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Autore: xtwobananasforapound    10/04/2012    5 recensioni
Alex non pensava che la scelta di suo padre di farle scarrozzare in giro per Los Angeles una band di quelli che lei considerava solo fastidiosi ragazzini, avrebbe portato ad uno stravolgimento di quel calibro nella sua vita.
Doveva studiare - per un esame che non voleva passare - e doveva rendere fiero suo padre - presentandosi in un modo che non era la vera lei. Non aveva tempo per certe cose. Quando poi entrano in gioco i sentimenti, è un gran casino.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Primo capitolo.

«Bene ragazzi, so che siete giovani e vivaci e vi auguro una buona permanenza nel nostro hotel, ma ci sono varie regole da rispettare. Come non schiamazzare nei corridoi a notte inoltrata e.. Sapete una cosa? A chi importa, siete giovani! Se qualcuno si lamenterà dirò che il mio hotel ha ospitato una boy band capace di far impazzire milioni di ragazze!».

Il signore di mezza età che stava davanti ai cinque cantanti era molto amichevole, gli occhi marroni trasmettevano simpatia, sembrava quasi che li adorasse.

L'ufficio dove li aveva accolti era decisamente ampio e luminoso grazie alle grandi finestrone di vetro. L'imponente scrivania sui cui stava appoggiato con i gomiti, seduto sulla sua poltrona di pelle nera, era invasa dal sole di agosto. Faceva decisamente caldo, se non fosse stato per la leggera brezza proveniente dai condizionatori innovativi incollati alle pareti, sarebbero stati tutti sciolti come ghiaccioli su un termosifone acceso.

I ragazzi gli stavano seduti davanti, su delle seggioline di plastica nera, attenti a ciò che veniva loro detto.

«Grazie mille signore, ma non faremo baccano, parola di scout!», a Lou scappò un sorrisino che non prometteva niente di buono.

«Per favore ragazzi, non chiamatemi signore, mi fate sembrare più vecchio di quello che sono, chiamatemi pure David!», li incitò quel signore alto, dai capelli castani e gentile come pochi.

«Sì, sign..David!», annuì vigorosamente Liam, che era il più diligente. «Senta, lei conosce qualcuno che possa farci da guida? Insomma siamo a Los Angeles da stamattina e vorremmo conoscerla meglio e visitare più posti possibili prima di ripartire».

«Se devo essere sincero avevo già pensato a questo e credo di conoscere la persona perfetta per voi!», replicò mostrando un grande sorriso incorniciato da piccole fossette.

«Davvero? E chi sarebbe?», chiese il biondissimo Niall, salterellando sulla sedia tutto contento.

«Beh, diciamo che ho convinto mia figlia Alex a farvi da guida durante la vostra permanenza, ho dovuto davvero combattere con lei per coinvolgerla in questo compito, dato che sta studiando tantissimo per entrare al college. Ha 18 anni ed è molto socievole, andrete sicuramente d'accordo!».

«Speriamo sia carina!», sussurrò Harry Styles al compagno che gli era seduto praticamente in braccio, mentre dall'altra parte Zayn alzava gli occhi al cielo.

«Qualche problema Harry?», domandò David.

«No signore, va tutto bene! Stavo solo chiedendo a Louis di spostarsi perchè non mi sento più le gambe!».

«Chiamami David, Harry!», rispose l'uomo, guardandolo di sottecchi.

«Bene», riprese il direttore dell'albergo. «Eveline?», chiamò la signora che lavorava in quell'hotel da tantissimi anni e che stava pronta sulla porta, pronta a ricevere un qualsiasi ordine. Ma era di famiglia, praticamente. «Puoi andare a chiamarmi Alex, per favore?».

«Certo signore», disse la donna annuendo e sfoggiando un sorriso dolcissimo.

***

«Signorina lo faccia per suo padre, ci tiene davvero molto!».

«Primo: quante volte devo dirti di chiamamarmi Alex? E secondo: NON puoi e NON devi darmi del lei, Eveline!», sbottò la ragazza. «E comunque sai che devo studiare per entrare all'università, non ho tempo per fare la guida!».

«Lo so cara, ma tuo padre ci tiene davvero molto, sono i primi artisti internazionali che il suo hotel abbia mai ospitato», disse sedendosi sul letto dov'era distesa la giovane.

«E poi sono dei ragazzi davvero molto simpatici, sono sicura che ti piaceranno!», continuò, sfoggiando quel sorriso a cui Alex non poteva dire di no. In fondo, quella signora bassotta dai capelli biondi e quegli occhi confortanti dal color del cioccolato le era sempre stata accanto da quando sua madre se ne era andata, dando alla luce Rosie, la sua piccola sorellina di 4 anni. Sì, erano passati 4 anni dalla sua morte e lei ne sentiva terribilmente la mancanza.

«Va bene, Eveline», accettò, scuotendo la testa e liberandosi da quei pensieri. «Ma solo per dimostrare che non esiste nessun'altro che conosce Los Angeles meglio di me!». Alex saltò su dal letto e andò verso l'armadio, cercando uno dei suoi tanti tailleur da brava ragazza.

«Ancora con quei tailleur, Alex? Ma perchè non dici a tuo padre quello che..».

«NO!», la interruppe la ragazza, guardandola con un viso spaventato. «Mai e poi mai, Eveline! Sai che voglio che lui mi veda in questo modo!».

«Sì cara, lo so, ma la cosa giusta è dire la verità!», la rimproverò.

La ragazza la guardò preoccupata e annuì, ma Eveline la rassicurò e si fece avanti per aiutarla.

***

«Oh andiamo, quanto ci mette questa ragazza?».

Il silenzio era interrotto dagli scherzetti che Louis faceva a Niall, i quali erano davvero comici, ma la band anglo-irlandese non vedeva l'ora di uscire un po' e trovare magari un locale dove potersi distrarre.

La ragazza che avrebbe dovuto guidarli non la conoscevano nemmeno, ma Harry cominciava ad irritarsi seriamente per il suo ritardo. All'improvviso sentirono la porta bussare e dopo il permesso dato da David di entrare, girarono tutti la testa verso l'entrata, dove si misero a fissare quella che sarebbe stata la loro "guida".

  
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