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Autore: Acquamarine_    14/04/2012    4 recensioni
La vita di Staci raccontata in una one-shot.
Il perché del suo personaggio, la decisione che le cambierà la vita.
In meglio, per una volta.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Staci
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: A tutto reality - La vendetta dell'isola
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Nata come una drabble, evolutasi piano piano in una one-shot; ci penso da settimane, e forse avrei fatto meglio a non scriverla, spero non sia noiosa come credo.
In caso... ringrazio che non possiate farmi niente u.u
Ci vediamo a fine pagina per le note vere e proprie! 

 

* * *


«Sapete, mio zio di secondo grado è stato l'inventore del telefono, l'avreste mai detto? E il padre del cugino di questo zio, ha inventato l'elettricità!» esclami con un gran sorriso, facendo vagare i tuoi grandi occhi blu da un compagno di scuola all'altro.

Tutti ti fissano, in silenzio, poi scoppiano a ridere.

«Divertente, Jelsen!», sussurrano alcuni, avvicinandosi e dandoti colpetti sulle spalle prima di andare via, lontano da te.

«Ma è vero!» gridi, cercando – inutilmente – di ritrovare la loro attenzione.

Quella parola, sussurrata a mezz'aria da una ragazzina troppo sincera, ti perseguiterà – ma non ti fermerà.

Bugiarda.

 

«Mia nonna ha inventato i carrelli per fare la spesa!» dici, gonfiando il petto con orgoglio.

«Sì... e potrebbe togliersi, signorina? Avrei bisogno di prenderlo io, un carrello. Grazie» risponde freddo una signora sulla trentacinquina.

«... E mio zio Alfred ha inventato le catene per non farli rubare», continui.

La signora si volta, pur senza guardarti, e alza le sopracciglia una sola, eloquente volta.

La vedi chinarsi verso un bambino, che ha appena sussurrato: «È vero, mamma?», e rispondere «Certo che no, Stan... non credere a queste sciocchezze, è solo una bugiarda

Ti blocchi con la bocca aperta, osservando la coppia allontanarsi e con le labbra che tremano leggermente.

Bugiarda.

 

«Allora, signorina, di cosa vuole parlarmi?» chiede il professore, sistemandosi i rotondi occhiali sul naso.

«Ecco... lo sa che il mio pro-pro-prozio ha inventato i libri di storia?» sussurri, agitata.

«Scusi?»

«Ah! E sua moglie, zia Adelina, ha inventato le riviste di moda, quelle che parlano di capelli, vestiti e cose del genere...» continui, non riuscendo a fermarti.

«Signorina, mi sta prendendo in giro?» domanda, abbassando un po' gli occhiali e puntando gli occhi nei tuoi.

«No, signore! Mio zio ha inventato gli infusi di cam...»

«Signorina! Vada a posto, immediatamente! Insufficiente! E vorrei parlare con sua madre, oggi stesso! Lei è una bugiarda, e non sta bene».

Torni al tuo posto, incapace di ascoltare le frasi e le risatine dei tuoi compagni.

Bugiarda.

 

«Cos'è questa storia, Staci?» chiede tua madre, lanciando la borsa sul divano e guardandoti severa.

«Quale storia, mamma?» chiedi, facendo finta di niente.

«'Sua figlia oggi ha fatto scena muta all'interrogazione, signora. O meglio, ha parlato, ma le uniche cose che è riuscita a dirmi sono state semplici menzogne, e parlando con i miei colleghi ho riscontrato delle similitudini”, questa storia» risponde, gelida.

«Cosa ti salta in mente, Staci? Non hai mai brillato a scuola, e non te ne faccio una colpa, ma ora stai esagerando! Arrivare a dire quelle sciocchezze ai tuoi insegnanti... cosa diavolo ti è preso?» sbotta, gesticolando esageratamente, furiosa.

Ti alzi, senza neanche guardarla, e ti dirigi verso la tua stanza, con tua madre che ti corre dietro.

«Non provare a chiuderti là dentro, signorina! Ascoltami quando ti parlo! Sto dicendo a te!», continua.

«Perché menti, bambina? Perché sei così bugiarda? Non ti ho insegnato che è sbagliato?», dice ancora.

Ti blocchi improvvisamente, a due passi dalla porta, e la fissi con occhi gelidi.

«La vuoi la verità, mamma? La verità è che tu non mi conosci, che tu non mi capisci. Nessuno di voi mi capisce, nessuno!», gridi, infilandoti nella stanza e sbattendo la porta con forza, poi la chiudi a chiave.

Bugiarda, Staci... anche tua madre te lo dice...

