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Autore: Caranil_    11/04/2012    2 recensioni
Il computer di Corinne si impalla e non risponde più ai comandi, e il servizio di assistenza clienti è chiuso.
Siamo sicuri che tutto ciò sia un male?
Scritta per la challenge 'Let's ship again!' indetta da Il_Genio_Del_Male sull'omonimo gruppo facebook, con i prompt 'Si prega di lasciare un messaggio' del sabato e 'Cavallo di Troia' della domenica.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando la tecnologia si schiera contro di noi

 

No. No, non poteva esser vero. Non a lei, dannazione!

Corinne si spostò il ciuffo biondo cenere da davanti al volto, cercando di incastrarselo nella molletta che portava sopra l’orecchio, sbuffando per l’irritazione.

Digitò rapidamente una sequenza di tasti, cercando di capire perché il computer avesse improvvisamente deciso di non rispondere ai comandi. Non era un malfunzionamento del programma che aveva appena installato, visto che aveva deciso di scaricarlo solo dopo averne letto la recensione su un blog di informatica le cui informazioni erano sempre assolutamente precise. Non poteva essere un bug del sistema operativo, perché Windows 7 non le aveva mai dato problemi del genere.

Portò alla bocca il pollice destro per rosicchiarne l’unghia, mentre rifletteva su cosa fare. Non riusciva a ricaricare la pagina del browser né a chiuderne la finestra, dunque aprì la schermata di gestione attività e chiuse il programma di grafica che aveva appena scaricato, insieme al riproduttore di musica e al browser.

Afferrò il cellulare e digitò il numero di telefono dell’assistenza. Doveva assolutamente risolvere al più presto quel problema, visto e considerato che su quel computer aveva un sacco di dati di cui non aveva fatto il back-up, tra cui il primo abbozzo delle prime pagine della sua tesi di laurea, che aveva impiegato una settimana per scrivere.

«Avvisiamo la gentile clientela che il servizio di assistenza è aperto solo dalle 15 alle 21. Si prega di lasciare un messaggio…» Corinne imprecò, chiudendo la telefonata e iniziando a tamburellare le dita sul bordo della scrivania. Doveva assolutamente contattare qualcuno, ma chi?

La risposta si formulò da sola nella sua mente: Rachel, la ragazza con cui ci provava da ormai due mesi, che oltre ad essere straordinariamente avvenente, lavorava come programmatrice informatica.

Non ebbe neanche bisogno di cercare il suo numero nella rubrica, visto che lo sapeva a memoria, e, com’era prevedibile, la ragazza rispose dopo neanche due squilli. Rachel aveva l’incredibile pregio di vivere praticamente in simbiosi con il suo cellulare, cosa che implicava il fatto che fosse sempre funzionante e sempre vicino a lei, mai scarico e mai senza soldi. Insomma, era sempre rintracciabile grazie al suo adorato Nokia.

«Ehi, ciao Corinne! Dimmi tutto!» la salutò, allegra e briosa come sempre.

«Rach, senti, non vorrei disturbarti… ma ho un problema enorme e solo tu puoi aiutarmi!» cominciò, con la voce nervosissima. Sperava di non sembrarle troppo asfissiante o troppo pesante…

«Tranquilla, non disturbi! Ora calmati e spiegami.» La dolce voce della ragazza stava già avendo un effetto rilassante sui suoi nervi tesi.

«Beh, il computer si è totalmente impallato, dopo che ho aperto un programma che ho appena scaricato..»

«Fa’ partire immediatamente l’antivirus: da quanto non fai una scansione?» chiese Rachel, con tono professionale. Corinne perse un attimo il filo del discorso, immaginandola mentre le dava ordini molto meno informatici e molto più piacevoli, poi tossicchiò e si concentrò sulla domanda.

«L’ultima l’ho fatta una settimana fa… Oddio, aspetta, sarà mica un virus?» chiese, preoccupata. Non poteva, davvero non poteva perdere quei dati, rifletté mentre lanciava Avira.

«Può darsi che tu abbia scaricato un malware insieme a quel programma. So di un’epidemia recente di Trojan Horse, sembra davvero di essere tornati nel 2002, quando non si poteva scaricare niente senza beccarselo!»

Corinne a malapena sapeva cosa fosse un Trojan Horse, ma tacque e osservò l’antivirus che scansionava tutti i files del computer.

