico.
Terapia intensiva.

 
 
Dopo una settimana l’hanno dovuto rioperare, in quanto si era riaperta l’aorta.
Durata otto ore, con arresto cardiaco e rianimazione. Ha avuto un ischemia, un edema con parte sinistra del corpo paralizzata.
Con tutto ciò, lui era vivo.
Quanta forza di volontà ci voleva per sopportare tutto quello?
Quanta?
Quante lacrime quando i medici ci dicevano che gli restavano poche ore!
Se ci penso mi sento male tutt’ora a distanza di tre anni.
Un altro mese era volato via molto velocemente.
Ancora mio padre era in coma.
Per fortuna quando, dopo qualche giorno, lo trasferirono di nuovo nell’ospedale della mia città. Per miracolo qui erano talmente bravi che riuscirono a svegliarlo. Nei giorni a seguire, con molti sforzi, mio padre iniziò a mangiare e a parlare ed io era la ragazza più felice del mondo.
Anche se, vedere, il proprio padre piangere ogni giorno non era una cosa bella.
Aveva perso quasi venti chili e aveva delle pieghe da decubito insopportabili da vedere e dolorose per lui.
 
In quel mese che è stato in rianimazione ho visto di tutto.
Bambini in fin di vita, ragazzi strappati dalla strada, anziani… qualcuno è uscito vivo da quella sala, mentre altre volte sentivo i pianti di disperazione dei parenti.
 
 
Quanto strazio hanno visto i miei occhi? Quanti pianti e quanta disperazione hanno sentito le mie orecchie?
 
 
Vigilia di capodanno e capodanno 2008/2009.
L’abbiamo  passata in ospedale con la speranza di vederlo, invece per un’emergenza all’interno non fu possibile, quindi restammo là nella sala d’attesa con altri parenti. Un bicchiere di spumante in mano con l’augurio che tutto sarebbe finito al più presto.
Verso il dieci gennaio, come per miracolo, mio padre uscì dalla rianimazione. Tutti piangevamo, tutti ci abbracciavamo.
Finalmente lo strinsi tra le mie braccia e gli sussurrai un debole ti voglio bene. Era un sogno vederlo e poterlo toccare..
Venne trasferito a Crotone, in una clinica di riabilitazione, due giorni dopo.
Mia mamma era sempre là con lui ed anche io e mio fratello andavamo a trovarlo, ma dovevamo andare anche a scuola quindi non potevamo stare tanto.
Lo vidi l’ultima volta a inizio febbraio e le cose stavano migliorando.
Il tredici febbraio, però, mia mamma decise di ritornare a casa da noi per poi ritornare il giorno seguente.
Ritornò  e anche io andai, però mio padre non c’era più… era volato in cielo.
Mia mamma ricevette la chiamata appena mise il piede dentro casa.
Piansi così tanto, che volevo morire anche io.
 
Il mio papà.
Non lo avrei rivisto più.
Non lo avrei mai più riabbracciato.
Non gli avrei parlato mai più.
Era un incubo.
Non volevo crederci.

 
Solo quando lo vidi dentro la bara, immobile e freddo realizzai tutto.
 
Mio padre è morto con il sorriso.
Mio padre era buono.
Mio padre era una gran bella persona.
È vero che il Signore si prende sempre le persone più buone.
È come quando sei in un prato, quale fiori stacchi? Sempre il più bello.
 
 Mio padre era tutto per me.
Con lui parlavo tranquillamente.
Con lui scherzavo.
Lui mi faceva sentire protetta sempre.
 

Ed ora cosa mi resta?
 
Sono passati tre anni da quando lui non c’è più ed io ancora piango sempre.
Mi manca.
Mi manca terribilmente.
Sento la sua mancanza ogni giorno ma so che lui è sempre qui con me.
Anche ora che sto scrivendo, so che lui è qui di lato e mi sta accarezzando la guancia.
Lo spero.
 
Mi manchi papà…
 
Ti amo

 

La tua "tata"

   
 
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