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Autore: Nikki Potter    08/04/2012    4 recensioni
Scattò il verde e ingranai la marcia. Non mi resi nemmeno bene conto di quello che successe, sentii solo un gran botto e poi buio totale.
Non so quanto tempo passò, ma fu un forte dolore alla fronte e qualcosa di caldo e appiccicaticcio che mi portarono ad aprire gli occhi. Il mio viso era appoggiato sull'airbag del volante, mentre la parte opposta della mia auto era completamente distrutta [...]
"Alex...credo di essermi rotta la milza" mormorai un secondo prima di vomitare sangue dalla bocca e macchiargli il camice.
"Lexie!" urlò Alex afferrandomi per impedire che cadessi a terra [...]
"Sloan, Grey, fuori dalla sala, andate in galleria" ordinò Karev entrando.
"Ma..." proruppe Meredith contrariata.
"Sei sua sorella, non puoi restare qui" disse Karev categorico.
"Io non sono un parente" protestai.
"Sì ma lei è la tua ex fidanzata e sei ancora innamorato di lei" rispose prontamente Miranda entrando nella sala pronta per l'operazione.
[Mark/Lexie]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lexie Grey, Mark Sloan
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Ottava stagione, Contesto generale/vago
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Mark Lexie1

Una storia di tre capitoli sulla mia coppia preferita di Grey's Anatomy!!

Spero che vi piaccia, si può collocare dopo la puntata 8x18.

Ora vi lascio, buona lettura!

Non ho mai smesso di amarti

Erano le cinque di notte e il buio sovrastava ancora Seattle. Stavo andando a lavoro, visto che il mio turno iniziava alle 5,30.

Accesi la radio e subito la canzone dei Coldplay, Paradise, invase l'abitacolo. Iniziai a canticchiare battendo le dita a ritmo sul volante. Mi fermai a un semaforo rosso e mi guardai intorno. Le strade erano completamente deserte, c'era solo qualche auto in giro, non un passante o un negozio aperto.

Scattò il verde e ingranai la marcia. Non mi resi nemmeno bene conto di quello che successe, sentii solo un gran botto e poi buio totale.

Non so quanto tempo passò, ma fu un forte dolore alla fronte e qualcosa di caldo e appiccicaticcio che mi portarono ad aprire gli occhi. Il mio viso era appoggiato sull'airbag del volante, mentre la parte opposta della mia auto era completamente distrutta. Mi misi a sedere con un gemito di dolore, mi faceva male il collo per il colpo preso.

Sganciai la cintura e osservai nello specchietto il mio viso. La mia coda era sfatta, ciocche di capelli mi contornavano il viso sporco da una parte di sangue che scendeva dalla ferita che avevo sulla fronte.

Aprii la portiera e scesi piano, calpestando pezzi di vetro e di lamiera. Notai l'altra auto che mi era venuta addosso, era una Chrysler di grosse dimensioni, assomigliava parecchio a un suv. Andai automaticamente in quella direzione, come mi imponeva la mia coscienza di medico.

Dentro c'erano un ragazzo e una ragazza. La ragazza era sveglia e stava cercando di aprire la portiera, il ragazzo che era al posto del guidatore invece era svenuto se non peggio.

Subito raggiunsi la ragazza che urlava in preda al panico.

"Ehi, come ti chiami?" domandai ad alta voce.

"Cassie" mi rispose la ragazza bionda con le labbra che tremavano.

"Adesso ti aiuto. Quanti anni hai?" domandai per distrarla.

"17" mi disse.

Con uno strattone riuscii ad aprire la portiera.

"Come si chiama il tuo amico?" domandai andando dall'altra parte del veicolo.

"Ethan, è mio fratello, ha 20 anni" mi informò Cassie seguendomi agitata.

Insieme riuscimmo ad aprire la portiera. Tolsi la cintura al ragazzo e mi chinai su di lui per cercare di sentire se c'era battito. Tirai un sospiro di sollievo, sì c'era, era ancora vivo.

