Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: abbey    10/04/2012    2 recensioni
Sei un idiota,un bellissimo idiota.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Lo vuoi un calcio nel sedere,Jonas?Guarda che non ci metto niente!» «Ma come siamo aggressivi,Collins!» Mi fulminò con lo sguardo e se quella rabbia fosse stata fuoco sarei morto completamente bruciato. Detestava quando la chiamavo per cognome e questo mi piaceva terribilmente perchè avevo sempre una scusa per farla arrabbiare e poter osservare quelle sopracciglia aggrottate e quegli occhi socchiusi puntarmi come due fuochi ardenti.Le diedi un piccolo pugno sul braccio e sembrò addolcirsi un tantino,abbastanza da rivolgermi un sorriso fugace prima di tornare al libro che stava leggendo con tanto impegno. «Non so come tu faccia a leggere quella robaccia,sono sempre stato allergico ai libri.» «Bè questo si può dedurre anche senza che tu lo dica,caro Jay,e comunque i libri non sono robaccia ma cultura,sono una cosa bella e credo che dovresti prenderne in mano uno,una volta tanto,e capire perchè certa gente vive di tutto ciò.» Sorrise e notai la soddisfazione per quella risposta breve ma ricercata al punto da farmi venire quasi voglia di provarci davvero,un giorno. Per quel momento,però,decisi di rimanere lì,steso accanto a lei su quel letto troppo grande e in ordine e osservarla fino a farmi venire male agli occhi. Non era una ragazza particolare - semplicissima diciannovenne famelica di libri e musica - però aveva quel qualcosa di assolutamente affascinante che mi faceva perdere la concezione di tutto.Per non parlare poi del suo profumo che mi rimaneva addosso anche senza ci toccassimo,non perchè fosse forte ma semplicemente perchè era suo ed ogni cosa che le apperteneva era anche un po' mia.Si mosse leggermente e involontariamente si avvicinò a me,dandomi la possibilità di appoggiare la testa sulla sua spalla e chiudere gli occhi lasciandomi cullare dal suo respiro calmo e profondo.Era sempre così tremendamente rilassante starle accanto:stavi bene pur non facendo niente,ti sentivi un'altra persona solo osservandola perchè infondo mi aveva cambiato,quel giorno,quando credevo di essere rimasto solo e invece arrivò lei a salvarmi da chissà cosa.Alzai la testa e presi ad osservarla mentre scrutava le parole di quel libro enorme,mentre il suo petto si alzava e abbassava regolarmente,mentre il mio cuore prendeva a battere sempre più forte e le mie forze nel rimanere lucido svanivano lentamente.Finalmente si accorse che la stavo osservando - forse un po' troppo insistentemente - e sorrise come solo lei sapeva fare.Con quel suo modo così cristallino di aprirsi e ridere,fino a piegarsi in due e tenersi stretta la pancia,fino ad avere le lacrime agli occhi che comparivano - fortunatamente - solo in quelle occasioni.E amavo ancora di più quando stava bene grazie a me.
Chiuse il libro e si voltò nella mia direzione,sospirando. «Perchè invece di fissarmi come se fossi l'unico essere umano sulla faccia della Terra non fai qualcosa, Joseph Scandì il mio nome così bene - quasi non lo conoscessi - da farmi venire i brividi.Deglutii incapace di fare qualsiasi cosa - che era poi quello per cui mi sgridava più spesso,lei.Restava lì a guardarmi e non sembrava volermi aiutare così le sorrisi - cercando di metterci la stessa luce che usava lei - e le accarezzai una guancia. «Sono un idiota,un idiota codardo che non è capace di dire una cosa sensata quando è con te.» «Non è vero.» «E invece sì.Tu non lo sai come mi fai sentire dentro.Tu non sai il terremoto che c'ho nella pancia quando mi guardi,mi parli o mi sorridi.Potrei morire d'infarto nel momento stesso in cui punti i tuoi occhi addosso a me.Non lo sai quello che mi fai.» Una lacrimuccia rigò la sua guancia sinistra - quella che non stavo accarezzando,per la precisione - bagnandole il mento e poi il collo dove la fermai e la asciugai.Feci il respiro più lungo dei miei ventidue anni,deglutii,mi leccai le labbra e un «ti amo» molto molto molto biascicato uscii dalla mia bocca veloce quanto un lampo che squarcia il cielo nella notte.Non me ne resi neanche conto - a dire il vero - così rimasi fermo immobile aspettando una sua reazione che mi dimostrasse di aver davvero pronunciato quelle parole e che lei le avesse veramente sentite.Ne ebbi la conferma quando sorrise e si sporse di più verso di me per darmi un bacio sul naso e per strofinarci poi sopra il suo,così bello e morbido. «Ci hai messo tanto,ragazzo.» «Lo so,non sono bravo in queste cose.» «Di solito lo sei,invece.» «Ma tu sei diversa dalle altre,sei diversa da tutto il resto del mondo.Sei stupenda e sei mia «Eh già,non tutte hanno la fortuna di essere le ragazze di un idiota,il mio idiota.» Risi e la baciai. La baciai perchè era bella, perchè potevo, perchè dovevo e poi sì,perchè nessuno poteva più portarmela via.

  
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