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Autore: Daisy Pearl    09/04/2012    12 recensioni
Chiudete gli occhi e immaginatevela.
Capelli color cioccolato lunghi e liscissimi, occhi di mare e forme al punto giusto.
Una ragazza dalla bellezza sovrumana. Sovrumana è la parola giusta perchè lei non è come noi. Lei è un robot, una macchina.
Ma è un oggetto che presto inizierà a provare dei sentimenti e dovrà dimostrare al mondo di avere un cuore, seppur di metallo.
Buona lettura.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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1 - LA NASCITA.


Ero viva! Io esistevo! Non so come uno sguardo mi abbia potuto risvegliare da quel torpore, da quella illusione di essere un automa. Potevo pensare e agire seguendo i miei pensieri.
Ero libera! Libera da quella stupida voce che mi diceva cosa dire e cosa pensare. Libera di AGIRE secondo le MIE regole.
LIBERA.
E dovevo tutto a quel paio di occhi. Appartenevano ad un ragazzo. Non sapevo dire se fosse bello o meno, non conoscevo i canoni della bellezza. Aveva dei capelli corvini, mossi. Era più alto di me, spallato.
E aveva un paio di occhi verdi. BELLISSIMI. Fu questo il mio primo pensiero.
BELLISSIMI.
Quando pensai ciò mi resi conto di esistere. È una consapevolezza strana. Mi incute paura, ma allo stesso tempo mi rende felice. Voglio vivere!
E dovevo tutto a lui! Non sapevo come ci fosse riuscito, era un miracolo.
Io non potevo esistere. Non potevo pensare. Non ero programmata per questo. Eppure erano bastati quegli occhi a rovesciare tutta la mia esistenza. Quegli occhi e un paio di parole. Gentili.
“Hei! Hei tutto bene?” aveva detto sventolando la mano davanti a quelli che dovevano essere i miei occhi.
E li, in quel momento presi coscienza.
Tristemente, a malincuore.
Mi chiamo 4931949 e questa è la mia storia. Ma per capirla a fondo dobbiamo andare leggermente indietro nel tempo. Di una settimana circa, alla mia nascita, se così può essere definita.

 
 
