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Autore: potterfanlalla17    13/04/2012    11 recensioni
Buongiorno a tutti...con questa storia intendo colmare la lacuna di 19 anni lasciata da J.K. Rowilng alla fine del settimo libro. Qu si intrecceranno le gioie e i dolori di Harry, Ginny, Ron ed Hermione,a partire dal giorno dopo la battaglia di Hogwarts fino all'epilogo sul binario 9 e 3/4. Come cornice compariranno anche tutti gli altri personaggi della saga. Non posso specificare più nel dettaglio la trama perchè è molto complessa e soprattutto è una storia molto lunga. Spero vi piacerà e spero recensirete...a presto! Un bacio.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Bentornati a tutti per l’ultimo capitolo di questa mia storia.

Devo fare alcune piccole premesse:

-innanzitutto mi devo scusare per l’immenso ritardo con cui pubblico questo finale…è imperdonabile visto che è passato più di un anno dal mio ultimo capitolo, ma purtroppo non ho potuto fare diversamente. Ringrazio coloro che hanno sollecitato la ripresa della storia.

-secondo, come potrete notare leggendo, parte del testo è in corsivo: ecco, quella parte è la riproposizione integrale del testo dell’epilogo della Rowling. Chiarisco subito che non vuole essere una copiatura fine a se stessa né un modo per tappare un buco non sapendo io cosa scrivere. Al contrario, la mia storia è partita proprio con l’intenzione di coprire quel silenzio di 19 anni del libro per questo mi è sembrato giusto fare in modo che anche la mia storia finisse esattamente come è finita quella originale, per far comprendere che tutti gli eventi da me narrati sono proprio volti a coprire quel lasso di tempo, incastrandosi perfettamente o quasi con quello che la Rowling ha scritto.

Fatte queste piccole premesse che spero non vi abbiano fatto scappare vi lascio alla lettura. Ci sentiamo alla fine del capitolo.

 

 

 

EPILOGO. DICIANNOVE ANNI DOPO

 

Quell’anno l’autunno arrivò presto. La mattina del primo settembre era croccante e dorata come una mela, e quando la famigliola attraversò la strada rumorosa verso l’enorme stazione fuligginosa, i fumi delle auto e il fiato dei pedoni scintillavano come ragnatele nell’aria fredda. Due grandi gabbie sbattevano in cima ai carrelli stracolmi spinti dai genitori; i gufi all’interno gridavano indignati e la bambina con i capelli rossi si trascinava in lacrime dietro ai fratelli, aggrappandosi al braccio del padre. Lui la guardò intenerito: non sapeva dire di no a sua figlia, forse perché le ricordava in modo impressionante sua moglie. Ripensandoci, aveva già vissuto una scena simile, molti anni prima. Sua moglie che piangeva disperata perché tutti i suoi fratelli andavano a Hogwarts tranne lei. Proprio lì si erano incontrati per la prima volta…

Un altro singhiozzo sonoro della figlia lo richiamò alla realtà.

-Non manca molto, fra poco ci andrai anche tu- tentò di consolarla Harry.

-Fra due anni- protestò Lily tirando su col naso. -Io voglio andarci adesso!

-Lily, tesoro, lo sai che non si può! Non vuoi stare a casa con me e mamma per un po’? Noi tre tutti soli- disse Harry cercando di far tornare il sorriso sul volto rigato di lacrime di Lily.

La bambina alzò le spalle. Non era come andare a Hogwarts, ma la proposta di avere tutti i genitori per sé, soprattutto il padre, non le dispiaceva. Affatto. E Harry sapeva che un’alzata di spalle da parte di Lily era quasi meglio di una risposta affermativa.

I pendolari fissarono incuriositi i gufi quando la famiglia si aprì la strada verso la barriera tra i binari nove e dieci. Harry udì di nuovo la voce di Albus nel frastuono; i suoi figli avevano ripreso la discussione cominciata in macchina.

-Non voglio! Non voglio essere un Serpeverde!

-James, piantala!- intervenne Ginny.

-Io ho solo detto che potrebbe- ribattè James sorridendo al fratello minore. –Non c’è niente di male. Potrebbe essere un serpe…

Ma James colse lo sguardo della madre e tacque. I cinque Potter si avvicinarono alla barriera.

-Fermati, James! Ho promesso a tuo zio Dudley di aspettarlo qui al binario.

