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Autore: MiseryandValerieVolturi    15/04/2012    4 recensioni
[BellaXEdward]
Per la seconda volta, Edward se ne va. Perché? Cosa lo spinge ad abbandonare Bella e Renesmee?
Bella, distrutta e decisa a non rimanere a Forks, si trasferisce in Alaska ... ma non è tutto come sembra.
Dal primo capitolo:
Iniziò a leggere “So quello che pensi Bella, ma non è così: non vi ho abbandonate, e non ho intenzione di farlo per nessuna ragione al mondo …” si fermò quando si accorse che le lacrime iniziarono a cadermi leggere sulle guance e sospirò “… ho dovuto farlo, perdonami. Voglio che vi prendiate cura di voi, continuando a fare quello che avreste fatto con me al vostro fianco; senza fare stupidaggini Bella, promettimelo questa volta. Tornerò prima o poi, ve lo giuro. Vi lascio questi due cuori, nella speranza che vi possano aiutare a ricordarmi, vi amo. Edward”.
Dal terzo capitolo:
Ero alla ricerca delle parole giuste, di certo non potevo esprimere quello che avevo appena pensato.
“Niente, niente di grave” mentii “Abbiamo deciso di trasferirci”
Dal capitolo dieci:
“Va tutto bene” una voce calda e bassa mi risvegliò, suadente. Era famigliare, quanto il profumo che mi avvolse assieme alle sue braccia. Il freddo si sostituì al sintetico calore di una coperta di pile. Un solo nome, ora, soffiava dalle mie labbra.
“Edward …” mormorai. L’unica risposta fu un bacio a fior di labbra. Lo immaginai sorridere, dietro di me.
“Niente più brutti sogni” mi sussurrò, cullandomi.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Mi scuso prima di tutto per il ritardo ... ma, beh, è un capitolo niente male. Tante cose succederanno e ... non voglio anticiparvi niente u.u

Inizialmente era un capitolo intero, ma abbiamo preferito dividerlo ... e speriamo che la seconda parte arrivi meno in ritardo xD

Anche se devo dire che una piccola recensione da parte vostra ... aiuterebbe :)

Io e Vale ci auguriamo che questo capitolo vi piaccia :D

BACI

Missy&Vale






Capitolo XIV
Vampiri




“E mi avresti detto della cena dell’università … quando?” chiese Jake.

Mi fissai allo specchio socchiudendo gli occhi. Alice aveva stile, senza dubbio.

Il top era azzurro ed elegante; si abbinava benissimo con i miei occhi e il mio incarnato. Sotto avevo dei pantaloni scuri. Sorrisi, anche se non mi sentivo per niente a mio agio.

Avevo saputo della cena tre giorni prima, quando Stella mi aveva praticamente implorato di venire. E io, beh, avevo accettato, con la segretissima speranza di vedere Edward. L’avevo incontrato solo un paio di volte, e per pochissimo tempo.

Stavo impazzendo, e mi ero ricordata di dire della cena a Jacob solo quando lui stesso mi aveva chiesto spiegazioni, vedendomi in abito da sera. Sono un genio, sì.

“ Mi dispiace, Jake” dissi, cercando di sembrare il più mortificata possibile “me ne sono completamente dimenticata. E’ solo una piccola festicciola all’Università, ok? Niente di che. Farò il prima possibile, non dovrai pensare a Nessie … “

Mi fermò con un sorriso disarmante.

“Bells, è tutto ok, sono contento che tu vada a divertirti!” replicò.

Chiamalo divertimento. Probabilmente sarà il solito party dove non conosco nessuno e non posso fare altro che rimanere attaccata a Stella o, peggio, al tavolo del buffet. “Sicuro?” chiesi.

“Certo! E poi non ti devi preoccupare per Nessie … non mi dà certo fastidio. Posso anche pensare a cosa fare per la sua festa, no?”

“Oh, già, la festa. Sì, è una buona idea. “ risposi.

Mi baciò sulla guancia.

“Vai a divertirti.”

Lanciai una lunga occhiata al mio riflesso. Cercai di sorridere; forse era una delle prime volte nella mia vita che recitavo in modo convincente, nonostante l’agitazione.

Chissà se avrei rivisto Edward …

“Contaci.” dissi.

 

“Bells, ti ho detto che stai benissimo con quel vestito?”

“Questa è la quinta volta, Stella.”

La mia amica rise, scendendo dall’auto. Lei, si che era bella. Indossava un vestito rosso scuro, che la fasciava perfettamente e si fermava un po’ sotto le ginocchia; i capelli ricci erano legati in un’acconciatura elaborata. La mia pettinatura consisteva in una chioma castana, lasciata sciolta, e impallidiva al confronto.

Uscimmo dal parcheggiò ed entrammo a scuola.

La sala dove si teneva la festa era probabilmente la più grande dell’Università: illuminata e imponente, decorata in modo molto elegante e pacato. Il tavolo del buffet era una specie di gioia per gli occhi: dolci, salato, pietanze dall’aspetto complicatissimo. Non potei fare a meno di sospirare. Non ero quel tipo di persona.

