Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: LadyRainbowCaos    09/04/2012    4 recensioni
Uscirono fuori e la prima cosa che notarono furono dei forti tuoni. Entrambi alzarono lo sguardo al cielo -Davvero strano Sakura, senti che tuoni, ci sono da tutto il pomeriggio eppure nel cielo nemmeno una nuvola- Sakura tese l’orecchio e chiuse gli occhi, quando li riaprii le fu tutto chiaro. Abbassò triste lo sguardo e si incamminò spedita verso quei tuoni - Non sono tuoni Kakashi sensei, è Tsunade sama- . E se per Tsunade fosse impossibile rialzarsi da quel baratro di dolore in cui è caduta alla notizia della morte del nostro eremita dei rospi? E se ci fosse qualcuno ad afferrarla prima di schiantarsi al suolo?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Tsunade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Il maestro Jiraya è deceduto”
Quelle parole, quelle semplici 5 parole erano arrivate taglienti fino al cuore di Tsunade. La spada maledetta di Orochimaru era una lima per unghie in confronto. Qualcosa dentro il suo cuore si spezzò definitivamente. Sakura che si trovava accanto a lei per sistemare alcuni fogli lo notò. Notò le unghie curate della sua sensei conficcarsi lentamente nella scrivania in legno. Notò il lento tremore delle sue gambe e notò anche tutto lo sforzo che il quinto Hokage stava facendo per trattenere qualsiasi reazione. La capiva. Lei era la guida di Konhoa e non poteva cedere nemmeno in quei tragici frangenti. Tsunade raccolse più aria che poteva e alzò lo sguardo verso i ninja medici che le avevano portato la notizia.
-Come è accaduto?-  dalla sua voce non trapelava nessun sentimento come se in quel momento assieme ai ninja e a Sakura ci fosse solo un robot. Sakura fissò Tsunade per poi  girarsi verso i ninja ed ascoltare come erano andate le cose.
-Supponiamo che Nagato abbia attaccato il maestro Jiraya durante la notte, e che quest’ultimo dopo un aspra e lunga lotta abbia avuto la peggio, stiamo aspettando alcuni risultati ma siamo sicuri che ad attaccare sia stato proprio Nagato-
Le unghie della sensei si conficcarono ancora di più nell’angolo della scrivania staccandolo di netto. Tutti in quell’ufficio se ne accorsero ma fecero finta di niente. Tsunade sentiva il suo cuore scoppiare. Si girò di scatto verso la finestra per nascondere l’anima straziata che trapelava dai suoi occhi. Sakura le fu accanto ma non la toccò. Semplicemente voleva farle sapere che era li.
-Lo avete già riferito a Naruto?- questa volta a parlare era stata Sakura. Sapeva che per Naruto l’eremita dei rospi era come un padre, ed ora si domandava come avrebbe potuto prenderla.
-Kakashi sensei insieme ad Iruka sensei si sono offerti di avvisarlo, abbiamo pensato che era meglio così visto il legame che li lega al giovane Uzumaki- Detto questo abbassarono la testa in simultanea. Sakura si girò verso Tsunade aspettando una sua reazione. Diamine le dava fastidio vederla li, silenziosa come una bomba inesplosa.
-Ottimo lavoro, ora potete andare, riposatevi finche potete- Tsunade si era rigirata verso i due ninja sfoggiando un lieve sorriso. Tanto lieve quanto terrificante. Era un sorriso talmente doloroso che contagiava qualsiasi persona  lo vedeva.
I due ninja si congedarono sparendo poi in una folata di vento. Regnò il silenzio per quello che per Sakura sembrò un infinità di tempo poi Tsunade si accasciò sulla poltrona il viso nascosto dai lunghi capelli biondi.
-Sakura..- Sakura si spaventò dal tono di voce della sua Hokage. Era spento. Un sibilo spento. -Si Tsunade sama?- Tsunade non osava guardarla. Sapeva che se avrebbe incontrato gli occhi di quella ragazzina, che per lei era come una figlia, sarebbe scoppiata a piangere. E il suo orgoglio glielo proibiva. -Vai da Naruto e stai con lui, ha bisogno di persone amiche in questo momento.. e se incontri Shizune portala con te e dille che non voglio essere disturbata per tutto il giorno- Appoggiò lentamente la mano sulla scrivania per poi cambiare idea e nasconderla tra le pieghe del vestito verde. Tremava troppo. Sakura non capiva. Come poteva voler essere lasciata completamente sola. Non solo Naruto aveva perso qualcuno di importante. Anche lei. Lo sapevano tutti il rapporto che legava i due Ninja leggendari. - Ma Tsunade sama..- provò a ribeccare ma fu subito fermata dal tono stanco della sua sensei -Niente ma Sakura, per favore vai- Non era un consiglio, non era un ordine, era una supplica. Sakura si sentii persa a quel tono di voce ma l’unica cosa che fece fu inchinarsi alla sua sensei e sparire poi dall’ufficio più velocemente che poteva. Andava da Naruto, andava a consolarlo ma non poteva non piangere per quella donna morta dentro chiusa in quel dannato ufficio.
