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Autore: MimiRyuugu    15/04/2012    2 recensioni
"Guardai l’orologio ansiosa, e poi dalla parte del castello. Erano le 18.40. Una figura dal mantello nero si avviò a passo svelto verso il lago. Sospirai ed iniziai a seguirlo nascondendomi dietro a tutto quello che trovavo. Poi si fermò: si sedette sotto un albero, all’ombra, in riva al lago, ed iniziò a leggere."
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Grifondoro, Hermione Granger, Severus Piton, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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- Questa storia fa parte della serie 'I Tre Uragani Saga'
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Salve :3 ecco che sono giunta all'ultimo capitolo anche di questa ff çwç non vi preoccupate, la prossima la posterò a giorni promesso u.u non vi liberate di me così facilmente : D xD grazie per le recensioni agli altri capitoli e a quelle che verranno <3

Avvertenze: scrivendo per divertimento non ho prestato così tanta attenzione ai particolari quindi potreste trovarvi delle incongruenze man mano che leggerete la storia (come certi atteggiamenti OOC in cui sono caduta in pieno xD). Però ci sono affezionata e mi piangeva il cuore a cambiare qualcosa della storia. A parte che poi a me piaceva così.
Questo capitolo è particolarmente OOC u.u ok, vi ho avvertito xD

