Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: AnonimaKim    13/04/2012    4 recensioni
La ragazza,ha poco più di sei anni quando la sua famiglia viene brutalmente uccisa dalla Mafia. Rimasta sola,coltiva in se stessa il desiderio di vendetta verso i tre assassini e giura di trovarne uno ad uno,vuole ucciderli.
La giovane ragazza crescerà,imparando le sofferenze del mondo,e perdendo la donna che l'aveva tirata su come una figlia. A quattordici anni,Courtney è di nuovo da sola,ma non si da per vinta. La ragazza farà conoscenza con due ragazzi poco più grandi di lei,che la aiuteranno a scovare tutti gli assassini dei suoi genitori.
Ma non sono gli unici
Incontrerà qualcun'altro,qualcuno che farà capire a se stessa,di essere molto più di una assassina vendicatrice.
Una ragazza,capace di amare
Dall'ultimo capitolo:
[A quel punto mi bastò solamente lasciarmi trasportare da quella dolce tortura che forse,avevo sottovalutato troppo in quella mia vita.
Quella notte aveva scalato la vetta delle più belle dalla mia vita,anche solo quando lui aveva posato quelle sue labbra calde sulle mie.
Pazza,completamente pazza...
Completamente innamorata...]
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Courtney, Duncan, Heather | Coppie: Duncan/Courtney
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

erdonate il mio tremendo ritardo,ma purtroppo ho troppi impegni di scuola,mi sta uccidendo seriamente questa scuola del cavolo! Mi dispiace,e spero che questo non sia un capitolo troppo noioso,scusate ancora tento per l'attesa e comunico che la pubblicazione subirà dei ritardi per i motivi segnati precedentemente....

Wow,dovrei fare l'avvocato da grande!

Saluti,

AninimaKim

 

 

Luce diversa,occhi diversi

 

 

 

 

Con chi parlava?

Osservavo con il binocolo,da lontano su una collinetta,sullo sfondo,l'incredibile città di Miami. I miei occhi puntati su quell'edificio. Dovevo trovare un modo per entrare,il luogo lo avevo già scelto,ed era perfetto.

-”Scoperto qualcosa?”- mi chiese Heather seduta vicino a me.

-”No”- risposi con amarezza. Non riuscivo a togliermi dalla testa quello che era accaduto la sera prima,non riuscivo a togliermi dalla testa che poteva precedermi. No,io lo avrei battuto sul tempo,gli avrei fatto vedere il suo corpo,morto,e avrei dimostrato di essere degna di questo mondo. Non potevo fare a meno di ricordare con che superficialità le donne venissero trattate,non potevo crederci. E lui era così,di sicuro era come loro. Le donne sono solo un oggetto con cui divertirsi,nulla di più,ecco quello che credevano loro. Sporchi Bastardi!

-”Cosa hai intenzione di fare?”- mi chiese ancora Al guardando nella mia direzione. La verità era che non ne avevo idea.

-”Penso che attenderò,il momento giusto”- risposi vaga,senza che io sapessi veramente quello che stavo facendo. Guardai ancora la residenza non troppo lontana da lì. Avrei potuto adottare lo stesso metodo usato con Micael,ma non penso che avrebbe funzionato,infondo lui era decisamente più protetto. Il sole stava ormai tramontando,dovevo agire adesso.

-”Ehi!”- Heather mi fece notare che John stava uscendo,si stava dirigendo verso il garage.

-”Perfetto!”- esclamai quasi con euforia -”Al,li seguiamo con l'auto!”- scattai in piedi. Sta volta non mi sarebbe scappato.

 

 

 

Uno sparo,le ruote della macchina cedettero. La macchina nera sgommò e non appena fu stabile cinque uomini ne uscirono,con le pistole cariche. Sì,John era lì dentro,era mio.

La stradina che attraversava la boscaglia era deserta,perfetta per un attacco a sorpresa. Loro andavano eliminati,e lo avrei fatto.

