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Autore: ShadowFeanor    05/11/2006    1 recensioni
Dopo l'arrivo di un angelo nero, che distrugge tutto ciò a cui sei legato, puoi farcela ad andare avanti come se non fosse successo niente? Si, se riesci a trovare la forza di continuare a vivere!
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Squall Leonheart
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
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Continuare a vivere…

 

Squall era fermo, seduto sulla fine sabbia del mare di Balamb, che tutte le città invidiavano a quell’isoletta sperduta nell’oceano, a pensare come non aveva mai fatto, noncurante dei Focaral che gli erano attorno, pronti ad attaccarlo al momento opportuno. Il fatto stran0 era che lui non aveva alcuna intenzione di difendersi né gli avversari di attaccare, vista l’aura oscura che veniva sprigionata dal corpo di quel ragazzo dal viso delicato, intento a mandare all’altro mondo il suo cervello a forza di pensare.

 

Erano passati pochi mesi dalla morte di Artemisia, mesi di pace assoluta, ma quel giorno era cambiato tutto, la sua vita era cambiata, per sempre. Quante ore erano passate dall’arrivo dell’angelo nero? Neanche mezza giornata, ma lui sentiva di aver perso tutto ciò a cui era attaccato e tutti gli amici che gli avevano fatto da famiglia da anni, lunghi anni ormai irrecuperabili. Continuava a chiedersi perché era successo tutto quello, perché l’angelo del male era venuto a distruggergli la vita, tutte le certezze che aveva, le persone a lui care?

 

I ricordi dei suoi amici gli sembravano lontani: la riammissione di Seifer, Raijin e Fujin al Garden, le scappatelle di Irvine e le conseguenti ire della sempre-sorridente Selphie, le lezioni di Quistis, le figuracce di Zell nel dichiararsi alla sua amata bibliotecaria, gli scherzi di Rinoa, gli annunci del preside e tutto ciò a cui aveva sempre partecipato da mesi col sorriso ormai gli donavano solo dolore.

 

Era iniziato tutto quella mattina. Non c’era lezione e decise di andare con Zell sul balcone del 2° piano a giocare a carte, in modo da poter stuzzicare Seifer che assieme ai suoi amici che stava mettendo ordine alle idee per il suo comitato. Dopo l’ennesimo scontro verbale tra i due Gunblader il cielo si oscurò ed apparve dinanzi a loro un essere bellissimo, dalla carnagione scura, vestito con una tunica nera e dai lunghi capelli corvini: un angelo, bellissimo ma dall’animo malvagio, nero come i suoi vestiti, come il suo corpo, come le sue ali.

 

Seifer si lanciò subito sull’essere demoniaco col suo fido Hyperion, ma dopo un lungo scontro il demone lo trafisse con i lunghi artigli per poi scagliarlo nel vuoto, nei giardini.

 

Raijin e Fujin, accecati dalla rabbia, combatterono l’angelo nero per vendicare l’amico, ma non fecero in tempo a ferire l’avversario che si ritrovarono anche loro morti, stesi accanto al loro compagno.

 

Zell, pur sapendo che sarebbe probabilmente morto come i tre rappresentanti del CdD, combatté con furia disumana l’essere, che però riuscì ad avere la meglio dopo aver riportato gravi ferite. Quando il demone trapassò il ragazzo e lo sollevò per gettare anch’egli dove aveva lanciato i precedenti avversari Zell trovò la forza di colpirlo in viso con un Firaga, deturpando il viso celestiale del nemico, e spirò.

 

Squall aveva assistito impotente alla scena, ma appena vide il volto del demone si riscosse e lo attaccò con tutte le sue forze, senza però riportare alcun risultato. Per tutta risposta il mostro maligno lo scaraventò verso la porta, sfondandola, per poi volare in presidenza, dove c’erano Quistis, Cid, Edea, Nida, Shu e gli altri professori in riunione. Loro morirono senza nemmeno sapere cosa li avesse uccisi.