-Io non posso andare intanto?- chiese impaziente James. Andare a scuola non lo aveva certo aiutato a calmarsi. Anzi, dopo un anno a Hogwarts era ancora più malandrino di prima. Harry e Ginny erano stati contattati un paio di volte dal preside per quello che James e i suoi amici avevano avuto il coraggio di combinare a scuola, scoprendo suo malgrado che aveva ereditato dai gemelli Weasley una certa abilità nel creare guai e fare scherzi. Pochi giorni prima lo aveva addirittura scoperto con in mano la mappa del malandrino. Per sua fortuna, Harry comprese che James non era ancora in grado di far comparire quello che la mappa nascondeva gelosamente, così riuscì a sottrarla a James senza troppe difficoltà. Ma aveva fatto un serio discorso al figlio maggiore e gli strappò una promessa: ancora un richiamo dal preside e James avrebbe detto addio al Quidditch. Il ragazzo infatti aveva intenzione di presentarsi alle selezioni per la squadra, ma per mantenere l’eventuale posto in squadra (e Harry non dubitava che l’avrebbe ottenuto, visto che volava quasi meglio di lui) avrebbe dovuto rigare diritto.

-Tu lo sai vero che quando Jamie scoprirà quello che tu combinavi a scuola sarà ingovernabile?- aveva correttamente sottolineato Ginny.

-Ma lui non lo dovrà sapere…e poi era totalmente diverso!

-Certo! Tu infrangevi le regole solo per tentare di farti uccidere…hai ragione! È completamente diverso!

Ma Harry sapeva che Ginny aveva ragione. James aveva preso da lui quell’innata passione che lo portava a violare qualsiasi regola.

-Allora? Posso andare?- domandò di nuovo James.

-No! Eccoli! Solo là! Dudley!- disse Harry alzando il braccio per farsi notare dal cugino.

-Harry! Ginny! Tutto bene?

-Perfettamente, ora che due su tre se ne vanno!- commentò Ginny in modo che i due figli maggiori la sentissero.

-E tu, Katy?

Nessuno avrebbe mai pensato che anche quella ragazzina dai lunghi capelli biondi e i grandi occhi verdi fosse una strega. Il suo aspetto era assolutamente comune, così come il suo bagaglio. La sua gabbia era occupata da un grande gatto bianco e rosso che faceva le fusa semi addormentato. Solo lo stemma sul baule tradiva la sua particolare destinazione. Un grifone oro e rosso che brillava lucido in mezzo ai bagagli.

-Sto bene, zio. Grazie.

-Adesso che Katy è arrivata, possiamo andare?- disse James salutando la cugina appena arrivata.

-Aspettate!

Dudley e Harry si fissarono impietriti. Tutto si sarebbero aspettati tranne che di sentire quella voce.

-Mamma- rispose Dudley in un soffio.

 

 

Era più di un anno che Dudley non vedeva né sentiva sua madre. Da quel giorno in cui le aveva rivelato la reale natura di Katy. Aveva sperato invano che Petunia si presentasse almeno a King’s Cross per salutare la nipote, ma non si era vista. Non aveva accettato l’invito che Dudley le aveva fatto per Natale e nemmeno quello per le feste pasquali. Sua madre non voleva avere più nulla a che fare con lui. Questa era la verità.

Katy fu la prima a rendersi conto che la responsabilità di quello che era accaduto era sua, ma non ne aveva mai fatto parola con nessuno. A parte James. Era strano come James e Katy avessero legato sin dal primo giorno…erano cugini, è vero, ma nessuno si aspettava che si sarebbero rivolti più di ‘ciao’ tra una lezione e l’altra. Avevano caratteri completamente opposti: James così estroverso e istrionico, Katy riflessiva e silenziosa. Eppure inaspettatamente poco dopo le vacanze di Natale Harry e Ginny ricevettero una lettera dal figlio maggiore nella quale James gli raccontava come Katy si fosse confidata con lui e si sentisse in colpa per la sparizione della nonna dalle loro vite. James aveva chiesto in quella lettera al padre di cercare di sistemare le cose perché vedeva la cugina davvero turbata. E Harry aveva fatto leggere la lettera a Dudley. Il padre della ragazza era rimasto evidentemente scosso da quello che James aveva scritto e decise di andare a parlare con la madre Petunia. Ma Petunia non gli permise nemmeno di mettere piede in casa e a Dudley non era rimasto che infilare nella buca delle lettere di Privet Drive la lettera che James aveva scritto. Non credeva che l’avrebbe più rivista.