Presi la mira,avevo scoperto di avere uno strano talento di precisione. Sapevo che dovevo agire velocemente. Sparai quattro colpi di seguito,ma solo tre ne andarono a segno,gli altri due si voltarono verso il cespuglio nel quale ero nascosta. Presi la mira di nuovo e sparai ancora tre colpi,i due uomini caddero a terra. Uscì da mio nascondiglio appena in tempo direi.

-”Ma che ca...”- Sparai ancora,ma sta volta,non era un proiettile. John cadde a terra,anestetizzato dalla mia freccetta. Non riuscì a trattenere un sorriso.

-”Ho vinto”- dissi infilando a John le manette atrofizzanti,giusto per precauzione. Ora dovevo solo addentrarmi nella foresta,il più lontano possibile dalla gente,dalla città.

Ero sicura di aver vinto,sicura di essere riuscita a battere Duncan sul tempo,non avevo neanche troppi dubbi. Non lo avevo neppure visto,probabilmente era ancora a Seattle. Vinto,avevo quasi vinto.

 

 

 

 

 

Quando si risvegliò,era legato ad un albero,avevo stretto più forte che potevo,in modo che potesse respirare appena. Non sembrava spaventato come Micael,anzi,mi sembrava più che altro incazzato nero. Meglio,avrebbe reso le cose più interessanti. Intanto,le assi di legno era lì.

Si guardò attorno,cerco di liberarsi,solo allora mi vide lì davanti.

-”E tu chi cazzo sei?”- dovevo aspettarmi una reazione del genere infondo no?Nonostante questo non riuscì a trattenere un sorrisetto compiaciuto.

-”Non mi riconosci,John?”- azzardai,sentivo i miei occhi quasi ardere. Ancora un po' di pazienza,ancora non avevo quello che volevo. Sembrava spazientito.

-” No,non mi interessa stronza,lasciami andare!”- era quasi diventato rosso dalla rabbia. Non che mi facesse tanto effetto,lo guardai assente,assorta con uno strano sorrisetto quasi omicida sulle labbra. Sarebbe stato divertente.

-”Ovvio,certo che lo farò”- mentì,a quel punto credeva di averla fatta franca. Certo,lo liberavo e lui mandava qualcuno a cercarmi per potermi fare fuori,non li conoscevo quelli come lui infondo? Non mi sarebbe dispiaciuto,perché mi piaceva l'adrenalina che viene su quando qualcuno ti sta alle calcagna,ora però era l'ultima cosa che mi serviva.

-”Ma prima devi rispondere a una mia domanda”- Barattai,a quel punto,era tutto nelle mie mani.

-”Che genere di domanda?”- sbraitò lui

-”Conoscerai di sicuro Micael Finch vero?”-

Le sue labbra si piegarono in un sorriso vincente.

-”Arrivi tardi ragazzina,lo hanno ammazzato!”- sembrava tanto sicuro di avere tutto dalla sua parte quello stronzo,oh,ma ora se la dovrà vedere con me. Sorrisi,a mia volta.

-”Non è lui quello che cerco,no,lui l'ho già trovato”- lo guardai intensamente,maliziosa. Allora il suo sguardo si fece quasi terrorizzato,eppure,non accennava a calmarsi. Si stava avvicinando anche lui,adesso,alla soluzione di questo rapimento. Morte.

-”E allora che voi?”- urlò furioso. Io restai perfettamente calma.

-”Tu,Micael e....”- iniziai -”...Chi era il terzo quella notte,chi era il terzo quella notte che hai mutilato quella famiglia!”- e sapeva a cosa si riferivo,perché sbiancò sul viso,in meno di due secondi.

-”I...I Dowson?”- la sua voce si era fatta sottile. Annuì,mentre il mio sguardo si era fatto quasi assassino -”Come....come li conosci,come fai a sapere?”-

Non risposi

-” Li avete uccisi tutti?”- chiesi a bassa voce,e mi sentì.

-”Sì,perché diamine di interessa?!”-

Mi avvicinai,così che mi potesse vedere bene in volto,il mio sguardo malizioso e da maniaca omicida avrebbe fatto spaventare chiunque.

