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Autore: Tods    11/04/2012    4 recensioni
Mi fece l'occhiolino:"Sei il mio angelo"
"A furia di sentirmelo dire, comincio a crederci davvero."
"E se cominciassi a dire che mi piaci? Crederesti anche a quello?"
Io. La mia migliore amica. Dublino.
Due matte a piede libero, ecco cosa siamo.
Non avrei mai pensato d'incontrarli così i miei idoli, ma è successo. Grazie al cielo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
Non vedevamo l’ora.
Erano mesi che non aspettavamo altro e finalmente saremmo partite.
Avevo pensato così tanto tempo a quanto mi sarei divertita, a quanto sarebbe stato bello ed indimenticabile, che tutto mi sembrava irreale.
Il cuore mi batteva all’impazzata, e nemmeno “I Want”, che mi perforava piacevolmente le orecchie, riusciva a togliermi di dosso quel fastidiosissimo senso d’inquietudine.
Har sedeva accanto a me, composta e rilassata. Dio, come faceva ad essere così calma? Avevo voglia di urlare.
A stento mi rendevo conto di ciò che stavo per fare. A stento mi rendevo conto che la distanza tra me e l’aeroporto si accorciava sempre di più. A stento riuscivo a credere che stavo per partire per Dublino.
-Elena? Elena, siamo arrivati!-Har mi scosse, sorridendo.
Scesi dall’auto in trance. Quasi dimenticavo di respirare.
L’aria caotica dell’aereoporto mi dava sui nervi. Odiavo quei maledettissimi pannelli luminosi, ed ancora di più odiavo aspettare tutto quel tempo prima di partire. Magari giusto per prolungare l’agonia della partenza, quando tutto ciò che avrei desiderato era sedermi sulla poltroncina accanto al finestrino e guardare il cielo italiano sfilare sotto i miei occhi.
La prof aveva detto che la famiglia che ci avrebbe ospitato era davvero “a modo”. Mi chiesi cosa intendesse dire con “a modo”. Che fossero Odiosi-Conservatori-Peggiori-Dei-Nostri-Veri-Genitori?
-Si sono trasferiti a Dublino da poco.-aveva detto.-Vivevano in una piccola città, prima.
Har mi aveva guardata con gli occhi sbarrati. Perfetto! Ci mancavano solo i campagnoli Molto A Modo.
BIIIIIIIIIIIIIIP!
Il suono pulsante mi riportò alla realtà. Oh, cavolo! Avevamo superato il check-in ed Har non mi aveva nemmeno avvisata! Ma cosa me l’ero portata a fare?
Mi fece la linguaccia mentre mi toglievo imbarazzata tutti i miei braccialetti tintinnanti e li posavo nel cestino.
-Terrorista!-mi gridò, ed io risposi:
-Ti conviene guardarti le spalle, allora!
Har la conoscevo da un po’. Ore, giorni,settimane, mesi..un po’.
Har era la cosa più simile ad un’amica che avessi. Era una specie di Altra Me, solo più seria e mentalmente stabile, ecco tutto. Era l’unica con la quale avrei condiviso una cosa del genere, ed ero certa che quella settimana a Dublino sarebbe stata magica per entrambe.
Dovevo tutto ad Har. Si prendeva cura di me, quella ragazza. Era quasi come una mamma, solo più simpatica e divertente, ecco tutto. Era l’unica che riuscisse a capirmi e sopportarmi, cosa che richiedeva molto più impegno di ciò che si possa immaginare.
Har era tutto per me.
Mentre a malapena ricordavo di respirare, Har mi aveva preso per mano, e mi aveva trascinata sull’aereo. Cavolo, dovevo stare più attenta! Se mi fossi distratta ancora avrei rischiato di perdermi qualcosa di importante. Dovevo smetterla, e subito!
-Ele, ma ci sei o ci fai, oggi? Sembri fatta!
Tirai fuori l’mp3 dalla borsa:
-Ma lo sai,no, che di droga non ne ho mai abbastanza!
Mandai “More Than This” in play.
Io ed Har ci accomodammo sulle poltroncine. La voce di Styles mi tranquillizzava. Il cuore non batteva più così forte. Saremmo partite a momenti.
Guardai Har ed indovinai ciò che pensava. Bastava uno sguardo a me ed Har, per capire ogni cosa.
Famiglia Horan, eh?
Ce ne saranno a migliaia in Irlanda. Forse anche di più.
Quando la prof ce l’aveva detto, avevamo passato interi pomeriggi fantasticando sull’angelo dagli occhi azzurri che portava quello stesso cognome.
Per un attimo, un attimo soltanto, ci avevo creduto sul serio, ma Har mi aveva tagliato le ali quasi subito. Lo faceva spesso,lei. Riportarti alla realtà, intendo. Lo faceva perché sapeva che mi sarei illusa, e che ne sarei rimasta irrimediabilmente delusa. Già il fatto che lo facesse per me, mi rendeva impossibile trovarlo fastidioso.
Spegnere gli apparecchi elettronici, eh?
Spensi l’mp3.
Guardai Har.
-Sta succedendo davvero-sembrava una domanda. Lei sorrise, e mi guardò con i suoi occhi scintillanti. Gli occhi sono lo specchio dell’anima, davvero. Dagli occhi di Har potevi capire ogni cosa. Certo, lei sembrava tranquilla, rilassata, ma quello scintillio aveva qualcosa di folle, inquietante, sul serio. Se fosse stata me avrebbe urlato.
Io urlai, un po’.
Urlai perché ero felice. Perché ero emozionata. Perché avevo paura. Urlai perché in quel preciso istante cominciava la mia nuova vita.
“Hold on to the feeling and don’t let it go…”
Già, dovevo conservarla quella sensazione.
Quella sensazione di aver dormito tutto il tempo, e di cominciare a vivere in quell’esatto momento.


                 *
Spazio autrice (ahaha)
Ora, dopo questo prologo scandalosamente breve
vediamo di rispondere alle domande più comprensibili:
-Sì, sono matta.
-Sì, mi piace scrivere capitoli corti
-No, non aggiornerò spesso
-Sì, sono matta.

'Kay, ora veniamo a noi. 
E' la mia prima FF sui 1D, quindi siate clementi.
La storia avrà sviluppi interessanti.
Capiteranno cose che non immaginereste
nemmeno nei vostri sogni più fervidi.

Buona lettura, ed a presto.
Ele :)

  
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