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Autore: Hagne    08/04/2012    3 recensioni
"Lasciarsi alla sua età non era poi così inconsueto .
Accadeva spesso .
Era normale .
[...]
La pietra cozzò contro lo zigomo di Edward ancor prima che Bella potesse essere pienamente consapevole di essersi chinata per raccoglierla , ma sentiva le nocche sbucciate bruciare per lo strofinio contro il terreno , perciò capì di averlo fatto davvero .
[...]
Perché era stata lasciata , ed anche se accadeva spesso tra i suoi coetanei , anche se erano normale a quell’età , faceva ugualmente male ."
Genere: Commedia, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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" Seems like just yesterday
You wew a part of me
I used to stand so tall
I used to be so strong , Your arms around me tight
Everything it felt so right .
Unbreakable , like nothin'could go wrong
Now I can't breath
No , I can't sleep
I'm barely hanging on "

[...]
 " Here I am , once again
I'm torn into pieces
Can't  deny it, can't pretend
Just thought you wew the one
Broken up , deep inside
But you won't get to see the tears I cry
Behind these hazel eyes "











Lasciarsi alla sua età non era poi così inconsueto.
Accadeva spesso.
Era normale.
Eppure, quel discorso sarebbe valso per la cotta adolescenziale che ti faceva tremare le ginocchia e sfarfallare lo stomaco, non per l’amore vero, lì si cadeva nell’errore.
In quel caso occorreva strepitare, urlare per la frustrazione e ricoprire di insulti il proprio compagno, colpirlo se necessario, ma bisognava far capire all’altro il proprio disagio, la delusione e l’amarezza che aveva portato alla rottura.
Ed essere implicitamente la causa del distacco non poteva che fomentare la rabbia e l’incredulità.
Era questo che Edward le stava dicendo tra le righe, con eleganza, con gentilezza, ed era proprio quella gentilezza a farla sentire come una perfetta idiota.
Perché ci si lasciava con rancore, rabbia,  frustrazione, non con gentilezza, in quel caso si cadeva nel demenziale.
- Sarà come se non fossi mai esistito .
‘Crack.
La pietra cozzò contro lo zigomo di Edward ancor prima che Bella potesse essere pienamente consapevole di essersi chinata per raccoglierla, ma sentiva le nocche sbucciate bruciare per lo strofinio contro il terreno, perciò capì di averlo fatto davvero.
 In fin dei conti, era normale per lei immaginare cose, presagire il peggio da eventi da lei solo ipotizzati, ma quella volta aveva agito ancor prima di pensare,  ed ora si trovava con lo sguardo sorpreso del suo  ragazzo-vampiro  addosso.

