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Autore: Beckett66    11/04/2012    4 recensioni
Ho visto il promo della 4x20 e mi è venuta in mente questa one-shot.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Lo strozzo con le mie mani

Il clima al 12mo era davvero caldo: Beckett era a dir poco infuriata. Castle aveva deciso di seguire per qualche giorno Ethan Slaughter, un detective della sezione contro le bande di strada. Slaughter era un duro, abituato a metodi spicci e piuttosto sprezzante del pericolo. Se Beckett fosse stata di buon umore lo avrebbe definito “uno che gioca a fare Rambo”; figuriamoci se fosse stata del pessimo umore che mostrava quel giorno. Kate sapeva benissimo che Slaughter non si sarebbe minimamente preoccupato di proteggere Rick dai pericoli che il suo lavoro prevedeva e per i quali lo scrittore non era addestrato; ancora meno si sarebbe preoccupato di capire se avrebbe potuto sopportare ciò cui assisteva. In fin dei conti la sezione bande di strada aveva spesso a che fare con ragazzi dell’età di Alexis e non di rado capitava di dover assistere al ritrovamento dei loro cadaveri. Slaughter era un tipo senza legami e quindi non avrebbe neppure lontanamente pensato che Castle era padre di una ragazza adolescente, per di più un padre piuttosto ansioso e protettivo. “Forse questo è il tipo di ispirazione di cui ho bisogno ora” aveva sentenziato Castle. Se lo avesse avuto tra le mani gli avrebbe sicuramente spezzato una gamba pur di impedirgli di correre i rischi enormi cui si stava esponendo. Castle non aveva la minima idea di ciò che lo attendeva. Ryan ed Esposito guardavano il loro capo di sottecchi e poi si guardavano desolati. Non solo era imbufalita ma era anche addolorata ed impaurita. Sembrava la Beckett che avevano conosciuto al loro arrivo al 12mo.

L’ascensore trillò e le porte si aprirono. Lo spettacolo che si presentò loro davanti fece arrabbiare ancora di più Beckett. Non lo credeva possibile ma stava avvenendo. Castle e Slaughter entrarono. Il primo visibilmente scosso mentre il secondo solo leggermente turbato. Per turbare Slaughter non doveva essere nulla di buono. Kate alzò lo sguardo e li vide. Si alzò di scatto e gli andò incontro. Né Ryan né Esposito avevano mai visto quello sguardo. Nemmeno nei primi tempi. Giunta davanti ai due venuti si rivolse a Slaughter con una rabbia tale che nemmeno lui restò indifferente.
“Se ti piace tanto giocare a fare Rambo sei pregato di farlo da solo! Mi hai capito bene?!”
“Mi pare che il tuo amichetto sia abbastanza grande da badare a se stesso”.
“Ti credevo solo uno spaccone; ora so che sei anche un incosciente ed irresponsabile idiota! Quanto a te Castle non ti ha per caso attraversato il cervello il pensiero che hai una figlia adolescente ed una madre non più giovanissima che dipendono da te?! Sappi che io non ci vado a dirgli che ti sei fatto ammazzare da qualche ragazzino esaltato! Mi hai capito? Ma cosa dico. Se fossi in grado di capire non ti saresti messo nella situazione che la tua faccia mostra ora!” Lo lasciò lì e si diresse verso l’ufficio di Lanie.

