All
that counts is here and now
–
Sei un Grifondoro di merda, Tomlinson, – sibila Harry,
affrettandosi a
recuperare i suoi vestiti sparsi sul pavimento dell’aula
vuota in cui hanno
appena scopato. Non gli piace essere preso in giro, non gli
è mai piaciuto, e
ha permesso a Louis di farlo per fin troppo tempo.
Gli
ha detto tante belle parole, gli ha sussurrato tra i baci di amarlo, e
lui
ormai è stufo: l’ha capito, ormai, Louis
può dargli solo quello e nient’altro.
Ha
paura, il Grifondoro, una paura fottuta che lo spinge sempre a cercare
Harry di
nascosto, a controllare se i corridoi sono vuoti prima di baciarlo, e
il
Serpeverde non ne può semplicemente più: il
bisogno di sentire suo Louis anche
in mezzo alla gente, ai suoi compagni e ai professori, lo sta logorando.
Che
Grifondoro è, Louis, se ha più paura del giudizio
altrui di un Serpeverde?
–
Un Grifondoro di merda, – ripete Harry mentre si allaccia i
pantaloni,
rispondendo ad alta voce al pensiero che ha formulato; dovrebbe essere
il
contrario, per Salazar, dovrebbe essere lui quello terrorizzato, e
invece
l’unico che vuole continuare a fingere è Louis.
Non
lo degna neppure di un’occhiata, infilando l’ultimo
bottone della camicia
bianca nell’asola, né si volta verso di lui quando
l’altro lo chiama mentre
toglie alla porta il sigillo che le ha imposto in precedenza,
nell’eventualità
che qualcuno decidesse di entrare nell’aula, mormorando un
incantesimo e
stringendo tra le dita l’impugnatura della sua bacchetta di
sorbo. Non lo
saluta neppure, quando esce a passo marziale dalla stanza diretto al
suo dormitorio
nei sotterranei.
Quella
storia non sarebbe dovuta iniziare, non può fare a meno di
ripeterselo ogni
volta che, per un motivo o un altro, cede al desiderio, si concede
senza
pensieri a Louis e, puntualmente, si sente dire che dovranno rimanere
nell’ombra. Non lo sopporta più, non riesce
più a ridere quando vede una
ragazza provarci con Louis, non riesce più a passare sopra
ad ogni volta che in
Sala Grande cerca di incrociare il suo sguardo e viene ignorato.
Prova
a convincersi che quella è l’ultima volta, prima
di sbottare la parola d’ordine
della Sala Comune - ha corso e non se n’è neanche
accorto - e fiondarsi oltre
l’arazzo, ma sa che non sarà così:
basterà uno sguardo, un sorriso, una carezza
da parte dell’altro per farlo capitolare ancora.
Perché
Harry lo ama davvero, Louis, è disposto a tutto per lui: ad
andare contro la
propria famiglia, a calpestare il proprio orgoglio, a giocarsi tutto
quello che
ha. E lo farebbe, sì, anche in quel momento, se solo Louis
gli permettesse di
farlo. Non ci penserebbe un attimo.
–
Un Grifondoro di merda, – borbotta ancora mentre apre la
porta del dormitorio
del quinto anno e si fionda sul proprio letto, senza badare alle
occhiate
interrogative dei suoi compagni. Non vuole altre parole vuote,
né sguardi
curiosi addosso, così bofonchia un altro incantesimo e fa
sì che le pesanti
tende verde smeraldo del suo baldacchino ricadano tra sé e
il resto del mondo
come un sipario.
Pensava
di aver capito tutto, Louis, credeva di aver fatto la scelta giusta
mantenendo
segreta la sua relazione con Harry; ma, e lo capisce ancora una volta
nell’istante in cui il Serpeverde esce dall’aula
con quel cipiglio furioso, ha
sempre sbagliato tutto.
Ama
Harry, lo ama più di quanto abbia amato chiunque altro nella
sua vita, ma ha paura
di ciò che la gente potrebbe pensare di loro, di lui stesso,
se la relazione
con Harry diventasse pubblica. Sa di essere lui quello dalla parte del
torto,
sa che il loro amore non è sbagliato e non potrebbe mai
esserlo, ma quella
sottile angoscia non lo lascia in pace e libero di agire. Si rende
conto di
ferire Harry ogni volta che lo cerca, ogni volta che lo bacia
accertandosi di
essere soli, ogni volta che lo fa suo, squallidamente, in uno dei bagni
della
scuola o in qualche aula in disuso e poi lo lascia andare via con
quella frase
che ha imparato ad odiare nonostante sia lui stesso a pronunciarla. Lo
vede, il
dolore negli occhi verdi e brillanti del suo Serpeverde, ogni benedetta
volta
che lo liquida dicendogli che continueranno a vedersi di nascosto. Ma
non può
farne a meno.
Esce
dall’aula diversi minuti dopo l’altro, vestito di
tutto punto e col suo solito
sorriso stampato sulle labbra: è un ruolo che veste bene,
quello di scherzoso
menefreghista, ma i suoi occhi non riescono a celare completamente la
tristezza
che prova per quella situazione.
Non
possono continuare così, e lo sa.
Lo
rivede quella sera a cena, in Sala Grande, con lo sguardo basso e gli
occhi
coperti dai suoi magnifici capelli ricci e scuri che ama annusare e
accarezzare
quando sono soli. È proprio in quel momento che prende la
sua decisione - e
fanculo al mondo.
Si
allontana senza una parola dagli amici con cui è sceso in
Sala Grande e avanza
deciso verso la tavolata verde-argento. Sente i mormorii degli studenti
nelle
orecchie, avverte i loro occhi addosso, ma non è quello il
momento di dar loro
un’importanza che non meritano: è un Grifondoro,
no? Agisce, lui, non deve
pensare alle conseguenze delle sue azioni: specialmente se sa che le
sue azioni
possono rendere felice la persona che ama, o distruggerla lentamente
come hanno
fatto fino a quel momento.
Arriva
alle spalle di Harry senza che quello si accorga di niente, preso
com’è a
contemplare il piatto dorato e vuoto che ha davanti, e affonda le dita
nei
capelli morbidi della sua nuca. Lo sente irrigidirsi appena, prima di
costringerlo dolcemente ad alzare il viso, e vede di sfuggita il lampo
di
sorpresa che illumina le sue iridi verdi, prima di chinarsi su di lui e
baciarlo lì, davanti a tutti, con una veemenza che alle
prime stupisce persino
se stesso.
Cosa
succederà a partire da quel momento non lo sa,
l’unica cosa di cui è certo
mentre sente le labbra di Harry dischiudersi per accogliere la sua
lingua è che
non gli importa più: sta baciando il ragazzo che ama di
fronte a tutta la Sala
Grande e non è mai stato felice come in quel momento.
But this time, I mean
it, I'll let you know
just how much you
mean to me.
Demolition
Lovers – My Chemical Romance