Sorprendere Edward Cullen non era in verità roba da dilettanti, al contrario, Bella avrebbe scommesso che forse, e la sua mente si premurò di sottolineare quel forse, era la prima ad averlo fatto, e stranamente si inorgoglì di quel piccolo premio di consolazione.
Perché era stata appena piantata, e la sola idea di essere riuscita a sfondare l’imperturbabilità di una creatura ultracentenaria rendeva un po’ meno amara l’idea di essere rimasta sola.
-  Perché nella foresta ? Non avresti potuto rendermi le cose un po’ più semplici eh ?
Doveva sembrare parecchio fuori di testa a giudicare dalle sopracciglia arcuate del vampiro, ma Bella era stata assalita da quella che i medici avrebbero definito aggressività compulsiva post-traumatica,e  chissà perché, lei non si sentiva minimante in colpa per il suo tono tagliente.
Voleva esserlo.
Tagliente come le parole di Edward, crudele e meschina come la pacatezza che in quel frangente era decisamente fuori luogo.
 - Mi lasci per paura di farmi male, di uccidermi, in una foresta nella quale potrei perdermi e rotolare dentro un fosso ? Sei un imbecille Edward Cullen! Tu e le tue stupide manie di persecuzione !
Battè i piedi in piena crisi isterica, percuotendosi il petto con la mano chiusa in un pugno e le ciglia umide di lacrime.
Perché la rabbia stava lasciando spazio alla tristezza, e le lacrime che aveva trattenuto tanto a lungo avevano rotto gli argini e le sue resistenze.
- Mi vuoi lasciare ? Bene ! Ma fallo per un vero motivo ! Ami un'altra ? Sono brutta ? Grassa ? Potevi dirmi di tutto, ma non che mi lasci per il mio bene ! Queste sono solo stronzate !
Un altro sasso andò a collidere con la figura statuaria e granitica del vampiro, un altro piccolo graffio inesistente sulla pelle bianca del suo fidanzato, ma Bella avrebbe voluta vederla, qualche crepa.
Avrebbe voluto fargli male, arrossargli la guancia con la forza dei suoi schiaffi e vederlo piangere per il peso dei suoi pugni, invece Edward la guardava addolorato, ancora un po’ sorpreso, ma perfettamente padrone delle proprie emozioni.
- Non hai nulla da dire ?
A lei i suoi occhi dorati erano sempre piaciuti, li aveva amati, li aveva sognati, ma ora li odiava.
Odiava l’accondiscendenza con la quale la fissavano, la comprensione con la quale pensavano di capirla.
Perché Edward non aveva capito nulla  di lei, di loro.
- Bella, tu non capisci, ora fai così, ma prima o poi troverai…
- Ma certo, come ho fatto a non pensarci prima – sbottò caustica, schiaffeggiandosi platealmente la fronte – hai sempre desiderato così tanto che ti tradissi che ora smani dalla possibilità di trovarmi un altro.
La sua voce aveva raggiunto una tonalità così acuta da infastidirsi da sola, ma Edward aveva un super udito, e fracassargli un po’ i timpani non poteva che allettare la sua smania di onnipotenza.
- Sai che ti dico, domani uscirò con Newton, così, per farti contento. Perciò, se hai finito, io me ne andrei.
Gli lanciò un ultimo sasso, un po’ più grande, un po’ più pesante, colpendolo questa volta allo stomaco, ma Edward non mosse un muscolo, non sembrò neanche accorgersene.
Eppure il gesto bastava, il risultato non sarebbe importato comunque.
Gli diede le spalle e cominciò a camminare con passo svelto per allontanarsi da quello spiazzo il prima possibile, attenta a non inciampare in qualche radice o sasso, anche se le lacrime non aiutavano a rendere la sua vista più aguzza.
Masticò una maledizione quando un ramo le graffiò il braccio, ma era pateticamente dolorante un po’ dappertutto, e lamentarsi per quel piccolo graffio non sarebbe servito a nulla.
Poi lo  udì, l’impressionante spostamento d’aria e il peso di uno sguardo dorato che l’aveva sempre messa in soggezione ma che ora, oltre a renderla esageratamente consapevole dei propri difetti, non le arrecava nessun piacere.
- Cosa vuoi fare ? Alice non ti vede più nelle visioni ! Non fare nulla di stupido !
Le mani di Edward volarono a stringerle gli avambracci, e sentì le ossa scricchiolare quando il vampiro aumentò la presa sui suoi poveri e gracili arti, un suono che sembrò udire anche il suo ex ragazzo visto il suo repentino indietreggiamento.