Sollevai le palpebre e notai che doveva avere un edema cerebrale e doveva essere operato subito.

"Chiama il 911" le dissi passandole il mio telefono.

"Io...io non ce la faccio..." mormorò Cassie piangendo come una disperata.

"Ok, calmati...ho bisogno che tu li chiami, io devo bloccare l'emorragia di Ethan alla gamba, altrimenti potrebbe perdere troppo sangue, mi hai capito? So che ce la puoi fare, ok?" le dissi ficcandole il telefono in mano.

Cassie annuì e compose il numero.

La sentii parlare mentre io mi toglievo la cintura e la stringevo intorno alla gamba di Ethan, di poco sopra alla ferita profonda che aveva sulla coscia.

"Stanno arrivando" mi informò Cassie.

Io annuii. "Brava".

"Come sta?" Cassie indicò col capo il fratello.

"Deve essere operato subito, ma stai tranquilla ok?" ripresi il telefonino e lo rimisi in tasca.

"Non so com'è successo, la macchina non frenava più...noi non volevamo venirti addosso..." si scusò Cassie.

"Lo so, l'unica cosa che importa adesso è Ethan, va bene? L'auto posso sempre ricomprarla" le dissi accarezzandole i capelli.

"Sei un medico?"

"Chirurgo" risposi con un sorrisetto.

In lontananza si iniziavano a sentire le sirene dell'ambulanza.

Dopo cinque minuti eravamo già diretti al Seattle Grace Mercy West Hospital.

Ci fermammo e le porte vennero aperte per far scendere la barella. Subito scesi trovandomi davanti uno stupito Derek.

"Lexie?"

"Maschio di 20 anni, edema cerebrale e profonda ferita alla coscia con emorragia" dissi prima del paramedico.

"Stai bene?" mi domandò rapido.

Io annuii. Notai dietro di lui Avery, Kepner e Karev.

Derek mi fissò non molto convinto e sparì con la barella seguito subito da Jackson, April e Cassie. Alex invece mi si avvicinò incerto.

"Sei sicura di stare bene?"

Respirai profondamente, ora che l'adrenalina se n'era andata il dolore al collo e alla testa erano più forti.

Gli strinsi forte un braccio fissando un punto a caso del suo camice giallo.

"Mi fanno male il collo e la testa" gli dissi a bassa voce.

"Devi sottoporti a degli esami di controllo" riferì Alex.

Ma iniziavo a sentire qualcos'altro, un dolore costante a sinistra, sotto il diaframma e il sudore freddo imperlarmi la fronte.

"Alex...credo di essermi rotta la milza" mormorai un secondo prima di vomitare sangue dalla bocca e macchiargli il camice.

"Lexie!" urlò Alex afferrandomi per impedire che cadessi a terra.

Mi sentivo debolissima, udivo benissimo il battito accelerato del cuore di Alex e la sua voce.

"Una barella qui, presto!"

Mi sentii sollevata e appoggiata alla barella.

"Karev, che succede? Grey?!" 

Questa era la Bailey.

"Dobbiamo eseguire una splenectomia d'urgenza" disse Alex.

Lo sentivo tenermi il polso, probabilmente per registrare l'abbassamento della pressione sanguigna.

"Grey, ci senti?" domandò la Bailey.

Sollevai di poco le palpebre vedendo tutto sfocato.

"Ok, adesso ci pensiamo io e Karev a te, va bene? Portala nella due, sbrigati" ordinò la Bailey.

"Va bene...e Meredith? Glielo diciamo o..." iniziò Alex titubante.

"Ci penso io, ora tu portala nella due e preparati, io vado nella tre dove l'altra Grey sta operando con Sloan, Robbins e Hunt e glielo dico, poi ti raggiungo...ora muoviti Karev".

Quella situazione era così irreale...quello fu il mio ultimo pensiero prima di perdere definitivamente i sensi.