 

Squall radunò SeeD e studenti esperti che erano al 2° piano per attuare una resistenza abbastanza decente, ma all’arrivo dell’essere le difese furono praticamente spazzate via e Squall venne spinto dal demone giù dal ponte che collega la classe all’ascensore durante un contrattacco disperato, finendo nella fontana che era stata installata nel Garden. I pochi studenti e SeeD sopravvissuti cercarono di scendere con l’ascensore al piano sottostante, ma facilitarono solo la carneficina del mostro, che distrusse i cavi del mezzo, facendo precipitare i sopravvissuti nel vuoto.

 

Mentre si concedeva un attimo per riprendersi dalla rovinosa caduta e dai colpi ricevuti Squall vide Irvine e Rinoa che attaccavano il nemico assieme ad alcuni studenti che possedevano armi da tiro e da lancio. Tra loro anche la ragazza con la treccia, che sparava con un mitra appartenente ad uno degli studenti morti nel precedente duello per vendicare il suo amato guerriero, ma riuscì solo a raggiungerlo nella morte assieme a Rinoa ed Irvine subendo l’energia sprigionata da un fulmine nero.

 

La dottoressa Kadowaki era morta anche lei nel tentativo di curare alcuni feriti, sempre dedita al suo dovere al costo della propria vita.

 

Squall raggiunse l’ultima amica sopravvissuta, Selphie, che stava portando nel garage le matricole, ma anche lì l’angelo nero lo scovò. I due SeeD combatterono assieme, ma non riuscirono lo stesso a distruggere il demone. Selphie lanciò un Mura a Squall ed alle matricole, ma per farlo dovette rinunciare alla sua protezione, così quando fu colpita da un globo nero lanciato dal demone si ritrovò scoperta alla magia, ma nonostante stesse in pericolo di vita castò un triplo Ultima, facendo sparire l’angelo mentre si accasciava al suolo. Nel frattempo che le matricole salivano su un autobus utilizzato per le gite Squall si accostò alla sua ultima compagna e vide che era ancora, miracolosamente viva! Una volta che i bambini furono tutti saliti sul mezzo il Comandante SeeD portò la ragazza a bordo e si diresse a Balamb, dove la madre di Zell, nonostante avesse saputo in quel momento della morte del figlio, si offrì di ospitarli finché Selphie non si fosse ristabilita. In quel lasso di tempo Squall non lasciò mai da sola la ragazza, l’unica persona viva che faceva parte del suo passato e che era ancora assieme a lui. Quando la giovane Trabiana si risvegliò il Gunblader si sentì sollevato, pur avendo perso la sua amata Rinoa sapeva di poter contare su una persona capace di tirarti fuori un sorriso in qualsiasi situazione, anche se anche lei ora avrebbe pianto qualche lacrima, visto che anche il suo fidanzato era morto mentre difendeva il Garden. Al contrario delle aspettative il ragazzo si trovò dinanzi una Selphie triste, ma non disperata, senza alcuna voglia di piangere, che appena vide il suo amico al suo fianco si alzò e gli diede un bacio sulle labbra e sorridente disse.

 

Selphie: Non preoccuparti per gli altri, stanno bene. Stavo per andare anch’io da loro ma mi hanno respinta dicendomi: “Vai da Squall, ora lui ha bisogno di te più di quanto ne abbiamo bisogno noi”. Stavo per dire che volevo restare con loro quando Rinoa si è avvicinata e mi ha detto: “Forza, fà come ti diciamo. Prima o poi ci rincontreremo, ma fino a quel momento prenditi cura di Squall, e mi raccomando, rivelagli ciò che provi per lui”.

 

Il giovane guerriero rimase scioccato sia per le parole della ragazza sia per ciò che aveva fatto, ma non disse o meglio non riuscì a dire niente perché Selphie, accortasi della sua perplessità, continuò.

