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Autore: Sherlock Holmes    14/04/2012    3 recensioni
Holmes e Watson stanno andando, sulla carrozza a motore, al club per gentiluomini, dove festeggeranno l’addio al celibato del dottore.
Una frase pronunciata da Watson sconvolgerà l’investigatore… Che, però, alla fine, comprenderà l’importanza del suo più grande (e unico) amico.
La rivisitazione di una famosa scena di “A Game of Shadows”, con la colonna sonora dei Deepside.
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La vettura singhiozzava per le strade londinesi, immerse nella nebbia.
Sospirai.
Mi ero completamente dimenticato del matrimonio del mio socio… E dunque, del suo relativo addio al celibato, che il sottoscritto, in veste di testimone di nozze, avrebbe dovuto organizzare…
 
Oh, insomma! Stavo seguendo il caso più importante della mia carriera! Come poteva pretendere?
Ritenni dunque scusabile la mia mancanza.
 
Mi sfiorai la lunga barba che indossavo per eludere il controllo di Moriarty. La sua sorveglianza si stendeva fino ai piedi della statua dell’ammiraglio Nelson.
D’un tratto, Watson staccò gli occhi dalla strada.
Mi osservò, per un istante.
- Trafalgar Square! Dev’essere fuori pericolo, adesso…-
Lo fissai, sfilandomi con disinvoltura la barba finta.
- Sì.-
Avevo trascorso il tempo della traversata da Baker Street a pensare ai mille mezzi con cui avrei potuto sabotare il matrimonio del mio, ormai, ex-coinquilino, in modo da poterlo avere ancora come compagno d’avventure…
Decisi, infine, che il metodo migliore per farlo desistere dal compiere il risolutivo passo fosse quello di approcciarmi al dottore, descrivendogli gli aspetti più tremendi e oscuri di uno sposalizio.
Così, non smisi di osservarlo, fingendo di divenire ansioso.
- Perché mi sta fissando con così tanta inquietudine?- chiese Watson, aspro.
Feci appello al mio cinismo.
- Sono preoccupato. La sua vitalità è stata prosciugata. Uh, il matrimonio: è la fine, mi creda…- gli dissi, teatralmente.
- Io lo vedo come un’inizio…- ribattè il mio socio.
Avevo sottovalutato le sue pronte risposte…
- Armageddon!-
“Purtroppo per lei, Watson, anche Sherlock Holmes ha lo stesso dono…”
- Rinascita!-
Rinascita? E da che cosa?
“Dannazione, Watson, si sentiva morto quando era al mio fianco, a combattere il crimine? A me pareva il contrario…” mi trovai a pensare…
- Limitazione…- continuai.
- Struttura!- esclamò il dottore.
- Sottostare ad una donna.-
Era forse quella la prospettiva più ripugnante… Il perdere la propria indipendenza, l’autonomia!
- Essere in una relazione stabile.-  esalò Watson.
 
Tacqui per un istante.
Una relazione stabile…
Io e Irene: insieme definitivamente?
Mi si dipinse una lieve smorfia, al solo pensiero…
 
- La vita matrimoniale, la possibilità di una famiglia… Chi vuole morire da solo…?- mi chiese…
 
“Chi vuole morire da solo?”
 
Sapevo che quelle parole erano una domanda diretta a me.
Perciò ne fui urtato.
Tenni lo sguardo fisso, di fronte a me.
 
“Nessuno. Nemmeno io.” mi risposi.
 
Irene, la mia amata Irene, era uno spirito libero…
Quindi, mai avevo creduto di averla vicino, esalando il mio ultimo respiro.
 
In contro,  avevo sempre pensato che Watson mi sarebbe stato accanto fino alla morte. E invece… Invece, lo stavo perdendo.
Per colpa di una donna.
Di Mary Morstan.
 
- Allora stasera, tutto fracasso e spasso… Lei mette su famiglia e… io… morirò da solo.- esalai, tristemente.
Watson si voltò, spaventato dal mio tono di voce.
Forse, temette di avere esagerato…
Mi sorrise.
- …o pressappoco.-
 
Lessi nei suoi occhi che non mi avrebbe abbandonato.
Probabilmente, in quel frangente, una tal cosa me la immaginai.
Ma, in quell’esatto momento, nel profondo della mia anima, mi dipinsi accanto a lui, il mio unico amico, nel momento del trapasso…

I never be alone
Be alone
Be alone
 
‘Cause you are in my soul
In my soul
In my soul

Già.
Watson era mio amico.
E, quindi…
Come potevo distruggere al mio Boswell il sogno del suo matrimonio?

Sospirai.
Decisi in quel momento che non avrei fatto nulla per ostacolare le sue nozze.
Avrei lasciato che l’acqua scorresse sotto i ponti.
“Eh, Sherlock, non sopporteresti di vederlo soffrire…”

I’ll never make you cry
Make you cry
Make you cry

 
Gli sorrisi, di rimando.
- Sarà la nostra ultima notte di avventure, Watson…-
Sul viso del mio socio si stese un velo di malinconia.
“Le mancherò Watson… Almeno quanto lei mancherà a me…”
Il dottore si ricompose.
- Mi aspetto un grande addio al celibato, Holmes!- esclamò, scendendo dalla carrozza a motore.
- Oh, lo sarà…- lo rassicurai.
“Almeno, lo spero!”
Avrei dovuto improvvisare…
Come sempre.
Gli feci l’occhiolino, ridacchiando.
  
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