Certo, era tutto bellissimo, ma non significava niente. Era come se mi trovassi in una stanza vuota.

“Tutto ok, Bells?” mi chiese Stella.

“Sì” replicai “tranquilla … E’ tutto perfetto.”

Sì, Bella. Come no.

“Oh, bene. “ tutto a un tratto sembrava stanca.

“Tu stai bene, sì?” mormorai.

Stella mi guardò per un attimo con sguardo vacuo, persa nei suoi pensieri, poi sembrò accorgersi che avevo parlato.

“Sto … sì, sto benissimo, tranquilla. Anzi, sono contentissima!” sorrise.

Ci avvicinammo al tavolo del cibo, e lei iniziò subito a chiacchierare con un ragazzo moro della sua ex-classe di Architettura; sembrava davvero contenta, e la lasciai lì mentre cercavo qualcosa da bere che non mi uccidesse immediatamente tramite coma etilico. Quando riuscii ad accaparrarmi un bicchiere d’acqua mi spostai verso una zona di divanetti. Qualcuno mi salutò sorridendo, e cercai di replicare con lo stesso entusiasmo. Non era poi tanto male, in fondo … Solo che continuavo a non trovarmi nel posto giusto per me. O con la persona giusta.

Stella mi raggiunse raggiante.

“Bells!” esclamò “C’è qualcuno che ti sta cercando!”

Edward, pensai, Edward …

Cercai di chiedere di chi si trattava, quando una bellissima ragazza, vestita d’oro e con un delizioso caschetto di capelli neri non mi piombò addosso, stritolandomi in un abbraccio troppo forte per la sua esile statura.

 

“Alice!” esclamai, quando la vampira ebbe finito di stringermi.

“Bella! Sono così contenta di vederti! Dio, dove sono gli altri? Erano dietro di me un secondo fa …” sbirciò alle sue spalle. Stava fingendo di non sapere dove fossero gli altri, ovviamente, ma la sua felicità era palpabile.

La presi per la mano, e lei si voltò verso di me.

“Alice, sono felicissima che tu sia qui, ma … come mai? E chi sarebbero gli altri?”

Mia sorella acquisita mi sorrise.

“Ovviamente siamo venuti tutti, no? Io, Jazz, Rose, Carlisle ed Esme … Un uccellino ci ha detto che una certa bambina” abbassò la voce, così che nessun’altro la sentisse“avrebbe avuto una festa di qui a pochi giorni … e volevamo farle una sorpresa!”

“Diciamo che ve lo ha detto un lupo, uhm?” mormorai, il tono bassissimo.

La risata cristallina della vampira mi accompagnò mentre mi guardavo in giro alla ricerca del resto dei Cullen. In quel momento Stella si avvicinò sorridendo.

“Bells, non mi presenti?” chiese.

Stavo per rispondere, quando Alice fece un passo avanti e si presentò da sola.

“Alice Cullen, amica di Bella, piacere.”

Guardò Stella per alcuni secondi, osservando gli occhi, il viso, l’abito.

La mia amica sorrise, per poi replicare: “Stella De Curtis, sono una compagna di università di Bella.”

Per la prima volta, mi resi conto di quando Stella e Alice potessero apparire simili e, al tempo stesso, diverse: entrambe belle, solari, sorridenti. Eppure Alice manteneva, in qualche modo, una grazia, una serietà particolare, mentre Stella era incredibilmente piena di energia, più passionale ed emotiva; le avevo sempre associate tra loro, a causa del rapporto con me, ma non mi ero mai soffermata su quei … punti di contatto, fra le due.

“Il piacere è mio” disse Alice.

 

Tutti i Cullen sono qui per me e Nessie.

Pensavo a questo, mentre li abbracciavo uno per uno. Jasper, sorridente e per niente taciturno o controllato, Rose, fredda ma gentile, Esme, Emmett, Carlisle.

Quando lo abbracciai mi strinse la mano, e il contatto, freddo e gentile, mi fece alzare lo sguardo sui suoi occhi. Dorati, illuminati da un autentica felicità. Sorrisi, piacevolmente sorpresa che fossero così aperti con me.

Bella, sei parte della nostra famiglia.

Quante volte lo avevano detto? E per quante volte mi ero convinta che il nostro rapporto fosse per lo più legato a Edward, o a Renesmee? Quante volte avevo pensato di non meritarlo? Non potevo smetterla di sorridere.

I loro visi avevano le espressioni di qualunque famiglia normale, una famiglia che avevo sempre desiderato, qualcosa a cui aggrapparsi in caso di difficoltà, un faro nella tempesta, una luce nel buio. Ero sopraffatta dall’emozione di averli accanto, perché significava avere qualcosa che mi riportasse alla realtà.

Come aveva sempre fatto Edward.

Come Edward non riusciva più a fare.

Edward.

Scacciai la sua immagine dalla mente e mi rivolsi ai Cullen.

“Sono così contenta che siate qui” esclamai “Davvero”.