Tsunade si asciugò una lacrima maledicendosi per la sua debolezza, si alzò dalla poltrona e andò al minibar all’angolo dell’ufficio. Il sake l’avrebbe aiutata. Ma non appena prese in mano la tazza piena di quel liquido velenoso una fitta di dolore le fece capire cosa doveva, cosa voleva fare veramente.
Uscii correndo dall’ufficio , attraversando Konhoa così velocemente da non essere percepita da nessuno.
Si diresse al grande campo in mezzo al bosco dove i genin erano soliti allenarsi. In quel giorno di lutto era sicura di non trovare nessuno. Meglio così.
Sakura passò il pomeriggio nella casa di Naruto insieme a tutti gli altri : Kakashi sensei, Kurenai sensei, Iruka sensei, Gai sensei, Kiba, Shikamaru, Ino, Hinata, Rock Lee e perfino Neji anche se si limitava a stare appoggiato al muro con gli occhi socchiusi. Naruto era disperato ma aveva subito reagito alla cosa. Sapeva cosa fare. Sapeva cosa Jiraya sensei avrebbe voluto che facesse. Avrebbe ucciso Nagato e tutta la sua combricola per vendicare Jiraya e salvare il suo amato villaggio. Sakura sorrise e un po’ si risollevò a vedere Naruto così deciso e così forte. Verso le cinque tutti se ne andarono da casa Uzumaki. Sakura fu l’ultima assieme a Kakashi Hatake. Uscirono fuori e la prima cosa che notarono furono dei forti tuoni. Entrambi alzarono lo sguardo al cielo -Davvero strano Sakura, senti che tuoni, ci sono da tutto il pomeriggio eppure nel cielo nemmeno una nuvola- Sakura tese l’orecchio e chiuse gli occhi, quando li riaprii le fu tutto chiaro. Abbassò triste lo sguardo e si incamminò spedita verso  quei tuoni - Non sono tuoni Kakashi sensei, è Tsunade sama-.
Seguendo i cosidetti tuoni si ritrovò al campo dove quando era genin si era allenata con Naruto e Sasuke.E la vide. Tsunade non si era accorta della presenza di qualcuno talmente era presa a tirare calci e pugni alle roccie, sgretolandole in mille pezzi. Il Chakra dentro di lei si esauriva velocemente più lei usava forza nel colpire l’inanimato. Era li da tutto il pomeriggio. Era talmente turbata che non riusciva a gestire la sua forza così a volte sgretolava con un solo colpo un albero e a volte si ritrovava a sanguinare copiosamente dalle mani o dalle gambe. Ma questo non sembrava fermarla. Il dolore non faceva a tempo ad arrivare al cervello che moriva sopraffatto da un altro dolore ben più grande e mortale.
-Perché, perché perché?- continuava a domandare al vento. Sakura si era nascosta silenziosa dietro a dei cespugli ad osservare la sua sensei parlare. -Sei uno stupido Jiraya, stupido e bugiardo, dannazione- Stava urlando incurante dello spavento che stava facendo prendere ai poveri animali che popolavano il bosco. Un pugno si scontrò con il terreno crepandolo di netto. - Mi avevi promesso che saresti tornato, che dovevo aspettarti. Avevi detto che non mi sarei liberata così facilmente di te. Tu e il tuo sorriso da beota. Perché sei sparito. Ci hai lasciati qui.. Hai lasciato qui solo Naruto.. Hai lasciato me sola Jiraya.-  Sakura si rese conto, sebbene avesse già da tempo dei sospetti, che tra i due ninja leggendari c’era più che una profonda amicizia. Le urla diventarono sussurri e Sakura dovette sforzarsi per carpire ogni parola del discorso solitario di Tsunade. -Me lo avevi promesso. Tu stupido rospo mi avevi detto che non mi avresti mai lasciata. Stupido pervertito abbiamo passato così tanto tempo assieme che ci avevo fatto l’abitudine ad averti sempre tra i piedi. È  tutta colpa tua. È tutta colpa..