*

Avevo appena finito di ricostruire il viso di Matthew, un bambino di otto anni che si era schiantanto contro un muro col monopattino elettrico dei genitori.

Meredith e Arizona si stavano occupando di bloccare l'emorragia intestinale mentre Owen aveva appena terminato una toracotomia con successo.

La porta della sala operatoria si aprì, sulla soglia la Bailey con una mascherina davanti alla bocca.

"Grey, vieni con me immediatamente".

"Non posso, sto riparando un intestino" obiettò Meredith.

"C'è tua sorella nella due" aggiunse Miranda seria.

"Cosa sta operando?" chiese Meredith curiosa senza distogliere lo sguardo dall'intestino.

"Deve essere sottoposta a una splenectomia d'urgenza" rivelò Miranda.

Le sue parole mi fecero sbarrare gli occhi e rimanere di sasso.

Meredith finalmente fissò la Bailey, negli occhi la paura.

"Se non ci muoviamo rischia di andare in shock emorragico...credo che quando si sveglierà vorrà vederti al suo fianco" aggiunse Miranda.

"Vai Grey, ce ne occupiamo noi" disse Owen.

"Vai anche tu Mark, qui hai finito" aggiunse Arizona con sguardo consapevole.

Io mi alzai di scatto sfilandomi violentemente i guanti insanguinati e seguendo Meredith fuori dalla sala operatoria. Mi tolsi camice e cuffia e presi al volo una mascherina nuova, poi seguii la Grey nella due.

Lì le infermiere e l'anestesista erano già pronti, Karev si stava lavando al di là del vetro e lì, sul tavolo operatorio, c'era Lexie priva di sensi e mortalmente pallida. Aveva un taglio sulla fronte e un'infermiera le stava pulendo il viso dal sangue secco.

"Ehi spostati, a quel taglio ci penso io!" dissi con tono un tantino arrabbiato.

Ero arrabbiato perchè Lexie stava per essere operata e sarebbe potuta morire...ero furioso e preoccupato.

"Sloan, Grey, fuori dalla sala, andate in galleria" ordinò Karev entrando.

"Ma..." proruppe Meredith contrariata.

"Sei sua sorella, non puoi restare qui" disse Karev categorico.

"Io non sono un parente" protestai.

"Sì ma lei è la tua ex fidanzata e sei ancora innamorato di lei" rispose prontamente Miranda entrando nella sala pronta per l'operazione.

Rimasi senza parole, che potevo dire?

Karev mi rivolse un'espressione ovvia e concorde con le parole della Bailey.

"Vieni Mark, andiamo" Meredith mi prese un braccio nel tentativo di trascinarmi fuori.

"Ma io sto con Julia" iniziai.

"Bella copertura la Canner, ma non ci crede nessuno che sei innamorato di lei...non come lo eri, anzi sei di Lexie" replicò Karev convinto.

Cazzo, aveva ragione lui in pieno, e io detestavo che Karev avesse ragione e io torto.

Seguii docilmente Meredith nella galleria, le parole di Karev mi ronzavano ancora in testa e non riuscivo a pensare ad altro che a Lexie.

Furono ottanta minuti lunghissimi, Meredith non la smetteva di torturarsi le mani e mordersi le labbra, quanto a me non riuscivo minimamente a restare seduto, facevo avanti e indietro, lo sguardo sempre puntanto sul viso di Lexie, intubata e addormentata. Fortunatamente il fegato e nessun altro organo era lesionato.

Callie ci raggiunse e abbracciò prima Meredith e poi me, facendomi un cenno di comprensione.

"Tu sai dirci perchè? Insomma, ieri stava bene..." domandò Meredith avida di informazioni.

Non mi ero posto nemmeno quella domanda, la preoccupazione mi aveva completamente annebbiato il cervello.

"Il capo mi ha detto che ha avuto un incidente in macchina, le sono andati addosso due ragazzini. Il ragazzo che guidava adesso è nella uno, lo sta operando Derek, ha un edema cerebrale e un'emorragia alla gamba che Lexie ha fermato" spiegò Callie.