-Mamma- disse di nuovo Dudley in un soffio.

-Dudley…Harry…- rispose la donna accorgendosi della presenza del nipote.

Dopo queste prime parole era calato un silenzio imbarazzante.

-Vedo che state bene…- continuò Petunia.

-Sì…beh, anche tu, mamma.

Una nuova pausa di silenzio durante la quale Harry osservò meglio la zia. Non la ricordava così vecchia. Profonde rughe attraversavano la fronte solcandola senza pietà. Il naso sottile e adunco torreggiava in mezzo al viso, privo di espressione. Gli occhi scuri avevano perso parte della vitalità che Harry ricordava e ora fissavano Dudley e Katy quasi con timore.

-Io…Katy…sei cresciuta…e anche tu Eddie!

Come se si fosse appena svegliato da un lungo sogno, Eddie corse verso la nonna e la abbracciò incredulo.

-Nonna! Sei tornata! Ma…sei andata così lontano solo con il treno?

Petunia fissò Helena e Dudley con un’espressione stupita che per un istante fece sorridere Harry. La stessa espressione che aveva quando Dudley aveva ringraziato Harry prima di lasciare Privet Drive in un tempo oramai lontanissimo.

-Eddie! Lascia stare la nonna! Sarà stanca dopo il lungo viaggio…- tentò di dire Helena, ma sua figlia fu più sveglia e più veloce.

-Eddie! Nonna non è mai andata da nessuna parte! Non voleva vederci, tutto qui!

A volte la verità può essere anche più dolorosa di una bugia. Petunia fece una smorfia che sembrava di pentimento, mentre Eddie volgeva la sua testa bionda ora verso i suoi genitori, ora verso sua sorella. Evidentemente attendeva che qualcuno gli dicesse che era tutto uno scherzo.

-Ehm…James…perché non porti i tuoi fratelli e Eddie a vedere l’espresso? Papà e io arriviamo subito- disse Ginny con un sorriso che serviva a tranquillizzare i suoi figli e Eddie. James annuì e Harry potè vedere che mentre si dirigeva verso la parete tra i binari nove e dieci guardò Katy accennando un sorriso. Ma nessuno dei più piccoli volle seguire James. Con un’occhiata impertinente al fratellino, James prese il carrello dalla madre e cominciò a correre. Un attimo dopo era sparito.

-Qualcuno mi spiega?- disse Petunia richiamando l’attenzione.

-Mamma…credevi che avrei detto a mio figlio che non volevi più vederci perché consideravi Katy e la famiglia di Harry come dei mostri? Abbiamo mentito…gli abbiamo raccontato che hai fatto un lungo viaggio perché avevi bisogno di riposare…

Petunia annuì assorta.

-Avete fatto bene…

-Lo credo anche io- Dudley non sapeva cosa provare in quel momento. Rabbia per il comportamente di sua madre o gioia perchè finalmente si era rifatta viva?

-Io ti devo delle scuse Dudley e le devo anche a Katy e Harry.

Harry aprì la bocca per dire qualcosa. Non sapeva esattamente cosa avrebbe detto, sentiva solo di dover parlare. Ma non lo fece. Sentì Ginny che gli afferrava dolcemente il polso e glielo stringeva scuotendo il capo. Doveva aspettare che Petunia finisse di parlare.

-Sì…avevi ragione…la mia gelosia mi ha portato via mia sorella…e mio nipote- continuò guardando Harry che sorrise con imbarazzo.

-Ma non voglio perdere mio figlio e i miei nipoti!- disse infine risoluta. -Vorrei, vorrei tornare a far parte della tua vita, Katy!

La ragazzina fissò la nonna con sospetto. Sapeva di essere stata la causa della lontananza, ma ora sapeva anche che la nonna era tornata per lei. Già…per sua nipote. Perché non voleva perderla. Non poteva perderla. Sorrise e si avvicinò alla nonna. Le allungò una mano.

-Vieni con me- le disse semplicemente e la portò con sé aldilà della barriera, per farle conoscere il suo mondo.

 

 

Harry e Ginny si avvicinarono di nuovo a Albus e Lily che avevano osservato la scena con una certa apprensione. Non avevano capito cosa era successo, ma era chiaro che qualcosa di molto importante era appena accaduto.

-Mi scriverete, vero?- chiese subito Albus ai genitori, approfittando della temporanea assenza del fratello.