Ora vi lascio all'aggiornamento *_*
Buona lettura <3


Capitolo 4


Fui svegliata di soprassalto. Eravamo in ritardo, grazie ad Hermione, che si era dimenticata di fissare la sveglia. Ci precipitammo giù fino ad arrivare nei sotterranei. Entrammo con gli ultimi fortunati scampati al pericolo e ci sedemmo. “Ora, uno della vostra fila raccolga i temi e me li porti…” ordinò Piton. Hermione si alzò ed iniziò a raccogliere. Arrivata a me, saltai sulla sedia, ricordandomi di non aver scritto nemmeno una riga. Hermione andò alla cattedra e poggiò i compiti. Piton iniziò a scorrere brevemente i fogli, poi li sistemò e li rimise sulla cattedra. “Bene…vedo che finalmente tutti hanno lavorato!” esclamò, anche se la faccia dava più l’idea di insufficienze a go go. Io strabuzzai gli occhi. “Sbaglio o tu il tema non l’hai fatto?” chiese Anna. Io annuii e alzai la mano. Piton mi concesse la parola. “Credo che non abbia controllato bene…il mio tema non ci può essere li in mezzo…non l’ho fatto…” spiegai. La classe trattenne un respiro. “Signorina Wyspet, so contare fino a prova contraria…” rimbeccò acido Piton, tornando ai compiti. Li ripercorse e poi tirò fuori un foglio. “Giulia Wyspet, Grifondoro. C’è scritto a chiare lettere…oramai conosco la sua grafia…” lesse. Io rimasi stupita. Com’era possibile?! “Le consiglio di andare da Madama Chips, se alla sua età già non si ricorda cos’ha fatto il giorno prima…” disse ancora Piton. I Serpeverde ridacchiarono. Io abbassai la testa, ancora stranita. Lui iniziò a spiegare la lezione, per poi segnare ingredienti sulla lavagna. Quando suonò la campanella di fine ora, Piton mi fece segno di avvicinarmi. Lasciai andare avanti Anna e Hermione, dicendo che le avrei raggiunte subito. Appena la classe fu vuota, iniziai. “Posso…posso vedere il foglio di prima?” chiesi. Piton me lo porse: a destra, c’era scritto Hermione Granger, Grifondoro. Lo ridetti a Piton e lo guardai stupita. “Perché mi ha coperto?” chiesi. “Mi aveva detto che avrebbe provveduto a svolgere il compito…” disse lui. “Lo…lo so, ma mi è passato di mente…” confessai. Lui ghignò divertito. “Le è passato di mentre? Davvero? Bhe, per la prossima lezione, voglio che svolga il compito per oggi…” iniziò a dire. Io annuii. “E voglio anche una relazione sui vampiri, dato che ho visto che si sta documentando…” finì. Io mi ricordai che la prossima lezione era il giorno dopo, ma non mi lamentai. Mi congedai e andai alle serre di Erbologia. Il pomeriggio, dopo un’ora di Cura delle Creature Magiche, mentre Hermione era al corso di Antiche Rune, e Anna ad aspettare Draco fuori dall’aula di Astronomia, io mi rinchiusi in biblioteca. Volevo fare il miglior tema che avessi mai fatto, a costo di stare in piedi fino all’alba. Fortunatamente ci impiegai solo tre ore, poi filai in dormitorio. Feci leggere gli scritti ad Hermione, che si complimentò. Quella sera andai a dormire soddisfatta, poi il giorno successivo, entrai tra le prime in aula e consegnai il mio lavoro. Quattro fogli il secondo, tre il primo. La lezione la passai con un sorriso sulle labbra, contenta di come avevo risolto le cose. A fine lezione, dopo lo squillo della campanella, Piton mi fermò. Solo quando l’aula si era svuotata, a parte me, Anna ed Hermione, iniziò a parlare. “Vedo che si è impegnata stavolta…ho corretto tutte e due i temi e devo dire che mi ha sorpreso” disse, porgendomi i compiti. Nel primo, quello per il giorno prima, c’era una bella O scritta in rosso, mentre nel secondo, una stupefacente E, che fece trattenere il fiato ad Hermione, splendeva. Io sorrisi da orecchio a orecchio, ma non era finita. Piton si riprese i compiti, poi continuò. “Oltretutto l’aspetto stasera al solito posto, alle 20.00 precise. Sia puntuale…” finì. Io annuii felice. Lui ci lasciò andare, così salutai e ci dirigemmo verso l’aula successiva. “Un Eccezionale?! Ma ti rendi conto Giulia?! Sarà il primo volto altissimo che ha messo a Grifondoro quest’anno!” esclamò Hermione, anche un po’ con invidia. “Herm, è inutile…credo che i voti siano solo un motivo per cui la nostra Giulia è felice…ha un appuntamento con Piton stasera…” commentò Anna. Io le ignorai, e passai il pomeriggio felicemente. La sera, mi presentai con il mio libro, al solito posto. Anche Piton arrivò puntuale, così ci sedemmo subito. “Professore…grazie per i voti…” ringraziai. “Non è un favore, incredibilmente se li è meritati signorina Wyspet…” commentò, acido. Io sorrisi. “Professore…lei mi vuole bene?” chiesi. Lui mi guardò stupito. “Che domande fa?!” esclamò, a disagio. “Avanti…si o no?” chiesi. Piton ci pensò, poi scosse la testa. “Se non le volessi bene non l’avrei invitata, le pare signorina Wyspet?” rimbeccò. “Giulia…” lo corressi. Lui mi guardò. “Mi chiami Giulia…non mi piace essere chiamata per cognome…” spiegai. Lui accennò ad aprire il libro. “Ora che finalmente possiamo parlare in pace, ho un mucchio di domande da farle…” dissi, speranzosa. Piton richiuse il libro e mi guardò negli occhi. “Se…se le avessi chiesto di venire al Ballo del Ceppo con me, avrebbe accettato?” chiesi. Lui aggrottò la fronte. “Certo che no! Lei è una mia studentessa signorina Wyspet” rispose secco. “Giulia” lo corressi. “E comunque è proprio perché è un professore che può fare quello che vuole! Avrei tanto voluto che venisse con me…ma non ho avuto il