"Che Lexie ha fermato? Non capisco..." mormorai confuso.

"Lexie stava bene, è quando è arrivata qui che ha cominciato a sentirsi male, ha vomitato sangue addosso a Karev ed è svenuta" rispose Callie.

Annuii meccanicamente. Un suono familiare mi portò a voltarmi di nuovo verso la sala operatoria e distogliere lo sguardo dal volto della mia migliore amica.

La pressione di Lexie si era abbassata di colpo, stava andando in arresto.

"Lexie!" urlai in sincrono con Meredith.

Vidi Karev effettuare una prima defibrillazione senza risultato, e poi una seconda.

"Dai piccola Grey...non puoi lasciarmi così..." mormorai a bassa voce.

Anche la terza defibrillazione andò a vuoto.

"Lexie!" urlai battendo il pugno contro il vetro.

Tum...tu-tum...

"Bentornata Lexie...certo che le Grey ti fanno sempre spaventare..." commentò Miranda sollevata.

Emisi un sospiro e chiusi gli occhi abbandonandomi su una sedia. Dio, ero ancora terrorizzato da morire. Sentii una mano sulla spalla, Callie...

"Ti ci voleva proprio questo per far ammettere a te stesso di essere ancora innamorato di lei?" mi disse sedendosi di fianco a me.

Riaprii gli occhi fissando il pavimento e poi Meredith, le lacrime ancora ben visibili sul suo volto.

Come un razzo entrò Cristina che strinse forte la sua migliore amica.

Meredith e Callie la aggiornarono sull'intervento, io invece non dissi una sola parola. Solo una volta ero stato così terrorizzato in tutta la mia vita, quando Callie aveva avuto l'incidente e la nostra bimba aveva rischiato di morire per la nascita troppo prematura.

Sì, io l'amavo ancora con tutto me stesso, non avevo mai smesso di amarla per quanto ci avessi provato. La consideravo ancora la mia piccola Grey, la mia Lex...

La consideravo ancora mia, nonostante tutto.

*

Mi sentivo intorpidita e stanca, come se mi fosse passato sopra un camion.

Sentivo qualcuno stringermi la mano, non avevo dubbi si trattasse di Meredith. Infatti aprii prima un occhio e poi l'altro e misi a fuoco i capelli di mia sorella e i suoi occhi azzurri.

"Lexie...come ti senti?" mi domandò titubante.

"Stanca...mi avete operato?" mi uscì una voce bassa e rauca.

"La Bailey e Alex ti hanno sottoposta a una splenectomia d'urgenza" mi informò Mer.

Annuii leggermente, il collo mi faceva male, la testa invece molto meno, il sonno doveva avermi fatto bene.

Meredith mi avvicinò alle labbra un bicchiere pieno d'acqua e bevvi un po', in effetti avevo la gola parecchio secca.

Mi toccai la fronte dove sapevo esserci il taglio e i miei polpastrelli sfiorarono un enorme cerotto.

"E' stato Mark, ha ricucito il taglio subito dopo l'operazione, quando tu eri ancora sotto anestesia, così non avresti sentito niente" rivelò Meredith.

Io la fissai sconcertata. Mark?

"Sai durante l'operazione sei andata in arresto...ho avuto tanta paura, anche Mark...sembravamo due fuori di testa" Meredith sorrise.

Sorrisi di rimando. "Quanto devo stare in ospedale?"

"Dieci giorni come minimo, poi giudicherà la Bailey quando potrai andare a casa" mi rispose Mer.

"Allora siamo a posto" commentai divertita.

Meredith ridacchiò.

"Cognata, vedo che stai molto meglio" esordì Derek entrando con un megasorriso.

Gli sorrisi in risposta. "Sono viva, no? Come sta Ethan?"