- Mi dispiace. Io non volevo, non pensavo avresti reagito così…
Lo aggredì ancor prima che potesse finire la frase con uno sguardo incredulo.
Perché lo era, inibita di fronte alla stupidità del vampiro, alla sua mancanza di tatto.
- Non immaginavi avrei reagito così ? E che pensavi avrei fatto ? Che mi sarei rannicchiata in un angolo e ti averi fatto ciao ciao con la manina ?
Era diventata isterica, ed ora piangeva apertamente, senza curarsi dell’ammontare di acqua che aveva preso a sgorgare dai suoi occhi.
Di quel passo sarebbe morta di disidratazione.
- Davvero pensavi non avrei reagito così ? Per cosa mi hai preso ? Per un pupazzo ? Cristo Edward! Mi stai lasciando e pretendi che io non mi arrabbi ?
L’insensibilità di Edward era imbarazzante, lo era la sua ingenuità e il suo improvviso sfoggio di stupidità.
- Non pensavo di essermi innamorata del vampiro più stupido di questo sputo di pianeta ! Ed ora spostati, devo tornare a casa !
Le sue mani fredde tornarono a immobilizzarla, ma questa volta il ringhio animale alle loro spalle fu un ottimo deterrente per l’ossessivo bisogno di Edward di avere tutto sotto controllo.
Bella lanciò un' occhiata vacua sopra la spalla, e quando colse la pelliccia di Jacob non potè che liberare un gemito esasperato nel capire di essere circondata da creature mitologiche, mentre ora avrebbe voluto avere solo suo padre e un enorme confezione di gelato alla vaniglia davanti.
Il lupo balzò in avanti con un ruggito inquieto, occhieggiando la mano con la quale Edward la sospinse dietro le sue spalle.
La sua iperprotettività l’aveva sempre lusingata, in quel frangente era invece inopportuna e fastidiosa.
Per questo lo allontanò di qualche millimetro con un forte spintone prima di dare la spalle ad entrambi ed avviarsi verso la probabile  uscita dalla foresta.
- Bella !
- Bella !
Jacob le fu sopra ancor prima che potesse minimamente pensare di scavalcare un enorme fosso, sollevandola con le sue mani che bruciavano e schiacciandola contro il petto glabro che trovò stranamente fastidioso.
Perché lei amava farsi abbracciare da lui, amava il suo calore, la sua dolcezza, ma ora  voleva stare sola, senza nessuno se non con suo padre.
- Lasciami Jake ! – si lamentò contrariata, riuscendo a sfuggire dalla stretta e finendo con il venire intercettata da Edward, tornato a incombere su di lei con quel suo sguardo rammaricato che cominciava a farle venire la nausea.
- Anche tu ! Lasciami ! Te ne vuoi andare ? Mi hai lasciata ! Bene ! Ora non sono più affar tuo !
- L’hai lasciata ?
L’esclamazione incredula di Jake non fece altro che rendere quella situazione pietosamente comica, e un tantino ironia, ma ora Bella aveva bisogno di tranquillità, non di essere la pallina di due giocatori di ping pong.
- Non sono affari tuoi.
Prima battuta.
Jake la strattonò di lato, tirandola per un braccio e facendole male visto che Edward non mollava il suo arto sinistro.
- Si invece.
Risposta diretta. Secondo lancio.
- Lasciala cane !
- Lasciala tu  Freddo !
La sballottolarono per una altro po’ prima che il suo gemito di dolore portasse entrambi a lasciare la presa, e quando finì carponi al suolo, Bella prego affinchè la lasciassero stare.
- Vattene ! Lei non è affar tuo !
- Invece si ! Se tu non la vuoi la prenderò io !
- Oh, grazie Jake, ora si che mi sento meglio.
Era stata declassata a misera braciola, un pezzo di carne che due animali si contendevano con la delicatezza di un picchetto conficcato nello sfintere.
Continuarono ad azzannarsi a vicenda, mordaci e alquanto insensibili al suo umore fino a quando Jake non colpì Edward con un manrovescio che lo spedì dritto dritto contro una vecchia quercia.
Fu allora che un po’ di colore andò a colorarle le guance e le lacrime smisero di rigarle le guance.
- Bel colpo Jake – si complimentò estatica mentre Edward tornava in piedi tra le schegge di tronco abbattuto, fissandola con quegli occhi increduli che sollazzarono il suo insano divertimento.
