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Autore: ICEcream    10/04/2012    1 recensioni
Nella vita di Jackie ci sono molte cose che lei odia: I genitori, il suo nome completo, un appartamento composto da scadente mobilia rosa, chi pretende sempre la perfezione, la musica spazzatura, il caffè che sembra risciacquo di piatti ed un ragazzo in particolare:
Il suo coinquilino, ossia un irritante pervertito con l'innata capacità di prenderla per i fondelli e farla impazzire.
« Oh, senza contare che è nella lista delle cose che non mi fa dormire, poiché trascorre le notti nella stanza accanto alla mia, a fare sesso con mia sorella. »
Peccato che il ragazzo in questione, per quanto odioso, sia incredibilmente affascinante e.. Bravo a letto.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Quando tutto era già cominciato.

« So get out, get out, get outta my head
And fall into my arms instead »

La cosa più bella che può capitarti quando, dopo aver passato la notte insonne a rotolarti tra le lenzuola per il caldo e gli incubi, ti alzi da quel tanto odiato materasso incredibilmente duro a causa dell’inesperienza sulla mobilia della propria sorella e scendi in cucina scocciata è di sentire le narici pervase dal paradisiaco odore di un buon caffè italiano (di uno di quelli veri, non risciacquo marrone di piatti allungato), di sentire di sottofondo la musica che si ama e, magari, di trovare ai fornelli in boxer e capelli scarmigliati il proprio, amato, uomo.
Beh, credo che la maggior parte delle ragazze inglesi (e di molte altre nazionalità a quanto pare) ciò che mi ritrovavo io davanti ogni santa mattina corrispondesse a quell’idea di “cosa più bella”, ma per me che sono la protagonista indiscussa e pallosa della storia, la Miss pignoleria per eccellenza, colei che considera ciò che esce dalla propria macchinetta del caffè dell’indiscutibile fanghiglia, il cd che è costretta ad ascoltare e che l’ha svegliata qualcosa di vagamente simile a spazzatura e l’uomo (o forse è meglio dire ragazzo? O, sotto parecchi punti di vista, bambino) l’essere più irritante sulla faccia della terra questo non è proprio quello che può essere definito un “buon inizio giornata”.
« Oh, Good morning Jackie! »
« ‘Giorno Harry » il grugnito che mi uscii lo fece ridacchiare.
Di tutti gli uomini che potevano capitarmi perché Dio mi ha mandato in casa un pervertito senza alcun pudore, che considera divertente tutto ciò che lo circonda e che ha la sfrenata e inspiegabile passione di prendermi per i fondelli? Oh, senza contare che è nella lista delle cose che non mi fa dormire, poiché trascorre le notti nella stanza accanto alla mia, a fare sesso con mia sorella.
« Come on, tesoro, non grugnire » borbottò la sorella in questione baciandomi la nuca « E non fare quella faccia imbronciata, ormai dovresti averci fatto l’abitudine, no? »
« Potevi scegliertene uno con più muscoli.. » borbottai inzuppando una fetta biscottata nel latte. Quest’ultima affermazione li fece ridere molto e il ragazzo gonfiò pomposo i muscoli in evidente ironia mentre attirava a se Lia per baciarla.
Ovviamente non pensarono a me, che non avevo fatto in tempo a ingurgitare prima di sentir l’irrefrenabile bisogno di rimettere.
« Quindi non ti piace il mio fisico? » Chiese sorridendo Harry, restando abbracciato a mia sorella che ridacchiando sotto i baffi macchiati di caffè faceva finta di nulla.
« Oh, no, per fare il cacciatore di farfalle è perfetto, davvero » Alzai un sopracciglio e lo guardai sprezzante mentre lui non accennava a smetterla di guardarmi in modo divertito « Seriamente, hai mai pensato di fare qualcosa di vagamente simile a dello sport? Oh, e ti avviso subito che quello notturno con tanto di gemiti (e a volte anche urletti) annessi non vale »
« Jacqueline Evans! »
Sbuffando mi alzai da tavola e mi gettai sul divano come un sacco di patate, mentre mia sorella si imbarazzava peggio di una quindicenne ed Harry scuoteva la testa ridendo divertito.
Diamine, quel ragazzo mi dava i nervi.
Questo suo lato da “finto adulto”, che mi trattava come se fossi sua figlia, come se fosse l’uomo di casa maturo, come se l’aver fatto breccia nel cuore della famosa trentacinquenne Lia Evans lo rendesse immensamente più figo e quindi gli desse il diritto di fare quello che gli pareva.
Mia sorella venne ad accarezzarmi la testa e a darmi un bacio sulla guancia « Io vado a lavoro, tu fa la brava, eh » poi aggiunse, sottovoce « E, per favore, cerca di essere gentile con Harry, vorrei davvero che voi due riusciste ad andare d’accordo »
“Si, come no” ma le feci un sorriso e ricambiai l’abbraccio.
Non appena lei fu uscita il suo adorabile fidanzato venne a sedersi sul divano sbuffando e lanciandomi un’occhiata accigliata « Certo che tu devi sempre fare così, eh »
Voltai la testa dall’altro lato per ignorarlo, non avevo alcuna intenzione di farmi fregare da lui, non questa volta, nonostante fosse incredibilmente più affascinante da irritato.
« Ehi, non mi ignorare » aggiunse lui avvicinandosi e intrappolandomi tra il suo petto e il bracciolo, allarmata mi guardai intorno alla ricerca di vie di fuga ma lui fu più veloce e mi bloccò il braccio, prima di iniziare a baciarmi il collo, a scendere verso il seno ed a slacciarmi la camicetta.
« Cosa dicevi prima, non ti piace il mio fisico, eh? » ridacchiò nel mio orecchio infilando le dite tra le mie cosce. E addio buoni propositi.
« Già, non è per niente da uomo macho » gli diedi una spintarella per farlo ribaltare e gli salii a cavalcioni, mordicchiandogli l’orecchio e schiacciando il seno contro il suo petto.
« Oh, e questo ti causa grande dispiacere, vedo. »
« Oh, si, non immagini quanto.. » sospirai prima di essere zittita dalla sua lingua.
Certo, Harry Styles mi dava i nervi, ma questo non mi impediva di andarci a letto ogni volta che mia sorella usciva di casa.