 

Selphie: Forse tu non lo hai capito, ma gli altri si erano accorti che io… insomma… mi sono innamorata di te! Ecco, l’ho detto. È fin dal giorno in cui ti sono finita addosso, il giorno dell’esame, che quando ti guardo sento una strana sensazione al cuore. Irvine ha fatto finta di essere il mio fidanzato per insegnarmi a non aver paura dei miei sentimenti, per questo faceva il cascamorto con le altre ragazze, perché non era legato a nessuno. Anche Rinoa lo sapeva, ma mi ha confidato che si era messa con te per aiutarmi, per, come dire, “scongelarti” un po’ prima che mi dichiarassi, perché era sempre stata innamorata di Seifer. Spero che tu capisca…

 

La Trabiana arrossì ed abbassò lo sguardo, ma il Comandante glie lo risollevò e rispose.

 

Squall: Se davvero è successo tutto quello che hai detto devo essere stato l’unico cieco in tutto il Garden per non accorgermene. Se i nostri amici vogliono vederci felici prometto loro che vivrò per sempre con la persona che mi ama veramente, e che non lascerò che niente al mondo le faccia del male finché avrò vita. Anch’io sentivo qualcosa, ma non riuscivo a capire cosa fosse, ma grazie a te ora so cos’era. Era l’amore che provavo per te, che il mio carattere solitario ha tentato di oscurare, fortunatamente senza riuscirci.

 

Al sentire quelle parole, pronunciate dal più profondo del cuore, Selphie sorrise e stampò sulle labbra del suo Gunblader un secondo bacio, più intenso del primo, che riuniva l’amore di due giovani in un solo gesto. Una volta che il medico ebbe visitato la ragazza e non ebbe visto niente di grave riferì alla signora Dincht che, se avesse voluto, la coppia avrebbe potuto lasciare Balamb coi bambini del Garden senza problemi. I due si congedarono dalla madre di Zell, ringraziandola per l’aiuto che aveva loro offerto e si avviarono alla stazione, dove avrebbero iniziato il viaggio per portare i bambini a casa e dare le condoglianze ai parenti degli studenti morti. Tutto sarebbe andato bene se l’angelo nero non fosse tornato, nuovamente in ottime condizioni e pronto a distruggere qualsiasi cosa si fosse messa sul suo cammino. Le ferite erano già tutte rimarginate, ma non se ne vedeva nessuna all’altezza del cuore o sul collo, probabilmente quelli erano i suoi unici punti deboli. Anche il suo aspetto era cambiato: i capelli neri avevano lasciato il posto ad una folta chioma bionda, la sua pelle era diventata bianca come la neve e gli occhi gialli come l’oro. Squall decise di affrontarlo da solo, visto che Selphie si era appena ripresa e non era ancora in grado di combattere, ma anche se lo fosse stato lui glielo avrebbe impedito. Non voleva perdere anche l’ultima parte del suo passato, la sua amata, la su unica ed ultima ragione di vita. Durante tutto il combattimento il Gunblader fu in vantaggio e ferì svariate volte il demone, ma quando fu sul punto di eliminarlo trapassandogli il cuore scoprì che non si poteva distruggergli solo il cuore o tagliargli il collo, ma bisognava colpire entrambi i punti a distanza di pochissimo tempo. La cosa prese alla sprovvista il ragazzo, che fu vulnerabile all’attacco sferratogli poi dall’angelo, che si trovò stavolta in vantaggio rispetto all’umano, preparandosi a folgorarlo con una nera saetta. Fu in quel momento, quando il giovane sentiva che non sarebbe sopravvissuto, che Selphie si diresse verso i duellanti e fece da scudo a Squall col suo corpo, rimanendo uccisa. Alla vista della sua compagna morta Squall si alzò in preda all’ira ed attaccò il demone col suo Cuore di Pietra, riuscendo a colpire entrambi i punti mortali del mostro, che prima di sparire disse.