-Tutti i giorni se vuoi- rispose Ginny.

-Non proprio tutti- si affrettò a ribattere Albus. -James dice che gli altri ricevono lettere da casa una volta al mese.

-L’anno scorso gli scrivevamo tre volte la settimana- precisò Ginny.

-E non devi credere a tutto quello che ti dice su Hogwarts- aggiunse Harry. -A tuo fratello piace scherzare.

Fianco a fianco, spinsero il secondo carrello, prendendo velocità. Quando arrivarono alla barriera, Albus trattenne il fiato, ma non ci fu nessuno scontro. La famiglia emerse sul binario nove e tre quarti, oscurato dal denso vapore bianco che usciva dal rosso Espresso per Hogwarts. Sagome indistinte sciamavano nella nebbiolina che aveva già inghiottito James.

-Dove sono?- chiese Albus preoccupato, scrutando le forme confuse lungo il binario.

-Li troveremo- lo rassicurò Ginny.

Ma il vapore era fitto ed era difficile distinguere i volti. Separate dai proprietari, le voci rimbombavano in modo innaturale. Harry riconobbe Percy impegnato in un’animata discussione sulle norme relative ai manici di scopa, e fu liete di avere una buona scusa per non fermarsi a salutare.

Harry fece un accenno di saluto a sua nipote Molly, la primogenita di Percy che chiacchierava con la madre e un’amica compagna di scuola. Molly era l’unica fino a quel momento ad essere stata smistata in una casa diversa da Grifondoro: era una Corvonero, ed era stato un duro colpo per tutti i membri della famiglia Weasley. Soprattutto per Ron che aveva passato la prima settimana dopo lo smistamento di Molly a raccontare di come fosse rimasto sconvolto dalla notizia. Harry ricordava distintamente che la scoperta che Molly era degna di entrare nella Casa di Corvonero non lo aveva sorpreso più di tanto…in effetti aveva sempre creduto che il cappello parlante avesse fatto un errore con Percy. Lui e la figlia erano perfetti per quella casa dove l’intelletto era considerato la qualità migliore. E certamente Molly aveva dimostrato di avere un’intelligenza superiore a quella di qualsiasi suo coetaneo.

-Credo siano loro, Al- disse Ginny a un tratto.

Un gruppo di quattro persone affiorò dalla nebbia accanto all’ultima carrozza. Solo quando Harry, Ginny, Lily e Albus si furono avvicinati, riuscirono a distinguere le loro facce.

-Ciao- li salutò Albus, immensamente sollevato.

Rose, che già indossava la divisa di Hogwarts nuova di zecca, gli sorrise radiosa.

-Tutto bene con il parcheggio?- chiese Ron a Harry. -Io sì. Hermione non credeva che sarei riuscito a superare l’esame di guida babbano, vero? Pensava che avrei dovuto confondere l’esaminatore.

-Non è vero- protestò Hermione. -Avevo assoluta fiducia in te.

-In realtà l’ho confuso- sussurrò Ron a Harry mentre caricavano insieme il baule e il gufo di Albus sul treno. -Avevo solo dimenticato di guardare nello specchietto retrovisore, e diciamocelo, per quello posso sempre usare un Incanto Supersensor.

Sul marciapiede Lily e Hugo, il fratello minore di Rose, erano immersi in un’animata discussione sulla Casa in cui sarebbero stati Smistati una volta a Hogwarts.

-Se non finisci in Grifondoro ti diserediamo- intervenne Ron, -ma non voglio metterti pressione.

-Ron!

Lily e Hugo risero, ma Albus e Rose erano serissimi.

-Non dice davvero- li rassicurarono Hermione e Ginny, ma Ron si era distratto.

-Ginny!- una voce si era fatta largo tra le nebbie dell’Espresso. La donna si voltò per vedere chi l’aveva chiamata. Di sicuro il suo udito l’aveva tradita. Non poteva essere lei…non lì!

-Luna!- disse Ginny inizialmente titubante. Solo quando il profilo dell’amica fu chiaro Ginny le corse incontro e l’abbracciò con forza.

-Cosa ci fai qui, Luna?

-Che domande, Gin! Dove dovrei essere il primo settembre?- la semplicità di Luna era rimasta immutata nel corso degli anni.

