Non ne ho per niente voglia, maledizione, ma l'ho promesso ad Agne e non posso darle buca così. "Oi papà, ti lascio la CocaCola che ho comprato prima." dico scendendo dalla macchina e chiudendo la portiera della macchina. Mi avvicino al citofono e controllo che sia quello giusto, sia io che mio padre ci siamo dimenticati qual'è il numero civico.

Citofono e, dopo pochi minuti, esce il papà di Agnese per aprire il cancello. Entro ringraziando e i tre cani della mia amica mi accompagnano fino alla porta d'ingresso.

Dalle scale che portano al piccolo appartamento sotterraneo spunta Giada, chiede una spina per le casse del PC e io la saluto. "Sono tutti di sotto." mi dice prendendo la prolunga. L'aspetto e la lascio scendere per prima le scale. Dio, ma quante scale sono?

Arrivo alla fine e vado a salutare Agnese: "Ciao!" mi saluta baciandomi sulla guancia. Subito se ne va e rimango sola: Non conosco nessuno, perchè cavolo alla fine son venuta?

Valeria mi vede a disagio così mi viene vicino: "Ehi, ciao! Vieni, siediti con noi così ti presento qualcuno." Mi indica una sedia dove, incerta, mi siedo. Valeria si siede vicino a me e comincia a parlarmi, sono talmente timida che riesco a sussurrare giusto qualche parola.
Dopo che tutti si sono presentati, cominciano a parlare tra di loro e io rifinisco nell'angolo che mi sono creata. Mi volto e comincio a cercare il ragazzo di cui mi aveva parlato Agnese: Aveva detto che si sarebbe travestito da Elle e io adoro Death Note. Non c'è nessuno che mi ricordi vagamente Elle, c'è solo un Charlie Chaplin e una ragazza travestita da Man in Black.
Valeria continua inutilmente a trascinarmi in discorsi su cui non ho niente da dire e Agne si scusa di non poter stare con me. Le dico di non preoccuparsi e intanto guardo le altre divertirsi.
L'imbarazzo ha ormai raggiunto l'apice, quando mi accorgo di qualcuno che scende quelle scale che, poco prima, mi sembravano infinite.
Il suo piede tocca il pavimento e io muoio nello stesso istante: Il più bel ragazzo che io abbia visto in tutta la mia vita.
Non tanto alto ma magro e con un fisico perfetto, per me. I capelli neri che gli toccano le spalle, la frangetta che gli copre gli occhi chiari e sorridenti. Alle labbra, aperte in un sorriso, splendono due piercing. Si toglie la felpa e l'appoggia su una sedia. Lo guardo salutare Agnese, mi sento come se fossi in presenza di un piccolo pezzo di paradiso.
Agne comincia a chiamarmi, lo prende per un braccio e lo porta di fronte a me, che intanto mi sono alzata dalla mia sedia: "Guarda, era lui che doveva venire travestito da Elle." Lui mi guarda e continua a sorridere, sento il rossore invadermi per tutto il viso. "Ma ora non ha nulla di Elle, sembra più un'Emo." riesco a farfugliare nel mio totale imbarazzo. Cerco di camminare ma mi accorgo che la tracolla della mia borsa è scesa fino ai miei piedi e m'impedisce di muovermi. "Sì, però non t'incartare." mi dice Agne cercando di aiutarmi. Io sono sempre più imbarazzata e lui mi guarda divertito. "Vado a mettermi la maglia di Elle." dice mentre lo guardo sparire nel bagno.
Dopo poco esce con una maglietta bianca aderente, Agne gli chiede di sedersi come fa Elle e lui dice di non poterci riuscire. Alla fine prova ma ha ben poco di Elle, io mi accontento di guardarlo da dietro alla colonna che ci separa.

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La serata passa veloce, io la passo a guardarlo e a dare un'occhiata dalla sua parte ogni tanto. E a sorridere quando chiede che sia rimessa una canzone che avevo scelto io.
Lo guardo suonare la chitarra e mi sorprendo ogni volta che le sue mani toccano le corde. "Volete sentire la canzone che ho scritto alla mia ragazza?" Dice entusiasta, chi lo stava ascoltando risponde affermativamente. Ed io, a quelle parole, mi sento come se tutto fosse finito ancora prima di iniziare.