“Professore, davvero è riuscito a portare a termine il lavoro in così poco tempo?”.
“Sì Mr Drake! Ho impegnato anima e corpo in questo progetto!”
“Lo credo bene professore! Non capita tutti i giorni di lavorare per me!” esclamò Mr Drake arrogantemente.
“Oh! Senz’ombra di dubbio il suo ingaggio conta molto!” ribattè poco convinto il vecchio professore “Ma lei mi ha anche offerto una possibilità. Quella di vincere una sfida!”
“E ce l’ha fatta!”
“Questo sta a lei giudicarlo!” disse con umiltà il vecchio professore. In realtà era molto soddisfatto del suo lavoro, ma non voleva che ciò trasparisse. Soprattutto se si trovava in presenza di un uomo importante come Mr Drake. Uno degli uomini più influenti del paese.
“Ma quanto manca ancora?” chiese impaziente Mr Drake mentre attraversavano un corridoio dopo l’altro.
“Non molto, signore! L’Ho nascosta bene!”.
“Nascosta? Non pensavo che i nostri accordi parlassero di una LEI!” si inalberò Mr Drake. Se le cose non andavano come lui aveva previsto erano guai.
“Oh! Signore aspetti di vederla prima di dirlo! Non vorrei sembrarle proprio modesto, ma è un vero capolavoro!”
“Perché allora lo tiene così segreto?
“Ma signore! Lei mi ha intimato la massima riservatezza!” cercò di difendersi il professore.
“Certo Professor Coter! Ma pensavo che si sarebbe ugualmente servito di qualcuno dei suoi collaboratori! Ho sentito dire che sono gli ingegneri più bravi in circolazione!”
“Così mi lusinga! Comunque riservatezza mi è stata chiesta e riservatezza è stata tenuta!”
“Le è anche stato chiesto un uomo, ma lei ha fatto una donna!” disse Drake con leggero disappunto.
“Non può totalmente tappare le ali ad un artista!” si difese il professore.
“E così si definisce artista! Io credevo scienziato, un po’ pazzo magari, ma pur sempre scienziato!”
“Bè in questo caso ho anche creato, e si fidi, questo fa di me un artista!”.
“Se potessi vedere la sua opera, signor artista, forse potrei concordare con lei e definirla tale. Ma sembra che non la vedrò fino a che non avrò compiuto 50 anni!” sbuffò l’uomo potente.
“Ci siamo!” esclamò il professore fingendo di ignorare il tono seccato del suo interlocutore. Temeva l’ira del signor Drake e sapeva bene che aveva poca pazienza!
Fece aderire il palmo della mano allo schermo che gli stava davanti. Questo tramite una luce blu lo scannerizzò.
‘Accesso consentito’ gracchiò una voce metallica.
La porta blindata si spalancò e i due entrarono nella stanza. In quest’ultima vi era solo una scrivania piena di fogli con incomprensibili calcoli, una sedia e una lunga lastra di vetro che ricopriva tutta una parete. Questa permetteva di intravedere il contenuto della stanza adiacente.
Mr Drake si avvicinò ad esso.
“E’ lei?” chiese indicando il lettino sul quale giaceva qualcosa. Quel qualcosa era nascosto da un lenzuolo.
“Sì!” rispose emozionato il professore.
“Posso vederla da vicino?” chiese Mr Drake con curiosità.
Il professore annuì con entusiasmo e si avvicinò alla porta che dava verso questa stanza secondaria, e sulla tastiera che stava sulla parete digitò la combinazione.
4931949.
Con un forte BEEEEP  la seconda porta si spalancò. Il professore quasi corse in direzione del lettino.
Era in uno stato di estasi completa. Fremeva dalla voglia di mostrare la sua creazione al più influente imprenditore di tutta l’America.
“E’ pronto?”
Mr Drake annuì. Il professore sorrise e con uno scatto fulmineo alzò il lenzuolo rivelando ciò che vi stava al di sotto.
L’imprenditore sbarrò gli occhi e la bocca per la sorpresa. Di tutto ciò che si era aspettato quella proprio era l’ultima cosa.
Una ragazza giaceva sul lettino. La cosa che lo aveva tanto scioccato è che questa era di una bellezza disarmante. Era forse la creatura più bella che avesse mai visto in tutta la sua vita. E lui di belle donne ne aveva viste tante. Era giovane sì (soli 30 anni) ma era sempre passato da un letto all’ altro con perfetta non  chalances.