-Credevo fossi in Francia in questo periodo…

-Lo ero…ma non potevo certo permettere che Lorcan frequentasse Beauxbaton! Avrei rischiato di avere una di quelle ochette per casa a vita…senza offesa per Fleur- disse infine Luna.

-Quindi Lorcan frequenterà Hogwarts? E quindi tu resterai in Inghilterra?

-Beh…diciamo che passerò molto più tempo qui che altrove…Ralf ha del lavoro da fare per il Ministero e abbiamo comprato una piccola casetta in zona Ealing Broadway. Un po’ fuori dal centro, ma davvero molto tranquilla.

Ginny non credeva a quello che sentiva. Era al settimo cielo.

-Dici sul serio? Ma perché non me l’hai detto prima?

-E perdermi la tua faccia in questo momento? Lorcan, perché non dici a tuo padre di aiutarti a mettere il baule sul treno?

Un ragazzino dai corti capelli biondo cenere e gli occhi scuri era spuntato al fianco di Luna.

-Certo, mamma! Ma non ci sono vagoni liberi!

-Sul nostro c’è ancora posto se ti va…- dissero Albus e Rose. Lorcan li fissò per qualche istante per poi rivolgere la sua attenzione all’uomo vicino a Albus.

-Mamma! Ma…è lui? È Harry Potter?- chiese cambiando espressione. Ora aveva assunto lo sguardo curioso tipico di Luna quando parlava di Nargilli o altre strane creature.

-Sì, è lui…ma non è carino additarlo così.

-E tu devi essere Albus- continuò Lorcan incurante del rimprovero della madre. -E quindi tu sei Rose e loro sono i tuoi genitori. Hermione Granger, la donna più intelligente del mondo magico, e Ron Weasley! Mamma dice che lei è il ragazzo più buffo che abbia mai incontrato!

Luna sorrise innocentemente mentre Ron arrossiva alla velocità della luce. Hermione, Ginny e Harry invece risero.

-Allora ti va di salire con loro?- chiese di nuovo Luna.

-Certo!- Lorcan prese i suoi bagagli e seguì Albus sul vagone.

Ron intanto era tornato serio. Intercettò lo sguardo di Harry e accennò di nascosto a un punto a una cinquantina di metri da lì. Il vapore per un attimo si diradò e tre persone si stagliarono nitide contro la nebbiolina fluttuante.

-Guarda chi c’è.

Era Draco Malfoy con moglie e figlio, un capotto scuro abbottonato fino alla gola. Stava cominciando a stempiarsi, il che enfatizzava il mento appuntito. Il ragazzino gli assomigliava quanto Albus assomigliava ad Harry. Draco si accorse che Harry, Ron, Hermione e Ginny lo guardavano, fece un brusco cenno di saluto e si voltò. Evidentemente la cotta per Hermione non gli era passata del tutto e Astoria non avrebbe certo apprezzato un suo riavvicinamento alla donna che le aveva quasi rubato il marito.

-Non vai a salutarlo?- chiese Ron ad Harry.

-Non adesso…ora sono qui con la mia famiglia- rispose Harry che sapeva quanto Ron faticasse ad accettare l’amicizia tra Harry e Draco. Ron dal canto suo apprezzò quel gesto e sorrise facendo finta di nulla.

-E così quello è il piccolo Scorpius- commentò Ron sottovoce. -Cerca di batterlo in tutti gli esami, Rosie. Per fortuna hai il cervello di tua madre.

-Ron, per l’amor del cielo- ribattè Hermione, un po’ seria un po’ divertita. -Non cercare di metterli contro ancora prima che la scuola sia cominciata!

-Hai ragione, scusa- concesse Ron, ma non riuscì a trattenersi e aggiunse: -Non dargli troppa confidenza Rosie. Nonno Arthur non ti perdonerebbe mai se sposassi un Purosangue.

-Ehi!

James era ricomparso; si era liberato di baule, gufo e carrello, e moriva dalla voglia di raccontare qualcosa.

-C’è Teddy laggiù- ansimò, puntando alle sue spalle, verso le nuvole di vapore. -L’ho appena visto! E indovinate cosa sta facendo? Si bacia con Victoire!

Guardò verso gli adulti, chiaramente deluso dalla mancanza di reazioni.

-Il nostro Teddy! Teddy Lupin! Che si bacia con la nostra Victoire! Nostra cugina! Gli ho chiesto cosa stava facendo…

-Li hai interrotti?- domandò Ginny. -Sei proprio come Ron…

-E lui ha detto che era venuto a salutarla! E poi mi ha detto di andar via. Si stavano baciando!- aggiunse James, come se fosse preoccupato di non essere stato abbastanza chiaro.