Avete presente le scale gerarchiche (o catene alimentari o come cacchio si chiamano) degli animali? Quelle che dicono esattamente qual è il tuo posto nella società e da dove non devi mai uscire perché altrimenti sei sbagliato? Ecco, a me una cosa del genere è stata impiantata in testa sin da bambina.
Quando sei la terzogenita di una famiglia più o meno importante è raro che i tuoi genitori ti diano ascolto. Alla prima figlia prediletta, con la voce di un angelo, i capelli biondi, gli occhi color cielo, il carattere dolce, comprensivo, divertente di una figlia perfetta è normale dare tutta (o quasi) la propria attenzione di genitore, senza contare che questa bambolina è cagionevole di salute e imbranata di natura, quindi le si deve stare sempre appresso per forza.
Il secondogenito, che io a malapena riuscivo a vedere a natale, ha passato di sua scelta la maggior parte della sua infanzia e adolescenza in una scuola di informatica per geni, ed ora fa il programmatore di videogiochi in Giappone e credo se la passi molto bene, ma non è che parliamo molto. Anzi, a dire la verità Andy non ha mai parlato molto con nessuno. Ha la faccia truce, i capelli neri come i miei che gli ricadono sugli occhi e risponde sempre in modo sgarbato. E, a dire la verità, è un po’ inquietante.
Ed io che, per tutti i miei diciassette anni di vita, sono stata sempre ignorata sono cresciuta come la figlia disgraziata che non vuole dare ascolto a nessuno, che se ne frega di ciò che pensa la gente e dal cuore di ghiaccio. Giusto perché da piccola mi divertivo a creare qualche piccolo problemi ai miei ed alle bambinaie pallose.
A quindici anni i miei non ce l’hanno fatta più e dall’Italia dove abitavo, il paese della mamma, mi hanno mandato a vivere a Londra da Lia, che nel frattempo era diventata una cantante e attrice particolarmente famosa in Inghilterra.
Mia sorella non c’era mai ma quando rincasava era sempre gentile e mi trattava bene, non mi considerava come un’intrusa e nonostante il mio caratteraccio mi sorrideva sempre, andava tutto bene lì. Fino a qualche mese fa.
« Lia, buongiorno! Hai visto per caso dov’è.. » lei mi interruppe facendo il segno di abbassare la voce, come mi faceva la mamma quando la sorellona stava male e dormiva.
« Vedi, Jackie, c’è una cosa che dovrei dirti.. »
Era imbarazzata e contenta insieme, in più mi aveva praticamente detto che c’era qualcuno che stava dormendo, quella notte avevo sentito qualche rumore sospetto.. Doveva esserci per forza di mezzo un uomo.
La abbracciai, contenta « Oddio, ma finalmente! Avevo paura che la carriera ti distogliesse troppo dal divertirti, dato che, sai, hai trentacinque anni e l’ultimo fidanzato che hai avuto è stato otto anni fa.. » Lei era indecisa se offendersi o ricambiare l’abbraccio ma optò per la seconda, infondo era sempre Lia.
« Ma davvero ti va bene? Non so, tu abiti qui, magari potrebbe.. »
« Ah, ma figurati! Anzi, voglio troppo conoscerlo, quando si sveglia.. » non feci in tempo a finire la frase che sentimmo rumori al piano di sopra, forse qualcuno era caduto dal letto, o forse era inciampato nella marea di scatole di scarpe che mia sorella lasciava sparse in giro per casa, poi una voce che chiamava in inglese.
« Ehi, Lia, where are you? »
E dalle scale, mezzo nudo e stropicciandosi gli occhi come un bambino, scese uno dei cantanti della band che, all’insaputa di tutti, mi rapiva il cuore tutti i giorni.
Almeno fino a quel momento.