«Nel caso in cui io avessi davvero scaricato un qualunque worm, cosa mi consigli di fare?» Il suo tono di voce era ancora ansioso, ma si stava visibilmente tranquillizzando, tanto da riuscire a inserire nella conversazione l’unica parola che ricordava, da una lunga seduta di navigazione nella sezione Informatica di Wikipedia fatta al solo scopo di impratichirsi con il linguaggio che la sua cotta usava tutti i giorni.

«Non devi farti prendere dal panico, aspetta di vedere cosa ti dice l’antivirus e poi decidiamo… No, aspetta, hai da fare oggi?» trillò, suonando entusiasta.

«Sì!» gemette, frustrata. «Devo aggiustare questo… stramaledettissimo computer!» Rumori sospettosamente simili a colpi giunsero alle orecchie di Rachel, che chiese, dubbiosa: «Non starai mica prendendo a pugni l’hardware, vero? Perché ogni qualsiasi persona intelligente sa che così non si risolve nulla…»

«Rach, piuttosto che prendere a pugni l’hardware mi prendo a pugni da sola, soprattutto mentre sono al telefono con una come te, che con i computer ci parla!» Corinne ridacchiò, ricordando quella volta in cui l’aveva vista sussurrare paroline d’incoraggiamento a un laptop che non voleva saperne di riconoscere la stampante.

«Non è che ci parlo,» si difese, «semplicemente penso ad alta voce, mi aiuta a ragionare. Comunque, parlando di cose serie, io devo finire di programmare una cosa entro l’una, poi passo da te così sistemiamo il tuo pc, ok? Così intanto il tuo antivirus ha un paio d’ore per lavorare in pace…»

Corinne rischiò di farsi cadere il cellulare di mano. Rachel si era appena autoinvitata a casa sua?

«Ehm… Sei ancora lì?» la voce esitante della ragazza la convinse a chiudere la bocca e a recuperare la voce, per risponderle.

«Facciamo un po’ più tardi dell’una,» accidenti, le servivano molto più di due ore per prepararsi, rifletté rapidamente. «Quanto tempo ci vorrà per capire cosa diavolo è successo al mio caro piccolo computer?»

«Ma non lo so, un paio d’ore?»

«D’accordo, allora vieni da me alle cinque e mezza,» così aveva sette ore di tempo, bene, poteva pulire casa e darsi una sistemata, «e poi quando finiamo ti porto fuori a cena, per ringraziarti.»

«Sai che non ce n’è bisogno…» La voce titubante di Rachel la spaventò parecchio: magari aveva capito che la cena non era solo per ringraziarla, ma per provare a sedurla?

«Beh, hai altri impegni? Che so, devi uscire col tuo moroso…» indagò, mordicchiandosi l’angolo della bocca e tormentandosi un ricciolo che era sfuggito alla molletta.

«Ma se nemmeno ce l’ho, il moroso, e lo sai benissimo!» rise l’altra, e Corinne sentì il proprio cuore compiere un triplo salto all’indietro. «No, è che non mi sembra il caso, voglio dire, liberarti il pc da un Trojan non è che richieda chissà quale lavoro…»

L’unica cosa che la bionda sapeva dei Trojan era che si infilavano nelle cartelle di sistema, rendendo impossibile l’operazione di trovarli e cancellarli a chi non fosse un informatico esperto. «Beh, Rach, anche se per te non è nulla, io senza il tuo aiuto non saprei dove battere la testa, quindi mi sento in dovere di sdebitarmi.»

«Uhm, suppongo di non avere scampo,» disse, allegra. «E allora, che sia come vuoi tu.»

Quando la tecnologia si schiera contro di noi, spesso ci sta solo dando una mano…

 

 

Note

Questa storia è il mio tributo, anche se in iper-ritardo, alla challenge ‘Let’s ship again’, indetta da Il_Genio_Del_Male sull’omonimo gruppo facebook. Ho usato il prompt della domenica ‘Cavallo di Troia’, anche se l’ho presa molto alla lontana, e ‘Si prega di lasciare un messaggio’ del sabato.

Si ringrazia Algedi per la lezione notturna sul meraviglioso mondo dei malwares, e si ringrazia anche il mio libro di greco, che mi sta fissando maleficamente da ieri pomeriggio, e a cui sarà bene che torni XD

   
 
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