 

Angelo: Davvero notevole, e dire che bastava uccidere una sola persona per tirare fuori da quel tuo ammasso di ossa e carne il demone che c’è in te. Mi avrai anche ucciso, ma adesso che ti è rimasto?

 

Quella parola lo tormentava sempre più. “Che ti è rimasto?”, niente! Ormai era solo, un’altra volta solo. Dopo la battaglia contro Artemisia pensava che lui ed i suoi amici sarebbero vissuti felicemente, senza dover più rischiare inutilmente di morire per la pazzia di esseri malvagi, ma ora si trovava perso nei meandri della sua mente per dare un senso a ciò che era successo. Al suo fianco, in una cassa, le armi ed alcuni degli oggetti appartenenti ai suoi amici più cari. Si era voluto occupare lui stesso della sepoltura dei compagni morti, nei giardini di quello che rimaneva del Garden, la prima casa che lo accolse, dove crebbe, dove trovò quelli con cui avrebbe voluto vivere, dove capì l’importanza dell’amicizia ed ora, dove ha perso tutto ciò a cui era legato. In quel momento avrebbe desiderato di essere morto lui al posto di così tanti altri studenti, che forse amavano la vita più di quanto l’abbia amata lui. Guardò un’altra volta con nostalgia sia il Garden che la cassa al suo fianco, senza sapere cosa fare, dove andare, ma soprattutto, per COSA e per CHI vivere. In effetti dopo ciò che aveva vissuto non aveva più alcuna voglia di continuare questa esistenza, non senza i suoi amici, la sua famiglia. Proprio mentre stava per decidere di andarsene e perdersi in qualche angolo sperduto del pianeta sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla. Era Ellione, la ragazza per la quale più volte aveva tentato di fuggire dall’orfanotrofio da piccolo per andare a cercarla, la sua “sorellina”. Come aveva potuto dimenticare di avere al mondo anche lei? Rimase fermo a guardarla, come se si aspettasse di vedere da un momento all’altro un miracolo, mentre lei si limitò a sedersi accanto a lui. Quando Elly abbracciò il suo “fratellino” Squall non riuscì più a trattenere le lacrime ed esplose in un pianto incontrollato sulla spalla della ragazza, che pazientemente aspettò che si sfogasse dicendo.

 

Ellione: Su, su, vedrai che un giorno tutto tornerà come prima, basta aver pazienza e finalmente i tuoi amici prima o poi saranno di nuovo al tuo fianco. Abbi fiducia e tutto passerà anche se ora ti sembra impossibile.

 

Squall: Non mi sembra impossibile, È impossibile! Perché quell’angelo è venuto a rovinarmi la vita quando avevo finalmente trovato un po’ di pace? Perché ha fatto tutto questo?

 

Ellione. Posso sempre mandarti nel suo passato, così potrai capire perché.

 

Squall: Dici sul serio?

 

La ragazza fece di si con la testa.

 

Squall: Allora fallo, sono pronto.

 

Il giovane sentì un giramento di testa prima di ritrovarsi nel corpo dell’ essere che in quel momento odiava più di ogni cosa al mondo. Si trovava in un posto spettrale, circondato da fiamme e senza alcuna luce esterna, dall’ atmosfera soffocante, l’inferno. Ad un certo punto vide dinanzi a se la persona che aveva qualche mese prima causato tutti i problemi del suo mondo, Artemisia, seduta su un trono di pietra nera che parlava con autorevolezza al demone.

 

Angelo: Mi hai mandato a chiamare, mia signora?

 

Artemisia: Si, mio fidato cavaliere, ho bisogno che tu compia una missione per me. Devi andare nel mondo dei vivi e distruggere ogni forma di vita che troverai all’interno del Garden di Balamb, compreso quel povero ingenuo di Seifer, ora non mi serve più. Anche se fallirai non farà niente, basta che rovini le vite a quei pivelli che mi hanno sconfitta. Prenditi particolarmente cura di Leonheart, voglio che soffra più di tutti.

 

Angelo: Come desideri.