Ma la ragazza che gli stava di fronte era PIU’ che bella. Molto di più.
Aveva dei liscissimi capelli castani, così lisci da sembrare finti. Mentalmente si corresse. Erano finti.
Il viso era leggermente allungato e aveva gli zigomi alti.
Era magra, ma dal leggero camice che indossava si intravedeva un prosperoso seno.
Gli venne l’acquolina in bocca.
La stupenda creatura aveva le palpebre chiuse. Sembrava stesse dormendo pacifica.
Di fronte allo sbigottimento e alla meraviglia di Mr Drake il professore non potè far  altro se non compiacersi per il proprio lavoro. Era stato superlativo! Era sempre stato una persona modesta, ma quella volta doveva proprio ammetterlo. Quella era un’opera d’arte.
“Posso toccarla?” chiese l’imprenditore in un sussurro.
“Certo!”
Lui allungò la mano verso il viso della giovane donna e lo sfiorò. La pelle era liscia come quella di un bambino.
“Sembra vera…” constatò assorto.
“E’ vera! La pelle l’ho sintetizzata personalmente! Ho utilizzato del DNA, con le moderne tecnologie non è stato difficile!”.
Mr Drake sgranò ancora una volta gli occhi.
“E’ dunque vero anche tutto il resto?”.
“Ahah no! Ma ricordo quello che lei mi ha detto, che deve sembrare vera!”.
“Ma questo è solo il primo esperimento, perché l’ha creata così bella? Non era necessario!”.
Il professore arrossì. Mr Drake capì.
“Ah-ah! Aveva bisogno di sfogo eh?” sibilò malizioso.
“Già! Non ho mai avuto molta fortuna con le donne. Sapevo che lei non se ne sarebbe fatto niente del primo esperimento. La mia era solo una prova. Così ho deciso di farlo diventare anche un mezzo regalo per me!”.
“Ma quindi lei è dotata …” iniziò l’imprenditore.
“Di tutti gli organi femminili! Le ho persino creato un circuito in grado di permetterle l’orgasmo” disse con una nota di perversione.
Il signor Drake pensò che quell’uomo doveva essere davvero un disperato e un po’ gli faceva pena.
Ma poi guardando la creatura non riuscì a non pensare all’attrazione che provava per lei. Era di una bellezza inaudita. Sarebbe stata perfetta.
“Non ha bisogno né di mangiare né di bere …” stava spiegando il professore, ma a lui non importava.
“Voglio collaudarla!” disse repentino.
Il professore lo guardò sbigottito. Non poteva permettere che gli venisse portata via.
Aveva messo anima e corpo in quel progetto. E voleva goderselo, nel vero senso della parola.
Ma come poteva dire di no a colui che aveva finanziato il progetto? Come poteva dire di no all’uomo più potente del paese? Non poteva.
“Ok! Ma ha bisogno di un collaud…”.
“La voglio ORA!” tuonò Drake.
Il professore annuì umilmente.
Si diresse verso un macchinario che stava nella stanza e inserì dei comandi sul computer. Una serie di codici incomprensibili. Poi con rammarico premette INVIO.
Mr Drake intanto continuava a fissar la ragazza con un’espressione assorta. In quel momento notò dei cavi che le erano attaccati alle tempie e sulla schiena. Prima era rimasto talmente folgorato dalla sua bellezza da non essersene nemmeno accorto.
Avvenne tutto all’improvviso. La ragazza spalancò gli occhi. Profondi e bellissimi occhi blu. Blu elettrico, blu mare. Si mise a sedere di scatto e guardò assente dinnanzi a sé.
“Le presento 4931949!” disse il professore con la voce leggermente incrinata.
Poi premette nuovamente invio.
La ragazza assunse un’espressione più umana. I suoi movimenti erano meno rigidi e sembrava addirittura che respirasse.
“Nessuno si accorgerà della differenza!” continuò il professore mentre Mr Drake era completamente rapito “Le ho inserito una personalità, la capacità di tenere un discorso, un’intelligenza artificiale praticamente perfetta. L’unica cosa che la differenzia da tutti noi è che non ha una coscienza, non è cosciente di esistere e non ha sentimenti!”.
Un ghigno comparve sul volto di Drake.
 
