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Autore: madoka94    13/04/2012    2 recensioni
Eccomi qua con il seguito di "Dieci rintocchi"!
La storia parla di una ragazza che ha un collegamento con il Frutto dell' Eden e verrà aiutata da un Assassino di nostra nota conoscenza che comincia con "A" (chissà chi è... U.U) a cercare la verità celata tra le pagine del diario di suo padre riguardante quest' ultimo.Ovviamente ad intralciarli ci saranno i Templari (e te pareva -_-) che faranno di tutto pur di ottenere la Mela.
Inoltre ci saranno molte situazioni improbabili e persone fuori dal comune che avranno a che fare con loro.
Cosa attenderà mai i due giovani?Avventura, fortuna, saggezza, amicizia...o qualcosa di più?
Venite a scoprirlo se volete!E ricordatevi che nulla è reale e tutto è lecito...
(PS:per capire un pò di più dovete leggere i capitoli della storia precedente)
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Al Mualim , Altaïr Ibn-La Ahad , Malik Al-Sayf , Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Due settimane.

Erano passate esattamente due settimane, tre giorni e dodici ore da quando vidi  Altair  per l' ultima volta.

Pensai che se avevo preso anche a contare i giorni e le ore da quel momento stavo perdendo del tutto il senno!

La cosa ancora più peggiore era anche che continuavo, freneticamente, a riportarlo con il calamaio su carta: la sua posa dritta, fiera e sicura, gli accessori, il volto coperto dal cappuccio, gli occhi che ti catturavano al primo contatto visivo, la bocca...non tralasciavo niente.

Presi l' ennesimo foglio reso schiavo della mia mania persegutiva del disegno, continuando a scrutare ogni particolare che non fosse danneggiato da qualche sbavatura o aver sbagliato qualche proporzione.

Come al solito era perfetto, immacolato.

Mi sembrava di vederlo ancora lì davanti a me.

"Non sono altro che una maniaca, ecco!"

Presa dal nervoso trasformai quel misero pezzo di carta in un altra palla che gettai insieme alle altre che erano ai miei piedi.Un altro fallimento.

Ero stufa di quella situazione, non ce la facevo più a perseguitarmi col pensiero di rivedere ancora quel ragazzo, dovevo accettare la realtà dei fatti e farmene una ragione una volta per tutte!

-Aaah!!Perchè a me?!Che ho fatto di male per meritarmi tutto questo?- mi chiesi distrutta con le mani fra i capelli.

Sentì Tharanis fare un piccolo stridulo e lo vidi che aveva abbassato la sua testolina di qualche grado, quasi come mi volesse guardare storto.

-Che guardi?Se c' è qualcosa che devi dirmi dilla e basta!-

Lo vidi rialzare la testa con un semplice scatto del collo sbattendo le ali.

Sembrava che mi rimproverasse.

Passai una mano alla fronte massaggiandomela.

Pure a litigare con il falco mi ci ero messa!

Il bussare della porta e la voce di Sarah richiamarono la mia attenzione, prima di risponderle sistemai per bene i fogli che mi erano rimasti e cercai di nascondere per bene i rimasugli ma con insuccesso.

-Avanti..-dissi con tono stanco.

-Astrid, vi stavo cercando per...ma che?!-si interruppe d' un tratto.

-So cosa stai per dirmi: non sono ancora vestita, ho una faccia e una pettinatura orribile e la mia stanza è tutta sottosopra come se ci fosse stata una tempesta.-la precedetti recitando come se la sapessi ormai a memoria i suoi rimproveri.

Infatti era come avevo appena detto: avevo ancora la vestaglia da notte, la capigliatura un pò aruffata per colpa dell' ennesima notte in bianco che avevo trascorso e la faccia un pò torva e ancora assonnata.

La vidi che stava assottigliando le sue iridi smeraldine, guardandomi dall' alto in basso con sguardo pensieroso.

-Degli incubi vi perseguitano.-

Il mio volto da torvo si tramutò in sorpreso.

-Ma come...no, aspetta! Te lo dice la mia faccia.-

-Sia quella che il mio sesto senso.-mi disse sorridendo.

Sbuffai bofonchiando qualcosa che a malapena capivo anche io.

