AVER PAURA DI
INNAMORARSI TROPPO
Aver paura
d'innamorarsi troppo
non disarmarsi
per non sciupare tutto
“Pss … Pss
Psss … Ramoso! … Ramoso! …James! … James! … James! … Jaaaaaaaaaaaaaaaaaammmes!
… santo Merlino James mi vuoi rispondere sì o no?!?!?”
“Cosa c’è
Sirius?”
Un ragazzo
di diciassette anni si girò di scatto sbuffando verso la fonte di quel
richiamo. I capelli castani e ribelli più che mai incorniciavano un viso
affascinante dai lineamenti semplici che però già portavano il segno del
passaggio ragazzo-uomo. Il mento portava il segno di un inizio di barba
incolta, mentre le labbra accompagnavano la risposta del ragazzo. Gli occhiali
tondi si posizionavano come ostacolo agli splendidi occhi color nocciola scuro
che però in quel momento trasmettevano esclusivamente un immenso fastidio. Le
maniche della camicia erano rivoltate fino all’altezza del gomito, lasciando in
bella vista gli avambracci muscolosi, la
cravatta pendeva dal colletto malamente allacciata, il maglione, che ogni
persona di buon senso avrebbe indossato visti i primi freddi di settembre, era
arrotolato sulle sue gambe incrociate sotto la sedia.
“Sì
si…bell’amico che sei…non ascolti neanche quando parlo e per di più ti disturba
il fatto che ti richiami dal tuo mondo delle nuvole!” rispose Sirius Black
visibilmente offeso.
“No dai,
Felpato! Non è per te che ho sbuffato! Ti dispiace ripetermi cosa mi hai detto?
Per favore?” disse James cercando di
rimediare a un danno potenzialmente catastrofico.
“E MAGARI VI DISPIACEREBBE STARE ZITTI E SEGUIRE
LA MIA LEZIONE, SIGNOR POTTER E SIGNOR BLACK?!?” urlò la McGrannit facendoli
saltare sulla sedia.
“Sì, scusi
professoressa!” dissero in coro James e Sirius.
Mentre
l’insegnante di Trasfigurazione ritornava alla cattedra proseguendo la
spiegazione Sirius fece un cenno a James di “ne riparliamo dopo”.
Sirius Black
era un ragazzo molto bello, la sua fama tra la popolazione femminile era dovuta
principalmente per questo. Capelli neri e lunghi fin alla linea del mento
componevano un affascinante contrasto con la chiarezza della sua pelle. Per il
fisico Sirius non aveva nulla da invidiare all’amico James, anzi, era di dieci
centimetri più alto e possedeva un’innata eleganza dovuta, forse, alla nobiltà
della sua famiglia.
James
Potter, dopo il richiamo subito, si rimise nelle medesima posizione in cui era
prima della chiamata di Sirius: volto sostenuto dalla mano e gomito appoggiato
al banco dove un’inutile foglio bianco, che secondo il saggio amico Remus
avrebbe dovuto esser pieno di appunti della lezione, rompeva la monotonia del
marrone del vuoto banco.
A James non
dava fastidio Sirius (figuriamoci! quelli sono come due fratelli!), ma odiava
essere sorpreso mentre è assorto in qualche particolare pensiero e soprattutto
odia ancor di più quando questo qualcuno lo distrae da tale pensiero facendogli
perdere il filo del discorso. Questa volta però, pur essendo stato così
infastidito, il filo del discorso non lo aveva dimenticato; il suo problema era
talmente assillante che non sarebbe bastata la venuta ad Hogwarts della sua
squadra di Quidditch preferita a farglielo scordare.
-E pensare
che tutto questo casotto l’ha combinato un esserino tanto piccolo….- pensò
James spostando una piccola ciocca di capelli che gli punzecchiava l’occhio.
Quell’
“tesserino tanto piccolo” era seduta poco più avanti, precisamente tre banchi
più avanti, e dall’incurvatura della sua schiena e dal movimento della sua testa il ragazzo capiva che si
stava dannando per scrivere tutto ciò che usciva dalla bocca della McGrannit.
Prima lei si
era girata ad osservare la scenetta con protagonisti lui, Sirius e la
professoressa e in quel momento James non riusciva più a capire neanche quello
che la prof di Trasfigurazione gli stava letteralmente urlando nell’orecchio.
