Titolo della storia: Avec tout le plaisir du monde
Tipologia: triple-drabble, 300 parole
Binomio scelto: 3° scalino - La metafora e… la fenice
Genere: fantascienza, erotico, slice of life
Avvertimenti: -
Rating: arancione
Credits: -
Note dell'Autore: l’ambientazione è steampunk. Questa storia prende le mosse dalla mia “Indaco Café”, ma può essere letta indipendentemente da essa.
Introduzione. Il risveglio di Lavinia. Lento, caldo, piacevole. Molto piacevole. E segretamente sconveniente.
Tipologia: triple-drabble, 300 parole
Binomio scelto: 3° scalino - La metafora e… la fenice
Genere: fantascienza, erotico, slice of life
Avvertimenti: -
Rating: arancione
Credits: -
Note dell'Autore: l’ambientazione è steampunk. Questa storia prende le mosse dalla mia “Indaco Café”, ma può essere letta indipendentemente da essa.
Introduzione. Il risveglio di Lavinia. Lento, caldo, piacevole. Molto piacevole. E segretamente sconveniente.
Un nido di tiepide carezze la sfiorava lieve. S’insinuava fra le gambe, scivolava lungo la schiena, si stringeva attorno alle braccia, solleticandole lo stomaco.
Le suadenti lusinghe della dimora che l’avvolgeva la rendevano languida. E libera.
Nessun occhio - umano o meccanico - avrebbe potuto fissarla con biasimo mentre faceva danzare le mani sulla sua pelle, inseguendo brividi e fremiti tra le generose rotondità.
Perché sarebbe tanto disdicevole, per una donna, dormire nuda?
Niente moralismi riguardo la ricerca di un breve, vivido attimo d’esaltazione carnale.
Quale peccato può annidarsi nel proprio corpo, quando ci si ama da soli?
Piena assoluzione per un gesto intimo, che le dava prova dell’intensità del suo essere donna.
Perché dovrei vergognarmi di sentirmi felice ed appagata da me stessa?
In quel caldo nido, cercava con lasciva determinazione lo scatenarsi delle gioie corporali. Attendeva il dispiegarsi delle ali di un’impalpabile creatura, potente e magnifica, affamata del suo desiderio.
Un campanile batté l’ora. Tronfi rigurgiti di vapore invasero il silenzio tra una nota e l’altra, elevandosi come sibilanti salmodie sopra la città.
I ricci di Lavinia emersero dalle coltri, il respiro affannato e lo sguardo infastidito di chi è stato interrotto in un momento inopportuno. Non contò i rintocchi, tuttavia indovinò fosse ancora molto presto: il buio di una fredda domenica di gennaio imbrattava d’inchiostro la neve sui tetti.
Tornò ad affondare nel torbido tepore, inseguendo fantasie e sospiri.
Sarebbe scesa dal letto, prima o poi. Sarebbe risorta dal morbido intrico come la fenice dalle proprie ceneri, paga del proprio piacere. Una nuova Lavinia, identica a quella del giorno prima, ma pervasa da un quieto stato d’eccitazione. Sfolgorante nella livrea di colei che sa bastarsi.
Si sarebbe alzata. Prima o poi.
A quel pensiero, sorrise maliziosa fra sé.
Mi alzerò, sì. Con tutto il piacere del mondo.