Con una sensualità che non credevo davvero mi appartenesse gli accarezzai il petto disegnando cerchi immaginari, salii a baciargli la clavicola, il collo, la spalla, fino a depositarne uno con uno schiocco al centro della stella tatuata sul braccio.
Lui mi accarezzava i capelli e li ordinava da una parte, borbottando che gli facevano il solletico, così per infastidirlo presi a muovere la testa peggio di un cavallo mentre lui rideva e sputazzava cercando di allontanarmi. « Ah, dannata! Ecco perché preferisco le ragazze coi capelli corti! »
Alzando un sopracciglio incrociai le braccia sul suo petto e ci appoggiai sopra la testa « Infatti è colpa tua se mia sorella si è fatta quel terribile taglio a caschetto, le sta davvero male. »
« Non l’ho mica costretta, eh. »
« Si ma lo dicevi praticamente in ogni intervista, è ovvio che.. » « Oh, ma stai un po’ zitta.. » borbottò sorridendo sulle mie labbra.
Solitamente non mi piace essere interrotta, ma quel contatto era incredibilmente caldo e morbido quindi non osai fermarlo. Me ne ero accorta dalla prima volta, che le labbra di Harry erano morbide, ti facevano venire voglia di restare lì attaccata per sempre.
Un giorno lui me l’aveva anche chiesto, divertito, se per caso volevo strappargliele e portarmele via ma per tutta risposta si era beccato un imbarazzato pugno in testa. Non avrei mai ammesso che toccarlo mi piaceva così tanto, mai.
« Ehiehi, vacci piano » sussurrai con la voce liquida di piacere mentre mi lasciava l’ennesimo segno sul collo, sul seno, sull’interno coscia.. « Altrimenti dovrò inventarmi un altro fidanzato immaginario per Lia, con quello che mi lascia i mozzichi sul braccio ci siamo già lasciati »
Lui ridacchiò mentre con la lingua tracciava percorso dalle mie dita alla spalla « Puoi dirle che vi siete rimessi insieme ma che, da quando ha scoperto quanto ti stanno bene addosso i succhiotti si è appassionato e li vuole sperimentare ovunque »
« Vuoi davvero sperimentarli ovunque? »
« Non sono mica il tuo ragazzo » mi aprì le gambe e allungò la lingua verso la mia femminilità, strappandomi un gemito di piacere. « Ma credo che potrebbe essere divertente »
Stava ridendo, lo sentivo, e per questo lo odiavo.
Già, non era mica il mio ragazzo.
Proprio mentre si stava preparando per abbassarsi i boxer per la seconda volta nella giornata suonarono alla porta, facendoci raggelare. Scocciato Harry si alzò e andò al citofono.
« Chi è? ..Ah, occhei, vieni. »
Ma che era impazzito?! « Sai di essere nudo, vero? »
« E tu sai di avere giusto un minuto per togliere quella macchia dal divano e vestirti, vero? »
Era divertito, lo stronzo menefreghista, e mentre mi impiccavo per rivoltare l’enorme cuscino lui rideva sonoramente appoggiato alla porta.
Probabilmente il misterioso visitatore doveva aver partecipato alle olimpiadi di corsa perché ci mise giusto una ventina di secondi, ed io feci a malapena in tempo ad abbottonarmi la camicetta e ad infilarmi gli slip.
« Harry, allora, sei pronto? Dobbiamo andare! »
Sospirai di sollievo, grazie al cielo era solo Louis, poteva anche dirmelo prima.
« Oh » fece lui accorgendosi di me, in quell’imbarazzante stato in effetti, ma tanto ormai c’era abituato. Louis aveva infatti l’innata capacità di capitare in casa sempre nei momenti meno opportuni. « Buongiorno Jackie, come stai? »
Non potei rispondere perché Harry tentò di respingere fuori l’amico mentre borbottava qualcosa di vagamente simile ad un: “Ti vuoi mettere qualcosa addosso?!” ah, adesso faceva i problemi, eh?!
Per tutta risposta gli feci notare che non ero io quella solo in mutande.
« Si, ma io sono un uomo. E lui è il mio migliore amico! »
« Appunto. Secondo te preferisce vedere te nudo o una ragazza? »
Scoppiai a ridere alla testa di Louis che rispuntava illuminata esclamando “Ha ragione!” con Harry che lo minacciava di dirlo ad Eleanor e gli altri membri della band che da fuori suonavano intimando loro di sbrigarsi.
« Ehi, Jackie, posso chiederti una cosa? » mi fece Louis non appena il suo poco pudico amico si fu precipitato su per le scale a cambiarsi « E’ solo una curiosità, eh, ma tu non ti senti in colpa? »
Lo guardai sorpresa, aveva proprio l’aspetto del cazzuto moralista, ma era la prima volta che mostrava questa sua indole così apertamente. Tralasciando il fatto che era proprio bravo, la frecciata mi colpì in piena pancia come un cazzotto.
« Ecco, io.. »
« Ah, nono » esclamò lui ridendo « Guarda che non volevo deprimerti! E’ che mi chiedevo solo perché non volete dire tutto a Lia e stare insieme sul serio, infondo a lui piaci davvero, si vede, parla sempre di te, anche se si nasconde dietro alle stupidaggini. »
Se possibile lo guardai ancora più sorpresa. « Harry parla.. »
« Ehm, non dovevamo andare, Louis?! » esclamò l’interessato spuntando fuori da chissà dove e spingendo nervosamente l’amico verso la porta « Forza che abbiamo le prove! »
Afferrò le chiavi al volo, gli occhiali, la giacca e spinse del tutto l’amico in cortile, ordinandogli di mettere in moto, poi tornò da me e sulla porta mi diede un bacio a fior di labbra, dolce, inaspettato, come quelli che danno i mariti dei film alle mogli prima di andare a lavoro.
« Pranziamo insieme? »
« Ok, ma.. » borbottai smarrita, ma lui si allontanò ridendo e urlando dietro: « Perfetto, ti vengo a prendere io! » per poi salire in macchina e partire.
Scossi la testa energicamente e rientrai in casa, con il viso bollente.
Era assurdo, io lo odiavo! Come potevo così sfacciatamente andare a letto con il ragazzo di mia sorella, nonché acerrimo nemico, nonché ex idolo, nonché ragazzo per il quale mi ero evidentemente presa una terribile sbandata?!
Non immaginavo neanche lontanamente in che casini ci stavamo mettendo.