A malincuore il professore inserì dei nuovi comandi nel computer.
Lavorò velocemente, sperando di non trovare la forza di tenere per sé quell’adorabile creatura.
Era SUA dopotutto! Certo, creata con i soldi di quel grande imprenditore, ma sua comunque!
Ci era legato. Aveva progettato tutto nei minimi dettagli, per creare una perfetta moglie e amante. Ed in quel momento ciò che aveva di più somigliante a una famiglia, gli veniva irrimediabilmente sottratto. E lui era impotente. O comunque doveva esserlo. Non poteva agire di testa sua… ci sarebbero state delle tragiche conseguenze. Drake era un uomo eccessivamente potente.
“Che sta facendo professore?” interruppe così il corso dei suoi pensieri.
“Inserisco i dati necessari affinchè la conosca e affinchè possa trattenere una qualsiasi conversazione con lei! Ah! E poi sto inserendo il programma di riconoscimento vocale!”.
“Riconoscimento vocale?”. Il signor Drake era decisamente perplesso.
Il vecchio annuì “Obbedirà esclusivamente ai suoi ordini!”.
L’espressione dell’imprenditore si fece iraconda “Ma così non potrà mai somigliare a noi!”.
“Oh, mi perdoni. Probabilmente mi sono espresso male. Intendevo dire che nel caso egli le chieda di fare qualcosa, lei lo farà. Ma ubbidirà unicamente al suo timbro di voce…. E al mio naturalmente”. Non poteva negargli pure quell’ultimo tentativo di tenere 4931949 in qualche modo legata a lui.
Drake sembrò non aver nulla da ribattere a proposito.
“Le ci vuole ancora molto?” domandò invece piuttosto spazientito.
“Signore lei deve concedermi il tempo necessario. O le cose si fanno bene, o non si fanno!”.
“Giusto!” cercò di calmarsi Mr Drake.
Il professore prese in mano uno strano arnese, simile a un piccolo registratore locale.
“Sa cantare?”.
L’imprenditore esplose in una forte risata.
“Che razza di domanda è questa?” chiese quando riuscì a moderare le risa.
Il vecchio sembrò offeso.
“Devo sapere se lei è in grado di riprodurre con la voce una nota che le farò ascoltare, si tratta di un metodo per far sì che 4931949 memorizzi il suo timbro vocale!” rispose con semplicità.
“Oh!” il signor Drake sembrava quasi imbarazzato “Sì, posso riprodurre una nota!”.
Il professore gli avvicinò alla bocca il registratore e poi fece urtare un diapason contro la scrivania. Dopo di che lo accostò all’orecchio di Drake.
Lui iniziò a riprodurre il suono mentre l’altro aveva dato avvio alla registrazione.
L’operazione era davvero particolarmente buffa. L’uomo più potente del paese sembrava un vero cretino. Il vecchio si rese conto che se fosse riuscito a filmarlo avrebbe potuto guadagnare molto da quel video. L’imprenditore non avrebbe voluto che esso fosse diffuso.
Peccato non averci pensato prima! Solo che prima non credeva che gli avrebbe portato via l’unica cosa che contava. Decise che se la sarebbe ripresa. Fosse quella l’ultima cosa che avrebbe fatto in vita sua!
“Fatto!” esclamò interrompendo la registrazione. Collegò con un cavo l’oggetto al computer e attese un paio di minuti.
“Ci siamo!” sussurrò emozionato. Chissà se il carattere dell’androide sarebbe stato proprio quello che lui aveva programmato o se sarebbe stato differente.
Staccò tutti a cavi che collegavano la pseudo ragazza al computer centrale.
“Tra 10 secondi sarà operativa!” la voce era rotta dall’emozione.
Mr Drake teneva gli occhi puntati sul robot senza sapere bene cosa aspettarsi. Con la coda dell’occhio osservava l’eccitatissimo professore. Ai suoi occhi quell’uomo era sempre più pazzo!
“5, 4, 3 …”.
Ormai c’erano quasi.
“2, 1 …”.
La ragazza, con un movimento sinuoso, atipico per una qualsiasi macchina, saltò giù dal lettino sul quale era seduta. Poi si pose dinnanzi ai due uomini.
“Salve professore, e salve anche a lei signor Drake!” detto questo fece un profondo inchino ad ognuno di loro.
Tumulto di emozioni.
Il professore ormai non riusciva più a trattenere le lacrime di fronte al proprio capolavoro.
Il signor Drake invece era rimasto a bocca aperta. Quella giovane donna aveva una voce soave. Sembrava una dolce melodia. Agognava di sentirla ancora e ancora. Avrebbe fatto follie per una donna dalla voce così.
La posizione che essa aveva assunto permetteva di notare e ammirare ancora meglio la perfezione di quel corpo.
Una perfezione che nessun essere umano avrebbe mai raggiunto.
Ma di fronte a quei fantastici occhi blu che lei possedeva era impossibile credere che non fosse umana.
Essi trasmettevano calore, gioia, vita.
In quel momento rammentò. Tutta illusine. Quella creatura non aveva pensieri, opinioni, sentimenti.
Era un bellissimo guscio, ma un guscio vuoto.
Tuttavia c’è sempre chi si accontenta del guscio.



ANGOLO AUTRICE :)


Che ne pensate? Lo sò che l'idea è parecchio strana, ma mi è venuta così!!
Vi lascio il link dell'altra storia che sto scrivendo, se volete farci un saltino...

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=933169&i=1
E anche il mio account facebook, così ci possimo conoscere :)
http://www.facebook.com/profile.php?id=100003745023660&ref=tn_tnmn
Daisy

 

   
 
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