 

Squall tornò in sé, ma l’unica cosa che riuscì a fare fu prendere a pugni una roccia lì vicino fino a strapparsi i guanti ed a farsi sanguinare le mani. Ellione lo fermò e dopo aver curato alla bell’e meglio la ferita chiese.

 

Ellione: Che hai visto? Deve essere stato qualcosa di terribile se ti ha spinto a reagire in quel modo.

 

Squall: Artemisia! È stata lei! Possibile che debba sempre interferire con le nostre vite?!?

 

Ellione: Ma, è impossibile, l’avete uccisa!

 

Squall: Quella stronza era all’inferno ed è da lì che ha chiesto a quel suo schiavo di eliminarci! Se vuoi davvero fare qualcosa fatti avanti, brutta megera che non sei altro! Sono pronto a distruggerti una volta per tutte, fosse l’ultima cosa che faccio! Fatti vedere, figlia di puttana!

 

Ellione: Lei non può lasciare il luogo della sua pena, ma visto ciò che è successo non manderà più altri servi. Non puoi fare più di quello che hai fatto fino ad ora.

 

Squall strinse ancora di più i pugni facendo colare altro sangue, che andò a cadere nel punto dove prima erano cadute le sue lacrime. In pochi secondi, tra sabbia e sale, nacquero 13 fiori bellissimi, come mai se ne erano visti prima, uno per ogni persona che fosse entrata nel suo cuore e lo abbia lasciato. Tra tutti loro spiccava una rosa blu dalle venature rosse, al cui fianco c’era un bocciolo di tulipano dai colori inversi a quelli della rosa. Il Gunblader riconobbe in quel fiore Selphie e nel bocciolo l’amore non ancora del tutto sbocciato tra i due, strappati prematuramente l’uno dall’altro dalla morte. Gli altri fiori si attorcigliavano, formando una sola pianta, simbolo dell’amore presente tra i membri del gruppo: la ragazza con la treccia e Zell, Rinoa e Seifer, gli unici due sposati, che gli avevano fatto da genitori, Edea e Cid, più altre coppie meno note, come Raijin e Fujin, Nida e Shu e Quistis ed Irvine. Nel Garden si parlava spesso del tenero che c’era tra  queste coppie ma nessuno ne sapeva di certo qualcosa. Un Lesmathor cercò di cogliere il nettare da quei petali belli come mai ce ne erano stati, ma Squall lo scacciò subito e ricavò col suo Gunblade un vaso da un tronco abbattuto lì vicino, dove trapiantò le ultime cose viventi che gli ricordavano i momenti felici passati con i ragazzi al Garden. Ellione chiese il perché di quel gesto ed il ragazzo le rispose.

 

Squall: Questi fiori, sento come se fossero i miei amici. Prima non sono riuscito ad evitare che perdessero la vita, ma adesso non permetterò che muoiano di nuovo. Li porterò via con me.

 

Ellione: È un gesto nobile e forse l’unica cosa che puoi fare per tenere sempre vivo in te il loro ricordo. Vieni con me, tuo padre ci aspetta.

 

Squall ebbe un sussulto. Da quando era entrato al Garden era rimasto sempre da solo e l’unica volta in cui decise di non estraniarsi dal mondo fu dopo che si fu riunito ai suoi amici d’infanzia. Non gli era mai importato prima d’ora di scoprire quali fossero le sue origini, ma sentendo le parole della ragazza che stava ora dinanzi a lui non poté fare a meno di provare a capire cosa successe in passato, nonostante Ellione lo avesse mandato più volte nel passato del padre. Decise di seguire il consiglio della “sorellina” e si diresse con lei in città dove avrebbe preso il treno per Timber, dove il padre lo attendeva per portarlo ad Esthar.

 

Ellione: Se vuoi puoi dare un altro sguardo alla città prima di partire, manca ancora un’ora alla partenza.

 

Squall: A quanto pare non solo puoi mandarmi nel passato, sai anche leggermi nel pensiero. È quello che farò.