Perché si era appena congratulata perché il suo migliore amico aveva dato un pugno al suo ragazzo, e non c’era nulla di divertente in quello, ma Bella lo trovò decisamente divertente, nonché molto ilare.
- Bella, dobbiamo parlare, io non …
- Oh, abbiamo già parlato abbastanza  – tornò in piedi a fatica, storcendo la bocca nel sentire una fitta acuta al basso ventre – ora voglio solo andare a casa.
Sfilò dal giaccone il cellulare che Charlie le aveva comprato, e quando la voce di suo padre echeggiò nelle sue orecchie, un caldo senso di protezione,  di vera  protezione ammorbidì la sua espressione.
- Cosa c’è Bella ? Dove sei ? Sono le undici, hai ancora mezz’ora prima del coprifuoco, è successo qualcosa?
Li guardò un istante, ancora una volta, mentre la voce apprensiva di suo padre si alzava di due ottave, e quando l’occhio le cadde sull’espressione tirata di Edward, qualcosa le azzannò lo stomaco.
Quel bisogno di vomitare che le rese la voce bassa e soffocata.
- Mi sono persa nella foresta, e c’è un puma e un lupo che mi inseguono.
Bastò un secondo e la linea cadde a seguito dell’urlo di suo padre.
Nessuno aveva mai messo  in dubbio la celerità del capo della polizia di Forks, ma quella sera superò se stesso.
Charlie Swan impiegò quindici minuti a trovare la figlia, e ne impiegò ancor di meno per  caricarla nell’auto della polizia e portarla a casa.
- Stai bene ?
Suo padre era spaventato, decisamente terrorizzato, ma ora Bella voleva solo riposare.
Si affossò nel sedile, incassando la testa tra le spalle e tirando le gambe al petto, gli occhi asciutti che bruciavano e la faccia appicicaticcia per le lacrime.
Sentiva il frusciare del vento sopra la sua testa.
Edward li stava seguendo.
- Papà, posso dormire con te questa notte ?
- è successo qualcosa con Edward ?
L’empatia di un padre era migliore di quella di un vampiro, perché era più acuta, meno oggettiva, ma più personale, e riusciva a cogliere sfumature emozionali che nessuno, neanche Edward  avrebbe saputo captare.
Impiegò qualche minuto per rispondere.
Non perché volesse prendere tempo, ma perché, semplicemente,  non aveva più voce, o almeno, non ne aveva più per ripetere a se stessa quella frase.
- Io ed Edward abbiamo rotto.
Fu un attimo.
Poco prima mugugnava qualcosa di incomprensibile, sorprendentemente lucida, un secondo dopo si ritrovò a singhiozzare  forte, dolorosamente forte, e a gemere dal dolore sotto lo sguardo di suo padre.
Perché prima c’era stata la rabbia, poi la tristezza, ma ora era la consapevolezza a farla piangere a quel modo, a dolere più di tutto.
Sembrava averlo capito solo ora, solo con suo padre, solo in quel momento.
Edward l’aveva lasciata.
Edward non l’avrebbe più abbracciata, stretta, baciata, amata.
E non c’era nulla di divertente in quello, se non disperazione e tristezza, tanta tristezza.
Per se stessa e per quel piccolo fagotto piagnucolante che era diventata.
Ma ora era al sicuro.
C’era suo padre con lei, e poteva smetterla di apparire forte, di non farsi vedere così da lui.
Poteva tornare a soffrire, a piangere come avrebbe voluto fin dall’inizio .
Perché era stata lasciata, ed anche se accadeva spesso tra i suoi coetanei, anche se erano normale a quell’età, faceva ugualmente male.
Faceva fottutamente male.
 



" Swallow me , then spit me out
For hating you , I blame myself
Seeing you it kills me now
No , i don't cry on the outside
Anymore "
[...]
"  But you won't get to see the tears I cry
Behind these hazel eyes ""
 

( Behind these hazel eyes - Kelly Clarkson )





Ringrazio chi ha letto   questa piccola one-shot, perchè , come molte di voi, non ho apprezzato come Bella ha digerito l'abbandono.
Ed ecco qui come avrei voltuo che fossero andate le cos.
Ho deciso di riprendere la storia e renderla nuovamente una one-shot poichè così era nata, e continuarla, così come avevo deciso di fare, non è stata una buona idea. Mi scuso dunque per il cambio di programma, ma credo sia meglio così. Un capitolo a sè stante di una storia nata per essere letta tutto d'un fiato una volta sola.
Un saluto caloroso , Hagne
  
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