- Sakura tese ancora di più l’orecchio. Ci fu una pausa poi Tsunade si alzò in piedi piena di rabbia - È tutta colpa mia. Si. Chiunque io abbia mai amato se ne è andato via. I miei genitori. Nawaki. Dan. Orochimaru. Ed adesso tu. Sono io la porta iella. Porto morte. Dannazione. Sono io. Stupido rospo perché mi sei stato accanto. Sapevi la mia storia. Se tu non mi fossi venuto a cercare quel giorno. Forse. No sicuramente  a quest’ora eri in qualche bagno turco a disturbare le ragazzine. Dio per tutto questo tempo… È mia.. la colpa. Solo mia-  Con uno scatto felino Tsunade si lanciò verso l’unica roccia ancora illesa. Con una ginocchiata la distrusse in mille pezzi. Era talmente distrutta che non distribuii il Chakra uniformente, anzi non lo richiamò nemmeno. Con il risultato di un ginocchio sanguinante e molto probabilmente rotto. Chiuse gli occhi e si lasciò cadere a terra seduta. Non riusciva nemmeno a piangere. Sentiva le lacrime  pesanti negli occhi , i singhiozzi sconvolgerle lo stomaco. Ma niente. Riusciva solo a stare li ferma a fissare il vuoto ed a stringere convulsamente il ginocchio offeso. Sakura non ce la fece più. Le lacrime che le sgorgavano veloci.  Uscii dal suo nascondiglio correndo a perdifiato verso la sua sensei che nel frattempo si era accorta di lei. -Sakura?- Il tono di voce era sorpreso. Sakura non disse niente. Le fu accanto e l’abbraccio più forte che poteva. Non le importava che quella era il suo Hokage. Non le importava che aveva disubbidito ad un suo ordine. Non le importava che il sangue della sua sensei le stesse sporcando  i vestiti. Tsunade rimase ferma ed immobile a quell’abbraccio. Sentiva il dolce profumo di fiori di pesco dei capelli della ragazza.  Sentiva le mani della piccola ninja stringersi forte attorno ai suoi fianchi e sentiva il lento respiro di lei accarezzarle il collo. Respirò a pieni polmoni quelle sensazioni. Tuttavia era ancora troppo turbata e non riusciva a ricambiare l’abbraccio. Voleva dirle qualcosa. Voleva cercare di rassicurarla. Ma come prima l’unica cosa che riusciva a fare era fissare il vuoto e stringere convulsamente il ginocchio offeso. - Non è colpa sua. Tsunade sama- Sakura fu la prima a parlare senza però staccarsi da quell’abbraccio -Lei non porta morte. Ha salvato più persone lei che qualsiasi altro ninja. E non sto parlando di vite. Ma di anime. Ha sostenuto suo fratello e Dan fino all’ultimo. Il loro grande sogno era diventare Hokage e sono morti sapendo che lei li sosteneva anima e cuore in ciò che facevano. Orochimaru sebbene l’infame che sia, ha ancora una parte buona che lo spinge a volerla uccidere perché le ricorda quanto ci sia di bello nel suo passato. Lui vuole cancellare il suo passato ma lei gli è entrata così tanto dentro che litiga con se stesso per lei. Non lo sto difendendo. Ha fatto troppo male per essere difeso. Ma comprenda come lei sia importante per quella serpe, sia così pericolosa. E Shizune? Le ha fatto da madre, da maestra e guardi che donna è diventata ora. E Naruto. Senza di lei Naruto sarebbe morto. Senza di lei non avrebbe raffinato il suo Rasengan. Senza di lei non sarebbe riuscito a rialzarsi. Il meastro Jiraya le è stato sempre accanto ed è morto sapendo di aver provato a salvare il suo , il nostro futuro. Lo so che non mi dovrei permettere ma non si dia la colpa per aver amato Jiraya sensei. Lui non lo vorrebbe. E tutto il nostro villaggio. Lei è la nostra guida. Ha dato anima e corpo per questo villaggio. Per la pace. Lei non porta morte. Lei porta speranza ed amore.-  si fermò un momento e si staccò da Tsunade. Gli occhi smeraldo di Sakura incontrarono quelli ambra di Tsunade - Ed infine guardi me.. Ero solo un insulsa genin, capace solo ad arrendersi e ad avere paura di tutto. Ero debole. Ma lei mi ha teso una mano. Mi ha aiutata. Mi ha reso più forte. Lei è come una madre per me. Lei ha aiutato migliaia di persone a rialzarsi, è ora che qualcuno ricambi il favore.-  Sakura non smetteva di piangere. Tsunade la osservava. Ora capiva tutto. La rabbia di colpo era fluita via, lasciando il posto all’amore che provava per quella ragazzina. Come la figlia che non aveva mai avuto. Ora capiva. Alzò una mano ad asciugare le lacrime di Sakura. Sakura fece lo stesso così Tsunade si rese conto di piangere. Finalmente ci era riuscita. Finalmente aveva compreso tutto. Non ce l’aveva più con se stessa. Strinse forte a se Sakura che ricambiò l’abbraccio. Ora sapeva cosa fare. Rialzarsi. E con quella piccola ragazzina dai capelli rosa ce l’avrebbe fatta sicuramente -Grazie Sakura, Grazie-.
 
   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: LadyRainbowCaos