-”Sai,dovreste imparare a guardare meglio,negli armadi per esempio”- e allora capì. I miei occhi,le mie labbra,ricordavo mia madre,in tutto e per tutto,e anch'io la ricordavo,nel mio cuore di ghiaccio. Se mi avessero uccisa allora,ora lui non sarebbe stato in balia della morte,perché sarebbe morto. Ma forse se non l'avessi fatto io ci sarebbe stato qualcun altro. Heather e Al avrebbero ucciso alla fine comunque Micael,e John sarebbe stato ucciso da Duncan,sicuramente prima o poi lo avrebbe trovato. “Battuto sul tempo” pensai ancora,John era mio. Osservai i suoi occhi,accorgendomi che non erano azzurri come quelli del figlio,no,erano di un marrone fango,a dir poco orribile,nulla in confronto a quelli di Duncan,niente.

-”Che vuoi da me?”- urlò fuori di se,cos'è? Paura dei fantasmi. Sorrisi.

-”Chi c'era con te,quella notte?”- chiesi allora,senza la minima compassione

-”Micael”- rispose. Non poteva fregarmi.

-”C'era qualcun altro,io lo so”- insistei ancora. Ormai stavo diventando una pentola a pressione sul fuoco,mi stavo realmente incazzando.

-”No,n-nessuno”- mentiva,io lo sapevo che mentiva.

-”Bastardo Dimmelo!”- urlai fuori di me,a questo punto,non ero sicura che sarei riuscita a trattenermi.

-”E se mi rifiutassi?”- questa era una domanda che non doveva fare. Tirai fuori il coltello dalla tasca,ormai grondante di rabbia.

-”Non c'è questa opzione!”-

Accadde tutto troppo velocemente,mentre stavo per puntarglielo alla gola,una lama si posò sul mio collo,da dietro. Allora mi bloccai,lo sguardo era assente,e guardavo avanti a me. Sentì un respiro caldo sul collo,sull'orecchio.

-”Butta il coltello”- sussurrò al mio orecchio,e quella voce era inconfondibile. Strinsi l'elsa del coltello,furiosa.

No,lui no,come faceva a sapere dov'ero. Non potevo perdere così,ci ero troppo vicina,non potevo arrendermi,non ero intenzionata a farlo.

-”Lascia il coltello,non lo ripeterò ancora”- sorrise,la sua voce non era dura,non era cattiva. Solo provocante,tremendamente provocante. La lama sulla gola aumentò la presa,non potevo morire,perché non ero sicura che non mi avrebbe uccisa. Mollai il coltello nella mia mano destra,cadde dolcemente sull'erba.

-”Brava bambina”- sussurrò ancora,mentre con una mano e quasi con un movimento impercettibile mi sfiorò i polsi. Non seppi cosa avesse fatto,solo che erano delle cose che in pochi attimi si legarono a me,attraendosi tra loro,quasi come un campo elettromagnetico fortissimo. Oh no,conoscevo quelle cose,erano micidiali. Più resistenti dell'acciaio,era impossibile liberarsene,in più stordivano per qualche secondo,ti lasciavano deboli. Caddi in ginocchio a terra,e lui mi tirò su,mettendomi ai piedi dell'albero proprio dietro di me. Non riuscì a parlare,e sapevo anche il motivo,non ti lasciavano fare neppure quello,era davvero micidiali. Mi sorrise,avvicinò il suo viso al mio.

-”Tu te ne resti qui buona,dopo mi occuperò di te,con molta più calma”- il suo sorriso malizioso non mi piacque affatto,sul mio volto apparve una smorfia arrabbiata,anzi,furiosa.

-”Sono contento di vederti Duncan,è da tanto tempo che non ci si vede”- era stato suo padre a parlare,e lui si girò,con un sorriso sghembo sulle labbra,ma mi sembrò falso,nascondeva vera furia sotto quei bei occhi azzurri,e io dovevo smettere anche di fantasticarci su quei occhi,o me ne sarei date di santa ragione. Aveva rovinato tutto quel bastardo,lui doveva esser lontano da me,lontano da qui e lontano da John,invece era esattamente tutto il contrario.