"L'operazione è riuscita perfettamente, il tuo intervento sulla gamba è stato determinante. Adesso la sorella è con lui, non lo molla un attimo, qualche ora fa sono arrivati anche i genitori..." mi informò Derek.

Qualche ora fa? "Scusate ma quanto ho dormito?"

"Una decina d'ore" rispose Meredith. "Tatcher è andato a prendermi un caffè, riteneva ne avessi un assoluto bisogno".

"Ha ragione, hai due occhiaie da far spavento" commentai con un ghigno.

Io e Derek scoppiammo a ridere davanti alla faccia contrariata di Mer.

"Sei sempre bellissima" Derek baciò mia sorella sulla guancia prima di scappare via al suono del cercapersone. 

La giornata era passata con la visita di tutti i miei colleghi, April ci aveva messo da sola un'ora per raccontarmi delle due operazioni a cui aveva partecipato quella mattina, senza omettere nessun dettaglio.

Erano venuti tutti a farmi un salutino, persino Jackson, tutti tranne lui, Mark.

Dove diavolo era? Perchè non era ancora arrivato? Avevo fatto qualcosa di male nei suoi confronti? No, decisamente no.

Poteva degnarsi di sprecare due secondi del suo preziosissimo tempo per dirmi anche solo un veloce ciao. Ma ovvio, doveva essere impegnato con Julia in attività in cui era richiesto un uso intensivo di lingua e saliva.

Oddio, mi veniva da vomitare. Letteralmente. Afferrai una ciotola di plastica sul mio comodino con dentro dei barattoli che rovesciai sul letto prima di espellere praticamente l'acqua che avevo bevuto.

All'improvviso sentii una mano grande e fresca sulla fronte e quel profumo così virile...

Un ultimo conato poi alzai il viso incrociando gli occhi azzurri di Mark. Mi pulì la bocca con una salvietta senza dirmi niente.

Erano ore che lo volevo lì, esattamente dove si trovava adesso, eppure non sapevo cosa dirgli.

Eppure dovevo dire qualcosa, qualsiasi cosa per spezzare quel silenzio carico di tensione.

"Come mai sei passato di qui?"

Dire quelle semplici parole mi era costato uno sforzo enorme.

"Volevo controllare il taglio sulla fronte" rispose solo.

"Ah".

Delusa, ero delusa, ma cosa cavolo mi dovevo aspettare? Lui era andato avanti definitivamente, ero stata io a chiedergli di lasciarmi in pace, e adesso che cavolo pretendevo?

Mi tolse piano il cerotto e poi controllò la situazione.

Il suo collo...potevo quasi sfiorarlo con la punta del naso e il suo profumo era talmente intenso da stordirmi...era ancora lo stesso che gli avevo regalato io...Eternity di Calvin Klein.

Mi mise un altro cerotto prima di allontanarsi a distanza di sicurezza.

"Tutto a posto, un paio di mesi e non si vedrà neppure la cicatrice" mi riferì.

Ma non mi interessava affatto di avere un segno permanente sul viso, la cicatrice mai rimarginata che avevo sul cuore sarebbe rimasta per sempre, per cui una in più non faceva differenza.

Non dissi nulla, perchè non sapevo che dire. Volevo solo che uscisse il più velocemente possibile, in modo da poter piangere in pace. Sentivo gli occhi bruciare e non sarei durata ancora per molto, soprattutto se continuava a guardarmi in quel modo così...intimo.

"Beh...rimettiti presto" proruppe Mark.

"Ok" mormorai.

Lo vidi aprire la bocca e poi richiuderla prima di voltarsi e uscire. Appena sentii la porta chiudersi tirai un respiro di sollievo prima di iniziare a piangere silenziosamente.

ANGOLO AUTRICE

Il secondo capitolo dovrei pubblicarlo mercoledì, e non ci dovrebbero essere problemi, visto che la ff è già tutta scritta.

Fatemi sapere con un commento se vi è piaciuta. Grazie mille per aver letto!

Ciao

Nikki Potter

  
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