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Autore: Yomi22    16/04/2012    5 recensioni
Una fanfiction Erza x Mirajane.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Erza Scarlet, Mirajane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno c'era un'afa tremenda ed Erza non riusciva a tener su la sua solita armatura della Heart Kreuz, quindi aveva preferito indossare un vestitino color crema piuttosto leggero. Odiava essere così femminile e così scoperta, ma non poteva farci niente. Quell'estate era la più calda che avesse mai vissuto.
Come da copione, quandò entrò alla gilda fu accolta da fischi e urla. Cercò di ignorarli e si sedette al bancone.
«Mira» chiamò la ragazza, con tono severo. La giovane donna dai capelli argentei si avvicinò a lei con un sorriso affabile e la salutò. «Buongiorno Erza, cosa gradisci?»
«La solita birra, grazie.»
Poco dopo Mirajane tornò dalla guerriera con un'enorme pinta colma di liquido chiaro. 
«Fa caldo eh?» commentò la barista, appoggiandosi al bancone con i gomiti, al suo solito.
«Già, non se ne può più» rispose Erza, sorseggiando la bevanda fresca. «Non riesco neanche a combattere. Ieri stavo per rimanerci, perché ho dovuto usare l'armatura del gigante e stavo per morire di caldo. Inoltre è pesante. Una fatica immane.»
«Però hai vinto» ridacchiò Mira, socchiudendo gli occhi. Ora che ci faceva caso, Erza notò che aveva delle ciglia straordinariamente lunghe, e non era manco truccata!
«O-ovviamente» balbettò con tono duro. Le due restarono un po' in silenzio e la Scarlett si sentì un po' in soggezione con gli occhi della Strauss puntati contro. Finalmente a distogliere l'attenzione di Mirajane arrivò Kana Alberona. «Hei Mira! Dammi il solito!» urlò, grezza.
«Arrivo, arrivo» rispose la barista con un sospiro, poi si rivolse alla rossa: «Scusami»
Si voltò e si chinò per prendere una botte di legno contenente probabilmente del vino. «Kana, prima o poi ti scoppierà il fegato» disse una voce alle loro spalle. Tutte e tre le giovani si voltarono e si trovarono davanti una Lucy imbronciata.
«Che hai, Lucy?» domandò la rossa, senza troppo interesse. «Mah» sospirò la Heartphilia sedendosi sullo sgabello e poggiando la fronte sul bancone. «Ho sempre problemi di soldi. Quella stronza della mia padrona di casa mi ha dato un ultimatum, ma in questo momento sono un po' impossibilitata a fare missioni.»
«Impossibilitata?» chiese Mira, stupita. «Sì» rispose la bionda, «Gli spiriti stellari hanno deciso di non collaborare. Una specie di rivolta contro dei padroni che li bistrattano.. non ho ben capito» confessò, alzando un sopracciglio in segno di disapprovazione.
«Ma tu sei sempre stata buona con loro, che problemi hanno?» domandò Kana, mentre tracannava il liquido sacro direttamente dalla botte.
«Sì, ma è una rivolta che comprende tutti quindi anche loro ne hanno preso parte...tipo..»
Erza scoppiò a ridere. «Ma non ci credo! Che cosa assurda» affermò, senza smettere di sogghignare. «Non me ne parlare, sono in guai seri» piagnucolò Lucy, coprendosi il volto con le mani.
«Non ti preoccupare» la rassicurò poi la guerriera, «vado io, tanto non ho nulla da fare e i soldi non mi mancano, quindi darò a te metà del compenso.»
«Davvero??» cinguettò la bionda, saltando in piedi.
«Sicuro» rispose la rossa, finendo la sua pinta e alzandosi. Si diresse verso la bacheca degli avvisi e ne controllò alcuni dal riscatto più o meno alto. Poi, con passo spedito, si diresse al piano superiore. Si sedette per terra, valutando quale delle missioni aveva il miglior rapporto rischio/pagamento. Non che non avesse voglia di faticare, ma con quel caldo avrebbe preferito un lavoretto semplice. Purtroppo, con suo disappunto, concluse che gli unici con delle quote che permettessero a Lucy di pagare l'affitto erano piuttosto pericolosi. Ne prese in considerazione due, che non avevano neanche luogo troppo lontano dalla Gilda. Almeno sarebbe arrivata in fretta. Mentre si chiedeva quale dei due sarebbe riuscita a terminare più in fretta, sentì dei passi leggeri salire le scale che portavano al secondo piano, quello riservato ai maghi di classe S.
«Erza,» disse Mirajane con il suo solito tono affabile, aggiungendo però una punta di disapprovazione. «Sei sicura di volerlo fare? Sono missioni piuttosto pericolose per una persona sola.»
La Scarlett la guardò negli occhi e il suo cuore  accellerò i battiti. Che le stava succedendo? Da quando la preoccupazione di quella donna la faceva sentire così importante, così protetta?
«Grazie Mira, ma non devi preoccuparti» ribatté, fingendo di essere seccata. «Posso batterli tutti, questi ladruncoli da quat..»
«Erza, non fare così con me» la interruppe bruscamente Mirajane, tenendo però sempre quel suo tono elegante e da brava ragazza, «io conosco benissimo la tua potenza e so che potresti  sgominare un'intera banda di maghi da sola ma qui parliamo di ben altro. Vuoi che venga con te?»
Erza venne percorsa da un brivido, segno forse di un sentimento che non provava da molto tempo. Sentì il suo petto avvamparsi e si costrinse a voltarsi per non tradire la sua emozione. Tossì due volte, finse di pensarci su e infine cercò di costruire il sorriso più affabile che poté. 
«Grazie, ma davvero penso di potercela fare, confido nelle mie capacità.»
Mirajane si avvicinò con aria preoccupata e corrugò le sopracciglia. «Erza, sono io, non devi farti problemi, con me puoi stare tranquilla» si mise in ginocchio e le prese le mani. «Anzi!» continuò, alzando un poco la voce, come se le fosse appena venuta un'idea fantastica, «fallo per me, è molto che non combatto e vorrei vedere come me la cavo»
Erza sorrise tristemente e indicò con un cenno la bacheca delle missioni. «Ci sono un sacco di lavori che puoi svolgere, non preoccuparti per me Mira, davvero. Ora scusa ma devo andare, devo partire al più presto» si congedò infine, alzandosi e lasciando sola una Mirajane interdetta e piuttosto allarmata.
 
