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Autore: artisticbex    15/04/2012    5 recensioni
In che modo Luke ha scelto di passare dalla parte di Crono, tradendo il Campo? Come ha fatto il titano a convincerlo?
Ecco la mia versione dei fatti! :)
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Crono, Luke Castellan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era stata una giornata piena al Campo Mezzosangue. Tutti avevano svolto le solite attività, ma sembravano averci messo più impegno e persino il Signor D si era messo a sistemare le sue cose nella Casa Grande.
Quel giorno, ogni semidio del Campo aveva evitato di parlare con Grover, Annabeth o Luke. Dopotutto, era così ogni anno: la morte di Talia era tabù e nell’anniversario di quel tragico giorno ogni semidio aveva paura di parlare con i tre, per evitare spiacevoli ricordi.
Il satiro e Annabeth avevano superato la cosa, anche se ovviamente erano dispiaciuti, mentre Luke no.
A cinque anni dalla morte della sua migliore amica, lui era ancora arrabbiato e deluso.
Come ogni anno, a fine giornata salì sulla Collina Mezzosangue e si sedette a terra, con la schiena appoggiata al tronco del pino di Talia.
Rimase qualche minuto in silenzio, a contemplare il tramonto e una serie di ricordi, alcuni piacevoli e altri meno, fecero capolino dagli angoli remoti della sua mente.
Una volta all’anno permetteva loro di uscire fuori e devastarlo, così come permetteva alle lacrime di bagnargli gli occhi.
   - Eccomi qui Talia, sto piangendo, l’avresti mai immaginato? Lo scaltro e furbo Luke che piange. C’è un bellissimo tramonto, peccato che tu non possa vederlo…
Ti ricordi cosa mi hai detto una volta? Secondo me il tramonto è il momento della giornata in cui tutto è possibile.
Ecco perché vengo qui al tramonto, perché penso che sia possibile parlare con te.
Mi manchi Talia, da morire. Ti vorrei qui con me ora, a farmi compagnia con le tue risate e i tuoi scatti d’ira, a fulminarmi l’anima con i tuoi occhi blu. Non riesco a sopportare l’idea che tu non ci sia più, anche se sono passati cinque anni.
Ho ancora vivida in mente l’immagine di te che combatti, che sacrifichi la tua vita per salvare me e Annabeth. E tutt’oggi mi chiedo perché gli dei non sono intervenuti. Tuo padre poteva salvarti, invece di trasformarti in uno stupido albero.
Un tuono riecheggiò in lontananza.
   - Luke! Luke! – la voce squillante di Annabeth lo riscosse dai suoi pensieri.
   - Che c’è, piccola? – le chiese dolcemente.
   - È ora di cena, stanno già tutti nel padiglione, vieni?
   - Si, arrivo subito. Tu va intanto.
Dopo che Annabeth se ne fu andata, si alzò anche lui. Accarezzò la corteccia dura del pino con il palmo della mano e vi depose un lieve bacio.
   - Beh, ci vediamo Pino. Saluta l’anima di Talia da parte mia. – disse con un sorriso tirato.
Poi se ne andò anche lui e si diresse verso il padiglione della mensa. Quando fu arrivato in fondo alla Collina si girò e sussurrò due parole al vento: Ti amo.
 

 *****

 
Dopo cena, Luke si era diretto velocemente verso la capanna numero undici, quella di Ermes, e si era steso sul letto. Non aveva voglia di restare al falò quella sera, a cantare stupide canzoncine.
Si addormentò poco dopo e le tenebre invasero i suoi sogni, o meglio, incubi.
 
