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Autore: Tikkia    13/04/2012    5 recensioni
Hinata si sveglia dopo un brutto sogno, il quale le porta alla mente pensieri profondi e malinconici, ma...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Briciole

Hinata si svegliò di soprassalto. Si portò una mano al petto per cercare di rallentare il battito del suo cuore impazzito, ma proprio non voleva saperne di calmarsi. Ammiccò un paio di volte e deglutì per tranquillizzarsi.

Era stato un sogno, solo un sogno. Brutto, certo, ma pur sempre un sogno; un mero parto della sua mente, una proiezione delle sue paure.

Peccato che Hinata fosse proprio una di quelle persone che si lasciano influenzare dagli incubi. Perché, se fossero almeno degli incubi in cui compaiono dei mostri che vogliono mangiarti, sai che gran cosa, ti svegli e ci fai una risata sopra: la paura è solo momentanea, è parte dell’incubo e svanisce con esso ai raggi del sole mattiniero – o pomeridiano se sei del tipo Shikamaru Nara. Poi se hai anche degli amici un po’ scemi come Kiba ti senti addirittura una stupida ad aver avuto paura nell’incubo.

No, no, non si trattava di mostri. O meglio, non di mostri visibili.

I mostri che facevano paura ad Hinata erano molti. Ma non dovete pensare che fosse una ragazza pavida o senza spina dorsale: tutt’altro. I mostri che spaventavano Hinata si chiamavano Solitudine, Indifferenza, Odio, Antipatia… e proprio loro le avevano fatto visita quella sera.

La giovane si raggomitolò su sé stessa. Gli stessi sogni che faceva da anni ormai. Non avevano ancora finito di tormentarla, tutti con un unico protagonista: il suo Naruto-kun.

Ora, un sacco di persone sono felici al risveglio dopo aver sognato l’oggetto del proprio amore.

Lei no.

Non dopo quei sogni, almeno. Perché in quei sogni, il suo Naruto-kun non era gentile e sorridente come al solito. In quei sogni, il suo Naruto-kun non la degnava di uno sguardo, la ignorava o la trattava male. E nella maggior parte di questi sogni, il suo Naruto-kun si comportava così perché con lui c’era Sakura. E lui stava con lei, la baciava, l’abbracciava, tutto davanti agli occhi della piccola Hinata, come a ricordarle che lei non avrebbe mai potuto avere lo stesso trattamento.

Ma era solo un sogno, giusto? Una proiezione delle sue paure.

La ragazza si ripeté mentalmente queste parole per cercare di calmarsi. Ma la solita maledetta vocina le mise in testa un’altra idea: forse, sognava quelle cose perché in fondo lo sapeva che con il suo Naruto-kun non avrebbe mai potuto funzionare. Forse era consapevole del fatto che lui amava ancora Sakura e che stava con lei, Hinata, unicamente per non restare solo e perché l’oggetto del suo amore era felicemente fidanzato con Sasuke Uchiha.

Calde lacrime iniziarono a scivolarle lungo le guance.

Sì, era proprio così: non era amore quello che spingeva il suo Naruto-kun tra le sue braccia, era semplicemente solitudine e rassegnazione. Come dire, ci si accontenta delle briciole.

Ma lei non voleva essere briciole.

Lei voleva essere amata. Voleva sentire calore, voleva che i sorrisi del suo Naruto-kun fossero sinceri, voleva sentirlo dire “Ti amo” guardandola negli occhi, proprio come succedeva nei suoi bei sogni, in quelli che adorava. Voleva che il suo Naruto-kun amasse Hinata Hyuuga per quello che era. Voleva che si accorgesse di quanto stava male certe volte, e che facesse qualcosa per lei. Voleva essere felice.

Iniziò a tremare leggermente.

Era questo che desiderava più di ogni altra cosa: finalmente essere amata da qualcuno, avere uno scopo nella sua esistenza, dimostrare a tutti che lei valeva qualcosa, che non era solo stramaledettissime briciole!

Ma se non riusciva nemmeno a farsi amare da colui che lei stessa aveva amato per così tanto tempo, cos’avrebbe dimostrato? Nulla. Un altro fallimento da accumulare con tanti altri. E un altro pezzettino di cuore che avrebbe smesso di battere in lei.

Continuò a piangere pregando che tutti i suoi pensieri fossero solo paure, fantasie masochiste di una ragazza troppo sensibile e che, oh Kami, che il suo Naruto-kun la amasse almeno un terzo di quanto lei amava lui, le sarebbe bastato, le sarebbe andato benissimo, perché quello sarebbe stato un modo sano di amare, quello, nulla a che vedere con il suo.

Non riusciva neppure ad amare in modo giusto. Un altro fallimento da aggiungere al mucchio.

Consapevole di ciò, Hinata si raggomitolò ancora più stretta, sprofondando sempre di più nella depressione.

Improvvisamente, due braccia forti e calde la agguantarono e la rinchiusero in una gabbia di tepore.

-Mmh, Hinata-chan…- mormorò Naruto con la voce impastata dal sonno.

-S-si?-

-Non dormi?-

-N-no, io mi ero… volevo… stavo pensando…-

Naruto la fece voltare e se la strinse contro il petto appoggiandole una mano sulla nuca.

-Ora ci sono qui io e tu non devi più preoccuparti di niente.- dichiarò deciso –Non ti lascerò mai più!-

-Davvero?- pigolò la ragazza.

-Davvero. Sei la mia Hinata-chan, no? E la mia Hinata-chan non deve stare male per nessun motivo!- concluse baciandole la fronte.

Hinata inspirò profondamente il profumo del suo Naruto-kun.

-Grazie.-

Note dell'autrice;
Scusate per l'assenteismo da EFP, purtroppo la crisi dello scrittore si fa sentire...Spero di farmi perdonare con questa fic (un po' malinconica, ma che ci volete fare, vado a periodi!)
Alla prossima!
  
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