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Autore: MegamindArianna    11/04/2012    3 recensioni
Cosa succede al Covo Malvagio mentre Metro Man sfa spettacolo di sé al museo? E se fosse un sogno? Una scena inventata da me che ho voluto aggiungere. Un mio piccolo desiderio. Spero vi piaccia!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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“Oh! Quali segreti!” esclamò lei. “Tu sei prevedibile!” 
Il fumo mi usciva dalle orecchie. Scivolai con la sedia all’indietro e, alzandomi, la calciai per levarla di torno. “Lei trova questo prevedibile!” e aprii la fossa dei coccodrilli
“Alligatori, si…” e alzò un sopracciglio. “Si… Ci stavo giusto pensando venendo qui…”
 Il mitra (dritto in faccia); infantile. Il lanciafiamme; cliché. Il siluro; pacchiano. Attivai inutilmente molte altre armi sperando in una reazione di paura da parte sua. Niente. 
“Mmm…. Il ragno è nuovo…” disse ad un tratto, quando persi del tutto le mie speranze.
“Ragno?” chiesi girandomi. Notai un puntino nero che dondolava avanti al viso di Roxanne. Pensai in fretta. “Ehmmm… si. Il… Il ‘ruagno’.” Mi avvicinai minaccioso. “Basta un piccolo morso dell’Aracnis Mortiferus per paralizzare all’istante…” ma lei soffiò, facendomi finire quell’esserino dritto nell’occhio e rovinando anche l’ultima mia chance. Minion cercò in tutti i modi di levarmi quel coso mentre Roxanne, sfacciata, ammetteva prima di me la sconfitta che avevo subito. In più avevo dei Bot-cervelli con il bruttissimo vizio di mordere. Decisi di contattare il fidanzato ‘calzamagliato’ al MetroMan- Day. 
“Allora Megamind?” chiese lei squadrandomi. “Ora che vuoi fare facendo irruzione alla festa di MetroMan?”
Sorrisi. “Sai… tu sei il suo punto debole, no? Perfetta per farlo abboccare al mio piano come un ‘pasciolino’…”
“Pesciolino, Megamind…”
“Mica io ho fatto sciuola come te. O meglio, l’ho fatta… ma non ero considerato un alunno. Venivo lasciato indietro.” Abbassai lo sguardo. Non dovevo parlare di quello con lei. Roxanne, inizialmente, incurvò le spalle, quasi dispiaciuta per me. Poi si ricompose. “Non vorrai farmi pena, vero? N-non funziona…” tremolò. 
“E da quando qualcuno ha pena per me? Nessuno. Non me la sono mai meritata a quanto pare.”
“Bhe… dovresti provare a non essere cattivo.”
Strinsi i pugni. “Sai perché sono cattivo? Per colpa del tuo fidanzatino!” e sbollii. Era da tanto che volevo dirlo. Lei rimase perplessa. “Si… come no… e perché mai?”
“Io andavo a sciuloa insieme a MetroMan. Lui era l’essere perfetto, quello bello e gentile, ricco e simpatico. Il posto più importante era occupato da lui. Tutti in quella classe avevano un posto. Io no. Io ero lo scarto, il rifiuto, ciò che non era considerato normale… non umano.” Tolsi un guanto. Mostrai la pelle e la avvicinai a quella della sua spalla. “Le persone non si fermano a guardare il contenuto. Giudicano e basta. Pensano che ciò che vedono abbia vigore di ragione.” Sbuffai rimettendo il guanto “E tu sei una di quelle.” Mi misi ad aggiustare la corda che la legava per non guardarla negli occhi. “Così accontentai i loro pregiudizi diventando ciò che vedevano in me: il cattivo”.
“Perché?” mi domandò.
“Perché cosa?”
“Perché mi dici questo?”
Bloccai il respiro. Avevo parlato troppo. “Non lo so. Ma fai finta che non ti abbia detto niente ok? Elimina tutto.”
Lei deglutì. “Ok. AHI!”
“Scusa. Ho stretto troppo.”
Quando si stabilì la connessione con i cittadini e l’eroe, cercai di cancellare quei minuti precedenti.. Roxanne era tornata al suo sorriso sghembo. Io, aprii la webcam e mi presentai con una perfetta risata malefica. Minacciai MetroMan, gli mostrai Roxanne legata che si vantava di non aver paura di me. Cercai di essere ironico e, per mostrarmi ancora più cattivo, alzai lo stivale per far vedere a tutti il marchio della pelle di cucciolo di foca. Poi Roxanne, da come mi aspettavo, disse a MetroMan dove eravamo nascosti: credeva di averci azzeccato. Finalmente era in trappola. Feci attivare il Raggio della Morte.
“FUOCO!!” urlai convinto che Minion fosse pronto. Non accadde nulla. MetroMan mi guardava annoiato. “Minion? Fuoco?” domandai sottovoce al mio compagno.
“Ehm… si sta riscaldando?”
“Si sta cosa?” chiesi sperando di ave capito male.
“Riscaldando.”
Urlai “Riscaldando?! Il SOLE si sta RISCALDANDO?!” 