-E’ normale, Jamie! Victoire è qui per salutare Dominique e Louis e Teddy l’ha raggiunta per salutare lei, visto che non si vedranno per un po’!- rispose Harry cercando di spiegare al figlio maggiore perché Teddy fosse al binario.

-Tesoro, James non è sconvolto per via del fatto che Teddy è qui ma perché sta baciando Victoire!

Harry sembrò non aver capito. Non subito. Ma quando realizzò sorrise sinceramente divertito.

-James! Che cosa ti stupisce tanto? L’avevamo capito tutti…

-Non è vero!- protestò il ragazzino offeso.

-Anche Lily l’aveva capito…- aggiunse Albus attirando su di sé lo sguardo poco amichevole del fratello maggiore.

-Oh sarebbe bellissimo se si sposassero!- sussurrò Lily estatica. -Così Teddy farebbe davvero parte della famiglia!

-Viene già a cena quattro volte la settimana- osservò Harry. -Perché non gli diciamo di venire a vivere da noi e la facciamo finita?

Harry a dire la verità aveva già tentato di convincere di nuovo Teddy a vivere con tutti loro a Grimmauld Place, ma tra il lavoro a Hogwarts e la storia con Victoire il ragazzo continuava a preferire la sua sistemazione a Hogsmeade e la casa ereditata dai suoi genitori. A volte avere intorno tutti i Potter non era affatto semplice. Erano un’onda anomala che ti travolgeva con forza senza controllo…a volte era piacevole sentirsi parte di quell’onda , a volte invece era difficile. Adorava i Potter e appena poteva passava del tempo con loro, ma aveva bisogno di tempo per lui, per costruire la sua vita. E rifiutare i continui inviti di Harry a tornare a vivere a Grimmauld Place era necessario.

-Sì- esclamò James entusiasta. La proposta di vivere con Teddy era esaltante. Si ricordava come era vivere con lui e gli piaceva. Anche se ora c’erano Albus e Lily. Dopo che Teddy se ne era andato, aveva faticato a legare con i fratelli ma alla fine ce l’aveva fatta: aveva imparato ad apprezzare la calma di Albus e ad approfittare della sua timidezza, mentre ammirava il coraggio di Lily di tenergli testa. Però l’idea che Teddy potesse tornare con loro non gli dispiaceva affatto: fare il fratello maggiore non era affatto semplice! Teddy sarebbe stato sicuramente più adatto per quel ruolo! -A me non importa di dormire con Al…Teddy può prendere la mia stanza!

-No- rispose Harry deciso, -tu e Al starete in stanza assieme solo quando vorrò far demolire la casa.

Guardò il vecchio orologio ammaccato che era appartenuto a Fabian Prewett.

-Sono quasi le undici, è meglio se salite.

-Non dimenticare di dare un bacio a Neville!- raccomandò Ginny a abbracciandolo.

-Mamma! Non posso dare un bacio a un professore!

-Ma tu sei amico di Neville…

James alzò gli occhi al cielo.

-Fuori sì, ma a scuola lui è il Professor Paciock, no? Non posso andare in classe di Erbologia e baciarlo…

James scosse il capo per le assurdità della madre e si sfogò tirando un calcio ad Albus.

-Ci vediamo più tardi, Al. Occhio ai Thestral.

-Pensavo che fossero invisibili. Hai detto che erano invisibili!

Ma James rise, si lasciò baciare dalla madre, abbracciò in fretta suo padre e balzò sul treno che si andava riempiendo. Lo videro agitare il braccio in segno di saluto e correre via lungo il corridoio a cercare i suoi amici.

-Non devi preoccuparti per i Thestral- spiegò Harry ad Albus. -Sono creature gentili, non c’è niente di spaventoso in loro. E comunque non arriverai a scuola in carrozza, ci andrai in barca.

Ginny baciò Albus.

-Ci vediamo a Natale.

-Ciao, Al- disse Harry, mentre il figlio lo abbracciava. -Non dimenticare che Hagrid ti ha invitato ad prendere il tè venerdì prossimo. Non perdere tempo con Pix. Non sfidare a duello nessuno finché non avrai imparato. E non farti prendere in giro da James.

-E se divento un Serpeverde?