Le sue labbra rosa erano arricciate in segno di disapprovazione,e i suoi occhi
verdi indugiavano su di lui. Ci fu uno scambio di sguardi profondo, come quando
guardi negli occhi un amico prima di confidargli un segreto, che non durò per
più di cinque secondi. La coraggiosa a distaccare lo sguardo fu la ragazza dai
capelli rossi, Lily Evans. La caposcuola Evans, la studentessa modello Evans,
la studiosa Evans, la persona più ligia alle regole … la bellissima,
straordinaria e unica Evans agli occhi di James.
Che a James
piacesse Lily era talmente palese che anche i muri di tutta Hogwarts lo
sapevano (soprattutto dopo che James durante il quarto anno aveva scritto sulla
parte un chiaro invito alla suddetta ragazza di passare una giornata con lui ad
Hogsmeade).
Sin dal
primo anno quella ragazzina dai capelli rossi e dai penetranti occhi verdi
l’aveva incuriosito, durante il terzo-quarto anno, quando la sua natura di
dongiovanni fiorì, continuava a martellarla di inviti ad uscire, nel quinto e
nel sesto continuò con questi atti tanto non perché non volesse che la sua
reputazione di latin lover si eclissasse, ma per un motivo oscuro a lui.
Oscuro
almeno fino a quel fatidico settimo anno; ebbene sì, dopo quasi due anni il
mitico James Potter era riuscito a capire il motivo di questo particolare
“legame” con la Evans.
E proprio
quell’oscuro motivo che lo portava così spesso a vagare tra le nuvole durante
le lezioni, a non ascoltare ciò che Sirius imperterrito continuava a
ripetergli e a non essere più quel
sciupafemmine che era gli anni precedenti.
non dire niente
per non tradir la mente
- Allora …
stavo pensando … io infastidisco Lily da più di quattro anni, le lancio delle
battutine, la invito ad uscire collezionando una smisurata lista di no, combino
dei guai col solo scopo di farmi beccare da lei e adoro quando dopo lei mi fa
la ramanzina … certo che dire che sono autolesionista è poco … perché? Perchè
non riesco a smettere? PERCHE’?- In quel momento la ragazza si voltò ad
osservare Sirius e Peter che chiacchieravano poco dietro James, di nuovo il
loro sguardi si incrociarono… -Sono innamorato di lei … non c’è altra soluzione
… … … … … … … … COSA?!?! JAMES POTTER INNAMORATO? MA E’ PIU’ PROBABILE CHE
HOGWARTS VENGA SCOPERTA DAI BABBANI CHE IO MI SIA INNAMORATO DI UNA
RAGAZZA!!!ma va!-
La campana
suonò e segnò la fine delle lezioni; James da lì a un’ora avrebbe avuto gli
allenamenti di Quidditch e come al suo solito sarebbe tornato in camera per
riposarsi della giornata. Seguito da Sirius e Peter (Remus li aspettava alla
porta visto che era solito mettersi nel primo banco della classe) percorse
tutta la fila dei banchi, ma era ancora scosso dai suoi pensieri che non si
accorse di aver sbattuto contro la “gentile donzella” che occupava i suoi
pensieri.
“Mi
raccomando Potter, gentile come sempre! Potresti almeno evitare di farmi cadere
tutto!” gli urlò la ragazza mentre si chinava a raccogliere i libri.
“Non è colpa
mia Evans se non guardi dove vai!” rispose James irritato sempre per la sua
caratteristica di non dover essere sorpreso con la testa fra le nuvole.
“Ma se sei
stato tu a venirmi addosso? che c’è vorresti pure fare la vittima?!?” si rialzò
la ragazza osservandolo negli occhi carica di odio.
James,
sentendo quello sguardo su di sé si calmò e si accorse della sua colpevolezza
in quel piccolo incidente perciò, invece di controbattere, come di solito
avrebbe fatto, si chinò a raccogliere l’ultimo libro che era stato dimenticato
sul pavimento:
“Ti sei
dimenticata questo!” disse porgendogli il volume con un sorriso sincero
sperando di farsi perdonare.
