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Autore: _Lou    08/04/2012    4 recensioni
Rachel a soli vent'anni è già diventata la star tormentone del momento con il suo singolo "loveless", ha un enorme casa a New York e una bellissima vita; finché un ragazzo un po' malandato con i jeans stracciati, una cresta nera e una chitarra in mano non entrerà a far parte della sua vita, anzi rientrerà.
- Cosa vuoi uno spicciolo? Non ho niente.
- Rach?
- Si, sono proprio io Rachel Berry. Niente autografi né foto però.
- Rachel!
- Chi sei? Come fai a conoscere il mio nome? -La nanetta prese un respiro prima di iniziare a dimenarsi- Polizia? Polizia?!
- Sono io..
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Noah Puckerman/Puck, Rachel Berry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Principessa ti ricordi di me?




A soli vent’anni con pochissima esperienza ma tantissima bravura io Rachel Berry ero già diventata la nuova regina della musica, quasi brava come la Streisand. Abitavo in un attico a New York piuttosto modesto, solo una piscina in salone e qualche cameriera a pulire la mia adorabile casa che condividevo con Kurt e Blaine le uniche persone vere che mi circondavano ormai. Già con il successo non arrivano solo i soldi, i bei figoni e i party; no arrivavano anche le delusioni per ogni singolo che non superava il milione di vendite in cinque minuti, le persone false, già, persone talmente false da fingersi persino tua zia pur di ricevere qualche soldo o un po’ della tua popolarità, ma non sono mai stata fregata.

“Signorina Berry è pronta?” Chiese la giornalista di tvStar, dove dovevo fornire un documentario della mia vita, il quale per il mio manager sembrava di vitale importanza. Infine per la serata sarebbe finita con le riprese del videoclip di loveless il mio singolo con più successo.
“Iniziamo col dire che lei ora è la star più in voga del momento, ma cosa ci dice veramente di lei? Cosa ne dice di raccontarci delle sue origini?” Tzè. Patetico, davvero una sconosciuta vestita anche male per altro pensava che le avrei raccontato tutti i miei segreti più nascosti solo per farla avere più odiens?Giornalisti, patetici.
“Sono nata in un amabile paesino, ho frequentato la scuola e sono sempre stata molto, ma molto ambiziosa! Ed è questo il segreto del successo essere ambiziosi e saper cogliere le occasioni che ogni giorno ci offre la vita.” Usavo sempre frasi ad effetto poiché sconvolgevano chiunque sentisse le mie parole e mi facevano apparire come una ragazza per bene, ciò che ero.
“Fantastico, ma hai vent’anno e nessun ragazzo? Perché? Infondo non sei per niente brutta no?” La solita domanda impertinente, se sei giovane e carina perché non hai un ragazzo? Perchédovrei averne?
“Ragazzi uguale distrazione. Tenga conto delle mie parole perché magari un giorno le saranno utili.” Sfacciata e diretta, così era la nuova Rach dopo aver abbandonato tutti i miei vestiti con i gufi, già per la casa discografica non erano per niente “glamour” così dovetti disfarmene.
“Tieni molto alla tua carriera a quanto pare. Ma dicci di Kurt e Blaine, stanno insieme giusto?”
Lo sapeva tutto il mondo che i miei due migliori amici stavano insieme eppure nessuno ci credeva, forse per la bellezza mascolina di Blaine.
“Esatto.” Annui continuando a sorridere alla telecamera, quella stupida intervista mi stava davvero annoiando.
“Ma c’è un vecchio amore che ha sempre rimpianto? Che magari vorrebbe rivedere? Non so una qualche pazzia mai fatta?” Domanda insolita e che entrava troppo nel privato. Una pazzia non fatta? Forse quella di non amare il più bel ragazzo del McKinley, forse un po’ pazzo e senza un futuro certo, ma di certo l’unica persona con cui io abbia mai provato delle vere emozioni.
“No, ho sempre fatto tutto ciò che desideravo.” Mentii, d’altronde era inevitabile non volevo che il mio singolo “loveless” fosse associato a Noah, perché non era così. No, no, no. Forse solo un po’.
“Benissimo, ora può andare ciao e grazie mille per l’intervista.” Sorrisi e salutai, finalmente libera. O meglio quasi libera siccome dovevo fingere qualche altro sorriso prima di potermi rintanare nel Klarry nascondiglio. La mia casa.