 

Squall lasciò alla ragazza i fiori ed andò via dalla stazione portandosi dietro le armi e gli oggetti dei suoi amici. Con quel gesto l’ex Comandante del Garden le fece capire che le avrebbe affidato anche la sua vita. Dopo tre quarti d’ora il Gunblader tornò dalla giovane, che rimase senza fiato nel guardarlo: non aveva più la cassa, ma portava ancora tutto ciò che era appartenuto ai suoi compagni più intimi. Portava in testa il cappello di Irvine assicurato al collo dalla benda di Fujin, indossava il giubbotto grigio di Seifer e portava il suo attorno alla vita, al braccio destro teneva legato il laccio nero di Rinoa, simbolo di lutto degli abitanti di Timber dalla morte dei padri di Watts e Zone, sul naso poggiavano gli occhiali di Quistis, non lo aveva mai voluto ammettere, ma a forza di sforzare lo sguardo fino a tarda sera sui libri aveva bisogno di occhiali per la stanchezza e fortunatamente la sua prof ed amica aveva la graduazione che gli serviva, ai polsi i bracciali torchiati di Raijin ed al collo la collanina di Selphie. Anche le armi erano sistemate ordinatamente sul corpo del ragazzo: i Gunblade suo e di Seifer attaccati alla schiena a formare un X assieme all’asta di Raijin, la frusta di Quistis legata alla caviglia, il Blast Edge di Rinoa sul braccio destro, i guanti di Zell coprivano i suoi, ormai lacerati dai pugni sferrati alla roccia, lo shuriken di Fujin legato alla cintura, il fucile di Irvine attaccato alla gamba sinistra ed infine il nunchaku di Selphie legato alla gamba destra. La ragazza lo guardò perplessa e disse.

 

Ellione: Perché ti sei conciato in quel modo? Sembri pronto ad andare in guerra!

 

Il ragazzo sorrise e rispose.

 

Squall: Vivrò la mia vita anche per i miei amici, perciò ho deciso che da oggi in avanti li porterò con me ovunque vada e questo era l’unico modo che conoscevo.

 

Ellione: Però ti manca una cosa, un oggetto appartenuto a Zell.

 

Squall: Beh, per lui ho fatto un’eccezione. Lui è stato il primo a volermi come amico, perciò in segno di questa amicizia mi sono fatto fare questo.

 

Squall alzò la manica sinistra del cappotto e mostrò alla “sorellina” lo stesso tatuaggio tribale del guerriero.

 

Ellione: Scelta molto azzeccata, non c’è niente che possa ricordarlo meglio.

 

Il viaggio fu breve, ma diede il tempo a Squall di fare un’ultima riflessione quella giornata.

 

Squall: “Cari amici, anche se non siete al mio fianco non vuol dire che non siate con me. Non sono riuscito a mantenere la promessa fatta a Selphie e per questo non potrò mai essere in pace con me stesso, ma farò del mio meglio per vivere questi anni che mi rimangono nel mondo dei vivi nel modo migliore possibile. Vivrò anche per voi, col sorriso sulle labbra e col ricordo dei tempi passati assieme. Non vi dimenticherò mai, perché se mai mi dimenticherò di voi sarò come morto. Ci rivedremo un giorno, ma non ancora. Addio, anzi, arrivederci.”

 

Fine

 

NDA: Forse non sono riuscito ad esprimere bene ciò che volevo scrivere, ma il succo della storia è facile da capire. Dedico questa storia a chi abbia perso una o più persone care, affinché possa trovare la forza e la speranza di continuare a vivere come il personaggio della fanfiction. Dedico questa fanfiction anche ai parenti del piccolo Tommaso Onofri, il bambino rapito e successivamente morto, il cui cadavere è stato trovato solo ultimamente, affinché anche loro possano continuare a vivere col ricordo di quel bimbo innocente, strappato alla vita dalla crudeltà di un gruppo di uomini.

 

   
 
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