La scena fu
abbastanza insolita, Sirius, momentaneamente distratto dalla sua ultima
fidanzata, non aveva visto nulla, ma Remus Lupin osservò tutto con attenzione studiando bene
l’amico. Così insolita la scena che la feroce Lily si fece scappare un sorriso
di ringraziamento e solo Dio sa cosa provò James alla vista di quello. Dopo
averla salutata si diresse verso la Sala Comune lasciando Sirius ancora
impegnato” e superando Remus che scuoteva la testa appoggiato allo stipite
della porta.
è un leggero dolore
che però
io non so più sopportare.
-Mi sa che
Hogwarts sarà presto scoperta dai Babbani … io, James Potter, mi sono
innamorato!
Dire che
James fosse sconvolto da tale scoperta era poco. L’allenamento fu uno dei
peggiori in tutta la sua vita; non si capacitava della situazione in cui si
trovava. Aveva semplicemente paura di amare, o meglio, aveva paura di questa
novità.
Non farsi vivo
e non telefonare
Le seguenti
settimane James aveva deciso di non parlare più alla Evans (si era addirittura
impedito di chiamarla Lily) per vedere se ciò era causato solo dalla sua
vicinanza. Non serve dire che ciò portò un certo scompiglio non solo la casa di
Grifondoro, ma tutta Hogwarts osservava preoccupata quando James era a vicino
contatto con Lily.
Solitamente
non avrebbe esitato a fare apprezzamenti su di lei ad alta voce mettendola in
imbarazzo o a battibeccare con lei per qualunque futile motivo, invece non
succedeva nulla. La Sala Grande era stranamente più silenziosa del solito, sia
per la mancanza di litigi Potter-Evans e sia perché tutti parlavano in un tono
più basso per sentire quando finalmente tutto sarebbe tornato alla normalità.
parlar di tutto
per non parlar d'amore
Il punto che
a tutti non era chiaro era che james, esternamente, sembrava essere quello di
sempre: rideva, scherzava, parlava di Quidditch ed era sereno. Non aveva
ricominciato a frequentare ragazze, ma comunque era all’apparenza tranquillo.
In realtà
Potter aveva costruito abilmente una maschera che si conformava al tipo di
persona che era qualche anno prima, ma a differenza di quei tempi nei quali
rideva e scherzava a cuore libero, ora rideva e scherzava per non pensare a
Lily (ormai aveva rinunciato ad imporsi di non chiamarla in tale modo). E
facendo in questo modo, naturalmente non faceva che pensare a lei.
cercar di farsi
un po' desiderare
Lily Evans
notò più e prima di tutti questo mutamento nel comportamento di James. Non si
può non dire che all’inizio ne fosse contenta: viveva la sua vita felice e
spensierata senza che palla-Potter gli ronzasse attorno, ma già dopo tre
quattro giorni ne sentì la mancanza. Non lo ammise subito, ciò era una grande
ferita per il suo orgoglio, ma dopo una settimana e mezza era talmente chiaro
che era inutile nasconderlo.
è proprio un vero
dolore.
eh già! Un
vero dolore sia per lui che per lei. Inaspettatamente e quasi paradossalmente
più per lei che per lui.
Abbandonarsi senza più
timori
Lily era
stufa. Quella situazione era insostenibile. Decise di risolvere la faccenda
parlando a quattr’occhi con lo-stupido-Potter.
Essendo
Venerdì tardo pomeriggio Lily si diresse verso il suo territorio nemico: il
campo da Quidditch. Aveva sentito da alcune fan esasperate di Potter qualche
settimana prima che il loro James si
allenava sempre di più il Venerdì da solo, quale situazione migliore di quella?
Dopo essersi
avvolta nella sciarpa rosso-oro attraverso tutti i giardini di Hogwarts fino a giungere alle
tribune del campo da Quidditch. Notò una figura in cielo svolazzare sulla sua
scopa con eleganza sovrannaturale e dovette ammetterlo: Potter era
maledettamente bravo sulla scopa e anche maledettamente ipnotico! Infatti la
ragazza si era incanta ad osservarlo, fortunatamente una folata di vento
autunnale la riscosse e si ricordò del motivo di quella visita.
“POTTER!
VIENI GIU’! … POOOOOOTTEEEEEER!” urlò.