No,no diamine!

E poi?Mi chiedevo cosa sarebbe successo dopo,una parte di me ne era quasi...no,impossibile. Nonostante avesse praticamente minacciato di uccidermi più tardi,non mi sentivo irrequieta,non dovevo esserlo,era solo per dire,magari non voleva farmi niente. Magari niente! Ora dovevo solo pensare a come fargliela pagare dopo tutto questo.

-”Posso dire lo stesso John”- rispose lui. Poi il suo sguardo si posò su di me.

-”E la ragazza?Che vuole da te?”- chiese a lui,come se non m,i conoscesse neppure -”è una tua ammiratrice?”- commentò sarcastico tornando a guardare il padre.

-”No,è una pazza”- rispose lui guardandomi con sufficienza -”Hai intenzione di ucciderla?”- chiese lui con un accenno di speranza. Il mio sguardo si spostò verso Duncan,sperando che quelle non fossero le sue intenzioni prossime. Lui ricambiò il mio sguardo,malizioso e quasi terrorizzante.

-”Non subito,sarebbe un peccato rinunciare a una bella ragazza,infondo,prima ci si diverte”- non poteva pensarlo veramente,quasi mi rifiutavo di crederlo. Quella era tutta una finzione,lui non diceva sul serio lui mi avrebbe liberata,ne ero sicura. O forse no,non così tanto.

-”Sei proprio mio figlio ragazzo”- disse lui,sperai con tutte le mie forze che non decidesse di passare dalla parte del nemico.

-”No,non lo sono”- non riuscì a decifrare il suo sguardo.

-”Liberami ragazzo”- gli disse lui con fare quasi superiore e scontato. Lo avesse fatto,sarebbe morto. Lui gli sorrise,trattenni il fiato.

-”No,non sarebbe divertente”- con il manico del coltello,diede una forte botta in testa al padre,facendoli perdere i sensi,colava qualche goccia di sangue,dalla testa. Poi guardò me,mi si avvicinò con quel sorriso malizioso ancora stampato sulle labbra,il coltello ancora in mano. Si fermò solo a qualche centimetro dal mio viso,i suoi occhi quasi risplendevano al buio di quella notte,dove solo la luna lasciava intravedere le cose. A quel punto,sentì un brivido scendermi lungo la schiena,non era paura,io non avevo paura di niente.

-”Io e te abbiamo una questione in sospeso”- il suo sguardo non accennò cambiamenti. Fu un secondo,chiusi gli occhi non appena sentì il suo coltello verso il mio viso. Ma gli riaprì quasi subito notando che il coltello si era piantato nella corteccia dell'albero,sbriciolando un congegno che mi liberò da quegli affari che avevo sui polsi. Ripresi a respirare regolarmente,mentre lui non si allontanava da me.

-”Era tuo,perché non l'hai ucciso?”- chiesi allora,avvinta dalla curiosità,dall'interesse alla risposta di quella mia domanda. Mi sorrise sghembo.

-”Te l'ho detto,io e te abbiamo una questione in sospeso,il primo colpo,ora tocca a te”- ne rimasi quasi stupita,da quelle parole.

-”Pensavo che ormai tutti andassero per la loro strada”- azzardai accigliata.

-”Bé,hai scelto la prima scelta tra le tre che ti ho proposto,ricordi?”- certo,e chi se lo dimenticava. Annuì.

-”Se non eri così convinta potevi scegliere la terza”- borbottò sottovoce,ma abbastanza perché lo sentissi. Sospirai quasi esasperata,ormai era inutile perfino arrabbiarsi,soprattutto ora.

-”Come pensi di farlo?”- mi chiese improvvisamente serio. Indicai le assi li legno poco distanti da lì.

-”Aiutami,dobbiamo spostarlo”-


 

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: AnonimaKim