Era accanto al pino di Talia, di nuovo, ma intorno non c’era niente: nessun campo di fragole, nessun albero, niente.
Solo tenebre, lui e il pino. E poi una voce.
   - Luke Castellan, figlio di Ermes. – disse quella voce, che sembrava molto antica.
Le labbra di Luke si mossero per parlare, ma non riusciva a dire niente. Non ricordava niente. Che giorno era? Dove si trovava? Non c’era tempo, né spazio. Solo lui e quella voce.
   - Chi sei? – riuscì finalmente a dire.
   - Ha importanza? Quello che conta è perché sono qui. – rispose la misteriosa voce.
   - Che vuoi da me? Perché non ti fai vedere? – domandò il ragazzo.
   - Il Tempo si può forse vedere? Non ho un corpo, Luke, non puoi vedermi.
   - Il Tempo?
   - Non riesci neanche lontanamente a immaginare chi sono?
   - N-no… - balbettò Luke.
   - Sono Crono, il re dei Titani. Ti dice niente? – Luke non poteva vederlo naturalmente, ma pensò che se avesse avuto un corpo, Crono avrebbe sicuramente ghignato.
   - Non è possibile, tu sei… morto? Negli abissi del Tartaro?
   - Morto? Sono Immortale, semidio. – disse calcando sull’ultima parola. – Nel Tartaro? Hai ragione, ma la cosa più bella è che sto per rinascere. Ti fa paura questo?
   - No. – disse con voce ferma Luke.
   - Perfetto. Perché mi servono persone senza paura. Come te, ad esempio.
   - Ti servo…per cosa?
   - Per tornare in vita… - sibilò la voce di Crono
Un brivido percorse la schiena di Luke.
C’era così tanta potenza e malvagità che traspariva dalla voce del titano da mettere i brividi…dall’eccitazione.
Luke ghignò.
   - E perché dovrei aiutarti? Cosa ne ricaverei?
   - La distruzione degli dei, l’annullamento della civiltà occidentale. Il mondo nelle mie e nelle tue mani. Nelle mani di tutti quelli che si uniranno a me. Potere, Luke. La senti la forza di questa parola? Potere…vendetta. Tu odi gli dei, vero Luke?
   - Non lo so, io… - provò a replicare il giovane mezzosangue.
   - Guardati intorno. Cosa mai hanno fatto per te? Che fine ha fatto la tua Talia per aver ubbidito al padre? È morta e lui l’ha fatta diventare un albero!
Talia. Prima lacrima.
   - Hai mai conosciuto tuo padre veramente? Ti ha mai visitato da bambino, o ha mai amato tua madre?
Sua madre, suo padre. Seconda lacrima. Terza lacrima.
   - Volevi un’impresa tua, e cosa ha ottenuto? Un lavoretto da dilettanti già fatto in passato e chi hai ricavato persino un’orrenda cicatrice sul volto.
L’impresa. Quarta lacrima.
   - Tu odi gli dei Luke. – non era una domanda, ma un’affermazione. Luke rispose lo stesso.
   - Si.
   - Molto bene. Quindi scegli Luke. Vuoi una vita corta da semidio inutile al servizio dell’egoismo degli dei, o una vita lunga e immortale al fianco del grande e potente Crono?
Luke era combattuto. Odiava gli dei, Crono glielo aveva fatto capire, ma non si sentiva nemmeno così meschino da affiancare il re dei titani in questa follia. Dei o Titani?
In quel momento il dio Giano gli apparve davanti agli occhi e lo intimò di scegliere in fretta.
Luke spostava lo sguardo prima su una parte e poi sull’altra del dio bifronte.
Poi, dopo qualche minuto di esitazione, decise.

 
 

*****

 
Luke si svegliò in un bagno di sudore, con la risata malvagia di Crono che riecheggiava nelle sue orecchie.
Ricordava perfettamente il sogno avuto durante la notte.
Già, sogno, appunto. Era solo un incubo, pensò.
Si tiro a sedere sul letto e si guardò intorno. I suoi compagni dormivano ancora.
Poi sentì qualcosa di freddo a contatto con la sua pelle sotto la maglietta del pigiama.
Lo tirò fuori. Un ciondolo. Rimase sconvolto per alcuni secondi, ma si riprese subito.
Il simbolo di Crono. Quindi è successo veramente.
Nascose di nuovo il ciondolo sotto la maglietta e un ghigno si dipinse sul suo volto.
Aveva scelto, e avrebbe vinto.












Rheb's space.
Ehilà! Questi giorni non faccio altro che scrivere fanfiction, invece di concentrarmi sulla mia originale ;)
Comunque... vi è piaciuto? E' tutta la settimana che avevo in mente di scrivere qualcosa su Luke e la sua decisione, e l'ispirazione mi è venuta martedì a scuola :D
Spero davvero di averla scritta bene, ci ho messo tutto il mio impegno e il mio amore per Luke.
Fatemi sapere! Un bacione :3
   
 
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