coraggio di chiedergli se…” continuai. Lui sbuffò. “Perché è così chiuso in se stesso? Perché non si fida degli altri a tal punto da starsene giorni interi in quell’antro buio chino sulla scrivania a correggere compiti?” chiesi. “Non sono fatti che la riguardano!” rimbeccò Piton, furente. Io guardai in basso. “Con me si può confidare…non ne parlerò ad anima viva…nemmeno al mio peluche!” promisi, buttandola sul divertente. Lo guardai sperando che dicesse qualcosa. Piton sospirò, poggiando a terra il libro. “La sua insistenza è pari solo a quella di una persona…” disse, guardando in basso. Io mi avvicinai. “Mi ricordi una mia vecchia conoscenza…una di quelle che vorresti seppellire nei tuoi ricordi, per non affiorare mai più…” continuò, iniziando a darmi del tu. “Se le fa ancora male parlarmi di questa persona, non la obbligo…” dissi io. Lui scosse la testa. “Esattamente uguale…forse è per questo ho sempre cercato di mantenere le distanze da te, per non fare gli stessi errori fatti in passato, oppure per paura di affezionarmi troppo…” proseguì. “Però è troppo tardi…oramai il danno è fatto, quindi tanto vale che te ne parli…” esordì, alzando la testa e guardandomi negli occhi. “Tu mi ricordi una persona che sicuramente avrai sentito nominare…Lily Evans…” rivelò. Io ripercorsi con la mente i nomi a me famigliari: Evans? Evans…dunque…Lily Evans e…James Potter! I genitori di Harry! “La…la madre di Harry…” sussurrai, stupita. Lui annuì. “Frequentavamo tutti Hogwarts…io, Lily, anche Black, Lupin e Minus…” continuò. I Malandrini! Ora mi ricordavo! È stato al terzo anno che avevamo scoperto la verità su Sirius Black, il padrino di Harry. “…e anche Potter…” finì Piton, con un tono nervoso nella voce. “Sirius aveva accennato a qualcosa…” dissi. Lui annuì. “Si può dire che Lily mi sia stata amica, anche se, ad essere sincero forse provavo qualcosa di più di semplice amicizia…però, c’era sempre quel Potter di mezzo…” raccontò. “Mi hanno reso la vita impossibile, con i loro scherzi e il loro modo di chiamarmi…non lo sopportavo. Poi, finii anche per perdere Lily” concluse. “Lei cercava sempre di farmi sorridere, le dispiaceva vedermi solo” disse infine. “Le voleva bene…” commentai. Esattamente quello che volevo io. Rimase in silenzio qualche minuto. Ero abbastanza stupita: Piton mi aveva appena confidato uno dei suoi segreti. Quello che nemmeno Anna era riuscita a fare! “Non suscitavo molte simpatie tra gli studenti, e si può dire che nemmeno il mio status famigliare non era dei più rosei. Ma non entrerò nel dettaglio…” riprese. “Successivamente, feci un errore…mi lasciai tentare dalla potenza di tu-sai-chi e…” disse, scoprendosi l’avambraccio. Li, il Marchio Nero stava immobile, tatuato a fuoco nella pelle. Sobbalzai, stupita. Si coprì il braccio. “Poi mi pentii e Silente mi accolse qui…” finì ancora. Io annuii. “Ora capisco…la sua non è stata una vita molto allegra…mi dispiace Severus…” mi lasciai scappare. Lui si girò di scatto e mi guardò. Io abbassai la testa, arrossendo. Ci fu un attimo di silenzio. Mi avvicinai fino a che fummo attaccati, poi appoggiai la testa sulla sua spalla. Presi una sua mano e la appoggiai sulla mia, mentre con l’altra, l’accarezzavo. “Mi dispiace per tutto quello che le è successo…però… d’ora in poi le cose cambieranno…vorrei tanto renderla più felice, ma non so come fare…” confessai. Piton sorrise debolmente, mentre io incrociavo la sua mano con la mia. Chiusi gli occhi. Lui pensò che stessi dormendo, così sospirò. “Mi basta che tu rimanga con me…dolce Giulia” sussurrò, accarezzandomi con la mano libera una guancia. Trattenei le lacrime dalla felicità. Mi addormentai. E anche Piton. Ne ebbi la conferma quando mi risvegliai: aveva la testa appoggiata alla mia, con gli occhi chiusi. La sua mano che stringeva la mia. Guardai l’ora: era quasi mezzanotte. Rimasi un po’ così, poi mi decisi a svegliarlo. “Professore? Professor Piton?” lo chiamai. Aprì piano gli occhi, poi mi guardò. “Ci siamo addormentati…” spiegai, sorridendo. Lui si allontanò, lasciando anche la mia mano. Poi si alzò. “Andiamo…non voglio altri problemi con la professoressa McGranitt…” rimbeccò, acido. Io mi alzai e iniziai a camminargli vicino. Rimanemmo in silenzio per tutto il tragitto, fino ad arrivare ai sotterranei. Quanto avrei voluto accompagnarlo fino in camera, e dormire accoccolata a lui ancora un po’. “Buonanotte…e grazie per avermi raccontato…” iniziai a dire. Lui mi zittì. Mi alzai in punta di piedi, ma lui si avvicinò. Lo guardai stupita. Mi scostò la frangia, e mi diede un bacio sulla fronte. “Stessa ora, stesso posto…buonanotte, Giulia…” disse in fretta. Io arrossii, poi Piton di scatto si girò ed iniziò a camminare. Io rimasi in piedi da sola imbambolata per non so quanto. Quando mi ripresi, corsi in dormitorio. Appena arrivata in camera, mi buttai felice sul letto, noncurante delle altre. Le ragazze mi guardarono, stupite. “Mi ha…mi ha chiamata per nome! Mi ha dato il bacio della buonanotte sulla fronte!” dissi d’un fiato. Hermione aprì gli occhi d’improvviso, poi cercò di mettersi in piedi, ma non fece altro che cadere dal letto. Anna boccheggiò qualcosa. Io sorrisi un’ultima volta, resami conto di aver finalmente avuto ciò che volevo: Piton mi aveva dato la chiave del suo cuore.
  
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