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Autore: Cristie    12/04/2012    1 recensioni
Spoiler sulla puntata 3x15.
Artie Abrams era un liceale speciale, al McKinley.
Così come lo erano Kurt Hummel e Santana Lopez.
Come Rachel Barry e Finn Hudson.
Come tutti gli altri del Glee Club ovviamente.
E tuttavia allo stesso tempo non lo era. Era circondato da amici ovviamente, che non lo avevano mai giudicato. Anzi il contrario lo trattavano esattamente come se lui non si spostasse su una sedia, invece che con le proprie gambe.
Una piccola introspezione su questo bellissimo personaggio e nulla di più.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Artie Abrams, Quinn Fabray
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! Ben trovati a questa mia ennesima os! Questa storia è nata vedendo l'ultima puntata di Glee. Aldilà della bellezza dei due fratelli Anderson, quello che mi ha colpitò di più in questa puntata è stato Artie ed il suo rapporto con Quinn. Il tutto in chiave introspettiva.
Ci tengo a precisare che il finale è di mia invenzione, nel senso che non so se effettivamente Quinn tornerà a camminare. Detto questo, buona lettura e scusate in anticipo per eventuali errori. A presto Cristie. 








Artie Abrams era un liceale speciale, al McKinley.
Così come lo erano Kurt Hummel e Santana Lopez.
Come Rachel Berry e Finn Hudson.
Come tutti gli altri del Glee Club ovviamente.
E tuttavia allo stesso tempo non lo era. Era circondato da amici ovviamente, che non lo avevano mai giudicato. Anzi il contrario lo trattavano esattamente come se lui non si spostasse su una sedia, invece che con le proprie gambe.
E di questo lui era felice, perché sapeva di avere intorno a lui persone che lo giudicavano per la sua persona e non per quello che non poteva fare.
Ma la realtà di fondo era diversa,  perché tutto questo svaniva quando non poteva fare delle scale,  o quando  il prof Schue doveva attaccarsi ore ed ore al telefono per trovare un autobus che fosse attrezzato per le carrozzelle.
Questo per Artie non era mai stato un problema, erano una serie di azioni non compiute e riguardi che ormai facevano parte della sua vita, da quel’incidente stradale di molti anni addietro.
Alla fine a conti fatti, era un problema che riguardava solo lui .
Perché se a Kurt il destino aveva permesso di conoscere Blaine, ed a Santana aveva fatto trovare il coraggio di ammettere la sua diversità e mettersi infine con Brittany. Cosa aveva in serbo il destino per lui?
La risposta fu la meno probabile di tutte, quella che mai avrebbe  avuto la forza anche solo di immaginare .
Quinn Fabray, viva per miracolo da quel grave incidente che l’aveva coinvolta. Il destino aveva giocato anche con lei, perché una volta uscita dalla terapia intensiva e tornata cosciente, ci mise molto poco a capire che qualcosa non andava.
- Artie sbrigati! Abbiamo le prove! – Quinn, lo esortò a sbrigarsi superandolo, maldestramente a destra. Per poi proseguire dritto e svoltare ancora a destra.
Deve migliorare le curve.Fu il pensiero che passò nella testa del ragazzo, senza alcun motivo. In fretta si riscosse e andò dietro alla ragazza.
 
L’auditorium come sempre era semi deserto, eccezione fatta per i membri del Glee.
- Non trovi che Rachel abbia stonato? – fece Quinn inclinandosi un po’ verso Artie, facendogli fare una piccola risata.
- Non farti sentire, altrimenti scatenerai un macello –
- Sta tranquillo, è impossibile che possano sentirci da qui. A meno che non abbiano gli ultra suoni –
E quel bisbiglio, fece partire una genuina risata ad entrambi i ragazzi, che se ne stavano sulle gradinate alte, non potevano raggiungere i loro compagni in basso a causa, di alcuni lavori di manutenzione straordinaria delle rampe.
In un altro momento questo avrebbe rattristato Artie, perché non poteva raggiungere i suoi compagni.
Ma non quel pomeriggio, perché seduta al suo fianco c’era lei . Quinn.
E per la prima volta non si sentì solo. Perché ora c’era qualcuno che lo comprendeva, e che affrontava le sue stesse vittorie e sconfitte.
L’avrebbe aiutata a sentire quella carrozzina come una parte di sé. L’avrebbe aiutata a vincere quelle barriere che lui stesso aveva dovuto superare da solo, sia quelle fisiche come una rampa di scale insuperabili, che quelle morali come gli occhi degli altri ragazzi che l’avrebbero guardata con pietà.
Sarebbe stato con lei, quando  anche l’ultima speranza di poter tornare a camminare sarebbe andata in fumo.
L’avrebbe protetta e tenuta per mano mentre Quinn si addentrava nel suo mondo fatto di salite e discese, e l’avrebbe consolata ad ogni suo cedimento.
Perché era questo che si faceva tra compagni.  Perché Quinn non meritava ciò che gli era accaduto, come lui del resto.
 
Il tempo passa, che uno lo voglia o meno, anche quando si vorrebbe cristallizzare in eterno un fotogramma.
Artie era con Blaine  e Tina. Era una bella giornata di sole, e il rappresentante degli studenti aveva appena finito di fare il suo discorso.
Tutti i neo-diplomati stavano lanciando in aria i loro cappelli, per poi alzarsi e festeggiare.
Gran parte dei ragazzi del Glee, se ne sarebbero andati quel’anno.
Eccoli tutti gli ormai ex studenti da appena qualche minuto stavano andando incontro a loro. Abbracciandoli festosi.
Blaine con Kurt, Santana con Brittany, Mike e Tina. Come se quel abbraccio per alcuni significasse un addio.
- Che faccia triste – un mezzo giro di ruota fu sufficiente ad Artie per vedere a chi la voce appartenesse.
Quinn.
Se ne stava di fronte a lui ora.
E questa fu la pugnalata finale.
- Sei..senza stampelle – fu l’unica cosa che riuscì a biascicare, Quinn gli fece un caldo sorriso e fece una piroetta su se stessa.
- È fantastico vero? La fisioterapista ha detto che potevo cominciare a camminare da sola! – il tono di voce della ragazza esprimeva contentezza da tutti i pori.
- Lo è davvero, meraviglioso –
- Io vado, ci vediamo tutti insieme al Bel Grissino per festeggiare! –
E lui rimase lì, costretto a vedere ancora una volta il suo sogno realizzarsi in qualcun altro.
Era contento per lei.
Ma allora perché vederla andare via con le sue gambe gli faceva così male?
Si riscosse. Non era quello il momento per cattivi pensieri. Ora l’unica cose che doveva fare era spingere le ruote della sua carrozzella fino alla prossima rampa.
Il resto sarebbe rimasto ben celato dentro di lui, chiuso a doppia mandata nel suo cuore.
 

   
 
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