 

«Ja! Il mio pro-pro-pro-pro-prozio ha inventato le casette di legno! Prima di lui si dormiva sugli alberi e si cadeva sempre di sotto! Mentre la mia pro-pro-prozia...» non sai neanche cosa tu stia dicendo: non ti presti attenzione da anni, ormai.

Le bugie vengono fuori così, da sole; è il tuo animo che si ribella, Staci, lo sai.

C'è stato un tempo in cui mentire non ti serviva, era sbagliato, diceva la tua mamma.

Eppure... eppure... le persone ti hanno sempre giudicata.

Troppo bassa, troppo grassottella, con gli occhi troppo grandi, i vestiti troppo consunti... non riuscivano a vedere la vera Staci, quella nascosta lì, dentro.

Ti hanno sempre considerata inferiore, un po' stupida e insignificante.

Cosa potevi fare, se non crearti una personalità? Zii importanti, zie famose, prozie e prozii inventori... all'inizio le persone ti credevano, Staci.

Gli piacevi, ti ammiravano, ti ascoltavano.

E tu ti sei persa, un giorno, tra una bugia ed una mezza verità, lasciando che Staci sparisse in mezzo alle altre Staci, con zii e zie geniali.

E non sei riuscita più a fermarti, hai continuato a mentire, imperterrita... e le persone hanno capito che mentivi, che le tue erano tutte menzogne, che non avevi alcuno zio che avesse inventato le mattonelle, né alcuna prozia che avesse inventato le tende.

Hanno cominciato ad evitarti, a stare lontani da te: eri una bugiarda.

Hai imparato ad ignorare i loro commenti, le loro risatine... nessuno di loro ti capiva.

Quell'insegnante si è mai chiesto perché gli avessi risposto in tal modo? Non ha osservato il tuo compagno di classe, Josh, rispondergli in modo sgarbato e ricevere i complimenti e l'attenzione di tutti? Non ha visto nei tuoi occhi il tuo desiderio di imitarlo?

E quella signora, non ha visto il giocoliere che, prima di te, aveva ricevuto gli applausi della folla? Non ha sentito nell'aria la tua voglia delle medesime attenzioni?

«... Dawn e Sam. Mentre il marshmallow della sconfitta tossica lo daremo... a Staci!» conclude Chris, facendoti crollare, ancora una volta, il mondo addosso.

Il pomeriggio è passato in fretta, tra una sconfitta e l'altra; ma non parli di quelle della tua squadra, ma di quelle che ti sei resa conto di aver accumulato durante la tua breve vita.

La sera è giunta troppo presto, e con essa la verità.

Sei fuori dal reality, ma devi continuare la tua recita. Sei forte, tu.

Bugiarda, ma forte.

«Oh! Mi stavo comportando così bene!» esclami, dispiaciuta.

Chris ti lancia il marshmallow tossico, e i tuoi capelli cadono come foglie in autunno.

Sospiri, rialzandoti, e ti volgi verso il presentatore.

Stupidi, come fate a non vedere? Con i miei capelli, sono crollate anche le mie sicurezze, ed è colpa vostra. Vostra e di chi mi ha sempre giudicata, perché non ero come volevano, perché ero Staci, semplicemente. Vi odio, vi odio tutti, uno per uno”, vorresti urlare, ma l'unica cosa che riesci a dire è: «Ora mi tocca andare al molo della vergogna...»

Chris ti dice che non è così, che quest'anno ci sarà una novità... ti porta in uno strano posto, c'è una catapulta

«Ho l'onore di presentarvi la Catapulta Della Vergogna, marchio brevettato!» dice, indicandola.

Sorridi, fuori, ma dentro di te non sai cosa fare. Devi continuare la tua recita, sempre.

«Ja! La catapulta è stata inventata dal mio pro-pro-pro-pro...»

Ti alzi in volo, lasciando la frase in sospeso.

Per una volta, ci sarà una bugia detta a metà, e non hai alcuna intenzione di continuarla...

 

* * *

 

La giornalista si sistema una ciocca dietro i capelli, poi punta gli occhi nella telecamera.

Quando riceve l'okay, comincia a parlare, con quel suo solito tono trillante e il solito modo troppo veloce di parlare.

Informa di cose che, nella maggioranza dei casi, non le interessava neanche; è un difficile mestiere, il suo...

«Uscito il nuovo libro di Staci Jelsen, da oggi in tutte le librerie canadesi e statunitensi! Il libro, dal titolo “Mezze bugie e mezze verità” è un avvincente romanzo autobiografico, in cui l'autrice trasporta nel suo mondo, fatto appunto di bugie non complete, e di verità mancate.

Un viaggio dentro se stessi per sconfiggere ciò che non ci piace di noi, e per aiutarci» termina, con un gran sorriso – finto.

