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Autore: deed87    15/04/2012    2 recensioni
In giornate come quella, quando il silenzio della casa minacciava di riportarle alla mente ricordi che avrebbe preferito rimanessero sepolti in profondità, i suoi pensieri si facevano più cupi e una voce sembrava sussurrargli all’orecchio che lei non aveva alcun diritto di essere lì.
Basta una sola persona, quella giusta, per cambiare la nostra vita.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anna Kyoyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Hiroyuki Takei; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.



Una corrente di aria fredda le sferzò il viso, scompigliando i suoi capelli biondi mentre camminava con passo deciso lungo la strada in salita. Si fermò con un sospiro, spostando con un gesto nervoso le ciocche che le erano scivolate sugli occhi, e alzò lo sguardo verso il cielo grigio: sperava solo di riuscire ad arrivare a casa prima che iniziasse a piovere.
Accelerò il passo finché non vide apparire davanti a sé una vecchia pensione abbandonata. Senza la benché minima esitazione, varcò il portone in legno e aprì la porta scorrevole che dava sull’ingresso.
Non si preoccupò di annunciare il suo rientro in casa: sapeva che non c’era nessun altro a parte lei – o meglio, nessun altro in vita. Ricambiò con un leggero cenno della testa il saluto degli spiriti che infestavano l’edificio e si diresse verso le scale che conducevano al piano superiore.
Entrò nella sua camera e posò la cartella sulla sedia della sua scrivania, uno dei pochi mobili che arredavano la stanza, poi si avvicinò al basso tavolino che si trovava davanti alla finestra e si sedette sul pavimento, lo sguardo rivolto verso il cielo.
In giornate come quella, quando il silenzio della casa minacciava di riportarle alla mente ricordi che avrebbe preferito rimanessero sepolti in profondità, i suoi pensieri si facevano più cupi e una voce sembrava sussurrargli all’orecchio che lei non aveva alcun diritto di essere lì.
Lei, che era sempre stata in grado di percepire i pensieri altrui.
Lei, che poteva comunicare con gli spiriti dei morti ed evocarne la presenza.
Lei, che non solo era stata additata come un demone fin da bambina, ma che i demoni li creava.
Lei, che era stata abbandonata persino dai suoi genitori per via di quei poteri.
In giornate come quella, si sentiva di nuovo incredibilmente sola, come in passato.
 
Un boato assordante riecheggiò fuori dalle mura della casa, facendola sussultare.
Si guardò intorno per un breve istante, l’immagine della neve macchiata di sangue ancora impressa dietro le palpebre, e sospirò di sollievo.
Era stato solo un incubo.
Un incubo creato dai suoi ricordi, certo, ma pur sempre un incubo.
Il rumore di un altro tuono in lontananza le fece spostare lo sguardo verso il buio oltre la finestra. Solo in quel momento si accorse del leggero panno che le era scivolato dalle spalle quando si era svegliata.
«Quello stupido…» mormorò prima di alzarsi in piedi e dirigersi verso la porta scorrevole della sua stanza.
Scese le scale ed entrò nella cucina illuminata quasi di corsa.
Yoh Asakura era lì, in piedi, e le dava le spalle. Lo osservò per qualche momento mentre tagliava delle verdure per la cena, le cuffie arancioni sulle orecchie, la testa che si muoveva al ritmo di una canzone silenziosa. Mosse un passo verso di lui, ma nello stesso istante il ragazzo si voltò nella sua direzione, sorridendo impacciato.
«Ah, ti sei svegliata. Mi dispiace, ma non è ancora pronto…» disse, il tono di voce decisamente più alto del solito per sovrastare la musica che solo lui sentiva.
Il sorriso che Yoh aveva sulle labbra sparì quando incrociò il suo sguardo. La fissò per qualche secondo, serio, prima di abbassare le cuffie e avvicinarsi a lei. «Scusami. Non volevo fare così tardi…»
L’accenno di un sorriso apparve sul suo volto nel sentire il lieve calore della mano del ragazzo che le sfiorava la guancia.
«Scusami…» le ripeté in un sussurro prima di avvicinare le labbra alle sue.
Quando si allontanarono lei gli sorrise – un sorriso che da sempre aveva mostrato soltanto a lui – e si sedette alla tavola apparecchiata.
«Sbrigati a preparare la cena» disse quindi mentre una ciocca di capelli biondi le copriva il viso leggermente arrossato. «Ho fame…»
Yoh sospirò leggermente, ma si voltò verso il bancone da cucina sorridendo.
 
Per tutti quelli che la conoscevano, Anna Kyoyama era la “Regina di ghiaccio”.
Nessuno si era mai accorto del fatto che quella era solo la maschera che indossava per proteggere sé stessa. Nessuno aveva mai pensato che fin da bambina, a causa sei suoi poteri, lei avesse conosciuto i lati peggiori degli esseri umani e che ne avesse paura. Nessuno aveva pensato che lei potesse avere paura di essere ferita e di ferire a sua volta o che potesse avere paura di essere abbandonata di nuovo non appena si fosse fidata di qualcuno. Tutti l’avevano sempre giudicata senza mai preoccuparsi delle sue motivazioni e senza interessarsi veramente a lei.
Tutti, tranne lui.
Lui, che aveva sofferto del suo stesso dolore e della sua stessa solitudine.
Lui, che aveva provato a capire il perché del suo comportamento e che, una volta compreso, aveva cercato di aiutarla e aveva combattuto per lei.
Lui, che l’aveva accettata semplicemente per quello che era e senza il quale sentiva vuota, triste e sola.
Lui, la persona che amava e che aveva cambiato per sempre la sua vita.



Salve a tutti! Prima fanfic che pubblico su EFP, ma che in realtà è una fanfic che avevo pubblicato parecchi anni fa su Manga.it. In realtà non dovrebbe assomigliare più molto a quella cosa (per fortuna) visto che l'ho riscritta dall'inizio mantenendo solo parte dell'idea iniziale e tagliando tutta la seconda parte, ma per chiarezza ho voluto precisarlo. Era da parecchio che non scrivevo qualcosa (ho una long su un'altra serie in cantiere ma, se continua così, non vedrà la luce prima della fine del mondo) quindi se trovate errore o avete dei consigli/critiche costruttive da farmi fatevi avanti senza problemi. Spero possa piacere!
  
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