Castle si rivolse ai due detective cercando di sdrammatizzare “È proprio arrabbiata”. “Mi dispiace dirtelo Castle ma questa volta non possiamo darle torto”. La voce di Esposito era calma e decisa “Persino la Gates era preoccupata”. Rincarò la voce Ryan. Castle restò di pietra. Aveva sottovalutato l’affetto che tutte quelle persone nutrivano per lui. Si girò nella direzione che aveva preso Beckett appena in tempo per vederla sparire oltre la porta che portava all’ufficio di Lanie.
Entrò senza bussare. Lanie era intenta a compilare dei fogli. Si fermò resasi conto di non aver bussato: “Scusa Lanie, scusami non ho bussato. Hai due minuti per me?”.
“Ciao tesoro. Si certo che ho due minuti. Cosa succede? Mi sembri piuttosto agitata … per usare un eufemismo”.
“Agitata? Giuro che prima o poi lo uccido!”
“Mi viene il sospetto che stiamo parlando di un certo scrittore”.
“Giuro che lo strozzo con le mie mani! Almeno non dovrò poi essere io a comunicarlo ad Alexis”.
Era così arrabbiata, spaventata ed addolorata che le mani le tremavano leggermente. Si appoggiò al tavolo di Lanie ed i suoi occhi divennero lucidi. “Se proprio ha deciso di rompere con me basta che me lo dica. Non è necessario che si faccia ammazzare per interrompere la sua collaborazione col distretto”.
“Alludi a Slaughter?”
“Esattamente!”
“Anch’io ero preoccupata. Si comporta come se volesse farti spaventare, come se volesse che tu ti chiedessi come staresti senza di lui”.
“Per questo basterebbe che si prendesse una pausa”. Si stava lentamente calmando.
“Se si prendesse una pausa penseresti che prima o poi tornerebbe mentre così potresti perderlo per sempre”.
“Non mi stai dicendo che sta mettendo a rischio la sua vita per me, perché altrimenti lo uccido davvero; anzi faccio di meglio vado a raccontarlo ad Alexis”.
“Così sarà lei ad uccidere te!”
“Mi sa che hai ragione. Davvero pensi che lo stia facendo per attirare la mia attenzione?”
“Il ragazzo è pazzo di te e, come abbiamo già stabilito, anche tu non scherzi”. Lanie stava sorridendo.
“Si ma ultimamente si è staccato. Sembra che faccia apposta a non darmi la possibilità di parlargli”.
“Per quanto tempo lo hai evitato tu?”
“Hai ragione ma ora non posso certo andare di là davanti a Mister Rambo e dirgli che non voglio che rischi la sua vita perché io lo amo e ho sempre avuto paura di dirglielo”.
“In effetti potresti dirmelo qui. Non vedo nessun Mr Rambo”.
Kate si girò improvvisamente e lo guardò con uno sguardo furioso.
“Hai sentito tutto? Brutto impiccione! Giuro che ti strozzo con le mie mani!”
“Ho sentito tutto ma voglio sapere se è vero e se non c’è nient’altro che dovrei sapere e che avresti dovuto dirmi, almeno prima di dirlo ad uno sconosciuto che per di più era sospettato di un attentato terroristico”. La voce di Castle era diventata da scherzosa a seria.
Improvvisamente Kate capì tutto, gli si illuminò il mondo: Castle aveva assistito da dietro lo specchio all’interrogatorio del borseggiatore inizialmente sospettato dell’attentato a Boyden Plaza. “Eri dietro lo specchio?” Sussurrò.
“Si”.
Si sentì mancare e si appoggiò al tavolo di Lanie. Ora era davvero nei guai. Era davanti ad un bivio e scelse. Fece un respiro profondo e gli si avvicinò.
“Hai ragione; è tutto vero”.
“Non hai altro da dirmi?”. Lanie uscì silenziosamente e chiuse la porta.
“Cos’altro posso dirti?”
“Puoi dirmi perché mi hai mentito”.
“Ti ho mentito per un sacco di motivi”.
“Ho tempo”
“Innanzitutto quello che mi hai detto quel giorno mi ha dato una ragione per lottare. Volevo tornare da te”.
“Era proprio quello che speravo”. Il suo sguardo era così profondo che lei faceva fatica a reggerlo.
“Quando mi sono svegliata però c’era Josh e anche se so che era normale che ci fosse lui ci sono rimasta male. Avrei dato qualsiasi cosa perché ci fossi tu a tenermi la mano. Quando l’ho lasciato avevo bisogno di tempo ma di questo abbiamo già parlato. Dopo ho pensato che tutte le persone che hanno toccato anche da lontano il caso di mia madre sono morte e preferivo tenerti a distanza che metterti in pericolo”. Castle le prese la mano sinistra con la sua e cominciò a farle dei giri col pollice sul dorso. Lei gliela strinse.
Castle capì che non poteva pretendere di più. Kate aveva fatto molto di più di quanto lui si sarebbe aspettato. Si avvicinò ulteriormente e l’abbracciò: “Ora sono qui con te e se tu vorrai resterò al tuo fianco, sempre. Voglio prendere con te gli assassini di tua madre e voglio sorridere con te quando butterai personalmente la chiave della loro cella. Voglio svegliarmi con te ogni mattina e voglio che i tuoi occhi siano l’ultima cosa che vedo prima di addormentarmi e la prima che vedo al mattino. Voglio litigare con te per il colore della carta da parati, voglio invecchiare con te Katherine Beckett”. Lei lo guardò incantata “Perché io? Voglio dire tu avresti potuto avere qualsiasi donna”.
“Perché tu hai tirato fuori il meglio di me. Perché tu mi ami per come sono e non per quello che sono. Perché con te non devo fingere di divertirmi se mi annoio, perché a te posso dire che sono stanco e voglio passare la serata sul divano a vedere vecchi film. Perché nessuno mi ha mai detto I need you con gli occhi, come fai tu. Perché tu sei: the one”
Lei si avvicinò e lo baciò. Restarono abbracciati sino a che Lanie non rientrò esclamando allegra “Finalmente!”.
  
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