«L'edizione della sera è finita, cari telespettatori... a più tardi con TG24 notte, che ricordo comincerà quindici minuti prima per dar spazio alla nuova rubrica. Buona serata a voi» saluta.

 

Dall'altra parte del paese, Staci Jelsen sorride, poi spegne la televisione.

«Mamma, mamma! Ma stava parlando di te, Christine Kneau?» chiede un ragazzino di circa dieci anni, con capelli corti e gli occhi blu.

La donna alza gli occhi al cielo, poi lo rimprovera con lo sguardo. Quel sorrisetto che fa, però, la tradisce.

Non riesce a nascondere la sua soddisfazione, quindi dovrà trovare un altro modo.

«Non dovresti essere già a letto, tu? Hai lavato i denti?» dice, mettendosi le mani sui fianchi.

«Sì, mamma!» risponde lui, quasi offeso.

Le gli poggia le mani sulle spalle e lo volta, cominciando a spingerlo dolcemente verso le scale.

«Quante volte devo dirti che dire bugie non è bello, John?» sussurra con un sorriso. «Ora vai a lavarti i denti, su!»

Il bambino si dirige al piano superiore sbuffando e borbottando qualcosa che lei non riesce a decifrare.

 

Ci sei riuscita, Staci, hai visto? E tu che non ti fidavi di te stessa...

Cos'hai fatto dopo quella notte, te lo ricordi? Sei cambiata, ti sembra poco? Hai deciso di mentire, ma mentire emozionando, in modo da non fare male a nessuno; ti è sempre piaciuto inventare storie, non per niente nei temi d'inglese eri bravissima.

Ti sei dedicata alla scrittura, così potrai continuare a mentire, ma mentire in modo giusto.

Ora tutti ti prestano attenzione, perché qualcosa d'importante da dire.

Tutti ti prestano attenzione perché sei te stessa; perché, per una volta, pur mentendo, dici la verità.

Hai imparato che prendere in giro le persone non è giusto, ma che ciò è sbagliato perché fa male a te, non solo a loro.

In questo mondo tutti mentiamo. Mentiamo alla mattina quando diciamo di aver dormito bene solo per non far preoccupare i nostri cari; mentiamo quando diciamo alla nostra migliore amica che no, non è successo niente, stiamo bene; mentiamo quando diciamo a nostro padre di non avere il fidanzato, sebbene abbiamo quasi vent'anni e un'età abbastanza giusta per averlo; mentiamo ai nostri insegnati quando diciamo che sì, abbiamo studiato bene, quando in realtà non è così; mentiamo sempre, sempre e comunque.

Eppure, ci sono delle persone che vengono giudicate per questo, forse perché esagerano con le bugie... ma davvero.

Tu eri una di queste Staci; ma ora, ora sei cambiata, e sai che è giusto così.

Forse menti ancora dicendo che non rimpiangi il passato, che rifaresti tutto allo stesso modo, perché gli errori ti hanno aiutata a crescere; quando dici che tu sei più giusta di altri, perché hai sbagliato ed hai saputo cambiare e tornare sulla “retta via” forse pecchi d'arroganza.

Forse menti ancora, forse mentirai sempre.

Quello che sai, è che metterai sempre la verità davanti a tutto, lasciando agli altri le menzogne.

Perché da mesi, le uniche bugie che racconti e che racconterai ancora, non sono bugie, ma mezze verità.

* * *
Angolo Autrice:

Una one-shot che vuole dare un perché al personaggio di Staci.
Mi ha colpito nel suo breve soggiorno nel reality, e ho cominciato a pensare di scrivere di lei... ho scritto una drabble, un'altra... ma no, non mi piacevano, serviva qualcosa di più fondato.
Ho scelto di scrivere quetsa one-shot, progettata giusto ora... e spero vi sia piaciuta, almeno un pochino.
Rileggendola forse è un po' pesante, ma non saprei ):
Be', mi affido al vostro giudizio u.u
Baci!
p.s. le battute: 
«Ja! Il mio pro-pro-pro-pro-prozio ha inventato le casette di legno! Prima di lui si dormiva sugli alberi e si cadeva sempre di sotto! Mentre la mia pro-pro-prozia...»; «... Dawn e Sam. Mentre il marshmallow della sconfitta tossica lo daremo... a Staci!»; «Oh! Mi stavo comportando così bene!»; «Ora mi tocca andare al molo della vergogna...»; «Ho l'onore di presentarvi la Catapulta Della Vergogna, marchio brevettato!» e «Ja! La catapulta è stata inventata dal mio pro-pro-pro-pro...» sono state tratte dalla prima puntata di "A tutto reality: la vendetta dell'isola!" C:

   
 
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