 
 
Il sole era alto nel cielo e il calore era pari a quello di due giorni prima, quando scioccamente aveva rifiutato l'invito di Mirajane ad accompagnarla. L'aveva fatto per orgoglio? No, per paura. 
Aveva avuto  paura dei propri sentimenti, come al solito, e aveva perso. In cuor suo anche quando ancora si trovava alla Gilda sapeva che non avrebbe potuto battere il nemico da sola, eppure, aveva preferito la sconfitta alla compagnia della Strauss. Perché? Perché non voleva ammettere i propri sentimenti? Per paura di un rifiuto? O forse era perché l'ultima volta che si era innamorata era finita nel peggiore dei modi?
Le venne in mente Gerard, il Gerard che aveva combattuto più volte per via della sua inclinazione alla magia oscura, guidata dal mago oscuro Zeref. Ripensò a come si erano conosciuti alla Torre Paradiso. Lui le aveva chiesto se aveva bisogno di aiuto, proprio come Mirajane aveva fatto pochi giorni prima. Era questo, forse. Era iniziato allo stesso modo ed Erza era terrorizzata dal pensiero che potesse finire ugualmente. Se si fosse trovata a combattere contro di lei, cosa avrebbe fatto? Non ci sarebbe riuscita, non una seconda volta. Aveva già combattuto contro la persona che amava e ne era uscita distrutta, non poteva sopportare un secondo episodio del genere. Certo, tenersi tutto dentro non era facile, ma non poteva neanche far luce su ciò che provava, sarebbe stata non solo brutalmente rifiutata, ma persino emarginata. Perché lei era diversa dagli altri, si era innamorata di un'altra donna. 
Se in quel momento Mirajane fosse stata al suo fianco però, probabilmente avrebbe vuotato il sacco. Avrebbe voluto vedere i suoi grandi occhi blu un'altra volta. Sentire il suo profumo dolce. Sfiorare quella pelle candida e liscia. Percepire il suo respiro. Provare quell'emozione che le faceva battere il cuore a mille e che le riempiva il cuore di gioia. E di dolore.
Si portò a fatica una mano sul petto insanguinato e tossì. Lo sentiva battere debolmente. Sorrise. Avrebbe voluto fare l'amore con lei.
Avrebbe voluto sentire il suo nome uscire da quelle labbra che si era sempre immaginata essere tenere, come le sue parole e il suo sorriso.
Eppure, se questo non era possibile era colpa sua e solo sua. Aveva avuto la sua occasione e aveva preferito perderla, aveva scelto di perderla. E ora, non avrebbe mai più sentito il suo dolce canto, sarebbe morta con il pensiero di una Mirajane preoccupata che le chiedeva di non andare. Be', anche così non era male, in fondo...
«Dì le tue ultime preghiere» urlò il mago, grasso e pieno di sé, mentre oscurava il sole avvicinandosi a lei. Rise così forte da far tremare il terreno, ma Erza non si spaventò. Non aveva paura dei nemici. Non aveva paura della morte in sé, l'unica cosa di cui aveva paura era perdere Mirajane. Dalle mani dell'essere uscirono zampilli violetti, che si trasformarono in chiodi appuntiti. Con alcuni di essi piantò gli arti superiori e inferiori di Erza al terreno, costringendola ad emettere un urlo agghiacciante. «Avanti» ripetè, tirando i capelli della vittima per farle alzare la testa in modo da vedere bene il suo viso sofferente. «Dille, voglio sapere cosa può desiderare una lurida maga da due soldi come te»
Lei non parlò e lui le tirò uno schiaffo. Poco male, quelli non li sentiva. Sputò sangue e cercò di trattenere le lacrime. «Fa male eh? Piangi, troia, piangi»
Ma non era per il dolore fisico che piangeva. Voleva vederla. Voleva sentirla. Voleva baciarla. Voleva lei.
«Mira..» sussurrò, con voce tremante.
«Eh?» chiese il nemico, corrugando le sopracciglia. «Mira cosa?»
«Mira sono io!» ruggì una voce alle sue spalle. L'uomo si voltò, ma non fece in tempo a vedere chi -o cosa- avesse parlato che si ritrovò a sbattere contro una parete di roccia, spinto via dalla potenza del nuovo nemico.
Erza cercò di alzare di nuovo la testa a fatica, impossibilitata a muoversi per via di quegli strani chiodi incantati che la costringevano al terreno. Dovette sbattere più volte le palpebre per capire a chi appartenesse quella figura che si ergeva dal suolo, da cui partivano due enormi e splendide ali.
La maga si inginocchiò, con un semplice movimento elegante e con le mani strappò via quegli oggetti magici che impedivano alla compagna di muoversi. Quando fu sicura che Erza potesse riprendere il controllo degli arti, si rivolse nuovamente al nemico.
«E adesso sarai tu a dire le tue ultime preghiere» urlò, con rabbia. Il furore che Mirajane provava era palpabile. Erza la guardò incantata. Se la guardava bene riusciva a scorgere la Mira dolce e gentile di sempre, nonostante l'apparenza maligna del demone in cui era trasformata e la cosa la rassicurava molto. Sorrise e chiuse gli occhi e si riposò; non aveva bisogno di stare all'erta, confidava nella forza della compagna. 
Il combattimento fu duro, il nemico era piuttosto potente, ma era stato anche indebolito da Titania, quindi alla fine Mirajane la spuntò, seppur rimanendo ferita in più parti del corpo.
Quando non sentì più rumore di combattimento, Erza aprì gli occhi e si guardò attorno. Non c'era nessuno. Si alzò a fatica in ginocchio e strisciò verso la figura accovacciata e ansimante. 
«Mira?» chiamò, tremante. Il demone si voltò e piano piano dalla sua forma uscì quella della solita, affabile Mirajane Strauss. Ella sorrise e portò a fatica la mano sulla testa di Erza. Battè due colpetti e ridacchiò. «Te l'avevo detto che avresti avuto bisogno di aiuto, baka»
Una lacrima solcò il viso della rossa. Era venuta sino a lì per lei. Solo per lei.
«Grazie» sussurrò, mentre abbracciava la compagna.
«Erza..» iniziò l'altra, dopo essersi riposata un po' tra le braccia di Titania, «io ho capito che qualcosa non va.. mi credi così scema?»
La Scarlett si drizzò allarmata. «Cosa stai dicendo, Mira?»
«So che qualcosa non va tra noi due. Sei sempre così tesa, quando sei con me»
Allora se n'era accorta.
«M-ma no, che dici»
«Erza, te l'ho detto, con me non attacca»
«Ma niente, sono un po' pensierosa ultimamente, non capita solo con te...»
«Ho già chiesto a Lucy e mi ha detto che tra voi va tutto bene.» rispose secca.
«Ma no, ma no, non preoccuparti.»
«Erza, ti prego, non ti facevo così codarda..»
Neanche lei lo credeva. Non era mai stata così e lo odiava. Lo odiava così tanto che...
 