Il sussurro era destinato solo a suo padre, ed Harry capì che il momento della partenza aveva spinto Albus a rivelare quanto grande e sincera fosse la sua paura.

Harry si accovacciò in modo che il viso di Albus fosse appena sopra il suo. Era l’unico dei suoi tre figli ad aver ereditato gli occhi di Lily.

-Albus Severus- mormorò, in modo che nessuno sentisse a parte Ginny, e lei, con molto tatto, finse di salutare Rose, già sul treno. –Tu porti il nome di due Presidi di Hogwarts. Uno di loro era un Serpeverde e probabilmente l’uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto.

-Ma se…

-…vorrà dire che la Casa di Serpeverde avrà guadagnato un ottimo studente, no? A noi non importa, Al. Ma se per te è importante, potrai scegliere Grifondoro invece di Serpeverde. Il Cappello Parlante tiene conto della tua scelta.

-Davvero?

-Con me l’ha fatto- confermò Harry.

Non l’aveva mai detto a nessuno dei suoi figli e vide la meraviglia sul volto di Albus. Ma ormai gli sportelli sbattevano lungo il treno rosso e le figure sfocate dei genitori si avvicinavano alle carrozze per i baci di addio e le ultime raccomandazioni. Albus balzò a bordoa e Ginny chiuse lo sportello alle sue spalle. Dai finestrini più vicini si sporgevano studenti. Un gran numero di facce, sia sul treno sia sul binario, erano rivolte verso Harry.

-Cos’hanno tutti da guardare?- chiese Albus, mentre lui e Rose allungavano il collo per osservare gli altri studenti.

-Non farci caso- esclamò Ron. -E’ per me. Sono estremamente famoso.

Albus, Rose, Hugo e Lily risero. Il treno cominciò a muoversi ed Harry lo seguì camminando, guardando il viso magro del figlio, già infiammato per l’emozione. Continuò a sorridere e salutare, anche se era come un piccolo lutto vedere suo figlio allontanarsi...

L’ultima traccia di vapore svanì nell’aria autunnale. Il treno svoltò. La mano di Harry era ancora alzata in segno di saluto.

-Non avrà problemi- mormorò Ginny.

Harry la guardò e distrattamente abbassò la mano a sfiorare la cicatrice a forma di saetta sulla fronte.

-Lo so.

La cicatrice non gli faceva male da diciannove anni. Andava tutto bene.

 

 

 

Bene, eccoci arrivati alla fine di questo lunghissimo percorso durato 82 capitoli e non so più quanti anni ormai!

Che dire! Senza questa storia mi sentirò molto più sola! È la prima che ho scritto ed è di certo quella a cui sono più affezionata! Ma tutto deve avere una fine! Spero solo che vi siate trovati bene in mia compagnia, in compagnia di Harry, Ron, Ginny ed Hermione…e di tutti gli altri!

Ora vorrei ringraziare ognuno di voi…sì, proprio ogni persona che in questo momento sta scorrendo con i suoi occhi queste righe! Siete stati tutti ugualmente importanti per la riuscita di questa storia, che si è scritta man mano seguendo anche in vostri pensieri e i vostri commenti! Perciò, grazie a tutti!

Mi piacerebbe sapere ora che tutto è finito cosa ne pensate, cosa vi è piaciuto e cosa no…cosa avreste fatto diversamente. Non so…avere una vostra opinione su tutta la storia e non più solo sui singoli capitoli! Quindi aspetto di sentirvi =)

Beh, è vero che non posso più darvi appuntamento al prossimo capitolo, però a tutti gli appassionati delle Harry/Ginny posso dire che la fiction sulla vita di Ginny (ovviamente per buona parte incentrata sul suo rapporto con Harry) è in pubblicazione di nuovo. Questo è il link se vi interessa: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=329682&i=1

Infine una domanda molto importante: sono in cantiere due storie di cui ho già scritto qualche capitolo…la prima è sui Malandrini, la seconda sulla New Generation (una sorta di sequel di questa…). Sono indecisa su quale fare prima nel caso avessi tempo da dedicarci prossimamente. Mi piacerebbe sapere da voi quale preferireste leggere eventualmente. Grazie in anticipo per le vostre risposte.

E ora non mi resta davvero che salutarvi…ringraziarvi di nuovo di tutti questi anni e capitoli passati insieme!

Grazie di cuore a tutti!

A presto!

Laura

   
 
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