James stava
volando per scacciare i suoi soliti pensieri quando una soave (mica tanto visto
l’urlo) voce lo riscosse. Era Lily e lo chiamava. Nello scendere verso di lei
invocò tutti i maghi più potenti affinché si controllasse.
“Mi hai
chiamato Evans?” disse con timidezza.
“Non va bene
così Potter, non va assolutamente bene!”
“Scusami
Evans ma non ti capisco!”
“MADDAI!
DOVE SONO FINITI I O DOLCE EVANS
OPPURE BELLISSIMA EVANS ESCI CON ME QUESTO
SABATO ? DIMMELO!” esclamò con una nota di isterismo nella voce “perché sei
cambiato James? Perché?” chiese cambiando tono, più dolcemente.
Si
guardarono negli occhi. James non aveva mai visto questo lato dolce e insicuro
della ragazza. La sua maschera si sciolse come cera al sole davanti a quello
sguardo e la paura di un rifiuto , uno vero questa volta, lo invase
irritandolo.
“Vuoi
veramente sapere perché? Davvero? E se io ti dicessi che mi sono innamorato di
te cosa mi diresti EH?” urlò.
senza fede nei falliti
amori
Lily non
rispose.
Non si
aspettava una cosa del genere. Non se la sarebbe mai aspettata. Mai.
e non studiarsi ubriacarsi di fiducia
per uscirne finalmente fuori.
“non so cosa
dirti James, sinceramente…” disse in un soffio abbracciandosi le braccia.
James
osservò Lily. Non era arrabbiato, anzi era arrabbiato con se stesso per aver
ridotto Lily in quel modo. La ragazza era visibilmente scossa. Allora per una
volta il ragazzo seguì quello che il cuore gli diceva di fare e circondò la
ragazza con un braccio accompagnandola negli spogliatoi.
“Vieni, stai
tremando” disse solo.
Lily,
sentendo quel tono dolce dopo tanto tempo si rilassò e si fece guidare.
Entrati
nella saletta, dove c’erano alcuni divanetti disposti in fronte al piccolo
camino che serviva per scaldarsi prima delle partite invernali, si sedettero e
James accese il fuoco. in Pochi minuti Lily smise di tremare e mormorò un
semplice “grazie”.
Aver paura
di confessare tutto
“Sai” disse
Il cercatore di Grifondoro “non volevo spaventarti prima, solo che tu volevi
sapere il motivo del mio comportamento e credo sia giusto che tu lo sappia. Non
mi rimangio niente di ciò che ho detto là fuori. E’ vero. Ti amo Lily e ho una
paura matta a dirti queste cose, non so se puoi capirmi, ma mi sono accorto
così all’improvviso di ciò che ne sono rimasto terrorizzato. Ho cercato di
starti lontano per capire se poteva dipendere da questo, ma a nulla è servito…”
per il pudore
d'innamorarsi troppo
“Forse ti
capisco James…” disse la rossa osservando le fiamme che danzavano nel camino
“Credo di essermi ritrovata nella tua stesa situazione però credo altrettanto
che tu te ne sia accorto prima di me.”
James la
osservò mentre parlava, ora sentiva quel sentimento che si impossessava di lui,
ma non credeva alle sue parole aveva forse detto…?
“Scusa, so
che non è gentile, ma non capisco a cosa alludi…”
“Bè “ si
girò guardandolo negli occhi “ credo di essermi innamorata anche io di…”
Non riuscì a
finire la frase; non appena James fu sicuro di aver sentito quelle parole si
abbandonò all’istinto che lo aveva oppresso fin da quando l’aveva vista nel
campo da Quidditch: la baciò.
Posò le
labbra sulle sue e fu talmente estasiato dall’assaporare le labbra della
ragazza che appoggiò la mano sulla sua guancia tanto per assicurarsi che non
gli sfuggisse.
Lily
sicuramente non sentì freddo, non appena James la baciò rimase per alcuni
secondi stordita, ma non appena comprese ciò che accadeva rispose al bacio.
Quando si
staccarono appoggiarono le loro fronti l’una sull’altra e si guardarono negli
occhi;
“Sai Potter
… mi piace questo tuo lato romantico, ma mi manca anche quel suo lato
divertente e scherzoso … sai … per qualche strano motivo quel Potter non mi
parla più da alcune settimane…” disse ridendo.
