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Autore: Uprising_    13/04/2012    1 recensioni
Una storia romantica tra due ragazzi portata al limite dell'ossessione.
Prima storia che pubblico qui, siate clementi :)
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                            CAPITOLO III : UNEXPECTED



Mi preoccupò questa cosa; ma non volli pensarci più di tanto, in fondo ero appena stata tradita dal mio ragazzo e già questo bastava a farmi crollare il mondo addosso.
Non avevo bisogno di perdere anche la mia migliore amica.
Riniziai a piangere silenziosamente, era più forte di me.
Mi vide, e allora parlò di nuovo: "Ehi piccola mi dispiace veramente per quello che è successo, ma non devi fare così, devi reagire! Tu ti meriti molto di più, sai quanti ce ne sono in giro di ragazzi meno stronzi di lui? Guarda quanto sei bella, basta che ne guardi uno e cadrà ai tuoi piedi."
In qualche strano modo riuscì a strapparmi un sorriso, benché fosse un sorriso annacquato dalle lacrime.
Le dissi che mi dispiaceva di averla chiamata così, all'alba, solo per farmi venire a prendere.
Ma lei rispose che non c'erano problemi, che tanto si stava annoiando a casa e che credeva che in quel momento io avessi bisogno di qualcuno con cui parlare, con cui sfogarmi. Quanto aveva ragione!
Pochi minuti dopo Jenni fermò la macchina: eravamo arrivate a casa mia.
Non volevo che i miei genitori si preoccupassero vedendomi in quello stato, quindi le chiesi se gentilmente poteva ospitarmi a casa sua per quel giorno.
"Certamente!" fu la sua risposta.
Ecco perchè le volevo bene; ci conoscevamo fin da quando avevamo 7 anni, quando io mi trasferii.
Lei c'è sempre stata per me quando avevo bisogno: c'era quella volta che caddi dalla bicicletta e per questo mi misi a piangere, e lei preoccupata mi aveva subito chiesto se stessi bene.
C'era quella volta che avevo dato il mio primo bacio ad un tipo che non mi piaceva, e ci avevamo riso sopra. Era sempre lì, senza che io le chiedessi nulla.
Mise la retromarcia e uscimmo dal piazzale, e ci recammo a casa sua, in aperta campagna.
Avevo sempre amato quel luogo: aveva qualcosa che lo rendeva unico e speciale, forse per il viale che portava alla casa che era interamente costeggiato da mandorli e da ciliegi oppure per il panorama di cui si godeva lassù; si potevano ammirare le luci della città, e l'alba lì era qualcosa di meraviglioso.
Restammo l'intera giornata fuori, nel capanno, come quando eravamo piccole.
Le raccontai per filo e per segno cosa era successo. Lei mi ascoltò, mi sollevò il morale, e stranamente mi fece ridere, ridere tanto, ridere troppo.
Verso sera pensai che dovevo affrontare ciò che mi si prospettava davanti.
Decisi quindi di ritornare a casa e di affrontare Luke.
Non mi aveva ancora richiamata dalla sera precedente, nemmeno un messaggio.
Ormai non sapevo più che pensare, speravo solo con tutto il cuore che avesse una giustificazione valida per quello che aveva fatto.

 

Jennifer mi riaccompagnò a casa e nel tragitto continuò a ripetermi che dovevo stare tranquilla, che di sicuro non mi avrebbe lasciata per una come lei. Iniziavo a credere veramente a quelle parole.
Arrivate, Jennifer ritenne opportuno starmi accanto anche in quel momento.
Quindi scendemmo dalla macchina e ci dirigemmo verso il palazzo in cui abitavo. Prendemmo l'ascensore.

 

Fu allora che trovai il biglietto che diceva chiaramente come stavano le cose tra me e Luke adesso.

 

