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Autore: JaseyRae_    10/04/2012    0 recensioni
Questa è una Larry. Amo particolarmente scrivere OS su Louis ed Harry, e sono stata colta dall'ispirazione anche oggi lol vi prego di recensire, se leggete. Ho davvero bisogno di pareri. :3
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spero questa Larry sia di vostro gradimento u_u
Spero, più che altro, di ricevere recensioni. Sia positive che negative, ma per favore, recensite. :)
Grazie in anticipo. :3



“Harry, non farlo” disse Louis, mentre si mordeva il labbro fortissimo, e si dondolava sui piedi.
Harry stringeva fra le mani la bottiglia di birra, era la quarta della serata.
Le luci intermittenti illuminavano il locale a scatti, non permettendo ai due di guardarsi bene in faccia.
Il riccio sentiva la testa girare, aveva caldo. S’allentò il colletto della camicia, poi buttò giù un altro sorso.
“Lasciami stare, Lou” disse poi, strascicando le parole, mangiandosene la metà. Gli occhi bruciavano, non riusciva a tenersi bene in piedi.
Harold non era mai stato uno che l’alchool lo reggeva bene, alle feste del liceo andava fuori dopo qualche cocktail.
La musica rimbalzava sulle pareti, girava tutto, Harry aveva la sensazione di fluttuare nel vuoto. Scacciò i pensieri, era questa l’unica cosa che gli piaceva dell’ubriacarsi. La prendeva sempre bene, sparivano tutti i pensieri negativi. Niente più dolore, niente più il pensiero di Louis che gli martellava la testa. Niente più paranoie sulla loro storia impossibile, niente più angoscia, niente più nausea.
Buttò giù un altro sorso, ancora. Fece per andarsene ma inciampò sul suo stesso piede, sbottando un tizio che si trovava alle sue spalle.
“Scusa, amico” scoppiò a ridere.
Agitava la testa su e giù, voleva seguire la musica, starle dietro, non pensare ad altro. Continuava ad ignorare Louis, che lo tirava per la manica della giacca.
“Cazzo Harry, smettila di bere, ho detto basta” insisteva, Tommo.
“Vaffanculo, Louis. Lasciami stare!” Harry cercava di liberarsi dalla sua presa.
“Sai cosa faccio, ora?” barcollava, gli occhi fissi sul viso di Louis, un sorriso beffardo stampato in faccia. “Vado a cercarmi una tipa e me la porto a letto, eh Louis?” scoppiò a ridere.
Non riusciva a credere di aver sentito quelle parole uscire dalla bocca di Harry.
“Lo dici solo perché sei ubriaco” gridava, cercando di sovrastare la musica altissima.
“Lo dico perché non ce la faccio più, Louis!” strillava Harry.
Agitava le braccia, chiudeva gli occhi, ballava come un idiota.
Louis non sopportava di vedere Harry ubriaco, era una delle cose che odiava di più al mondo.
Sentiva le lacrime pizzicargli gli occhi, ma non era il caso di piangere lì, difronte a tutti, nel bel mezzo della pista da ballo.
“Vaffanculo, Harry. Ti odio” disse, girando i tacchi e dirigendosi verso l’uscita.
Riusciva a sentire la presenza di Harold che lo seguiva verso la porta, una volta fuori prese un respiro profondissimo, sperando di sentirsi meglio, sperando di poter cacciare via la sensazione di nausea che lo stava assalendo.
“Mi odi, Louis?” Harry stringeva ancora la bottiglia di birra fra le mani.
“Io odio tutto questo!” era deserto, c’erano soltanto loro due al centro della strada.
“Perché deve essere tutto complicato? Io ti amo, Louis! Ti amo e vorrei soltanto stare con te, perché mi stai facendo questo? Perché, mi state facendo questo?” era fuori di sé.
“Mi allontani e allo stesso tempo pretendi di starmi vicino. Lasciami in pace, Louis, lasciami in pace” si lasciò cadere sul marciapiede, freddo ed umido. Un altro sorso di birra giù per la gola, nello stomaco, ormai non la sentiva nemmeno più.
Si prese la testa fra le mani, i riccioli morbidi gli ricadevano sulla nuca e s’appiccivavano sulla fronte, ma rimanevano pur sempre bellissimi, pensava Louis.
“Ti ho già spiegato come stanno le cose, Harry. Non è mia la colpa…” provò a giustificarsi.
Si accucciò difronte a lui, chinò la testa.
Mille brividi gli percorsero il corpo, vedere Harry in quello stato lo stava intenerendo.
Lo guardava fisso,e  si accorse che stava piangendo.
“Harold…” sussurrò con voce dolce.
Gli alzò il viso, afferrandolo teneramente per il mento.
Gli asciugò le lacrime con le dita, tenendo i suoi occhi dentro quelli di Harry.
“Ti amo anch’io. Voglio solo che tu lo sappia” sibilò.
“Me lo dici solo perché sai che domattina me ne sarò già dimenticato” le sue parole sapevano d’alchool, erano tristi e piene di dolore.
“Te lo dico perché è quello che sento”
“E allora perché non molli la tua ragazza, una volta per tutte? Perché non vuoi stare con me?”
“Non farmi ripetere sempre la stessa cosa” Louis si alzò di nuovo in piedi, lisciandosi i pantaloni blu sulle cosce.
“Non è il nostro destino, Harry” gli sfiorò i riccioli, lasciandolo sul marciapiede, solo, e rientrando nel locale.
Harold bevve l’ultima sorsata di birra, cacciò fuori altre lacrime.
“Cerco di scacciare i pensieri” si disse “ma Louis rimarrà sempre qui”.
Semplicemente, non era destino.
  
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