“Berry in anticipo come sempre.” Costatò Luke il mio produttore facendomi un enorme sorriso, era un uomo sulla quarantina con un principio di calvizia e un enorme pancione.
“Allora iniziamo?” Ero terribilmente seccata, avevo bisogno di una dormita o di un super caffè che mi restituisca tutte le energie, ma ormai di caffè non me ne facevano effetto neanche sei.
“Certo, solo per un miglior aspetto musicale ci sarà un altro al posto di Jack che suonerà la chitarra, ok?” Cauto, mi informò lui, sapeva quanto odiavo non esser avvertita minimo quarantotto ore prima di qualsiasi decisione. Non parlai annui solamente, in segno della mia scocciatura che mi provocava ciò. “Ah, mi chiedevo se potessi ospitarlo in casa siccome la tua è grande e non ha soldi per un appartamento.” Bisbigliò qualche secondo dopo abbassando lo sguardo, ma dico scherziamo?
“Sei pazzo dico?! E perché dovrei far lavorare uno straccione nel mio video?” Urlai in preda all’isteria gesticolando in malo modo.
“E’ mio nipote!” Cercò di giustificarsi iniziando ad annaspare.
“E perché dovrei portare uno sconosciuto in casa mia?” Urlavo come una belva inferocita, tutto ciò non era neanche lontanamente concepibile, per una cosa del genere ci sarebbe voluto minimo un anno di preavviso e una profonda conoscenza dell’individuo in questione.
“Ma non sono uno sconosciuto, principessa.” Una voce abbastanza familiare fece capolinea mostrando una sottospecie di barbone con una cresta non troppo curata, dei jeans completamente malandati e stracciati, converse nere, e una chitarra in spalla. Dove credeva di andare ad un convegno per barboni?
“Cosa c’è? Vuoi un euro, non ho soldi.” Risposi acida alla vista del barbone-ragazzo.
“Rach!” Era allibito forse, lo deducevo dalla bocca spalancata.
“Si sono la grandissima Rachel Berry, niente foto e autografi.” Volevo mandarlo via, era così barbone, forse stavo usando troppe volte quel termine.
“Rachel, sono io non ti ricordi di me?” Mi cercò con lo sguardo che finalmente si intrecciò col mio, quegli occhi, solo quegli occhi erano sempre riusciti a capire il mio vero stato d’animo; quelle labbra le uniche che mi avevano regalato emozioni, lui, il solito stronzo; ma cosa gli era successo? Sembrava molto più cresciuto dall’ultimo anno di scuola, anche se di viso era sempre lo stesso aveva solo il fisico più tonico e vestiti più brutti. La giacca di pelle però  non era cambiata.
“Noah.” Sussurrai, ora ero io ad avere la bocca aperta. Lui, era Noah quel Noah a cui avevo quasi dedicato la mia canzone di più successo, quel Noah che nei cinque anni più brutti della mia vita –le superiori- mi aveva sempre aiutato e supportato, forse non proprio i primi anni, quel Noah che sapevo d’aver sempre amato; solo a scuola però. Ora erano tempi diversi e io e lui eravamo cose completamente diverse.
“Principessa.” Fece un sottospecie di inchino e poi mi sorrise, che sorriso perdifiato.
“Allora è un si? Iniziate a cantare su.” Urlò Luke spezzando l’atmosfera, Noah prese la sua chitarra classica e si sedette su una sedia in mezzo alla stanza, mentre io indossai i costumi di scena.

Without love I wake up in the morning,

without love I am lost in dreams,

I lead my life without love, always looking for you.

Please come back to me and give me a bit 'of your love

so i no longer the girl loveless.



Pronunciare quelle parole con lui così vicino diventava sempre più difficile, sempre più imbarazzante, e per complicare le cose lui non faceva altro che sogghignare ogni volta che aprivo bocca.

“Perfetto ragazzi, avete concluso. Noah le tue valige le ho già mandate a casa Klarry, arrivederci.” Ci buttò fuori dallo studio Luke, per sfuggire alla mia sfuriata. Quando uscimmo era già notte inoltrata e faceva pure freddo, stupido videoclip.
“Casa Klarry?” Chiese lui mentre andavamo verso la macchina, ovviamente lui non l’aveva.
“Dove abitiamo io, Kart e Blaine.” Spiegai mantenendo sempre una certa distanza.
“Oh, una relazione a tre.” Costatò prima di scoppiare a ridere, gli diedi una leggera spinta prima di ridere anch’io.
“Dai sali.” Lo invitai aprendogli la portiera della mia magnifica porche metallizzata.
“Questa è macchina tua?” Allibito, e di nuovo con la bocca aperta.
“Sai io non ho le chiavi delle macchine dei sconosciuti.” Risposi cercando di star attenta alla strada.
“Wow, la mia moto si è distrutta in incidente.” Continuò lui sereno, incidente? Chissà se lui si era fatto male.
“Prevedibile da uno come te.” Sussurrai pensando tra me e me,
“siamo acide e principè?!” Costatò ghignando, di nuovo.
“Non mi piaceva due anni fa, cosa ti fa pensare che mi piaccia ora?” Sibilai alludendo all’orribile nomignolo che da sempre mi aveva innervosito.
“Scusa, principessa.” Finì scendendo dalla macchina dopo aver capito d’esser arrivato, al mio enorme attico. Ed ora come lo spiegavo a Kurt e Blaine?
“Buongiorno, signorina.” Scherzò Blaine indicando l’orologio, le undici e mezza, sorrisi, Kurt già dormiva. Non  si stupì all’entrata in scena di Noah.
“Già ci hanno detto tutto.” Menomale.


Me: Ok, forse non è proprio verosimile ma cosa ne pensate?
Rachel forse è diventata un po’ troppo frivola, ma da lei me lo sarei aspettata.
E, oh addio vestiti con i gufi! Hhahha
Il ritornello della canzone “loveless” l’ho inventato al momento perciò per favore non criticatelo >_< Hhhaha, la traduzione è
Senza amore mi sveglio la mattina,

senza amore mi perdo nei sogni,

senza amore conduco la mia vita sempre in cerca di te.

Ti prego torna da me, e donami un po' del tuo amore

in modo che io non sia più la ragazza senza amore.

Una sciocchezza, niente di più >-<
Grazie a chiunque sia arrivato fin qui!
Alla prossima,


Lisa  





  
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