Avevo ancora il biglietto tra le mani. Guardavo dritta davanti a me la porta di casa.
Socchiusi gli occhi e sospirai più volte.
Jennifer era sempre accanto a me, mi teneva un braccio sulle spalle e aspettava una mia reazione, qualunque fosse stata.
Strinsi al petto il biglietto e la rosa; mi punsi.
Il sangue iniziò a colare caldo e denso dal mio dito fino alla mia mano: un sottile filo rosso che contrastava col bianco cereo della mia pelle.
"Vuoi entrare?" - me lo disse con una voce piccola piccola, come se temesse in qualche modo di turbarmi e di scoppiare una bolla immaginaria che mi ero costruita intorno a me.
"Sì, tu vai pure a casa, ti ho già creato troppo disturbo..."
"Non lo dire nemmeno per scherzo! Io rimango, sempre che tu lo voglia..."
"No guarda, ora voglio solo stare da sola. Scusami."
"Tranquilla, non ti preoccupare, capisco. Allora ti chiamo più tardi magari, ok?" - ci salutammo e lentamente la vidi scomparire sulle scale verso il piano terra.
Ora ero da sola.
Aprii la porta; per fortuna a casa non c'era nessuno. I miei dovevano essere usciti.
Andai difilato in camera mia. Gettai rosa e biglietto sul pavimento, presi il mio I-pod e mi buttai sul letto. Le canzoni si susseguivano ma ero totalmente passiva, erano solo un sottofondo musicale al mio tormento.Restai distesa lì fino a quando non sentii la porta di casa che si apriva, alternando momenti di pianto a momenti di riflessione.
I miei genitori erano tornati, e di sicuro vedendomi in quello stato mi avrebbero fatto un sacco di domande a cui io non avevo assolutamente voglia di rispondere.
Infatti mia madre entrò e subito mi chiese preoccupata cosa fosse successo di così grave. Glielo dissi, anche se mi ero ripromessa tutto il tempo di non farlo. Non volevo che si preoccupasse.
Mia madre era sempre stata contraria alla mia relazione con Luke, diceva che non ci si poteva fidare di uno come lui, che non mi meritava.
Quindi mi aspettavo che dicesse " Te l'avevo detto, se mi avessi dato retta ora non staresti così", e invece la sua reazione fu del tutto inaspettata: mi abbracciò, e non disse nulla.
Non mi stupii di non vedere entrare anche mio padre: lui e questo genere di situazioni non andavano d'accordo.
Ricordo che all'eta di 8 anni avevo commesso il terribile errore di avergli detto che mi ero "follemente innamorata" di un bambino.
Per poco l'acqua che stava bevendo non gli andò di traverso, ma in compenso iniziò a balbettare di andare a parlarne con la mamma.
Quindi è facile capire come mio padre si senta in situazioni del genere.
Qualche minuto dopo mia madre si allontanò un poco e mi guardò negli occhi.
Mi disse - " Amore, vedrai che le cose si risolveranno. Non hai bisogno di uno come lui, tu puoi benissimo andare avanti anche da sola. Ora vedi di farmi un bel sorriso e di smettere di rovinarti quei tuoi begli occhi piangendo."
Sorrisi; un sorriso forzato, ma apparentemente convincente.
Lei lo fece a sua volta e uscì dalla camera, più tranquilla.
Mentre sentivo mia madre preparare la cena in cucina, mio padre venne da me.
Si vedeva che era impacciato e non sapeva cosa dire, quindi lo feci io per lui.
" Non ti preoccupare papà, mi passerà prima o poi..." - iniziai. Ma lui mi interruppe subito - " Mi si spezza il cuore a vederti così...sei sicura che non posso fare niente per te?"
Lo vidi incraspare lievemente le labbra in una smorfia. Lo tranquillizzai.
" Temo di no...temo che dipenda tutto da me. Devo farcela da sola. Voglio farcela.
Sembrò sollevato. Restammo lì a guardarci per un po', imbarazzati.
Nessuno dei due sapeva cos'altro dire.
Per fortuna rientrò mia madre con la cena, che mi appoggiò sulla scrivania.
Lanciò un'occhiata a mio padre come a dire " speriamo che le passi sul serio " e insieme uscirono. Non avevo voglia di mangiare nulla; quindi lasciai tutto intatto.
Volevo solo starmene da sola a pensare, sdraiata sul letto e al buio della mia stanza.
Presto mi addormentai; ero sfinita.
Mi svegliò un messaggio al cellulare.
Sconosciuto.
 
Mi dispiace per ciò che ti è successo, ma non ti devi fidare della tua cosiddetta amica, Jennifer.
E' a causa sua che soffri ora.
 
Non capivo, chi era? Come faceva a sapere che cosa stavo passando in quel momento? E perché dovevo stare alla larga dalla mia migliore amica? Che aveva fatto?
 
Non capisco. Chi sei? Come fai a conoscermi? Cosa vuoi da me?
 
La risposta arrivò quasi immediatamente.
 
Non ti deve importare ora di chi io sia. Ci conosceremo presto, vedrai.
Non preoccuparti, ti proteggerò io d'ora in poi.







Spazio dell'autore;


Mi scuso se pubblico questo capitolo così tardi, ma gli impegni mi sommergono :( Comunque, che ve ne pare di questi tre capitoli? Le recensioni sono ben accette, positive o negative che siano :)
  
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