“E noi siamo contenti di essere qui, Bella” replicò Esme, raggiante. Risaltava nella sala per l’incarnato chiarissimo e luminoso e per la bellezza, così incredibile, da farla sembrare giovanissima. Tutti loro erano bellissimi, bellissimi ed eterei.

Lontani da quella festa, lontani da quel mondo. Diversi.

E sono qui per me.

“Quindi farete una festa per Renesmee?” chiese Rosalie, entusiasta “Che bello!”

Annuii.

“Già! Sarà così felice quando vi vedrà …”

Mi fermai.

Il tempo sembrò rallentare, lo spazio attorno a me divenire vuoto, claustrofobico. I battiti del mio cuore presero a divenire sempre più frequenti, trattenei il respiro; non poteva essere, no. Era impossibile.

Il mondo sembrò cadermi addosso, un peso insopportabile, eppure in qualche modo dolce, perché stavo guardando la persona che amavo, lì, a pochi metri da me. Non respiravo, non ci riuscivo. Alice mi fissava preoccupata, e lo sguardo che aveva da quando mi aveva abbracciato, Stella era andata via e anche tutti gli altri Cullen erano venuti a salutarmi, era svanito.

“Bells …” sussurrò. Doveva aver avuto una visione, perché non si era neanche voltata a guardare ciò che io stavo osservando da almeno un minuto.

Gli altri Cullen si voltarono all’unisono.

“Davvero?” domandò Rosalie, il tono sarcastico ridotto a un sussurro “Adesso sono amici per la pelle?!”

A pochi metri di distanza, Jane Volturi ed Edward Cullen fissarono i loro occhi su di noi.

 

Ci sono troppi vampiri in questa sala, pensai.

Ci vollero pochi secondi, poi Jane Volturi e i suoi occhi neri che mi trapassavano da parte a parte scomparvero tra la folla. Mi girai per cercarla, ma sembrava davvero sparita. Con un colpo al cuore mi resi conto che c’erano altri due Volturi vicino al buffet.

Come era possibile?

Guardai preoccupata le persone intorno a me: ragazzi innocenti. Ragazzi con delle vite. Ragazzi che non sapevano di avere degli assassini accanto.

Inaspettatamente, Esme mi fu al fianco e mi prese per mano.

“Andiamo a prendere da bere, tesoro, ok?” chiese.

Ero poco convinta, ma mi resi conto che voleva allontanarmi da dove i Volturi avrebbero potuti vedermi. La ringrazia e la seguii.

Lei mi guidò sicura verso un salottino secondario, dove, a un grosso tavolo, servivano degli analcolici. Presi un bicchier d’acqua e mandai giù il tutto come se si fosse trattato di alcool. Dalla sala principale giungeva della musica rock davvero poco adatta al mio umore.

Sbirciai gli altri nella stanza. Studenti. Non particolarmente belli, o muscolosi.

Gente normale.

Tranne l’uomo vicino a una delle finestre: fisico scolpito, capelli biondi, pelle bianchissima. Trasalii quando si voltò e mostro gli occhi neri.

Ero terrorizzata: quello sguardo aveva qualcosa di strano, anormale. Sembrava capace di ucciderti a tre chilometri di distanza. Veleno, veleno puro.

Esme seguì il mio sguardo e mi strinse forte il braccio.

“Rimani qui” mormorò.

Dopo qualche secondo, annuii.

Esme si avvicinò al vampiro, sorridendo; io stavo tremando. Lei disse qualcosa, e lui sorrise, beffardo. Poi, con uno scatto quasi invisibile, il vampiro afferrò il polso di Esme. Trattenei un grido e feci un passo avanti.

Non avrei mai potuto aiutarla se ci fosse stata una lotta, ma …

Velocissima, la mano del biondo si ritrasse. Lo fissai stupita.

Ero stata io?

No.

Perché il biondo non fissava me, ma qualcuno dietro di me.

Qualcuno che mi prese per il polso e mi costrinse a girarmi.

Persi un battito.

Edward.

 

Il vampiro si esibì con il mio tanto amato sorriso sghembo. Lo fissai, estremamente contenta di vederlo, anche se stupefatta. Era splendido.

Gli occhi verdi – quegli occhi impossibili – risaltavano trai suoi lineamenti perfetti, i capelli bronzo, un po’ disordinati, erano più lunghi di quanto ricordassi. Indossava un completo scuro che metteva in evidenza il fisico slanciato.

“ Amore …” mormorai.

Lui sembrò illuminarsi nell’udire la mia voce.

Mi prese per i fianchi e per pochi secondi mi dimenticai del mondo intorno a noi, persa nel suo sguardo … poi, arrossendo, mi voltai verso Esme, di nuovo preoccupata.

Come avevo fatto a distrarmi così facilmente?

Ma Esme era accanto a me, e il vampiro biondo era scomparso.

“La lascio a te” sussurrò la mia madre adottiva, lanciando un’occhiata a mio marito. Lui annuì, sicuro. “Non ti preoccupare” rispose.

Lei si allontanò e lui si voltò verso di me.

E quando mi baciò, tutto il resto –ciò che non era lui- sparì.

 

 

  
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