Elle's angle «
Saalve! O mio dio, prima fanfic sul fandom 1D, che bello! **
Non so bene cosa dire, questa fic fa schifo. é.è Cioè, a me Jacqueline come personaggio mi piace molto ed Harry è.. Beh, Harry. (Anche se qui è dannatamente OOC.) e mi piace anche abbastanza Louis e i ragazzi che suonano dalla macchina per dirgli di sbrigarsi me li immagino troppo ma.. Non ha senso. Insomma si, nella mia testa un po' di senso ce l'ha ma ho paura che voi non abbiate capito niente ed ora mi odiate.
No, dai, coraggio Elle! Vi prometto che piano piano si chiariranno un bel po' di cose. Yeah.
Due precisazioni. Mmh, perché l'ho chiamata come una loro canzone? Non lo so, mi piace come titolo, mi piace come significato e centrerà in futuro, perdonate la poca originalità. ^^' Inoltre loro parlano inglese, eh. Cioè, si, ci sono frasi in corsivo quando rendo proprio la frase in inglese ma tranne nelle scene dove conversano da sole Lia e Jackie loro sono tutti inglesi e restano inglesi, non è che perché Jackie parla molto meglio l'italiano che tutti si adattano. Asd
Mmh, piuttosto, è troppo zozza? Non so perché ma dopo le immagini australiane di Harry in costume mi sono troppo gasata e quindi ho fatto loro fare sesso. Yeah.
Ah, e faccio schifo a descrivere le scene di sesso quindi le lascio un po' così.. Oddio, in futuro vorrei descriverla per bene e magari cambierò il raiting e da
Lime a Erotico, per ora non so.
Cos'altro dire? Perché Harry sta con Lia se evidentemente prova qualcosa per Jackie? E perché questa qui si ostina a fare l'antipatica e ad odiarlo?
Tutto nella prossima puntata! Yee
Mmh, ultime cose.. La frase iniziale viene, ovviamente, da One Thing, vorrei mettere una canzone per ogni capitolo e chiamare l'ultimo proprio con il nome della fic, ma non so se riuscirò a farli entrare.. Per quanto riguarda le Icon invece le ho fatte io. Fanno schifo (soprattutto la seconda) ma mi sono divertita e mi piace armeggiare con i textures. **
Ah, piuttosto, dato che Harry, a quanto ho sentito, è appassionato di tizie grandi ho fatto essere Lia una trentacinquenne che corrisponde al suo ideale di ragazza (anche d'aspetto, tipo per la cosa dei capelli), mentre Jackie è tutto il contrario, ma poi lo vedremo meglio.
Grazie a tutti per l'attenzione, davvero, un bacio enorme.
Vostra
» Elle

   
 
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