Durante queste notti un sogno mi tormentava: il sogno di una mela posata sul cuscinetto di un nido, su di una torre, un ' acquila che la proteggeva come se fosse stato un suo uovo.

Poi uno stendardo con disegnato sopra una croce che spaventa l' animale e gli fa cadere il nido.

La mela cadeva dalla torre, il volatile si impennava cercando di raggiungerla ma una nuvola...no, anzi, una nube di frecce si scagliavano contro di lui e le sue iridi dorate ne rispecchiavano la sua massa.

Fino a quel punto il sogno si interrompeva lasciando al mio risveglio il sudore freddo che mi bagnava la pelle facendomi rabbrividire tutto il corpo.

Ogni volta cercavo un significato logico analizzandone ogni particolare e sempre ogni volta non ne riuscivo a trovarne.Mi chiedevo cosa potesse significare...

-Cosa vi assilla, Madamigella?-mi chiese con tono apprensivo la mora chinandosi davanti a me.

-Non lo so neppure io Sarah. è tutto così confuso...-dissi con tono sincero sospirando.

-Per caso...-sembrava che la sua voce veniva mozzata nel formulare la frase-...riguarda quell' uomo?Quell' assassino che avevamo incontrato giù alla piazzetta?-

La osservai bene, vedevo ancora i suoi occhi turbati che avevano visto quella strage, la preoccupazione e la paura che ha avuto quando sono sfuggita dalla sua vista si rispecchiavano nelle sue iridi smeraldine.

Avrei tanto voluto risponderle che si trattava di quello, di voler capire, ma avrei attirato altri timori e ansia su di lei e mio padre.

-No.-

-Sicura? Non lo avete visto o ci avete parlato, spero?-

-..no..-le mentì ancora sospendendo quella negazione.

Aspettai che credesse a quella piccola bugia cosicchè mi lasciasse  sola nella stanza.

Finalmente si alzò accennando appena un sorriso sospirando.

-Buono a sapersi.-

Disse solamente dirigendosi alla porta per poi fermarsi allo stipite.

-A proposito, papà non ha mandato niente?-chiesi all' improvviso.

Era da qualche giorno che non avevo sue notizie, di solito mandava qualche lettera per far sapere che era arrivato a destinazione e che stava bene.

-No, mi spiace.-

I miei occhi si abbassarono stanchi sui fogli che avevo davanti, continuando a guardare quell' infinito bianco che riempiva tutta quella massa accatastata a casaccio.

Non era la prima volta che mio padre si assentava da casa per giorni, a volte anche settimane e mesi.

-Comprendo perfettamente...-  

Sospirai dirigendomi con lentezza verso il letto coricandomici sopra, guardando il soffitto con le braccia aperte sino alle mie spalle.

Sentì per l' ultima volta lo sguardo di Sarah su di me fino a quando non chiuse la porta.

Spostai la testa verso il balcone, vidi le tende di raso bianco ondeggiare in una sorta di piccola danza causata dal leggero soffio d' aria fresca del mattino.

Mi ricordai che quando ero piccola sognavo sempre di alzarmi in aria e volare nel cielo insieme a mio padre, a scoprire il mondo e i suoi segreti.

Piccoli sogni di una bambina buttati al vento e frantumati in piccoli pezzi.

I miei occhi stavano chiedendo pietà, infatti li sentivo bruciare un poco e appesantirsi.

Chiusi più volte lentamente le palpebre finchè non cedetti alla loro richiesta, appallottolandomi su me stessa e sprofondando la testa nel mio morbido cuscino.

Ero veramente stanca e stufa.

Stufa di questa vita, stufa di tutti questi segreti, stufa di tutto.

Sentì una voce aleggiarmi nella testa confusa, all' inizio sembrava quella di una donna.

-Mamma?...- bofonchiai non sapendo nemmeno io perchè pronunciai il suo nome.

Poi sentì qualcuno scrollarmi leggermente la spalla e la voce divenne più marcata, maschile.

-Astrid?Astrid?-

Non potendo più sopportare quel continuo richiamo dovetti purtroppo aprire gli occhi.

All' inizio vedevo tutto appannato, in seguito la vista divenne più chiara lasciandomi a bocca aperta.