 
Le labbra di Mirajane erano morbide come s'era sempre aspettato che fossero. Una morbidezza così dolce da farle venire voglia di non staccarsi mai più. Con sua sorpresa, Mira rispose al bacio, cercanzo anzi qualcosa di più. Le loro lingue giocarono a lungo, finché entrambe non rimasero senza fiato.
«E-era questo?» domandò piano la Strauss, riprendendo fiato. Erza trovò decisamente carino il rossore che era apparso sulle sue gote.
«Sì.. non ce la faccio più a nascondermi, Mira.. mi dispiace se..» 
Fu interrotta da un altro bacio. Questo fu ancora più passionale di prima, eliminate le incertezze. Mirajane portò la mano sulla nuca dell'altra e la attirò a sé con più forza e premette il corpo contro quello dell'amante. Avevano bisogno di contatto fisico. Ad un tratto però Mirajane si staccò bruscamente. «Erza!» esclamò, guardando il petto della rossa. «Stai perdendo troppo sangue!»
«Ma no» rispose l'altra, a fatica. «Si rimarginerà, ho la pelle dura io!» e fece per avvicinarsi nuovamente alla Strauss, ma questa la fermò, chiudendo gli occhi. In poco tempo tornò ad essere il demone di pochi istanti prima e prese in braccio Titania. «Hei!» urlò quest'ultima, indignata. «Non fare storie, dobbiamo tornare al più presto, hai bisogno di cure!»
«S-sei tu l'unica cura di cui ho bisogno» disse guardando il mare che si apriva sotto di loro, non con poco imbarazzo.
Mirajane nell'udire quelle parole perse qualche metro di quota, poi si fermò di colpo. Guardò Erza negli occhi e sorrise. «Erza...» disse con voce soave, così contrastante con la forma che aveva assunto.
«Ti amo, Mira»
«Anch'io ti amo, Erza...»
 
 
 
  
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