“Ancora un secondo eee… un migliaaaapita….” E mentre faceva i suoi versetti da pesciolino buttai un’occhiata a  Roxanne. Si guardava le gambe compostamente immobili. Non portava le calze e la pelle affascinante era messa in risalto dal bagliore del sole. Deglutii. Si scostò i capelli morbidi con un movimento fulmineo della testa. Feci scorrere il brivido che mi partiva dalla testa fino ai piedi e poi mi rigirai. Per distrarmi sgridai Minion “Non ci credo! Dico sempre di tenere tutto pronto… Ma quante volte te l’avrò detto…”
“Per lei è sempre colpa mia!” ribattè lui. Sentii un improvviso dolore all’occhio. “Mi fa male il morso di quel ragno!” gridai rigirandomi verso Minion. Roxanne, che molto probabilmente aveva cancellato quel che le avevo detto perché non ci credeva, ricominciò a prendermi in giro. E Minion, inconsciamente, la seguì.
“Tu da che parte stai?” gli domandai sperando di non esplodere.
“Da quella di chi perde…” aggiunse Roxanne.
“Oh… grazie…” rispose il pesciolino. Poi lei, frettolosamente, aggiunse “Oh… non mi timbrate la tessera al rapimento?”
Feci una risata malefica. “Pensavo lo sapessi: ormai è scaduta da tempo quella promozione. SAYONARA!” e mi allontanai
“Stessa ora lunedì?” mi chiese poco dopo.
“PER TUTTE LE CHELE DI GRANCHIO!” urlò di colpo MetroMan
Spaventato quanto eccitato mi voltai “Che cosa ha detto?”
“Chele di granchio?” ripetè Minion. MetroMan continuò ad imprecare su cibi e altro. Mi avvicinai alla webcam. “Che scherzo dovrebbe essere questo?” MetroMan diceva di essere in trappola, mi diceva che avevo vinto. Infine dichiarò di avere un punto debole: il rame
“Il tuo punto debole è il rame?” non ci credevo. “Che fai? Prendi in giro?” e la discussione finì lì. Dal Raggio della Morte partì un gigantesco laser che, al contatto con l’osservatorio-trappola, sprigionò una luce accecante rossa e gialla. Un esplosione portò con sé pezzi dell’edificio, schiantandoli contro di noi. Mi proteggei la testa sperando di non essere colpito da un detrito. Quando ci fu una seconda esplosione più forte, vidi volare verso di Roxanne, frastornata dall’onda sonora e tutta scompigliata, una grande lastra di rame. Roxanne tentò di divincolarsi, ma l’avevo legata troppo forte. Mi alzai di scatto da terra e mi addossai contro di lei. Il grosso pezzo di rame passò sopra la mia testa e andò  sbattere contro il muro di metallo. Finalmente il frastuono era finito. Ero a gattoni, appoggiato sulle mani e sulle ginocchia. Sotto di me, Roxanne stava immobile, spaventata. Gridò. “Zitta! Non ti faccio niente!” ma non voleva saperne di far silenzio. Minion mi guardava a bocca spalancata. “Levati di dosso!” continuava. Capivo che quella era una posizione imbarazzante. Lei, infatti, aveva la guance rosse non solo per la rabbia. Comunque mi feriva. Non credevo che mi sarei beccato degli insulti anche per averla salvata. Forse dovevo lasciare che la lastra la colpisse. Ma poi MetroMan sarebbe venuto a vendicarsi. Appena mi ricordai dell’eroe, mi votai. Minion teneva tra le mani uno scheletro con attaccato alle spalle un mantello bianco mezzo bruciacchiato. “Ops!” dissi. 
“OPS COSA!? DOV’E’ MERTOMAN!? TOGLITI!” si agitava Roxanne. Non volevo che guardasse. In qualche modo dovevo evitarlo. “Roxanne?” 
“Levati! Che vuoi?” rispose respirando affannosamente. Incrociai il suo sguardo.
“Mi odi così tanto da non ringraziarmi neanche per averti salvato la vita? Ti faccio così schifo?”
Non disse più nulla. Aprì la bocca e la lasciò così. “Rispondi.” Ma continuò a far silenzio. “Rispondi se ne hai il coraggio. Rispondi!”
“NO!” urlò di colpo lei. Spalancai gli occhi verdi che si riflettevano perfettamente nei suoi azzurri.
“Davvero? O lo dici solo per…?”
“No… ma non cambia il fatto che sei un criminale…”
Anche se non dovevo, sorrisi. Lei spostò lo sguardo verso la lastra di rame che stava a terra. La sua guancia rosea avanti alle mie labbra. “Grazie.” Le sussurrai e le diedi un bacio veloce sotto l’occhio. Non so perché lo feci, ma lasciai Roxanne ancora stupita nelle mani di Minion che doveva liberarla. Mi fermai con un sorriso sghembo sul volto “Non sono poi così prevedibile, giusto?”
Roxanne tossì. 
Di colpo, tutto cominciò a roteare velocemente. Andavo in retromarcia, come se avessi premuto il tasto di reset. Mi alzai spaventato, il respiro affannato, la fronte sudata; il cuore rimbombava all’impazzata, senza controllo. 
-Ma che sogni faccio? Quella giornalista mi sta proprio dando problemi.- pensai. Mi bagnai le labbra con la lingua, ripensando a quel bacio che le avevo inaspettatamente dato. - Torniamo a dormire…- e mi riaccucciai sotto le coperte luride di quel letto scomodo che la prigione aveva da offrire.
Il giorno dopo, stranamente, accadde tutto quello che avevo sognato: il piano riuscì come lo avevo sognato e progettato. Forse ero un veggente? No, non lo ero… la lastra di rame era stata solo una piccola richiesta del mio cervello. Quindi niente lastra, niente salvataggio e… niente bacio.
  
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