Che ci faceva Altair in camera mia?!

-A-Alt...mpf!!!-prima che dicessi altro mi tappò la bocca con la sua mano.

-Shhh!Non fare baccano, è già tanto che nessuno mi abbia visto!-mi sussurrò con tono un pò nervoso, notai che era un pò sudato.

Gli tolsi la mano per poter riprendere fiato.

-Altair, cosa ci fai qui? Avevi detto che...-

-Lascia perdere quello che avevo detto.C' è una cosa di cui devo assolutamente parlarti.-

Il suo volto era serissimo e l' atteggiamento assai brusco, doveva essergli successo qualcosa per forza.

-Di..di che si tratta?-lo incoraggiai ansiosa.

Stava per dire qualcosa quando il suono dello spalancare della porta al piano sottostante fece interrompere la sua azione.

C' era Sarah che stava parlando con qualcuno, una persona che aveva la voce di un giovane.

Corrucciai interrogativa le sopracciglia, chi poteva mai essere?

-Astrid, ascoltami, io...-stava cercando di riportare l' attenzione su di lui l' Assassino.

La voce di Sarah che mi richiamava lo fece nuovamente interrompere e sentivo che la presa che aveva sulle mie mani stava facendo maggiore pressione nello stringerle, mi lamentai un poco.

-Altair, mi stai facendo male se continui così!-lo sgridai senza alcun contegno.

-Tu sei in pericolo, dannazione!!!-ruggì a bassa voce infuriato facendomi avvicinare al suo volto quasi leggendogli il labbiale.

Cercai di guardarlo dentro le sue iridi nere per capirci qualcosa, vedevo solo una luce di pura ostinazione e irritazione.

-Astrid! Per favore, scendete!-continuò ad assillarmi la voce della mia serva.

Alzai gli occhi al cielo perdendo quasi ogni lume e con un leggero scatto mi divincolai con forza dalla presa del ragazzo scocciata.

-Non so di che cosa tu stia parlando, ma riprenderemo il discorso a più tardi prima che Sarah sospetti qualcosa.-

Decisi che era meglio vestirmi alla svelta dopo averla avvertita del mio arrivo.

Purtroppo mi ricordai che Altair era ancora nella stanza con i pugni serrati da chissà quale rabbia che stava cercando di reprimere.

Sospirai quasi scocciata, mi avvicinai inchinandomi leggermente davanti a lui.

-Ascolta, ti prometto che ascolterò ogni cosa che abbia da dirmi, voglio solo chiederti di cercare di riprendere la calma. Così almeno potremo parlare tranquillamente.- cercai di sorridergli un pò sperando che funzionasse, ma lui non ne voleva sapere.

-Lo vuoi capire che tu sei..-

-Ho capito testa di cocco, ma lo vuoi capire anche tu che mi stai mettendo solo dell' agitazione addosso?!-dissi portando le mani ai fianchi con espressione severa.

Lui sbuffò sonoramente preso dall' ira e si alzò bruscamente dal letto dandomi le spalle, piazzandosi davanti alla finestra.

-Già che ci sei potresti restare così per un pò, che mi devo cambiare?-

Detto questo andai dietro al paravento sentendo i brontolii di un Altair abbastanza imbarazzato.

Cercai di ignorarlo e indossai una veste verde con decorazioni dorate e le  maniche lunghe sino a coprire le mani, dopo aver sistemato qualche piega uscì dal paravento e mi diressi verso lo specchio aggiustandomi con il pettine i capelli.

Dopo che ebbi finito lasciai che il ragazzo si voltasse per guardare.

-Bene, adesso tu resta qui e non provare a sbirciare nei miei affari, cercherò di fare il più presto possibile.Non fare innervosire Tharanis!-gli dissi all' ultimo quando aprì la porta.

-E chi è Tharanis?-

Indicai il falco che si era appena appisolato sul trespolo e vidi l' Assassino guardarlo con faccia interdetta, mi veniva quasi da ridere.

Alla fine chiusi la porta e scesi le scale arrivando nel salotto, trovando assieme a Sarah appunto un ragazzo dai capelli biondi e corti e un vecchio signore con i baffoni.

Scrutai entrambi i loro volti, non li avevo mai visti prima di allora.