Lui le tappò
la bocca con un altro bacio, questa volta fulmineo.
“Però hai
visto che alla fine sei caduta ai miei piedi?” esclamò scherzando.
“Eh
già….cosa devo fare? Mi devo prostrare? Dovrò chiamarla Signor Potter da questo
momento in poi?”
finger che anch'io
le altre donne vedo
“ no, una
cosa molto più semplice… devi riservarmi un’oretta di coccole come queste
davanti al camino della Sala Comune … sai … dopo un allenamento del genere ho
bisogno di qualcosa che mi rigeneri! di solito ci sono le mie fan per questo
lavoro, ma credo che tu basti per stasera…” disse strizzando l’occhio “ora mi
vado a cambiare, aspettami faccio in un attimo!”.
Detto questo
entrò negli spogliatoi e lasciò Lily nel salottino.
All’improvviso
gli occhi di Lily brillarono mentre si ricordò di una cosa…
è un leggero dolor temere di mostrarsi
interamente nudo.
“Poooooooooottteeeeeeerrrrrrr
…” disse entrando negli spogliatoi, pensando che si fosse già vestito.
Purtroppo, o per fortuna, james era ancora nudo e si stava asciugando con una
salvietta.
L’imbarazzo
di Lily arrivò alle stelle: “Oh scusa… non pensavo” -…non pensavo avessi tutto
questo ben di Dio…- fortunatamente
queste ultime cose le pensò solamente. Ma non servì perché James se ne accorse
e, pur essendo un pochino a disagio, le disse:
“Ma va!
Girati non ti preoccupare, ora almeno ho i pantaloni…”
“ Volevo
solo dirti che l’oretta a te riservata stasera dovrà essere rimandata in primis
perché TU hai una punizione da scontare… e poi io devo trovarmi con il
caposcuola di Corvonero per alcune cose scolastiche…”
E soffocare
la sana gelosia
“Cosa?!?!”
disse lui smettendo di rivestirsi “e tu te ne andresti per quel Chang?!? Io non
ti lascio da sola con quello…metti che lui si sia invaghito di te e ci vuole
provare? eh?”
“cos’è
signor Potter? Facciamo i gelosi dopo neanche dieci minuti che ti sei
dichiarato?!?!”
e controllarsi
non dirti che sei mia
“Sicuro!Tu
sei solo…ehm ehm.. Comunque…visto che non avrò le mie coccole dovresti almeno
cercare di rimediare un pochettino…” disse James avvicinandosi a lei
prendendola per i polsi.
Inutile dire
che si baciarono ed è altrettanto inutile dire che Lily approfittò della
mancanza della maglietta del ragazzo pe accarezzare il suo busto ben formato.
voler restare
e invece andare via
è proprio un vero dolore.
Verso le
nove James finì di vestirsi e si avviarono alla scuola.
“Abbiamo
saltato la cena, per colpa delle tue coccole…uffi! sto morendo di fame!” si
lamentò la rossa.
“Come? non
ti sono bastato io?” disse scherzosamente il ragazzo parandosi di fronte.
“Si
si…certo…ma anche lo stomaco chiede la sua parte….”
“Allora,
quando ritorni in Sala Comune ti farò avere una cenetta coi baffi, così mi
faccio perdonare. Va bene?”
“Grazie” Gli
diede un bacio fugace tirandogli un po’ il labbro con fare giocoso “ora devo e
DEVI andare!”
“Sissignora!”
Abbandonarsi senza più
timori
senza fede nei falliti amori
e non studiarsi ubriacarsi di fiducia
per uscirne finalmente fuori.
Già,
abbandonarsi; dimenticare i timori che ci assillano.
Mai avere
paura di innamorarsi troppo…è una paura inutile e le cose inutili, si sa,vanno
eliminate.
FINE
E’ la mia prima
fanfiction! l’’ho scritta innanzitutto perché adoro la coppia James/Lily e poi
adoro Lucio Battisti, il quale è l’autore di questa canzone (AVER PAURA DI
INNAMORARSI TROPPO).
Recensite. Ciao e
bacioni a tutti.