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Autore: Jack Le Fleur    15/04/2012    1 recensioni
Che cos’è la vita, se non il principio della morte? Che cos’è la morte, se non la fine di un sogno? Che cos’è un sogno, se non una dolce e amara finzione? Che senso ha vivere un’intera vita tormentati, sperando che i propri sogni si avverino, se si può morire con la consapevolezza di aver ottenuto ciò che si voleva? Per questo ho fatto il contratto. Per i miei genitori. Per la mia vita. Per la vendetta. [...] E’ per la mia anima che danzi, Sebastian?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Che cos’è la vita, se non il principio della morte? Che cos’è la morte, se non la fine di un sogno? Che cos’è un sogno, se non una dolce e amara finzione? Che senso ha vivere un’intera vita tormentati, sperando che i propri sogni si avverino, se si può morire con la consapevolezza di aver ottenuto ciò che si voleva? Per questo ho fatto il contratto. Per i miei genitori. Per la mia vita. Per la vendetta. Ma è difficile non provare sentimenti. Forse troppo difficile. E’ facile distruggere quando non si ha niente da perdere. Ma adesso? Adesso ho la mia servitù, sempre così attenta al mio bene; Lizzy, che non fa altro che tentare di rendermi felice; Soma e Agni, per cui sono diventato una sorta di fratello minore e, per quanto mi risulti difficile da credere, anche molti altri. E poi c’è lui. Il mio maggiordomo, Sebastian. Che cosa provo per lui? E’ solo un demone. Lo dico ogni volta, ma non ci credo mai davvero. Forse è il padre che mi è stato portato via. Ma allora perché mi sento battere forte il cuore ogni volta che mi si avvicina? Perché mi imbarazzo e lo mando via? No. Non è così. Il mio sentimento è qualcosa di… diverso. Più profondo. Non dovrebbe esserlo, lo riconosco. Ma non posso mentire a me stesso. Sarebbe stupido e controproducente. Sembra che sia costretto, in un certo senso, ad ammettere di amarlo. Non posso certo dirglielo. Ne andrebbe del mio orgoglio di Phantomhive e non avrebbe alcun senso. Lui vuole la mia anima, non certo il mio amore. La debolezza non è un’opzione. Devo essere forte. Devo vendicare i miei genitori. E poi sarò suo. Sarò suo per sempre. “Le ho portato il suo tè, Bocchan.” E’ silenzioso come i gatti che tanto ama, quel maggiordomo. “Appoggialo lì.” Non ho proprio voglia di stare ad ascoltare quale tè ha preparato, né la torta che lo accompagna. Non adesso. Ho di meglio da fare. “Hai fatto quello che ti ho chiesto?” “Certamente. Come maggiordomo Phantomhive, se non sapessi fare queste cose, che cosa accadrebbe?” Odio quella frase. E’ veramente insopportabile.  Lui invece è così bello. Quando mi veste, quando mi prepara da mangiare, quando pulisce la residenza,quando ripara ai danni della servitù, quando mi tira fuori dai guai o quando esegue i miei ordini. Non credo sia una gran bella cosa da dire, ma adoro vederlo uccidere. Adoro vederlo distruggere con quel tocco delicato e dolce che di certo non si addice ad un demone. Adoro vederlo muoversi leggiadro fra i nemici, in quella sua danza scarlatta. Si, quel sangue rosso scarlatto che lo sfiora, ma che non intacca mai la sua perfezione. Assolutamente perfetto. Doveva essere buona la mia anima. Avrebbe mai faticato così tanto per un’anima qualsiasi? Chissà. Danza scarlatta. E’ per la mia anima che danzi, Sebastian?

  
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