-Finalmente siete scesa.Madamigella, voglio presentarvi Ser Fernando di Wellinghton e suo figlio Sophien.-

Li vidi entrambi avvicinarsi a me e con eleganza mi inchinai di fronte a loro presentandomi.

-Sono onorata di conoscervi. Benvenuti nella nostra casa.-

-L' onore è tutto nostro nel conoscere la figlia del mio vecchio amico Gianni.-disse il signore inchinandosi a sua volta susseguito dal figlio.

Avevo sentito parlare di loro ma non ne avevo mai avuta l' occasione di conoscerli, Fernardo era lo stimato compagno di studi di mio padre e tutt' ora collega.

Mi guardai intorno cercando lui appunto, non era tornato a casa con loro.

-Mio padre non ha fatto ritorno con voi, vero?-

-Sapete come è fatto, Madamigella Astrid, la curiosità prende sempre soppravvento su di lui.-

-Uhn...avete ragione.-sorrisi appieno cercando di non preoccuparmi.

Infondo ero ormai abituata a non vederlo tanto in casa.

-Su, non siate troppo in vena per lui, ha detto che farà ritorno a casa presto.Ah, vi voglio presentare mio figlio Sophien.-

Il ragazzo avanzò di qualche passo inchinandosi appena facendo un mezzo sorriso.

Si vedeva nei suoi occhi grigiastri che non aveva tanto voglia di rimanere in quella stanza.

Notavo anche che non c' era alcuna somiglianza con Fernardo, probabilmente aveva preso tutto dalla madre.

Per quel momento mi limitai a sorridergli.

-Lieta di fare la sua conoscenza.-

-Lo stesso vale per me.-

Ero così presa nell' accoglierli e nel presentarmi che mi stavo letteralmente dimenticando di Altair che era ancora in camera mia.

Mi morsi di nascosto il labbro inferiore mentre Fernardo parlava con Sarah dirigendosi altrove, lasciandomi in compagnia del biondo svogliato. Dovevo trovare all' istante qualche idea e subito!

-Madamigella Astrid, che ne dite di fare una passeggiata fuori?-mi chiese all' improvviso Sophien.

Rimasi sorpresa e poco preparata alla richiesta del ragazzo.E adesso?

-Ehm...non saprei...-dissi guardando di sottecchi la scala che portava al piano di sopra.

-Scusate la mia insolenza, ma non credo che volete sorbirvi il discorso degli adulti.-disse con tono sarcastico.

Lui non lo sapeva, ma con la sua proposta mi aveva del tutto spiazzata lasciandomi una tale confusione alla testa da farmi girare tutto quanto.

Stavo per rispondergli quando il biondo fece prima a prendermi per il polso e a trascinarmi fuori di casa.

Mentre ero dietro di lui guardai il balcone dove si affacciava camera mia, sperando mentalmente che l' Assassino sarebbe riuscito a perdonarmi se avessi tardato a rientrare.

Dopo un pò sentì il ragazzo che aveva rallentato il passo e allentare la leggera presa che aveva al mio polso, guardai prima la sua mano e poi lui scrutandolo per bene.

La sua reazione era troppo improvvisa e c' era qualcosa di strano nel suo comportamento.

Guardai dietro di me, ormai eravamo abbastanza lontani da casa.

-Se volevate passeggiare lo potevamo fare anche in giardino.-gli dissi con tono sarcastico.

-Perdonatemi...era da tanto che volevo rivedere Gerusalemme.-

-Abitavate anche voi qui?-

-Quando ero piccolo sì, poi io e mio padre dovemmo prendere la prima nave per l' Inghilterra.-

Quel ragazzo aveva un non so chè di malinconico, di sicuro questa città gli era mancata molto.

Decisi di cambiare discorso, anche per conoscere un pò quel ragazzo e tirarlo su di morale.

-Andiamo in piazza, vi va?- gli chiesi senza esitazione e lui accossentì sorridendomi lievemente.

Lungo la strada non avevamo parlato molto, anzi quella a parlare di più ero proprio io, non riesco a stare tanto zitta quando ho una persona nuova davanti a me.Non me ne capacito.

Con Altair più o meno era stato lo stesso ma era uno scambio di battute uno dopo l' altra.

Pensando a lui mi ritrovai a guardare il sole ormai alto del pomeriggio chiedendomi cosa avesse mai da dirmi quel folle.Ripensai che ritenerlo tale era errato, visto il mestiere che faceva.

Comunque non potevo lasciare solo quel giovane, non sarebbe stato cortese, e non lo sarebbe stato se avessi insistito a tornare a casa al più presto.Ma dovevo fare qualcosa prima che Sarah entrasse in camera mia e trovarlo colto nel sacco.

Mi illuminai travando un pretesto che calzava a pennello.

-Oh, accidenti!-esclamai.

-Qualcosa non va, Mylady?-mi chiese avvicinandosi un poco.

-Ho dimenticato di dare da mangiare a Tharanis, il mio falco!-dissi falsamente ingenua e sbadata.

-Ne siete davvero sicura?-disse guardandomi con quei suoi occhi azzurrini che mi scrutavano, come se fossero sicuri della mia menzogna.

-Non vi fidate per caso?-gli chiesi con tono offeso incociando le braccia al petto.

Ci fu una piccola pausa dove i nostri sguardi stavano combattendo tra loro su chi avesse ragione o torto finchè non sentì uno sbuffo mal celato provenire dalle sue labbra.

-In effetti si è anche fatto tardi, meglio tornare.-

Sospirai sollevata di nascosto, appena si era voltato e aveva inziato a camminare con passo calzato e svelto.Improvvisamente sentì uno strano brivido che mi percorreva la schiena e inevitabilmente inclinai leggermente la testa dietro di me, delle guardie ci stavano osservando poco lontano da noi dietro alla bancarella del sarto.

Un idea stupida e folle si fece strada nella mia mente e scossi leggermente la testa.

"Deve essere una coincidenza."

Ma una coincidenza non poteva definirsi tale se nel frattempo, mentre attraversavamo la strada del ritorno, sentivo il tintinnio pesante delle loro armature farsi sempre più vicine a noi.Qualcosa decisamente non quadrava.

Poi sentì qualcosa di nuovo nell' aria.

Non era l' odore salmastro del mare, ne dei datteri e ne della sporcizia della strada, era qualcos' altro.

Qualcosa che faceva leggermente bruciare i polmoni e lacrimare involontariamente gli occhi, era anche vicino a casa.

Sbarrai un attimo gli occhi quando vidi una coltre di fumo innalzarsi in cielo e uno strano dolore al petto mi trafisse quando realizzai che quel che temevo divenne realtà.

Il mio corpo scattò da solo oltrepassando quello  di Sophien che camminava tranquillo.

Non mi importò più di lui, la mia sola ed unica speranza era che il timore che mi stava prendendo l' anima fosse solo un illusione, che quella tenaglia fosse scomparsa appena sarei arrivata a casa.

Finalmente arrivai nella mia via e quello che vidi fu come una spada che mi perforava il petto.

La dimora in fiamme alimentata dal leggero vento che l' indomani sarebbe diventata solo fumo e cenere mi si prostrava davanti come se un bambino avesse assistito a qualcosa  che non avrebbe dovuto  vedere.

Intanto il suono sordo del battito delle mani compiaciute di Fernardo si fece strada nelle mie orecchie.

Mi voltai a guardarlo mentre lui si godeva la mia faccia impaurita e sorpresa sorridendo come una serpe velenosa e Sophien al suo fianco mi guardava con sguardo spento.

-Voi...-

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Ciao a tutti! eccomi qua con il primo capitolo dopo la breve introduzione di " Dieci rintocchi".Spero che con questo capitolo non abbia sminuito qualcosa nella storia e che la lettura sia stato di vostro gradimento.

Prendo l' occasione per ringraziare Toshira_Chan e Aly99 per aver recensito la storia precedente.

Vi ringrazio ancora ^^ e ringrazio anche chi le ha messo nelle preferite e nelle seguite (sinceramente pensavo di aver fatto un buco nell' acqua ma mi sono ricreduta eheh).Con questo termino qui altrimenti divento troppo noiosa o impazzisco all' improvviso.

Ci si vede nei prossimi capitoli!Byebye!!!


  
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